La clericalata della settimana, 40: per il deputato Gianfranco Rotondi «in nome della laicità il Papa non si zittisce mai»

Ogni settimana pubblichiamo una cartolina dedicata all’affermazione o all’atto più clericale della settimana compiuto da rappresentanti di istituzioni o di funzioni pubbliche. La redazione è cosciente che il compito di trovare la clericalata che merita il riconoscimento sarà una impresa ardua, visto l’alto numero di candidati, ma si impegna a fornire anche in questo caso un servizio all’altezza delle aspettative dei suoi lettori. Ringraziamo in anticipo chi ci segnalerà eventuali “perle”.

La clericalata della settimana è del deputato Gianfranco Rotondi che

ha ammonito, dopo l’appello dell’ordine dei medici di Torino al governo per l’attacco del pontefice a chi pratica gli aborti: «In nome della laicità, il Papa non si zittisce mai».

I medici torinesi avevano scritto all’esecutivo per «valutare una ferma presa di posizione nei confronti dello Stato della Città del Vaticano» dopo l’ennesimo attacco di papa Francesco contro i medici che praticano l’aborto, etichettati come “sicari”. D’altronde pure il governo del Belgio, con il presidente del Consiglio Alexander De Croo, dopo le dichiarazioni papali nel corso del viaggio in quel Paese ha convocato il nunzio apostolico. Ma l’appello dei medici torinesi ha destato scandalo tra i clericali: tra le reazioni più surreali da segnalare quella di Rotondi, storico esponente democristiano eletto alle ultime elezioni con Fratelli d’Italia.

A seguire gli altri episodi raccolti questa settimana.

Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha stanziato 800 mila euro per interventi di restauro e valorizzazione delle chiese della Liguria, con un decreto firmato dal ministro Matteo Salvini. Il viceministro del MIT e deputato leghista Edoardo Rixi ha annunciato così la misura: «I luoghi di culto della nostra regione sono un patrimonio inestimabile, la testimonianza concreta delle tradizioni che hanno plasmato la nostra cultura. […] Chiese, abbazie e santuari per le nostre comunità sono simboli identitari che raccontano secoli di arte, architettura e devozione. Custodire i nostri luoghi di culto significa preservare l’anima della nostra storia, affinché il passato continui a ispirare il nostro futuro».

I presidenti di quattro associazioni che rappresentano i ginecologi hanno inviato a papa Francesco una imbarazzante lettera dai toni ossequiosi e clericali con «riflessioni riguardo alla sua affermazione di definire “Sicari” quei ginecologi che, nella loro autonomia di libera scelta, hanno deciso di aiutare le donne nel loro doloroso e difficile percorso di interruzione di una gravidanza non accettata». La lettera è stata sottoscritta dal professor Vito Trojano per la Società italiana di ginecologia e ostetricia (Sigo), dal professor Antonio Chiantera per l’Associazione ostetrici ginecologi ospedalieri italiani (Aogoi), la professoressa Rossella Nappi per l’Associazione ginecologi universitari italiani (Agui) e la dottoressa Valeria Dubini per l’Associazione ginecologi territoriali (Agite). Nel testo i medici esprimono la «necessità, più che mai, di sentirLa vicino con la Sua Santa Benedizione», a fronte di vari disagi che affronta la categoria. Dopo aver spiegato la natura della legge 194, i rappresentanti dei medici confidano: «Siamo sicuri che nell’immensa bontà e per la grande considerazione che Sua Santità ha per la nostra classe medica e per la Ginecologia ed Ostetricia in particolare, quella pesante parola pronunciata, che volutamente non ripetiamo, ha avuto il solo senso di “esecutori” e non altro».

Diversi sindaci dell’aquilano, assieme alle autorità civili della zona, hanno partecipato con fascia tricolore alla cerimonia religiosa per l’accensione della lampada votiva per san Francesco d’Assisi a L’Aquila, Comune che quest’anno ha donato l’olio che la alimenta.

Presente anche la prima cittadina di Castelvecchio Subequo, Marisa Valeri, che ha affermato: «San Francesco volle che fosse sempre accesa una fiammella, perché il volto di Cristo non fosse mai offuscato. Questo facciamo con questa cerimonia». Questa cerimonia clericale è giunta alla quarantesima edizione, con le istituzioni rappresentate stavolta dal sindaco dell’Aquila Pierluigi Biondi.

La consigliera comunale di Milano Deborah Giovanati (ora in Forza Italia ma eletta con la Lega), durante un dibattito in aula a Palazzo Marino, ha attaccato la maggioranza di centro-sinistra per una modifica del regolamento della commissione paesaggio che prevede di portare da 6 a 7 su 15 i componenti del genere meno rappresentato. Giovanati è partita con una filippica sostenendo che la sinistra voglia superare le categorie di maschile e femminile, per affermare quindi: «Voglio la garanzia che quei 7 componenti siano donne. Per me, in questo momento, l’unico modo di avere la certezza è che siano mamme».

Gruppi di studenti, dirigenti scolastici e rappresentanze di docenti di diverse scuole di Catanzaro hanno partecipato alla messa per l’inizio dell’anno scolastico celebrata alla basilica dell’Immacolata e officiata dall’arcivescovo, organizzata dall’Ufficio diocesano per la pastorale scolastica e la responsabile dell’ufficio Irc Rosaria Marino. Presente la professoressa Stefania Sgotto in rappresentanza della Direzione scolastica regionale della Calabria e studenti in particolare all’Istituto comprensivo Casalinuovo, l’Istituto industriale Scalfaro, l’Istituto Geometra Malafarina di Soverato, l’Istituto comprensivo Mattia Preti di Taverna, l’Istituto tecnico agrario di Catanzaro.

L’Ente Autonomo Volturno (EAV), in occasione dell’inaugurazione del progetto “Vagone Scuola” realizzato dall’organizzazione di matrice confessionale Scholas Occurrentes presso la Stazione di Porta Nolana, il presidente EAV Umberto De Gregorio ha ricevuto una targa benedetta da papa Francesco. Presenti all’evento l’assessore regionale Armida Filippelli, l’assessore comunale Maura Striano, il presidente della VI Commissione permanente della Regione Campania Bruna Fiola, consigliere.

Anche se non ricadono nella settimana appena trascorsa, questi ulteriori episodi meritano di essere menzionati.

I politici della destra “anti-gender” si sono scagliati contro il progetto di ricerca dell’Università Roma Tre dedicato a bambini e adolescenti trans, che prevede un incontro. Il vicepresidente della Camera Fabio Rampelli (Fratelli d’Italia) ha depositato un’interrogazione al ministro dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini. Per Rampelli «coinvolgere i bambini di cinque anni è inaccettabile» e questo laboratorio sarebbe «un colpo ferale alla libertà dei minori di crescere senza condizionamenti né coercizioni indotte, così come alle mamme e ai papà espropriati del loro diritto dovere di educare e formare i loro figli in un’età così delicata»; ha spronato inoltre a «liberare scuola e università dalle insidie rappresentate da un manipolo di esaltati con i neuroni bruciati dell’ideologia gender. Ribadiamo che ogni adulto è libero di fare le sue scelte e deve vedersi riconosciuti i medesimi diritti, omo, etero o altro, ma giù le mani dai nostri bambini». Anche la senatrice di Fratelli d’Italia Lavinia Mennuni, componente della commissione bicamerale Infanzia e Adolescenza, ha chiesto l’intervento della ministra: «Un simile indottrinamento non può essere tollerato. Già altrove, in scuole di ogni ordine e grado, numerosi genitori denunciano da tempo attività rivolte ai loro figli con chiari riferimenti alla sfera intima. Mi auguro che anche l’Università Roma Tre fermi, se confermata, questa iniziativa revocando ogni autorizzazione e patrocinio». Il Ministero si è subito attivato per le verifiche sul progetto, paventando l’eventuale ritiro dei fondi impiegati. Dal canto suo il rettore di Roma Tre, Massimiliano Fiorucci, ha denunciato la «polemica strumentale e disinformata» e la reazione che «sembra quella di una caccia alle streghe», spiegando la natura del progetto: si tratta di un laboratorio non aperto al pubblico con il consenso e la presenza dei genitori, che non ha richiesto alcun finanziamento e ha ottenuto l’ok della commissione etica dell’ateneo, nell’ambito di uno studio scientifico sulla salute mentale ed emotiva delle giovani persone trans volto a conoscere direttamente la loro esperienza.

Il sindaco di Vallinfreda (RM) Filippo Sturabotti ha partecipato, con fascia tricolore, alla festa di san Michele Arcangelo, assieme alle istituzioni e alle forze dell’ordine, con deposizione di una corona di fiori per i caduti, una messa in chiesa e una processione. Presente anche, in rappresentanza della Città Metropolitana di Roma, Manuela Chioccia, consigliera delegata alla viabilità, mobilità e infrastrutture.

La redazione

2 commenti

Diocleziano

“…ha avuto il solo senso di “esecutori” e non altro…”
Se si poteva peggiorare la situazione la signora ci è riuscita!
A parte l’aver affermato l’ovvio significato da vocabolario, che altro poteva dire di peggio?
Magari, sempre da vocabolario, la signora ci illumini sulla definizione di chi, con il pretesto dell’obiezione, non esegue mansioni previste dal suo ruolo, benché stipendiato.

RobertoV

Che strana idea di laicità ha Rotondi. I capi religiosi, anzi di certe religioni, sono intoccabili per essere laici. Sembra più l’affermazione di intoccabilità di un imperatore, di un duce, o l’obbedienza ai superiori tra i militari, non proprio principi democratici. Il capo ha sempre ragione. Lui può insultare a destra e a manca, gli altri abbassare la testa in segno di sottomissione. La stessa imbarazzante lettera dei ginecologi la dice lunga sul grado di intimidazione e sottomissione richiesto. A quando le punizioni corporali per i medici critici. Probabilmente è così che ottengono il grande numero di obiettori negli ospedali. Rotondi poteva anche dichiarare guerra al Belgio, come si permettono il re ed il capo di governo a criticare il papa. Rotondi potrebbe guardare anche i giornali di destra, sono pieni di critiche a questo papa, ovviamente su altri argomenti.
Per Castelvecchio non capisco: per oltre 700 anni non c’era la necessità della fiammella per illuminare il volto di Cristo, solo negli ultimi 40 anni sentono il bisogno di farlo in accordo col volere di San Francesco? Erano meno clericali una volta? Tradizioni di 40 anni?
Sul presunto gender risulto sempre sconcertato dalle affermazioni ed invenzioni. Già Freud diceva che la sessualità nei bambini appariva dopo pochi anni e per certa gente questa apparirebbe invece solo nell’età adulta di colpo, prima non se ne può parlare. Tra l’altro quella attività che criticano avveniva col consenso delle famiglie: non sono loro a sostenere sempre che l’educazione sessuale compete alle famiglie? Magari certe famiglie si accorgono dei problemi dei loro figli e non credono che sia una buona idea aspettare che diventino adulti prima di parlarne. Sarebbe come dire che non c’è bisogno di studiare per avere una laurea, si passa direttamente all’esame. Oppure adottare la tecnica Ahmadinejad che affermava che da loro non ci sono omosessuali: in effetti li uccidono, problema risolto. Anche un certo Hitler ci aveva pensato.

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