Mala tempora currunt? L’illusione del declino morale

In ogni epoca (anche la nostra) si tende a giudicare negativamente il presente rimpiangendo il passato, soprattutto per quanto riguarda gli aspetti etici. Il chimico e divulgatore Silvano Fuso esplora la percezione del “declino morale” nella società sul numero 5/2023 di Nessun Dogma. Per leggere la rivista associati all’Uaar, abbonati oppure acquistala in formato digitale.


Il fisico e filosofo della scienza Giuliano Toraldo di Francia (1916-2011) nel 1996 scriveva:

«Tra le insopportabili lamentazioni con le quali ci affliggono giornalmente tanti “pensatori” e commentatori contemporanei ce ne sono soprattutto due che spiccano per la loro banale vuotezza: intendiamo parlare della perdita dei valori e della perdita delle certezze. Anche ammesso, ma non affatto concesso, che quei termini abbiano un preciso, e univoco, significato, non viene in mente a nessuno che forse si stia piangendo la perdita di cose che in realtà non ci sono mai state, di concetti costruiti solo per la volontà di deplorare i “mali” della nostra epoca? Lasceremmo volentieri ai moralisti la preoccupazione per i valori, passando subito al caso delle certezze; ma non è così facile, dato che molto spesso coloro che parlano di perdita delle certezze, si riferiscono più che altro al fatto che oggi l’umanità comincia a non essere più tanto sicura che alcuni valori tradizionali siano davvero valori! Si ripiomba così nell’assiologia, della quale volevamo liberarci» [1].

Nel suo articolo Toraldo di Francia non si occupava espressamente di valori e sviluppava le sue considerazioni per mostrare come lo sviluppo della scienza abbia enormemente ampliato le nostre conoscenze e quindi ridotto, casomai, le nostre incertezze rispetto al passato. Tuttavia lasciava intendere che anche riguardo ai presunti valori vi fosse sostanzialmente un’errata percezione che portava a criticare il tempo presente e a rimpiangere un idilliaco tempo passato.

Si tratta di una percezione molto diffusa. La stessa espressione da noi usata come titolo per il presente pezzo (corrono tempi cattivi) è di origine latina, quindi molto antica. Essa mostra come, in ogni epoca, vi sia la tendenza a giudicare negativamente il presente rimpiangendo il passato, soprattutto per quanto riguarda gli aspetti etici e morali.

Tutti questi temi sono stati recentemente oggetto di un serio e interessante studio pubblicato sulla prestigiosa rivista Nature [2]. Lo studio, intitolato L’illusione del declino morale, è stato realizzato da Adam Mastroianni della Columbia University (New York) e da Daniel Gilbert della Harvard University (Cambridge).

I due autori esordiscono con questa citazione: «Si ponga attenzione a come, man mano che il rigore morale veniva meno, i costumi dapprima si siano infiacchiti, poi come siano sempre più degenerati, infine come abbiano iniziato a precipitare, finché si è giunti a questi tempi in cui non possiamo tollerare né i nostri vizi né i loro rimedi».

Essa sembra riferirsi ai nostri tempi, ma in realtà è tratta dalla prefazione all’opera Ab Urbe condita, dello storico romano Tito Livio, e venne scritta tra il I secolo a.e.v. e il I secolo e.v., ovvero più di 2000 anni fa.

Gli autori partono dalla seguente domanda: «Perché così tante persone diverse, in così tante epoche e luoghi diversi, sono convinte che i loro concittadini siano meno morali di quanto non fossero una volta?».

Le possibili risposte, secondo loro, sono due: 1) è possibile che la moralità sia in effetti in declino in tutto il mondo da millenni, un declino così costante e così precipitoso che le persone di ogni epoca sono state in grado di osservarlo nel breve arco di una vita umana; 2) è però anche possibile che la percezione del declino morale sia un’illusione cui le persone di tutto il mondo e nel corso della storia sono state soggette. Ebbene, l’accurato studio condotto mostra, senza ombra di dubbio, che la risposta valida è proprio la seconda.

Gli autori hanno preso in considerazione sia dati di archivio, sia quelli raccolti direttamente da loro nel 2020 attraverso sondaggi effettuati negli Stati Uniti. Innanzi tutto essi mostrano che le persone di almeno 60 nazioni credono effettivamente che la moralità sia in declino. E la cosa curiosa è che lo credono da almeno 70 anni.

Inoltre le persone attribuiscono tale declino sia alla diminuzione della moralità dei singoli individui man mano che invecchiano, sia alla diminuzione della moralità delle nuove generazioni. Infine però i ricercatori dimostrano che il giudizio delle persone sulla moralità dei contemporanei di loro conoscenza non è peggiorata nel tempo. E questo suggerisce fortemente che la percezione del declino morale sia, appunto, un’illusione.

Nella loro ricerca, Mastroianni e Gilbert hanno esaminato una serie di 177 sondaggi specifici condotti complessivamente su oltre 220 mila persone statunitensi tra il 1949 e il 2019. Le domande che venivano poste erano del tipo: «Pensi che negli ultimi decenni, in relazione al comportamento delle persone, la nostra società sia diventata meno onesta ed etica, più onesta ed etica, o che non ci sia stato alcun cambiamento?» e «Allo stato attuale, pensi che la condizione dei valori morali in questo Paese nel suo insieme stia migliorando o peggiorando?».

La maggior parte delle persone (circa l’84%) ha sostenuto una progressiva riduzione delle qualità morali dei propri contemporanei. La percentuale di partecipanti che ha rilevato un declino morale non dipendeva dall’anno di somministrazione del sondaggio, ma era sostanzialmente stabile nei decenni. Anche sondaggi simili, condotti tra il 1996 e il 2007, in altri 59 Paesi e su oltre 354 mila persone hanno fornito risultati simili.

Per contro, analizzando i risultati di sondaggi somministrati almeno due volte con un intervallo minimo di 10 anni (in modo da poterne confrontare le risposte e misurarne l’eventuale evoluzione nel tempo), non si osservava alcun peggioramento.

In pratica, se alle persone veniva chiesto esplicitamente di valutare il cambiamento morale, rispondevano che c’è stato un peggioramento. Se invece veniva loro chiesto di giudicare la moralità dei loro contemporanei, le loro risposte non cambiavano nel tempo. Come hanno sintetizzato i due autori: «Le persone in tutto il mondo credono che la moralità sia diminuita, e lo credono fin dai tempi in cui i ricercatori glielo hanno chiesto».

Oltre ai dati di archivio, i ricercatori hanno condotto direttamente sondaggi su cittadini americani nel corso del 2020. Veniva chiesto di valutare quanto le persone fossero «gentili, oneste, simpatiche e buone» nel 2020 e quanto lo fossero invece in anni precedenti. Anche in questo caso i risultati hanno confermato la tendenza a valutare un peggioramento delle qualità morali nel corso del tempo. L’inizio del graduale peggioramento era di solito coincidente con la data di nascita degli interessati.

I risultati apparivano inoltre indipendenti dal genere, dall’età, dal livello di istruzione, dall’appartenenza etnica e dall’ideologia politica degli interessati. In particolare, come ha affermato Mastroianni [3] «L’effetto dell’età è molto limitato» e questo contraddice la credenza secondo la quale le persone più anziane sarebbero più inclini a giudicare negativamente il tempo presente.

Naturalmente i due autori si sono chiesti quale possa essere la causa di un simile comportamento e hanno ipotizzato due possibili risposte.

Numerosi studi psicologici hanno dimostrato come gli esseri umani abbiano la tendenza a evidenziare i comportamenti negativi degli altri, piuttosto che quelli positivi. Tale tendenza è assecondata e involontariamente incentivata dai media che danno molto risalto agli eventi negativi rispetto alle buone notizie. Questo “effetto di esposizione distorta” può contribuire a spiegare perché le persone credano che la moralità attuale sia relativamente bassa.

Molti altri studi hanno inoltre dimostrato che quando le persone pensano a eventi del passato, è molto più probabile che vengano preferenzialmente ricordati quelli positivi, mentre quelli negativi tendono a essere dimenticati. Questo “effetto di memoria parziale” può ulteriormente aiutare a spiegare perché molte persone credano che in passato il livello di moralità fosse più elevato.

L’azione combinata di queste due tendenze può determinare l’illusione di un declino morale. I due autori hanno condotto ulteriori studi per verificare le loro ipotesi interpretative e i risultati le hanno confermate.

L’effetto di memoria parziale che tende a privilegiare i ricordi positivi rispetto a quelli negativi è ben noto in psicologia e viene spesso indicato con l’espressione “retrospettiva rosea”. Talvolta viene anche chiamato “sindrome o effetto di Pollyanna”. Il nome fa riferimento a un famoso romanzo scritto nel 1913 dalla statunitense Eleanor Hodgman Porter (1868-1920). Da esso sono stati tratti anche due film: Pollyanna nel 1920 e Il segreto di Pollyanna nel 1960 (della Disney). La protagonista Pollyanna è caratterizzata da un inguaribile ottimismo che le fa percepire aspetti positivi anche in situazioni di estrema difficoltà.

Queste caratteristiche della nostra mente possono aiutarci a interpretare anche altre tendenze piuttosto diffuse nella nostra società. È infatti molto comune la nostalgia dei bei tempi antichi, dei sapori di una volta, delle cose genuine, dei mestieri di una volta, eccetera. In tutte queste tendenze nostalgiche tuttavia il passato viene idealizzato e ricostruito a posteriori in modo del tutto difforme da qualsiasi dato storico.

Una semplice analisi dei dati mostra infatti come il cosiddetto bel tempo antico fosse tutto fuorché bello. Basta considerare parametri quali l’elevata mortalità infantile, la bassa aspettativa di vita alla nascita, la miserrima qualità della vita, l’impotenza di fronte a terribili malattie, l’analfabetismo diffuso, la durezza del lavoro, la mancanza di tempo libero, eccetera.

Noi spesso ci lamentiamo della vita che conduciamo ma, se vogliamo essere obiettivi, dobbiamo ammettere che il livello medio della qualità della nostra vita non ha mai avuto precedenti nella storia (naturalmente per noi che abbiamo la fortuna di vivere in Paesi ricchi). Inevitabilmente anche le caratteristiche morali degli individui dipendono dalla qualità della loro vita. Se una persona sta bene ha molti meno motivi di comportarsi male [4]. Per contro le condizioni di malessere e di degrado sociale favoriscono inevitabilmente comportamenti negativi.

Se guardiamo alla storia, possiamo facilmente constatare che i numerosi predicatori, che si sono proposti di migliorare l’etica umana appellandosi a principi superiori di natura religiosa o meno, hanno conseguito ben pochi risultati. Per contro i migliori risultati in tal senso sono stati raggiunti dal progresso tecnico-scientifico che, paradossalmente, viene invece indicato da molti come fonte di declino morale.

Purtroppo, come gli stessi autori dell’articolo di Nature sottolineano, l’illusione del declino morale può avere anche rilevanti conseguenze sociali e politiche. Essa infatti può esporre le persone al rischio di pesanti manipolazioni psicologiche.

Gli autori citano a tale proposito un sondaggio del 2015. Da esso risultava che il 76% degli americani era d’accordo sul fatto che «affrontare il declino morale del Paese dovesse essere una priorità assoluta per il governo». È abbastanza ovvio che convinzioni di questo tipo possono pesantemente influenzare le scelte di voto.

Distogliendo l’attenzione da problemi reali, alcune forze politiche possono infatti sbandierare pericoli inesistenti e ipotetici nemici per ottenere facili consensi. Le crociate moralistiche portate avanti dai partiti conservatori nel nostro e in altri Paesi e i loro continui richiami alla sicurezza contro presunti nemici ne sono purtroppo una triste conferma.

Silvano Fuso

Approfondimenti

  1. G. Toraldo di Francia, Il mito della verità approssimata, in AA.VV., Scienza e filosofia alle soglie del XXI secolo (atti del convegno organizzato a Milano il 6 ottobre 1995 a cura della rivista Le Scienze), Le Scienze S.p.A. Editore, Milano 1996 (p.35)
  2. A.M. Mastroianni, D.T. Gilbert, The illusion of moral decline, Nature 618, 782-789, 2023: go.uaar.it/p0dxw64
  3. go.uaar.it/5ddzhtx
  4. B. Friedman, Il valore etico della crescita. Sviluppo economico e progresso civile, Università Bocconi Editore, Milano 2006.

 


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24 commenti

laverdure

Io non credo proprio che la natura umana possa cambiare percettibilmente nel giro anche di parecchie generazioni.
Quello che cambia ovviamente e’la cultura,e tende a cambiare piu’ rapidamente ovviamente nei paesi piu’ avanzati rispetto a quelli piu’ arretrati.
Secondo me una delle variazioni piu’ marcate avvenute in tempi relativamente rapidi riguarda il rispetto dell'”autorita”,sotto qualunque forma,che si e’ notevolmente allentato.
Come sempre la cosa ha dei lati positivi e negativi,ed e’ difficile dire quali prevalgano.
Basti pensare,come diceva l’indimenticabile Umberto Eco,come grazie ad internet
qualunque imbecille puo’ ottenere ,gratis,piu’ audience di quanta ne ebbe mai Einstein,e lanciarsi in vere crociate alla Don Chisciotte,lanciando critiche infuocate
su argomenti sui quali la sua competenza si misura con lo zero,per nient’altro che puro esibizionismo e gusto del bastian contrario.
Basti pensare alla recente diatriba sui vaccini,o a farse come quella,quarantennale
ormai,sulla tragedia di Ustica,che ha finito con attirare perfino l’onorevole Amato.
Non parliamo poi dei continui “edificanti” episodi che si verificano ormai quotidianamente in ambito scolastico.
O di frequenti “disinvolte” sentenze dei nostri prodi magistrati,dove le circostanze fanno pensare non a banali casi di corruzione,che rientrerebbero nell’ordine della cose,ma a vere manifestazioni di perversioni,delle vere “parafilie” verso gli autori di atti criminali.
Insomma una marcata variazione di ambiente culturale avvenuta in tempi relativamente brevi per parecchi motivi differenti,tra i quali ovviamente le nuove tecnologie mediatiche,che spesso tende ad esaltare un “lato oscuro” in realta presente da sempre nell’uomo.

RobertoV

A difesa della magistratura vorrei dire che spesso le leggi sono fatte male o poco chiare. Per esperienza in campo tecnico, non penale o amministrativo, ma non vedo perché debba essere differente, molte leggi sono solo dichiarazioni di principio e mancano le regole attuative, o quando ci sono, sono spesso poco chiare o pasticciate, forse perché devono accontentare tante richieste. Cosa sorprendente visto che un quarto dei politici ha lauree in giurisprudenza dal che deduco che o siano degli incapaci o millantano lauree mai ottenute, oppure che sia proprio questo l’obiettivo, cioè di fare leggi che loro e i loro amici possano aggirare: d’altronde non si dice “fatta la legge, scoperto l’inganno”? Ovviamente questo ha poi come effetto collaterale che interessano anche persone esterne al loro giro che volevano salvare (pensa a quanti potenti vengono regolarmente assolti o riciclati). Pensa solo a quanto tempo è stato speso sulla prescrizione dei reati per salvare Berlusconi. Quindi spesso i magistrati si trovano ad operare con leggi inadeguate e spesso in contraddizione tra loro. Inoltre siamo il paese dei cavilli, dove è sempre possibile con un buon avvocato trovare il cavillo giusto per aggirare una legge.
Riguardo al concetto di autorità va detto che in passato si confondeva con autoritarismo, cioè con una visione repressiva e con intoccabilità delle autorità che non mi sembra abbia portato a buoni risultati. Penso alla corruzione della polizia (cosa che oggi vediamo in paesi come Egitto o Tunisia), alla pedofilia ecclesiastica e non, agli abusi sulle donne, ecc. Anche in campo scolastico non mi pare che l’autoritarismo implicasse miglior qualità dell’insegnamento o una maggiore qualità delle persone.

laverdure

@Roberto V
E io invece,in accusa alla magistratura,faccio notare la “liberta’ di interpretazione ” delle leggi del codice di cui danno prova continuamente i nostri ineffabili magistrati.
Cosi ci ritroviamo uxoricidi usciti di progione perche’ “troppo obesi”,individui sorpresi a masturbarsi su una carrozza ferroviaria assolti per
“mancanza di minori nelle vicinanze”,alla faccia dell’articolo che condanna gli atti osceni in luogo pubblico senza nessuna citazione di minori o maggiorenni,stupratori assolti perche la loro vittima (una donna) era “mascolina” e cosi via.
Tutto questo rivela la malafede di chi pretende che i magistrati abbiano le “mani legate”.
L’unica cosa che possono temere e’ di pestare i piedi a qualche personaggio importante,per il resto hanno campo libero totale.
Ma la cosa stomachevole e’ che in molti episodi e’ evidente l’assoluta mancanza di “pressioni dall’alto” come pure e’ esclusa la possibilita di mazzette di qualche peso : l’unica motivazione possibile e’ un misto di esibizionismo e megalomania,un espediente per uscire dalla noia di una professione estremamente importante,da cui dipende spesso la vota di molti,ma che diventa appunto insopportabilmente noiosa per chi sia totalmente insensibile a qualunque senso del dovere e della responsabilita.

laverdure

@RobertoV
“….in campo scolastico non mi pare che l’autoritarismo implicasse miglior qualità dell’insegnamento o una maggiore qualità delle persone.”
E invece da quanto riportato continuamente sia dai media che da saggi di autori seri,come Luca Ricolfi (La societa signorile di massa),la cultura al termine della scuola dell’obbligo
(e non solo)risulta scaduta parecchio,se negli esami scritti per concorsi a posti statali molti laureati mostrano,si legge,una padronanza della grammatica e sintassi inferiore a quella che un tempo era normale tra gli studenti di liceo o addirittura di scuola media.
Siamo sinceri : con la prospettiva di voti decenti “garantiti” in ogni caso,che
ai nostri non cosi lontani tempi sarebbe stata assurda,ci saremmo impegnati
nello stesso modo nello studio ?
O piuttosto saremmo caduti in quell'”analfabetismo funzionale”(AKA “ignoranza asinina”)oggi tanto diffuso ?

RobertoV

Laverdure
Se le leggi vengono interpretate, allora significa che quelle leggi sono scritte male e sono poco chiare. Noi abbiamo ancora leggi dell’epoca regia e leggi in conflitto tra di loro: non è un caso che si parli di fare una semplificazione e pulizia delle varie leggi.
Fare il cherry picking delle sentenze per screditare un’intera categoria non è un modo corretto di trattare il problema, ma solo di fare propaganda.

RobertoV

Laverdure
Ti consiglio di leggere questo articolo di esperti in cui si dice espressamente che la nostra legislazione è una delle poche che prevede i motivi di salute ed umanitari per dare i domiciliari e la scarcerazione (magari per evitare che i soliti pezzi grossi finiscano in galera, pezzi grossi che regolarmente si ammalano quando vengono arrestati):
http://www.ristretti.it/areestudio/salute/inchieste/penitenziaria.htm
Se vai a vedere gli articoli sono molto generici e non chiariscono quali siano i motivi di salute a parte alcuni casi specifici. Quindi dipende dalla relazione medica (qualche anno fa era stata negata la scarcerazione ad un detenuto obeso perchè i medici non vedevano motivi sufficienti) e situazioni contingenti, lasciando al magistrato una certa libertà interpretativa.
Proprio oggi un articolo su una legge approvata sull’uso dell’IA per razionalizzare le leggi italiane che presentano sovrapposizioni e contraddizioni, o sono superate.

laverdure

@RobertoV
“Se le leggi vengono interpretate, allora significa che quelle leggi sono scritte male e sono poco chiare.”
Da come la metti (ma potrei avere male interpretato)si direbbe che la colpa sia solo dei legislatori e che i magistrati nominati,poverini,si siano sforzati
di interpretarle nel miglio modo possibile,in perfetta buona fede.
E che se le interpretazioni sarebbe generoso definirle “demenziali”,e’ solo perche’,poverini,non sanno fare di meglio ?
Non credo che questa spiegazione andrebbe ad onore delle magistratura.
Quanto al “Cherry picking”,se leggi i giornali vedrai che anche se (perlomeno e’ la mia speranza)simili “campioni” sono una minoranza e la massa dei magistrati (e’ sperabile)pur senza essere eroi fa il suo lavolo in
maniera almeno decente ,e’ una cosa grave che simili comportamenti siano tollerati.
Perche’ non si sente mai parlare di provvedimenti disciplinari conseguenti.
Senza contare il pessimo effetto che ,e’ innegabile,simili performances,rese note dai media,hanno un effetto disastroso sulla fiducia dell’opinione pubblica verso l’amministrazione della giustizia,fiducia che sarebbe fondamentale per la sua efficenza.

RobertoV

laverdure
Perchè devi estremizzare?
Io ho detto che si parla sempre e solo della magistratura, ma mai dei legislatori che fanno male le leggi o leggi ad hoc o in contraddizione tra di loro, magari senza abrogare altre precedenti.
Inoltre un magistrato deve attenersi al parere di un esperto: quindi se una perizia medica o psicologica definisce a rischio la salute della persona, il magistrato deve attenersi alle regole a disposizione e alle perizie. E se gli avvocati trovano nelle leggi dei cavilli a cui aggrapparsi, può doverne prendere atto.
Quello che voglio dire è che quando si verificano sentenze “sorprendenti” ci si accanisce sempre contro la magistratura denigrandola, invece di porsi il problema del perchè è successa una cosa del genere che vede coinvolti diversi attori, tra i quali anche, ma non solo il magistrato, ed il sistema legislativo, sistema che è stato costruito in modo eccessivamente fiducioso sul recupero del criminale. E la motivazione salute è contemplata: pensa a quanti pezzi grossi appena arrestati finiscono in ospedale perchè ammalati o addirittura rilasciati perchè sembrano morenti (tipo Gelli vissuto poi 20 anni in Svizzera), o al Berlusconi che saltava le udienze con risibili certificati medici e quando in un caso i magistrati hanno preteso degli ulteriori controlli stufi di essere presi in giro si sono scatenati contro di loro.

laverdure

@RobertoV
“Inoltre un magistrato deve attenersi al parere di un esperto: quindi se una perizia medica o psicologica definisce a rischio la salute della persona, il magistrato deve attenersi alle regole a disposizione e alle perizie.”

Temo che tu non conosca bene le regole : il magistrato e’ “Peritum peritorum”,vale a dire la sua decisione,legalmente,non e’ vincolata da nessuna perizia,e la sua sentenza puo’ ribaltarne i risultati.
Una regola ,si legge,fissata dai legislatori per evitare che le perizie possano sconfinare in campo legale.Peccato che abbiano trascurato completamente la possibilita opposta,vale a dire che il magistrato possa sconfinare con la sua autorita in campi,come ad esempio quello medico,dove non possiede nessuna qualifica,e dove addirittura l’esercizio abusivo sarebbe passibile di serie sanzioni.
In realta se i magistrati sono influenzati le cause sono ben altre,e spesso ben poco edificanti.
Basta guardare al famoso caso del Dc9 di Ustica,dove sebbene tutte le conclusioni delle commissioni di esperti a livello internazionale concordassero nell’escludere ogni traccia di battaglie aeree e missili,e le sentenze delle corti penali concordassero in pieno con loro ,guarda caso le corti civili hanno invece condannato Pantalone (vale a dire lo Stato,cioe’noi)
a faraonici risarcimenti per “mancata prevenzione”.
Addirittura la sentenza offriva una duplice spiegazione : missile o “quasi collisione” (che sarebbe un caso unico nella storia dell’aviazione).
Viva il pluralismo insomma.
E viva le “provvigioni” che senza dubbio ne sono derivate.

RobertoV

Riguardo alla scuola ecco una stroncatura del sole 24 ore di Ricolfi:
https://www.econopoly.ilsole24ore.com/2020/01/05/ricolfi-signorile-massa/?refresh_ce=1
Mi sembra il classico esponente del pensiero nostalgico che applica la sua ideologia al presente ed al passato.
Io sono un ingegnere (laureato negli anni ’80 al Politecnico di Milano che continua ad essere la 1° università in Italia) e francamente non ho bisogno della grammatica, di dotte citazioni in latino e greco per fare il mio lavoro. Se uno si lamenta della grammatica nella scuola o delle conoscenze classiche o che non sono capaci di citare a memoria Dante, forse non ha capito che i tempi sono cambiati e che sono altre le conoscenze importanti e che la comunicazione non si fa con forbite disquisizioni sul nulla. I ragazzi di oggi devono studiare molte più materie tecniche e scientifiche: la fisica ha subito una notevole evoluzione rispetto ai miei tempi e nei licei si fanno cose che io facevo all’università allora o addirittura che non ho mai fatto, così come per molti argomenti scientifici. L’informatica non esisteva e la statistica era a livelli embrionali. Le nostre università non sono messe male ed i ragazzi laureati di oggi non hanno grossi problemi a trovare lavoro all’estero.
Quello di cui dobbiamo lamentarci è che ancora poche persone studiano rispetto alle altre nazioni, in modo particolare nelle materie stem. Non sono di certo gli studi umanistici il futuro.

laverdure

@RobertoV
Se ci si prende la briga di leggere per intero il libro,cosa che probabilmente
l’articolista del Sole NON ha fatto (un giornalista non ha mica tempo da perdere !)ci si accorge invece che Ricolfi lamenta proprio la decadenza dell’istruzione in generale,come pure di quella cosa che,usando un termine ormai obsoleto e “politicamente scorretto” si poteva definire come “voglia di lavorare”.
Sono interessanti gli esempi che cita ( e notare che non e’ il solo a citarli):
c’e’ chi si presenta al colloquio di lavoro accompagnato dalla mamma,e chi addirittura manda la mamma in sua vece.
Posso sbagliarmi,ma credo che un tempo la mentalita diffusa rendeva improbabili simile performances,per puro senso del ridicolo e non per altro.
Beninteso ognuno puo’ pensarla come vuole.

Diocleziano

Alcuni argomenti, paradossalmente, peggiorano solo per il fatto di non migliorare: per esempio la religione e tutto ciò che le sta intorno, mi spiego, la religione è quanto di più immobile si possa immaginare a differenza delle scienze che mutano e progrediscono continuamente. Fissata una volta per tutte all’interno di una popolazione non certo tra le più evolute, ancora oggi si pretende di farla andare a pennello nella nostra società diversificata. Il gran sacerdote della CdM qualche giorno fa ha annunciato la grande novità: gay e altre categorie di peccatori potranno essere padrini o ricevere (o subire?) il battesimo. Belati plaudenti dalla stampa! Ma nessuno ha rilevato che il problema, insussistente, era una creazione di quegli stessi che lo hanno risolto? Risolto in senso lato, vista l’irrilevanza dell’oggetto: riacchiappare per le braghe una frangia dell’audience.

laverdure

@Diocleziano
“……… riacchiappare per le braghe una frangia dell’audience.”
Con particolare attenzione alla tasca delle braghe dove sta il portafoglio.
“Pecunia non olet”,e ai battesimi ( come a molte altre “operazioni”)si associano sempre discrete donazioni.

Maurizio

Be’, circa 265 Papi prima di Bergoglio hanno avuto visioni diametralmente opposte su gay e divorziati. Chi avrà ragione? Lo spirito santo chi avrà illuminato? Abbiamo forse sbagliato per 2.000 anni? Magari un giorno ci diranno che Dio preferisce i gay agli etero…

RobertoV

Direi che è una rivisitazione dell’età dell’oro dei greci e dei romani e di tante altre civiltà, su Le Scienze lo avevano definito il pensiero nostalgico. Fa sensazione rivedere in tutta la storia riaffermazioni in varie forme di questa visione mitizzata del passato dove i tempi attuali sono degradati, mentre in passato la società sarebbe stata migliore. Ovviamente senza portare prove concrete a riguardo, perché quando si effettuano i confronti concreti sono sempre perdenti, ma a certe persone piace vivere di miti. Indubbiamente ci sono persone nostalgiche del passato, come gli aristocratici che rimpiangono il loro potere e le loro ricchezze, le religioni ed il clero il potere impositivo e di controllo che avevano, la possibilità di nascondere abusi, i ricchi borghesi di doversi mescolare alla plebe, gli industriali di dover sottostare a limitazioni, certi uomini i tempi in cui le donne avevano meno potere, ecc.
Fa piacere che si sia sistematizzato lo studio di tale argomento propagandistico tipico dei conservatori. Mi stupisce che non vi sia una dipendenza dall’età perché pensavo che fosse legato anche al rimpiangere un po’ la nostra giovinezza quando la percezione era differente.
Comunque il problema è che il presente vivendolo trova tante persone frustrate, con difficoltà ad adattarsi ai cambiamenti, che si costruiscono un passato mitizzato, di cui hanno ricordi distorti o scarsa conoscenza.
Per quanto riguarda il presente un problema è dato dall’eccesso di informazione (o disinformazione) che ci fa conoscere molte più cose negative rispetto al passato: per esempio in passato le notizie di guerre o crimini in altri paesi difficilmente arrivavano, dando l’illusione di un mondo più tranquillo, mentre oggi siamo bombardati da informazioni in tempo reale che ci fanno percepire una realtà molto più caotica.

pendesini alessandro

…. « Mi stupisce che non vi sia una dipendenza dall’età perché pensavo che fosse legato anche al rimpiangere un po’ la nostra giovinezza quando la percezione era differente »…..
Infatti ! Sarebbe interessante approfondire questa tematica, particolarmente quando trattasi di persone di una certa età…..

laverdure

@pendesini
« Mi stupisce che non vi sia una dipendenza dall’età perché pensavo che fosse legato anche al rimpiangere un po’ la nostra giovinezza quando la percezione era differente »
Gia’,chissa perche’ gli acciacchi (reumatismi,artrosi,miopia,perdita di appetito ecc) rovinano parecchio la nostra capacita di apprezzare le comodita che abbiamo a disposizione oggi e che un tempo erano pura fantascienza.

laverdure

@RobertoV

“Per quanto riguarda il presente un problema è dato dall’eccesso di informazione (o disinformazione) che ci fa conoscere molte più cose negative rispetto al passato”
Prova a consultare le edizioni di 40 anni fa del Corriere o di altri quotidiani come ho fatto io per una mia ricerca,e vedrai che il quadro che offrivano non era certo piu’ idilliaco di quello di oggi,basti pesare al terrorismo,agli “opposti estremismi”(sedicenti o meno) ecc.

pendesini alessandro

Non posso fare altro che ripetere : I nostri contemporanei, incluso gli americani, credono ingenuamente che i media rivelino il mondo: ma in effetti, fanno solamente schermo, senza alcun gioco di parole. Perché, nelle nostre società dell’informazione e della comunicazione, la realtà concreta è oscurata dalla realtà dei media. Tra il “vero reale” e noi, s’interpone il “vero mediatico”.

La sorveglianza è un fattore importante nel mondo della governance politica oggi. Disorientati, gli elettori si rivolgono a epoche mitiche e lontane, con nostalgia o con spirito di rivolta. Ma questa nostalgia è fuori luogo e la rabbia spesso prende di mira il bersaglio sbagliato. Sono il risultato di una comprensione limitata delle innumerevoli informazioni offerte dai vari media – informazioni destinate principalmente a intrattenere, a promuovere interessi (sociali, politici e commerciali) e a generare profitti finanziari colossali !
NB : I recenti abusi che hanno reso il mondo della finanza un mondo a parte avendo creato uno spazio di negoziazione del tutto indipendente dalla realtà, dagli uomini e dai beni, sono un bell’esempio di come le più notevoli proprietà del cervello umano possano portare ai più sordidi eccessi e la distruzione più drammatica della vita sociale. Il «nuovo dio denaro », attraverso la corruzione, finisce anche per sostituire gli umani…..

laverdure

Forse e’ solo una mia impressione,ma mi sembra che la percentuale di colpevoli di
omicidio( in particolare ai danni di donne)che si suicidano poco dopo il delitto sia cresciuta rispetto al passato.
(Cosa che per inciso stronca alla radice ogni possibilita di “interpretazione” fantasiosa da parte di certi magistrati .
Il Codice parla chiaro : la morte del reo “estingue” il reato penale,e chiusa li’, senza possibilita di equivoci.)
Se anche voi avete questa impressione,che conclusioni ne traete ?
Che cause vedete dietro il fenomeno ?

Diocleziano

Anch’io ho riflettuto su questo punto e ho concluso che è praticamente impossibile dare un giudizio – il che significa anche che si è ben lontani dal porre un minimo rimedio al problema – in quanto vi è una forte reticenza da parte dei media nell’esporre i reali rapporti tra i protagonisti dei fatti.

laverdure

@Diocleziano
“…il che significa anche che si è ben lontani dal porre un minimo rimedio al problema”
Se per “problema” intendi i numerosi omicidi,spesso per motivi futili,sono pienamente d’accordo.
Se per caso invece( ma non credo)intendevi il “suicidio finale”,quello non e’ un problema ma una soluzione,una vera “benedizione dal cielo”(pensa cosa arrivo a dire !!).
Una vera ventata di aria fresca tra i miasmi di una giustizia degradata.
Persino Corrado Carnevale ,in tutta la sua (malefica) gloria,il “mandato di resurrezione per decorrenza di termini di tumulazione” ha dovuto accontentarsi di sognarselo la notte.

Diocleziano

Penso che il suicidio finale – quasi sempre dell’uomo – sia la prova del profondo dissidio non risolto della coppia. Non è per curiosità morbosa, ma conoscere i dettagli dei fatti potrebbe aiutare, chi si trovasse in simili situazioni, a venirne fuori prima che sia troppo tardi. Riconoscere i segnali di pericolo. A tragedia avvenuta, si sente troppo spesso qualcuno che dice “…una donna deve avere il diritto di cambiare idea…” certo, ma c’è modo e modo, possibilmente evitando soluzioni splatter. Ripetendo gli stessi errori si hanno gli stessi risultati.

laverdure

@Diocleziano
Caro Diocleziano,il magistrato non e’ Gesu Cristo e non ha poteri miracolosi,gli unici strumenti con cui puo’ cercare di contenere qualunque tipo di crimine come appunto,fra gli altri, i “femminicidi”, sono le sanzioni penali che il codice gli mette a disposizione,e ammetterai che molte frequenti sentenze ispirate alla piu’ assurda clemenza non costituiscono certo un valido deterrente.
Adesso anziche lo sciopero della fame per commuovere un magistrato sembra sia di moda rimpinzarsi come un maiale,il caso recente descritto dai media non e’ il primo.
Molto piu’ piacevole,vero ?

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