Sono finite per sempre, lo hanno sancito ieri pomeriggio i giudici della “Grande Camera” della Corte europea di Strasburgo, le speranze di Natalie Evans, una donna inglese di 35 anni, di diventare mamma. Divenuta sterile dopo la lotta contro il cancro, la Evans aveva sperato di poter usare gli embrioni che lei e il suo partner, Howard Johnston, avevano prodotto in vitro nel 2001, prima che lei si sottoponesse a chemioterapia. Ma poco dopo i due si erano separati e Johnston aveva deciso di ritirare il consenso e di chiedere alla clinica che aveva in cura gli embrioni, in tutto sei, di distruggerli. Ma la Evans non si è mai arresa: ha portato il suo caso prima nei tribunali britannici, dove l’uso degli embrioni senza il consenso del partner le è stato bandito anche in appello, e poi alla Corte di Strasburgo che ieri ha varato il verdetto finale. La legge britannica richiede infatti il consenso di entrambi l’uomo e la donna e permette a entrambi di ritirare il consenso fino a poco prima che gli embrioni vengano trasferiti nel grembo materno. […]
Quando la Corte d’appello britannica ha informato la Evans che non avrebbe potuto portare il suo caso alla Camera dei Lords, questa ha pensato di rivolgersi al tribunale europeo per i diritti umani il quale, un anno fa, le ha dato torto per la prima volta. Ieri Strasburgo ha ribadito il no dimostrando che la posizione sostenuta dagli avvocati della Evans, cioè che il partner non può ritirare il consenso dopo averlo dato, non ha alcun valore legale. «Sono assolutamente distrutta – ha detto ieri pomeriggio uscendo dall’aula del tribunale europeo -. È molto difficile per me accettare che gli embrioni saranno ora distrutti». Molto sollevata invece la reazione dell’ex partner il quale ha fatto sapere di essere molto felice del verdetto perché finalmente «ha vinto il buon senso». Alla Evans fu diagnosticato un tumore alle ovaie nel 2001. Poco dopo lei e Johnston decisero di far congelare sei embrioni fecondati artificialmente prima che la donna si sottoponesse ai trattamenti per combattere il male per usarli più tardi quando si sarebbe rimessa. Ma nel 2002 arriva la separazione: lui scrive alla clinica di distruggere li embrioni; lei, nel 2003, si rivolge all’Alta Corte chiedendo di poter usare gli embrioni senza il permesso di Johnston. L’ulitmo appello fatto alla Corte di Strasburgo secondo tre articoli della Convenzione europea dei Diritti Umani rappresentava la sua ultima possibilità: e ieri tredici giudici su diciassette hanno dichiarato che non c’è stata violazione del diritto alla vita sottolineando invece l’importanza del diritto al rispetto per la vita privata e familiare e il divieto alla discriminazione. […]
È l’unica decisione sensata che i giudici potevano prendere, ha rimarcato Allan Pacey, direttore della British Fertility Society, e la legge britannica è chiara su questo: «Avere un figlio è una responsabilità comune».
Il testo integrale dell’articolo di Elisabetta Del Soldato è stato pubblicato sul sito di Avvenire
Che storia triste per questa donna, un tumore, l’asporatazione delle ovaie, dopo pochi mesi la separazione. Lui freddissimo e stoico, ma ad un certo punto anche questo è un suo diritto.
D’altra parte se quegli embrioni fossero stati impiantati e tutto fosse andato bene, l’ex marito di quella donna varbbe saputo che in giro c’era un figlio suo e che avrebbe dovuto mantenerlo e continuare così ad avere rapporti con una donna che per qualche motivo non sopportava più, mettendo praticamente nei guai anche il nuovo nato che vrebbe subito le conseguenze peggiori in questa storia.
Alla fine il risultato di questa storia è stato il minore dei mali (secondo me ovviamente).
Certo Stefano, ma dichiare come ha fatto quell’uomo di essere “felice” per la sentenza è quantomeno indice di freddezza di fronte ad una situazione tanto drammatica.
“Avere un figlio è una responsabilità comune”
Ma i figli non li hanno già “fatti”? Questo è il punto dolente: cosa sono quei sei embrioni, materiale biologico o figli che queste persone ad un certo momento hanno di comune accordo e responsabilmente (?) voluto? E’ come se due che si separano quando la donna è incinta lui decidesse che lei deve abortire perchè non vuole più il figlio… a me sembra una cosa assurda: prima li fanno e poi non li vogliono più!
“avrebbe dovuto mantenerlo e continuare così ad avere rapporti con una donna che per qualche motivo non sopportava più”
ma non c’era proprio modo di mettersi d’accordo? legalmente potra anche avere ragione l’ex marito, ma mi pare una notevole bastardata…
sembra una bastardata anche a me, stile ripicca di ex…
ma la donna non faceva prima a farsi congelare solo gli ovuli?
il fatto che abbia un tumore nn deve influenzare il giudizio……mi pare + che giusto che la decisione spetti ad entrambi, ed in caso di non disponibilità i uno la cosa nn si possa fare…..le leggi devono seguire la ragione, non la compassione……
Ema io non ho contestato la decisione, del resto la legge inglese già prevede il consenso ad ogni tappa del progetto, ma se permetti posso avere uno sguardo umano su questa vicenda. Una donna si fida del proprio compagno sceglie la congelazione degli embrioni invece degli ovuli e poi questo riesce a dichiararsi felice della distruzione. In una storia drammatica come questa trovo ci sia poco spazio per la felicità, è un mio parere umano.
La sentenza è giusta.
La donna non ha necessariamente bisogno del suo ex per fare un figlio e, se lui non lo vuole, ha tutto il diritto di rifiutarsi. Il perchè della sua scelta nessuno ha il diritto di chiederlo.
@ JSM
Veramente il diritto di chiedere il perché della sua scelta esiste eccome visto che lo hanno fatto i giudici e lui ha risposto sia ai giudici sia alla stampa, che il figlio non lo vuole con lei, ma lo vuole con la persona giusta. Non stiamo parlando di una donna che gli ha prelevato lo sperma con la forza per fecondare l’ovulo, ma lui stesso ha acconsentito alla fecondazione in vitro.
Lik,
veramente non mi riferivo ai giudici. E’ abbastanza ovvio che i giudici, in un procedimento, debbano fare domande..
Io sostengo la piena autonomia della donna per quanto riguarda decisioni relative a una propria gravidanza ma questa non è una gravidanza. Se lui non vuole un figlio con questa donna è solo affar suo.
Mettiamola così: a chi gli vuol per forza chiedere perchè lui ha tutto il diritto di rispondere di farsi i cazzi propri!
Al di là dell’umana vicenda, in sè stessa molto toccante, credo che la sentenza sia equilibrata e pienamente condivisibile.
@ JSM
Dal momento che lui ha dato diverse interviste al giornale parlando di quello non puoi poi chiedere alla gente di farsi i cazzi propri, a me è apparso come una persona estremamente fredda e cinica, io ho il diritto di fare questi apprezzamenti, ma comunque a me interessava sottolineare la drammaticità della situazione, se si potessero evitare queste situazioni drammatiche sarebbe meglio.
sono d’accordo che se si potessero evitare queste situazioni sarebbe molto meglio
tu però giudichi la persona sulla base di una veloce impressione: che ne sappiamo io e te di cosa gli passa per la testa? e del vero motivo per cui questa storia è finita così?
quando dico che la sentenza è giusta mi riferisco al diritto ma sono convinto che giudizi personali su fatti e persone che non conosciamo sono puramente gratuiti
@ JSM
Una persona che dichiara di essere felice dopo una sentenza del genere scusami mi lascia molto perplesso, posso capire sollevato, ma si tratta di una situazione particolarmente drammatica allora scusa a maggior ragione dobbiamo astenerci da dare giudizi sul caso del ragazzo che si è suicidato anche quella situazione non la conoscevamo, non sappiamo se quei ragazzi fossero più influenzati dal papa o dall’omofobo Fabri Fibra che ha un successone tra i giovani e che se la prende con gli uomini effemminati.
a parte il fatto che non dobbiamo giustamente giudicare nemmeno il caso di questo povero ragazzo, ma come caspita fai a mettere sullo stesso piano l’influenza della Chiesa e quella di Fibra?? quanta gente credi che conosca la canzone di fibra e quanta invece ha ascoltato le stronzate di Bagnasco che mette nello stesso discorso omosex e pedofili??
per favore! sembri una persona colta e intelligente, argomenti molto bene i tuoi pensieri e puoi evitare queste “cadute”
Fibra non lo prende nessuno sul serio, Bagnasco invece si.
@ JSM
“La donna non ha necessariamente bisogno del suo ex per fare un figlio”
Se ho ben capito è questo il punto, lei ora non ha più ovuli, distrutti dalla chemio, e quegli embrioni erano la sua unica speranza di avere figli.
Lui può scegliere di avere figli con un’altra donna, lei non ha più scelta.
@ JSM
Si vede ce non capisci nulla di suicidio tra gli adolescenti gay che colpiscono in particolare i ragazzi gay effeminati o etero effemminati che vengono identificati come gay. E nelle inchieste che sono state fatte si accusa non solo la chiesa ma parecchio il rap omofobo eminem. Io l’ho vissute queste situazioni in prima persona e chi mi insultava non erano i ragazzi che frequentavano la parrocchia con i quali non ho mai avuto nessun rapporto ma ragazzi che ascoltavano più i Guns N’ Roses di quello che dice il papa. La chiesa ha le sue responsabilità perché tenta di impedire nelle scuole di parlare serenamente di prevenzione e di omosessualità, ma le radici dell’omofobia anzi dell’effeminofobia (come viene definita negli studi fatti sui tentati suicidi di adolescenti gay) sono molto più complesse.
@ Vassy
Esatto si è fidata di lui facendo congelare gli embrioni e non gli ovuli, capisco dunque il suo stato d’animo (di lei) di fronte al cinismo di tale persona. Fermo restando che la sentenza era inevitabile.
E’ tragicamente vero e mi dispiace molto per lei ma questo non le permette di obbligare l’uomo.
Prima ho scritto che ritengo la donna legittimamente autonoma nelle sue decisioni riguardo la gravidanza e ne sono convinto.
Ma qui non parliamo di gravidanza e la donna non ha il diritto di pretendere quello che ha chiesto.
Il diritto non funziona sulla simpatia e sullo stato emotivo. Lo stesso rifiuto dell’uomo in una situazione diversa lo rende meno “cinico e distaccato”, come afferma qualcuno?