È da ieri in libreria l’ultima fatica letteraria di Joseph Ratzinger, Gesù di Nazaret. Come valutare le capacità esegetiche di Benedetto XVI? Non ho ancora visto il volume; ma l’anno scorso, poco prima della nascita di Bioetica, avevo scritto un piccolo articolo (rimasto inedito) in cui esaminavo l’interpretazione che il papa aveva fatto del Salmo 138. Le conclusioni possono essere indicative, e lo ripropongo pertanto qui (ce n’è anche una versione pdf stampabile).
Nel corso dell’Udienza Generale del 28 dicembre 2005, Benedetto XVI ha commentato il Salmo 138. In uno dei passi del discorso papale ripresi con maggiore risalto dalla stampa, si afferma:
nella seconda parte del Salmo che meditiamo oggi, gli occhi amorevoli di Dio si rivolgono all’essere umano, considerato nel suo inizio pieno e completo. Egli è ancora «informe» nell’utero materno: il vocabolo ebraico usato è stato inteso da qualche studioso della Bibbia come rimando all’«embrione», descritto in quel termine come una piccola realtà ovale, arrotolata, ma sulla quale si pone già lo sguardo benevolo e amoroso degli occhi di Dio (cfr v. 16)
e, poco più avanti:
Estremamente potente è, nel nostro Salmo, l’idea che Dio di quell’embrione ancora «informe» veda già tutto il futuro: nel libro della vita del Signore già sono scritti i giorni che quella creatura vivrà e colmerà di opere durante la sua esistenza terrena. Torna così ad emergere la grandezza trascendente della conoscenza divina, che non abbraccia solo il passato e il presente dell’umanità, ma anche l’arco ancora nascosto del futuro. Ma appare anche la grandezza di questa piccola creatura umana non nata, formata dalle mani di Dio e circondata dal suo amore: un elogio biblico dell’essere umano dal primo momento della sua esistenza.
Se si considerano attentamente i due passi, non si può fare a meno di notare una contraddizione: mentre prima si afferma che «il vocabolo ebraico usato è stato inteso da qualche studioso della Bibbia come rimando all’“embrione”», ecco che subito dopo non c’è più traccia di prudenza: «l’idea che Dio di quell’embrione ancora “informe” veda già tutto il futuro» appare adesso «estremamente potente … nel nostro Salmo», e il salmo stesso si è trasformato senza incertezze in «un elogio biblico dell’essere umano dal primo momento della sua esistenza». Ora, i casi sono due: o il papa ha usato l’espressione «qualche studioso della Bibbia» con notevole understatement, oppure la sua interpretazione del salmo è meno sicura di quanto voglia farci credere. Come stanno veramente le cose?
[…]
Testo integrale dell’articolo pubblicato da Giuseppe Regalzi sul blog Bioetica
“nel libro della vita del Signore già sono scritti i giorni che quella creatura vivrà e colmerà di opere durante la sua esistenza terrena”
Ergo se sta scritto nel libro del signore che creperai a X giorni dal concepimento per aborto è tuto ok. L’ha scritto dio il libro.
Quoto Asatan.
Inoltre questa teoria del “dio ha gia stabilito cosa dovrai fare o non fare” è semi-dispotica (che diritto ha dio di programmare la mia vita) e semi-finalistica (tutto ciò che puoi o non puoi fare l’ha deciso dio).
Anzi togliamo pure i semi-.
Notare che il Karma, ovvero il destino, è usato in india per convincere le caste più basse che se si è nati in una certa condizione (sociale ed economica) c’è un motivo, voluto da qualcuno più in alto, e che quella condizione quindi non è modificabile, non bisogna neanche provarci, e se ci provi ti ammazzo.
Ditemi voi se non è un modo di evitare ritorsioni agli spadroneggiamenti.
Datemi un prete che dica ad una donna che suo figlio è morto investito “perchè l’ha voluto dio”, vedete cosa gli faccio.
Anzi, lo lascio alla madre.
Era Odino quello che uccideva coloro che amava di più da giovani, così da poterli avere prima al suo fianco.
Allora Karol si è beccato una pallottola per volontà divina, GPI è morto subito per volontà divina, i preti abusano dei bambini per volontà divina, si ruba, si stupra e si uccide per volontà divina.
Grazie dio.
L’avevo già detto e lo ripeto: o non esiste il libero arbitrio o il “libro della vita” è pieno di bianchetto. Alla faccia del fine teologo…