Ogni settimana pubblichiamo una cartolina dedicata all’affermazione o all’atto più clericale della settimana compiuto da rappresentanti di istituzioni o di funzioni pubbliche. La redazione è cosciente che il compito di trovare la clericalata che merita il riconoscimento sarà una impresa ardua, visto l’alto numero di candidati, ma si impegna a fornire anche in questo caso un servizio all’altezza delle aspettative dei suoi lettori. Ringraziamo in anticipo chi ci segnalerà eventuali “perle”.
La clericalata della settimana è delle istituzioni scolastiche di Messina che
hanno partecipato alla messa per l’inaugurazione dell’anno scolastico, presieduta dal vescovo, dove sono stati condotti (in orario di lezione) gli studenti di diversi istituti.
Tra i partecipanti pure il dottor Stello Vadalà, dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale, e l’assessore all’Istruzione del Comune Pietro Currò. C’erano anche ad esempio gli studenti del liceo classico “Francesco Maurolico” di Messina, come commenta raggiante la dirigente scolastica Giovanna De Francesco, e quelli dell’Istituto Comprensivo “Evemero da Messina” (per ironia della sorte, uno scettico razionalista precristiano), accompagnati da docenti e dirigenti. Per il 23 ottobre è prevista pure una visita “pastorale” del vescovo in alcune scuole.
A seguire gli altri episodi raccolti questa settimana.
Il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, durante un intervento all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano per un convegno sulla scuola ad alto tasso confessionale, esalta gli istituti paritari e annuncia lo stanziamento di circa 260 milioni di euro per loro. «Quando parliamo di scuola paritaria parliamo di scuola libera innanzitutto e parliamo di sistema ispirato alla libertà», proclama il ministro. Snocciola quindi i finanziamenti promessi all’istruzione paritaria: 110 milioni di euro per il 2024, più circa 150 milioni dal PNRR. E cita pure due casi di collaborazione che ritiene virtuosa tra scuola statale e realtà confessionali: lo smistamento di studenti in una scuola dei salesiani causa ristrutturazione dell’immobile e l’intesa tra una scuola pubblica e un centro di formazione professionale sempre gestito dai salesiani. Quello che in un contesto laico sarebbe considerato sintomo di inefficienza delle istituzioni pubbliche viene invece elogiato nel nome della sussidiarietà clericale.
La senatrice Michaela Biancofiore vuole inserire il riconoscimento delle “radici giudaico-cristiane” nella Costituzione, chiedendo la calendarizzazione della sua proposta alla commissione Affari costituzionali del Senato. Biancofiore ha invitato anche altri stati europei a seguire l’Italia, strumentalizzando lo sconcerto suscitato dagli attacchi di Hamas contro gli israeliani: «alla luce delle atrocità in atto in Israele da parte di una organizzazione terroristica islamista, il riconoscimento solenne in Costituzione delle radici e dei valori giudaico-cristiani, da cui origina la civiltà occidentale, sottolinea l’importanza di Israele per la sopravvivenza dell’Occidente e assume un significato pregnante di salvaguardia dei nostri ideali che predicano la vita sulla morte e non il contrario».
Il sindaco di Lucca Mario Pardini ha accolto l’invito ricevuto dal parroco di San Pietro a Vico per partecipare a una preghiera per la consacrazione della città al cuore immacolato di Maria, pervenuto anche a diversi membri della Giunta. Commentando le polemiche su questa iniziativa, il primo cittadino ha risposto: «domenica, come faccio molto spesso, andrò alla Santa Messa e dirò una preghiera personale. È sorprendente che anche su questo ci sia polemica». Il carattere contrario alla laicità dell’iniziativa è stato denunciato dalla referente Uaar di Lucca Maria Pacini, dalla Chiesa valdese e persino da don Franco Cerri, rettore della chiesa di San Giusto.
Il candidato alle prossime elezioni di Trento Emilio Giuliana, già consigliere comunale ed esponente dell’estrema destra locale, si presenta con un manifesto in cui campeggiano lo slogan “Dio Patria Famiglia” e il simbolo del sacro cuore di Gesù. E per difendere la sua controversa scelta specifica che corrisponde a «meno ateismo, globalizzazione, LGBT»: così si presenta con i “moderati” dell’Unione Democratica di Centro (Udc), a sostegno del candidato presidente uscente Maurizio Fugatti.
Attacchi dei politici alla preside dell’Istituto comprensivo “Focherini” di Carpi che non aveva fatto riposizionare i crocifissi nelle aule dopo una ristrutturazione. Il ministro delle Infrastrutture e leader della Lega Matteo Salvini commenta: «La priorità di questa “preside”: strappare i Crocifissi da tutte le aule scolastiche. Professori e genitori increduli, io con loro». L’esponente di Fratelli d’Italia Federica Boccaletti pretende «un doveroso chiarimento pubblico». Il senatore Michele Barcaiuolo coordinatore regionale per FdI nell’Emilia Romagna, annuncia di portare la questione all’attenzione del ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara. «Quella di Fratelli d’Italia è sempre stata una ferma opposizione a ogni tentativo di rimuovere il crocifisso dalle nostra scuole», continua, «Non possiamo lasciare che muoiano la nostra identità e la nostra cultura in nome di un ideologico “Politically Correct”». Il consigliere regionale della Lega Simone Pelloni parla di «atto irragionevole da parte della dirigente scolastica»: «la presenza dei crocifissi negli spazi pubblici ha una lunga tradizione nella cultura italiana e rappresenta un importante simbolo per molte persone». E attacca: «è la dirigente che ha preso questa decisione che dovrebbe essere rimossa dall’incarico, in quanto ha agito in modo unilaterale e senza il consenso della comunità».
Il sindaco di Grosseto Antonfrancesco Vivarelli Colonna si schiera a favore della proposta di legge di iniziativa popolare, promossa da organizzazioni integraliste e settori della Chiesa cattolica, per modificare la legge 194 e introdurre l’obbligo di far ascoltare il “battito cardiaco” del feto alle donne che intendono abortire. Il primo cittadino ha annunciato di aver firmato la proposta perché a suo avviso «la finalità è quella di accrescere la consapevolezza del gesto dell’aborto» e renderebbe «più completo e maturo» il percorso decisionale della donna. Ad appoggiare l’iniziativa anche la presidente della commissione Pari opportunità del Comune Carla Minacci.
Per la festa del patrono della cittadina di San Cataldo (CL) presenti alla cerimonia religiosa in chiesa e alla processione il sindaco Gioacchino Comparato (con fascia tricolore) e diverse autorità.
Il presidente dell’Ordine dei medici chirurghi e degli odontoiatri della Provincia di Padova, il dottor Domenico Maria Crisarà, invita gli iscritti a partecipare alla messa che si terrà mercoledì 18 ottobre nella basilica di Santa Giustina per la festa di san Luca evangelista, patrono dei medici.
L’Università di Pisa organizza un convegno dal titolo “Agricoltura, coscienza ecologica e pace”, in collaborazione con il Movimento ecclesiale di impegno culturale, che comprende una visita guidata alla basilica di san Piero a Grado.
La redazione
La messa di inizio anno scolastico durante l’orario di lezione è un brutale sopruso. E se gli studenti, purchè i genitori siano disposti a firmare la giustificazione, possono defilarsi standosene a casa, per gli insegnanti chiamati ad accompagnarli la cosa diventa molto più problematica: inventarsi un malore, uscire allo scoperto e rischiare sanzioni e un contenzioso interminabile, e comunque ritrovarsi “sorvegliati speciali” con il dirigente pronto a colpirli al primo piccolo errore, oppure subire e rodersi il fegato?
Come alternativa ci sarebbe quella di innalzare, al culmine del rito, un inno a Codroipo… 😛
Verrebbe multato per bestemmia e per violazione dell’art. 405 del CP
Ma non erano vietate le messe in orario scolastico?
Vogliono riscrivere la storia e ci vuole una bella dose di ipocrisia e falsità nel pretendere di inserire in costituzione le radici giudaico-cristiane. Già abbiamo l’obbrobrio dell’articolo 7. Per 2000 anni si sono dimenticati del Gesù ebreo e gli ebrei sono stati perseguitati, emarginati, discriminati, nell’Europa cristiana c’è stato l’olocausto ed in questi giorni c’è l’anniversario della deportazione del ghetto di Roma sotto gli occhi del papa che non ha fatto nulla. In più le varie indagini indicano ancora una presenza di un 40 % della popolazione europea con posizioni antisemite. Solo per il fatto che negli ultimi decenni gli ebrei non sono più perseguitati (non di certo grazie al cristianesimo) e che Israele è nostro alleato perchè “nemico dei nostri nemici” non si può falsificare così la storia per far dimenticare cosa abbia fatto il cristianesimo. Pensando poi che Israele è nata proprio dalla constatazione che per loro non ci fosse posto nell’Europa cristiana. Pretendere di inserirlo nella costituzione significa anche obbligarci a riconoscerci in un passato di violenza con cui il cristianesimo si è imposto, niente a che fare con le posizioni di democrazia, giustizia, tolleranza e libertà dell’Europa che il cristianesimo ha storicamente avversato e solo obtorto collo vi si è adeguato.
Riguardo agli ennesimi soldi alle paritarie indicati da Valditara è ormai il classico filone di privatizzazione a danno del pubblico che pesa anche nella sanità. E vanno aggiunti anche i bonus asilo nido visto che in quel settore dominano i privati, grazie ad uno stato che non ne costruisce. Certo che questi imprenditori privati sono veramente “capaci” se hanno bisogno sempre dei soldi pubblici per andare avanti.
Però, è curioso notare che piangono sempre miseria, ma poi si scopre che sono ricchi, come durante il covid con i loro immobili in eccesso messi a disposizione o come si vede anche negli esempi citati di messa a disposizione di loro strutture. Insomma vogliono farsi pagare la manutenzione del loro ricco patrimonio edilizio, mentre le strutture della scuola pubblica cadono a pezzi.
“Pensando poi che Israele è nata proprio dalla constatazione che per loro non ci fosse posto nell’Europa cristiana.”
Andando a stare in un posto dove è stata accolta a braccia aperte.
In realtà all’inizio non avevano deciso dove andare ed avevano esaminato tante opzioni, anche se la Palestina ottenne il maggiore interesse. In molti emigrarono negli Stati Uniti dove c’è la più grande comunità ebraica dopo Israele. La spinta ad emigrare venne sostenuta dal forte antisemitismo europeo ancor prima del nazismo. Lo storico americano Hamerow di origine polacca ed ebraica sostiene che vi furono periodi in cui le persecuzioni e discriminazioni nel mondo cristiano europeo erano superiori a quelle nel mondo mussulmano e che degli ebrei fuggirono verso quelle terre, però sostiene anche che l’antisemitismo è legato anche al numero di ebrei presenti e, quindi, in Palestina vi furono problemi già prima della nascita di Israele, negli anni ’20, all’aumentare della presenza ebraica. D’altronde pensando ai problemi di confine tra varie nazioni con presenza di popoli diversi era difficile pensare che una operazione così artificiale non potesse portare problemi. Per di più in zone che sono l’origine di tre monoteismi differenti, non certo pacifici e tolleranti.
E nell’Europa cristiana c’è voluto l’olocausto, con conseguente decimazione degli ebrei, perchè le cose iniziassero a cambiare faticosamente (in effetti i cambiamenti veri avvennero dagli anni ’60 non subito dopo la guerra).
Ringrazio RobertoV per l’indicazione dello storico Hamerow: suppongo si riferisca a “Perchè l’Olocausto non fu fermato.”
Ancora nella metà degli anni Sessanta, il mio professore di religione, poi Arcivescovo di Cefalù e Monreale, diceva che gli Ebrei erano perseguitati perchè i loro antenati avevano detto “Il suo (di Gesù) sangue ricada su di noi e sui nostri figli” (parole del Vangelo secondo Matteo, cap 27: 25). Era la dottrina della Chiesa Cattolica preconciliare, e lui non si era ancora aggiornato (ritengo che non si aggiornò neanche dopo).
La Chiesa Cattolica insegnava anche che per il loro “deicidio” gli Ebrei avevano perso il diritto di avere uno Stato (se non addirittura di risiedere) nella “Terra Promessa”, e perciò rimase allochita quando fu fondato lo Stato di Israele. Aspettò che le sue pecorelle dimenticassero quello che era stato predicato per secoli sugli Ebrei “erranti” prima di riconoscerlo.
@ RobertoV
Hai fatto un bel quadro della situazione in cui viviamo. Se proprio volessimo puntualizzare, a proposito delle radici cristiane andrebbe chiarito che una costituzione è un testo giuridico, che quindi fissa delle norme, non un testo storico, che narra gli eventi secondo quanto ci risulta dai documenti in nostro possesso. Quindi se è vero che il cristianesimo fa parte della nostra storia e della nostra cultura, inserire le radici cristiane nella costituzione, a prederla sul serio, significherebbe:
1)Che qualunque legge contrastasse con i principi cristiani (e, nel caso italiano, cattolici) sarebbe anticostituzionale
2)Che i non cristiani/cattolici sarebbero inevitabilmente discriminati, non solo di fatto, ma anche di diritto.
Roba da far tremar le vene e i polsi.
Riguardo al 1° punto già oggi i papi ed i clericali sostengono che i cattolici non devono rispettare leggi che contrastano con le loro regole e la loro morale. Mettendolo in costituzione vorrebbe dire che neanche gli altri possono fare leggi in contrasto con le regole cattoliche. Roba da sharia. D’altronde ancora nella 2° metà dell’ottocento se non avevi assolto ai tuoi compiti cattolici non potevi usufruire dei tuoi diritti civili e con la sentenza dei coniugi di Prato di 60 anni fa neanche potevi sposarti civilmente, cioè con una regola dello stato. Quanti di quei diritti perderemmo se a comandare fossero loro.
Già oggi con l’articolo 7 c’è una palese discriminazione. Aggiungere ulteriori riconoscimenti rafforzerebbe la discriminazione degli altri ed i privilegi per i clericali e soprattutto renderebbe più difficili i cambiamenti futuri.
Il fatto che una cosa faccia parte della nostra storia non significa nè che abbia una valenza positiva nè che ne siamo debitori. Quando qualche anno fa in Germania c’erano le celebrazioni dei 500 anni dalla riforma i luterani cercavano di intestarsi i meriti dell’evoluzione civile europea. Sentii un’analisi molto interessante di un filosofo che pose due questioni:
la prima che andasse dimostrato che ci fosse un collegamento tra cristianesimo e livello elevato dei diritti in Europa (e sappiamo bene che una coincidenza non è una correlazione, basterebbe vedere oggi l’Uganda o certi stati americani), la seconda che anche se effettivamente ci fosse un collegamento che questo fosse intenzionale, cioè voluto.
Per fare un esempio la lotta contro l’Autorità del papa, il declassamento dei preti a semplici studiosi e la necessità di leggere la bibbia hanno portato i protestanti ad aprire involontariamente a varie interpretazioni (che anche loro hanno combattuto) e a promuovere l’istruzione delle persone per poter leggere la bibbia direttamente. Il che ha portato ad effetti collaterali positivi, ma non voluti dai riformatari.
Le lotte di religione ci hanno portato alla tolleranza odierna, non perchè insita nel cristianesimo che è intrinsecamente intollerante, ma dalla constatazione pratica dell’impossibilità di ottenere la vittoria sull’altro e dalle stragi e insicurezze dei continui conflitti. Se una religione fosse stata in grado di sconfiggere le altre non si sarebbe fatta problemi ad annientarle.
Basterebbe considerare quanto è debitrice la dottrina cattolica alla cultura greca e ai filosofi
in generale – Aristotele e Platone in particolare – per capire che vorrebbero farsi belli con i
meriti altrui. Togliete tutto ciò che è greco dalla dottrina cristiana e ne resteranno solo dei
raccontini per bimbi mesopotamici.
Semmai si dovrebbe dire il contrario: il cristianesimo deve tutto alla civiltà greco-romana.
L’anonimo dio sumerico si è civilizzato emigrando a Roma e ad Atene.