Negli Usa il diritto all’aborto è stato fortemente limitato dalla recente sentenza della Corte suprema, legittimando i singoli stati a imporre norme restrittive. Tra le soluzioni più in voga in questi anni, leggi integraliste che vietano l’interruzione della gravidanza nel momento in cui viene rilevato il presunto “battito cardiaco” dell’embrione. Di scientifico hanno ben poco e il loro obiettivo è limitare i diritti delle donne. Lo spiega bene la biologa Abby Hafer sul numero 4/22 di Nessun Dogma.
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Una scienziata lavora nel suo laboratorio, coltivando tranquillamente cellule cardiache. Mette le piastre di Petri piene di cellule in un’incubatrice per farle crescere; qualche giorno dopo, le tira fuori e le ispeziona al microscopio per vedere se si sono moltiplicate come voleva.
Mentre regola spensierata il suo cannocchiale, d’improvviso si accorge che battono. Poi, quando ne avvicina due, si accorge che battono insieme. Quando le avvicina tutte, vede che continuano a battere insieme, in un’unica grande massa pulsante! «È VIVA!», grida.
Quella scienziata sono io. Non ho veramente gridato: «È viva!», ma ho davvero visto singole cellule cardiache che battevano, cellule che io avevo coltivato, che battevano senza cervello, nervi, un organismo o addirittura un cuore che le circondasse. Si contraevano ritmicamente, cioè battevano, da sole. Perché questo è ciò che fanno le cellule cardiache.
I biologi a volte fanno lavori strani. Un’estate ho lavorato in un laboratorio che studiava come le cellule cardiache embrionali assumono varie sostanze chimiche. Uno dei miei compiti era quello di coltivare le cellule cardiache, cioè di farle crescere. Sezionavo embrioni di pollo, ne estraevo i cuori, scioglievo il tessuto connettivo tra le cellule e le spargevo in piastre di Petri insieme al nutrimento e ai liquidi di cui avrebbero avuto bisogno per prosperare. Poi le mettevo nelle incubatrici, sperando che si moltiplicassero.
Dopo qualche giorno, le tiravo fuori e le controllavo al microscopio per vedere se si fossero effettivamente moltiplicate. A volte, mentre le guardavo, battevano. Le singole cellule cardiache sembravano quasi scintillare, con le loro piccole contrazioni individuali.
Per quanto riguarda il metterle insieme per vedere se battessero insieme, in realtà quello non l’ho fatto. Ma altri scienziati l’hanno fatto ed è esattamente quello che hanno scoperto: quando le cellule muscolari cardiache vengono messe insieme, battono insieme. È talmente assodato che è una conoscenza comune, scritta sui libri di testo. Sappiamo che lo fanno e sappiamo perché lo fanno. Ecco un paragrafo a questo proposito tratto dal libro di testo Anatomy and Physiology: «Se le cellule cardiache embrionali vengono separate in una piastra di Petri e mantenute in vita, ognuna è in grado di generare un proprio impulso elettrico seguito da una contrazione».
Il testo continua:
«Quando due cellule muscolari cardiache embrionali che battono in modo indipendente vengono accostate, la cellula con la frequenza intrinseca più elevata stabilisce il ritmo e l’impulso si diffonde dalla cellula più veloce a quella più lenta per innescare una contrazione».
In breve, non c’è niente di misterioso, non c’è magia. È la biologia che fa ciò per cui si è evoluta.
Le ciniche “leggi sul battito cardiaco” del movimento antiabortista sono tutta manipolazione, niente scienza
Attualmente negli Stati Uniti sono in vigore molte cosiddette “leggi sul battito cardiaco”, leggi che vietano l’aborto dopo che è stato rilevato un “battito cardiaco” embrionale. Molte altre sono già state proposte. L’esempio attuale più eclatante è la legge in Texas che stabilisce che una donna non può abortire dopo sei settimane di gravidanza. In particolare, vieta l’aborto dopo il rilevamento dell’attività cardiaca. Altri Stati stanno seguendo l’esempio del Texas al momento.
Alla maggior parte delle persone, “attività cardiaca” e “battito cardiaco” sembrano sinonimi, e questo presupposto errato è stato sfruttato da coloro che desiderano negare alle donne il diritto all’aborto.
Tale presupposto può essere facile da sostenere, ma è clamorosamente errato, come dimostra il racconto con cui è cominciato questo articolo. È semplice: le cellule cardiache battono da sole, completamente da sole. Se una singola cellula cardiaca è viva, si contrae in modo ritmico, cioè batte. “Attività cardiaca” significa che alcune cellule cardiache sono vive e battono, non che un cuore esista davvero. Un vero battito cardiaco è, invece, tecnicamente parlando, il battito di un cuore. Un cuore completo, non poche cellule muscolari cardiache. Un cuore completo non esiste a sei settimane di gestazione.
Per illustrare ulteriormente quanto il battito di una cellula cardiaca sia indipendente dall’esistenza di un vero e proprio organismo vivente, si considerino i due fatti seguenti:
1) Le cellule cardiache che battono non devono necessariamente provenire da un embrione. All’Università tecnica di Vienna, delle discendenti dalle cellule staminali, chiamate cellule progenitrici, sono state indotte a diventare cellule cardiache in laboratorio e anch’esse hanno battuto da sole, in una piastra di Petri.
2) È anche possibile che una persona in morte cerebrale abbia ancora un cuore che batte.
Cuore e anima
Se tutto questo sembra inquietante, è in gran parte dovuto al fatto che associamo erroneamente, ma comprensibilmente, un cuore che batte a una forza vitale intrinseca, persino mistica; lo associamo alla presenza stessa di un’anima.
Gli antichi egizi e alcuni antichi greci credevano che il cuore ospitasse l’anima e la nostra capacità di pensare. Il cristianesimo ha adottato l’idea che il cuore sia la sede della coscienza, dell’intelligenza, della personalità libera, della conoscenza intrinseca di ciò che è giusto e di ciò che è sbagliato, e un luogo su cui Dio può avere un’influenza diretta. Questi sentimenti sono persistiti nella nostra cultura fino a oggi.
Ma ciò che sappiamo, grazie alla scienza, è che il cuore è un muscolo che pompa il sangue in tutto il corpo. Sappiamo che un cuore può essere trapiantato da una persona morta a un’altra, ma che allo stesso tempo non viene trapiantata un’anima. Sappiamo che le cellule muscolari cardiache si contraggono in modo ritmico, indipendentemente dallo stato del corpo che le circonda, o anche dall’esistenza di un corpo o persino di un cuore che le circondi.
L’idea religiosa che il cuore sia la sede dell’anima affligge il tema dell’aborto. Infatti, in generale, il concetto religioso di ensoulment è stato per decenni il fondamento non dichiarato del movimento antiabortista.
L’ensoulment è l’idea che ci sia un momento specifico in cui un embrione in via di sviluppo viene dotato di un’anima. Una volta che un’anima divina è stata inserita in un embrione, si pensa che porre fine a quell’embrione costituisca l’omicidio di un’anima divina.
Le leggi di una democrazia laica non dovrebbero offrire spazio a pensieri magici di questo tipo. Quando gli antiabortisti chiedono «Quando inizia la vita?», in realtà chiedono «Quando inizia la vita con un’anima?». Va notato che nessuno sta discutendo se l’organismo creato attraverso il concepimento sia vivo o meno.
L’ovulo e lo spermatozoo erano vivi. I genitori erano vivi. Tutti gli antenati fino agli albori della vita sul pianeta erano vivi. La vita è coinvolta in ogni momento prima, durante e dopo il concepimento. Quindi la domanda «Quando inizia la vita?» riguardo alla gravidanza è insensata. Una volta che ci si rende conto di questo, si capisce che tale quesito è in realtà un sostituto per: «Quando inizia l’ensoulment?»
La “attività cardiaca” è considerata come equivalente all’ensoulment. In realtà, quando tale attività inizia, significa solo che alcune singole cellule cardiache sono vive. Il suono non è altro che la contrazione ritmica molto amplificata di un insieme di cellule muscolari che non formano un cuore.
Questo deve essere detto chiaramente: tutte le leggi antiabortiste sul “battito cardiaco” del feto sono basate su assurdità non scientifiche e dovrebbero essere abrogate. Le cellule muscolari cardiache si contraggono da sole, anche in una piastra di Petri, senza cervello, senza sistema nervoso, senza organismo e senza un cuore collegato a esse. Un “battito cardiaco” a sei settimane di gestazione non implica l’esistenza di un cuore vero e proprio. Inoltre, le cellule muscolari che si contraggono non sono il segno dell’esistenza di un’anima.
E a prescindere dalle convinzioni dei singoli cittadini, il concetto di anima non trova posto nelle leggi di una democrazia laica.
Abby Hafer
Originale in inglese pubblicato sul sito Only Sky
Traduzione a cura di Avilia Zavarella
Approfondimenti
Technische Universität Wien, The Heart in the Petri Dish.
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