Buonasera Carla Welby. Suo fratello è stato un simbolo importantissimo della battaglia civile per la dolce morte. Pensando a Piergiorgio, la prima parola che mi viene in mente è dignità, in una doppia ed opposta coniugazione: quella di un uomo che ha avuto la forza di portare in pubblico il suo dolore privato e quella perduta di una gerarchia ecclesiastica che gli ha addirittura rifiutato i funerali. La parola dignità che pensieri le suscita?
[…]La grande quantità di gente che ci è stata vicina con grande solidarietà, sensibilità e comprensione del problema, che dimostra quanto questo nostro popolo sia maturo per certi provvedimenti. Per quanto riguarda la gerarchia ecclesiastica, hanno perso una buona occasione. D’altra parte abbiamo sempre avuto nella Chiesa solidarietà e vicinanza. Tanti sacerdoti ci sono stati vicini e hanno riconosciuto a Piergiorgio il suo diritto di chiudere la vita così come lui aveva deciso.[…]
Per il resto, sulla laicità, non ho niente da dire.[…]
Prima del caso di suo fratello, il tema dell’eutanasia non era mai stato così centrale nel dibattito politico italiano. Lui ha dato il là ad un dibattito che è partito molto alto, molto forte, ma che si è anche subito afflosciato e ridimensionato…
È partito molto alto e molto forte proprio perché prima ci sono stati molti piccoli input che avevano acceso l’attenzione. Non si è afflosciato perché anche in Parlamento abbiamo cominciato a parlarne e io sono stata convocata per un’audizione alle commissioni giustizia e affari sociali proprio su questi temi. Si stanno facendo molte discussioni, politiche, scientifiche, mediche, filosofiche.[…]
Buonasera, dottor Viale, presindente di Exit Italia. “Exit” sta per uscita, uscita da una vita che non si vuole più ma dalla quale, in Italia, non si può uscire. È qui oggi per una serata in ricordo di Piero Welby, un uomo che voleva uscire e che ha impegnato tutta la sua dignità e la sua forza per cercare di portare questo problema che era suo, privato, personale, ma anche universale, all’attenzione della politica e dell’opinione pubblica italiana. Per la prima volta si è parlato di eutanasia in modo serio, aperto e molto forte. Prima di Welby l’eutanasia era qualcosa che viveva esclusivamente sotto una coltre di polvere…
L’argomento è chiaramente tabù. E negli ultimi 10 anni è venuto alla ribalta grazie ai casi concreti. Perché parlare in astratto è difficile, nessuno pensa mai alla morte, alla sofferenza, a quello che potrà capitare. Coloro ai quali capita di affrontare questi argomenti, cercano poi di risolvere i problemi in qualche modo.[…]
Bisogna capire che la morte fa parte della vita e ognuno di noi deve avere il diritto di poterla vivere come meglio crede e come meglio e più opportuno riterrà. Non si può imporre una condotta per tutti, non esiste un modo unico per morire. Esistono varie opportunità e la cosa che dà più fastidio ai contrari è che la legge olandese funziona, ed è una legge – diversamente da quello che si pensa – estremamente rigida e restrittiva.
Chi invece vuole decidere sulla pelle degli altri è la Chiesa cattolica. Che ritiene più degno e portatore di diritti un ovulo appena fecondato di un uomo adulto e consapevole come Piero Welby…
Beh, la Chiesa cattolica segue la storia e l’evoluzione della scienza. E c’è una contraddizione perché ha due posizioni diverse su quello che è l’inizio e la fine della vita.[…]
Il discorso laico del potere decidere su se stessi deve prevalere sull’imposizione di un’ideologia o di una religione.
“Il discorso laico del potere decidere su se stessi deve prevalere sull’imposizione di un’ideologia o di una religione.”
Questo dovrebbe essere cavallo di battaglia su tante considerazioni…
Non so se avete saputo ma è stata respinta la richiesta di archiviazione per l’anestesisrta Riccio che ora è indagato per omicidio del consenziente
@ Steve
essere indagati non significa essere condannati.
Personalmene voto radicale, ma credo che il clamore intorno alla vicenda abbia nuociuto alla causa, e non abbia dato una buona impressione neppure dei radicali.
Io penso che i radicali siano stati gli unici a difendere a spada tratta il diritto di morire di Welby, è anche grazie al loro impegno che di questa vicenda si è parlato e non è caduta nel silenzio, hanno aiutato Welby a realizzare il suo desiderio e questo basta per avere la mia stima e il mio rispetto. Il clamore è necessario per far risvegliare gli animi tiepidi, come è stato perché la maggioranza della popolazione è a favore allinterruzione volontaria delle cure.
concordo con nikky, trovo la politica italiana in un sonno profondo, quasi in letargo e ora che si sveglino, ne va della nostra emocrazia.
e’ mai possibile che una persona in gravi condizioni ,
che non riesce piu’ a resistere al dolore ,
debba essere ,come desiderano i sials del vaticano ;
costretta a soffrire ??? eminenze va bene che per voi
il dolore e’ una sorta di piacere ma miga tutti devono essere masochisti .
in ogni caso l’eutanasia fino a prova contraria e’ ancora illegale anche per la legge dello stato per cui gli uccisori di welby dovrebbero stare in galera
in galera ci dovrebbero stare quelli che come i tuoi “capi”, caro grillo, auspicano a nuovi forni per tutti quelli che non la pensano come loro.
del resto la gente voleva un papa nero…
più nero di questo non c’è neanche milingo.
@ Joséphine
Coraggio, coraggio.
Questo tipo di magistratura va combattuta.
Gettare la spugna in questo modo non è da Radicali.
Mi diventi ortodossa ? 😉