Ecco il nuovo numero del bimestrale dell’Uaar Nessun Dogma – Agire laico per un mondo più umano. Con interviste, rubriche, recensioni per conoscere l’impegno di uomini e donne, dell’Uaar e non solo. Con uno sguardo laico umanista su temi come diritti, etica, filosofia, politica, scienza. Sessanta pagine dedicate a chi vuole cambiare il mondo per renderlo più laico, più umano, più assennato. Con gli approfondimenti e le storie che non trovate altrove.
La copertina del numero 5/2024 rielaborata da Paolo Ferrarini vuole simboleggiare l’indignazione clericale durante le recenti Olimpiadi in Francia, prendendo spunto dal film di John Singleton Rosewood (Warner Bros) che invitiamo tutti a vedere o rivedere. Proprio il direttore Raffaele Carcano fa una carrellata delle polemiche (e delle bufale) che hanno segnato questi giochi olimpici.
In questa uscita abbiamo affrontato tante altre tematiche. Il giornalista Daniele Passanante, addetto stampa dell’Uaar, intervista la dottoressa Elisabetta Canitano sugli attacchi no-choice contro il diritto all’aborto in Italia. Il dirigente scolastico Flavio Filini esamina criticamente le nuove linee guida sull’educazione civica volute dal ministro Valditara. L’avvocato Alessandro Cirelli commenta la sentenza 143/2024 della Corte Costituzionale sulla questione del riconoscimento delle persone non binarie. Anche la responsabile iniziative legali dell’Uaar Adele Orioli esamina la recente sentenza della Consulta sul suicidio assistito, mentre il Parlamento continua a rimanere inerte. Il giornalista Federico Tulli indaga le ultime tendenze sull’utilizzo dell’8×1000 destinato allo Stato. Valentino Salvatore affronta la questione dei cappellani in carcere, simbolo dell’influenza della Chiesa cattolica anche in quel contesto. Il chimico e divulgatore Silvano Fuso, partendo dalla querelle tra il generale Roberto Vannacci e la pallavolista Paola Egonu, mette in discussione l’idea stereotipata di “italianità”. Ciro D’Ardia, con il suo piglio da scettico del Cicap, analizza con il concetto di dissonanza cognitiva i casi di “profezie” che non si avverano. La responsabile del progetto Cerimonie Uniche Maria Pacini e Micaela Grosso, giurata del Premio Brian, esaminano il modo in cui le cerimonie non religiose di unione vengono descritte in due serie tv molto note. L’attivista Giovanni Gaetani fa notare come soprattutto le giovani generazioni siano molto avanti riguardo le questioni intorno all’identità di genere, nonostante l’arretratezza della nostra classe politica.
Per venire a questioni che vedono l’impegno diretto dell’associazione, la responsabile circoli Irene Tartaglia ci presenta le attività del circolo Uaar della Provincia di Barletta-Andria-Trani. Dal canto suo Paolo Ferrarini, nel suo ruolo di presidente della giuria del Premio Brian, fa un resoconto dei film più interessanti, dal punto di vista laico, all’ultima edizione della Mostra del Cinema di Venezia – primo fra tutti The Room Next Door di Pedro Almodóvar cui è andato quest’anno il riconoscimento della nostra associazione. Non solo, Ferrarini dedica un reportage anche all’ultima edizione che si è tenuta in agosto a Oslo di Celebrating Dissent, conferenza internazionale in cui si riuniscono diversi attivisti laico-umanisti da tutto il mondo.
Non mancano le rubriche ricorrenti del bimestrale. L’Osservatorio laico dedicato a leggi e sentenze in Italia e all’estero, positive o negative. Impegnarsi a ragion veduta a firma del segretario Roberto Grendene per ricordare ciò che l’Uaar ha fatto e sta facendo in concreto. La carrellata delle attività dell’associazione sul territorio a cura della responsabile circoli Irene Tartaglia. Il “giro del mondo” per rilanciare iniziative di altre associazioni laico-umaniste, del responsabile relazioni internazionali Giorgio Maone. La rassegna di studi accademici su religione e non credenza che ci presenta Leila Vismara. Le proposte di lettura per segnalare tre libri recenti che ci sono sembrati interessanti. La sezione Arte e ragione in cui Mosè Viero rilegge con sensibilità laica un’opera d’arte per ogni uscita. Infine il riflettore di Agire laico per un mondo più umano, su piccoli e grandi fatti che ci raccontano l’impegno per la laicità e i diritti nel mondo.
Vi proponiamo intanto il redazionale di questa uscita, intitolato Medaglie.
Lo sport nazionale, si sa, è il calcio. Forse perché la nostra rappresentativa non si era nemmeno qualificata, a Parigi lo sport più praticato dalla nuova classe dirigente italica è stato il tiro all’arcobaleno: ha infatti scagliato una vera e propria pioggia di frecce contro le minoranze sessuali e la libertà di espressione. I suoi esponenti si sono dedicati tanto anche al pugilato, ingaggiando match corpo a corpo in nome dell’“italianità” e di un vittimismo cristiano ormai privo di qualunque remora.
Il grande attivismo della maggioranza di governo nelle guerre culturali, affrontate rispettando ben poche regole, le ha fatto conferire diverse medaglie al merito dai suoi sodali all’estero. E continua a garantirgliele, perché le olimpiadi sono state solo il momento più visibile di una lotta senza quartiere contro i diritti. Lo vediamo nell’istruzione, sul fine vita, contro i diritti delle donne – giusto per citare alcuni dei temi trattati in questo numero.
Ma la nostra società non si sta soltanto secolarizzando: anche se più lentamente, si sta anche laicizzando. Per questo qualche medaglia ce la vogliamo appuntare anche noi dell’Uaar, che diffondiamo l’uso di testi laici nell’ora alternativa e che evidenziamo all’Onu cosa non va nel Paese. Specchio di questa relazione, quest’anno il premio Brian e quello della giuria della mostra del cinema di Venezia sono andati alla stessa pellicola.
Le previsioni sul lungo periodo lasciano sempre il tempo che trovano, ma in quale mondo vivrà l’umanità in futuro dipenderà molto da quanto impegno ci mettiamo oggi. Anche in un’epoca di fake news, la razionalità e le buone argomentazioni possono risultare vincenti. Ancora meglio quando vengono usate con calma olimpica.
Leila, Micaela, Paolo, Raffaele, Valentino
La redazione
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Preciserei che il vittimismo è, almeno qui in Europa, cattolico.
I protestanti luterani tedeschi hanno criticato e ironizzato sulle paranoie dei vescovi cattolici riguardo alle olimpiadi per esempio.
Qui in Italia i valdesi hanno posizioni distanti dalla chiesa cattolica e dai clericali a parte il politico di estrema destra Malan.
Ormai il loro ruolo, come nel teatro del ‘700, è quello del cicisbeo permaloso:
farsi notare per non sparire nell’irrilevanza. 😛
Purtroppo la situazione e’ piu’ complessa : la societa occidentale si sta si (lentamente )laicizzando,ma grazie all’immigrazione incontrollata,in buona parte da paesi di fede islamica,non e’ affatto trascurabile la crescente influenza dell’integralismo islamico stesso.
E temo che non sia trascurabile il fenomeno di conversioni all’islam da parte di occidentali.
La Chiesa cattolica ,per sua stessa ammissione,si e’ sempre presentata come il rifugio dei derelitti,ai quali offriva un piatto di minestra ( e mediamente poco
di piu’)mentre l’Islam si direbbe offra una forte attrattiva soprattutto ai frustrati,ai quali offre un valido sfogo con la sua politica di lotta spinta fino al martirio.
Uno sfogo che non trovano certo nella politica del “gregge di pecore” della Curia,che ha abbandonato da un pezzo quella delle Crociate ( che d’altronde non vale certo la pena di rimpiangere).
E tutto questo giustifica notevoli preoccupazioni.
Certamente sarebbe stato più salutare per la società, quella nostrana e quella degli immigrati, se nelle scuole si fosse introdotta l’ora di educazione civica, anziché rimbambire i ragazzi con miracoli e martiri. I Meloni e i Salvini non sono relitti dell”800: sono stati creati a ‘900 inoltrato.
Secondo il Pew Research Center i mussulmani sarebbero tra il 5 ed il 6 % della popolazione dell’UE. Le conversioni sono millantate regolarmente dalle religioni o utilizzate come spauracchio politico dalle estreme destre, ma quando si vanno a vedere i dati si scopre che in realtà sono poche, qualche migliaio all’anno in Francia ed altrettante in Germania, quindi sono probabilmente dell’ordine di un diecimila all’anno, ma si tace sugli abbandoni, visto che alcuni imam si lamentavano del fatto che un 15 % dei loro fedeli perdesse la fede nell’arrivo in UE. Le conversioni sono in genere un fenomeno limitato e bidirezionale.
Il problema non è la numerosità, ma l’organizzazione e l’aggressività di certi gruppi e lobby e l’alleanza con lobby religiose come la chiesa cattolica che ha tutto l’interesse a che aumenti il loro peso politico e sociale. Pensa solo al potere che ha CL in Italia con solo 300 mila fedeli.
I frustrati sono attirati sia dalla religione (vedi anche le sette), sia dal complottismo che dalle estreme destre. In Germania avevano segnalato l’apparente stranezza che diversi mussulmani votassero per l’AFD. D’altronde le estreme destre sono contro i mussulmani poveri non quelli ricchi, basta vedere come vanno d’accordo qui in Italia coi governi di Tunisia, Algeria, Egitto, Libia e Albania.
Pensierino : ricordate la politica perseguita per anni dall’URSS di ricoverare in manicomio i dissidenti,con la motivazione che chiunque criticasse la “societa perfetta”,il “paradiso dei lavoratori” laggiu instauratasi,non poteva che essere affetto da disturbi mentali,ovviamente da curare adeguatamente.
Non trovate che la diffusione del termine “Islamofobia” ricalchi questa politica ?
Che deriva dal principio di fondo dell'”Intoccabilita” della religione,principio ala cui diffusione non e’ certamente estranea la Curia nostrana.