Il (dis)senso del governo per la laicità

La democrazia in Italia è sempre stata incompiuta. Fin dalla sua nascita, il 2 giugno 1946, la Costituzione all’articolo 2 garantisce i diritti inviolabili della persona, anche nelle formazioni sociali in cui si riconosce, e all’articolo 3 afferma l’uguaglianza di fronte alla legge senza distinzione di religione. Ma subito dopo, agli articoli 7 e 8, precisa che c’è qualcuno più uguale degli altri, che ci sono organizzazioni a cui non si applicano le regole che valgono per le associazioni dei comuni mortali.

Il concordato con la Chiesa cattolica e il meccanismo delle intese con confessioni religiose, peraltro scelte arbitrariamente dal governo di turno, dovrebbe far riflettere chi con un po’ di leggerezza sostiene che abbiamo la costituzione più bella del mondo e che non la si deve toccare. È vero, con i tempi che corrono le revisioni sarebbero in peggio, ma bisogna avere l’onestà intellettuale di riconoscere apertamente che la nostra carta fondamentale conserva un ingombrante relitto di clerico-fascismo e che gli articoli 7 e 8 dovrebbero essere espunti e magari sostituiti con l’affermazione esplicita del principio di laicità dello Stato. Perché una democrazia liberale non può dirsi tale se non è laica.

Si potrebbe obiettare che la Corte costituzionale, con la sentenza 203/1989, ha già stabilito che la laicità è un principio supremo della Repubblica, ossia che ha una valenza superiore a quella di altre norme di rango costituzionale. Seppur importantissima è rimasta però una dichiarazione sostanzialmente astratta, quando invece sarebbe stato necessario passare ai fatti.

Perché per recuperare il senso della democrazia in Italia è fondamentale recuperare il senso della laicità, fare in modo che sia vissuto dai rappresentanti istituzionali e dunque produca cambiamenti. Può sembrare assurdo ma svolte laiche come le leggi sull’aborto e il divorzio sono state compiute quando esisteva ancora la religione di Stato e il partito di maggioranza relativa in Parlamento era la Democrazia cristiana. Nel successivo mezzo secolo degne di nota ci sono state solo le mezze vittorie delle leggi per le unioni civili e il testamento biologico. Eppure tutte le inchieste sociologiche mostrano l’allontanamento dalla pratica religiosa e una voglia di autodeterminazione all’interno di concezioni del mondo basate su una pluralità di valori, spesso esclusivamente umani.

Stiamo parlando di voglia di laicità, che si esprime con la scelta da diversi anni maggioritaria dei matrimoni con rito civile e delle convivenze, della non frequenza dell’ora di religione cattolica (con lo storico sorpasso delle scelte laiche negli istituti del Comune di Firenze emerso dai dati ministeriali resi pubblici dall’Uaar), del ricorso alla procreazione medicalmente assistita e all’aborto farmacologico, di cerimonie laiche e personalizzate per accompagnare i momenti importanti della propria vita e con la richiesta dell’educazione sessuale a scuola, di consultori e reparti di ginecologia senza obiettori e di una legge per la morte assistita. Sono solo alcuni esempi di istanze e comportamenti che i cittadini già fanno propri, incontrando però ostacoli amministrativi e legislativi.

Il problema è che il senso e la voglia di laicità nella classe politica vanno invece decisamente a ritroso. Per rendersi conto del livello di regresso anti-laico dei nostri rappresentanti istituzionali vale la pena di fare un piccolo elenco, per nulla esaustivo, di recenti prodezze di cui sono stati capaci. La presidenza del Consiglio dei ministri ha promosso la «condivisione della Parola di Dio sul lavoro» tramite un’email inviata a tutti i dipendenti, nella quale si sosteneva che «non esiste separazione tra la nostra quotidianità cristiana e quella lavorativa».

Il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha ribadito che sarà obbligatoriamente letta la Bibbia in classe e ha annunciato un nuovo disegno di legge per ottenere il consenso scritto dei genitori per poter insegnare educazione sessuale nella scuola pubblica. Il governo ha proclamato il numero record di cinque giornate di lutto nazionale per la morte di papa Francesco, con annessi inviti alla “sobrietà” per eventi pubblici inclusa la Festa della Liberazione, oltre a un minuto di silenzio obbligatorio in tutte le classi e in tutti gli uffici. Ha poi disposto l’esposizione delle bandiere nelle giornate di elezione del nuovo papa e della «solenne celebrazione di inizio pontificato». In occasione di quest’ultima la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha dichiarato che «c’è un legame indissolubile tra l’Italia e il Vicario di Cristo».

Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha siglato un protocollo d’intesa con la Cei per affidare in via preferenziale alla Chiesa cattolica – organizzazione non democratica, maschilista e famigerata per la copertura di abusi – la gestione dell’accoglienza, del rispetto della legalità e dell’inserimento sociale dei richiedenti asilo o rifugiati in condizioni di vulnerabilità, persone che potrebbero essere in fuga da persecuzioni subite in quanto miscredenti o persone lgbt.

Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha incontrato il segretario di Stato vaticano Pietro Parolin per discutere della legge sul fine vita che l’esecutivo intende presentare al parlamento.

Ulteriori ingerenze hanno avuto luogo quando papa Prevost ha ricevuto Giorgia Meloni e i due vicepresidenti del Consiglio Salvini e Tajani: oltre a prendere ordini dalle gerarchie ecclesiastiche sui diritti che (non) saranno concessi a chi chiede di morire con dignità, si è parlato anche di soldi pubblici. In particolare della presunta concorrenza sleale che il governo avrebbe messo in pratica sull’8×1000 permettendo ai contribuenti che scelgono “Stato” di indicare la specifica tipologia di intervento.

Negli ultimi anni sono infatti in forte calo le firme per la Chiesa cattolica nell’8×1000 con conseguenti perdite dell’ordine delle centinaia di milioni di euro, e in crescita quelle per lo Stato per l’effetto trainante delle tipologie più laiche “Edilizia scolastica” e “Calamità naturali”. Tragicomica la rassicurazione di fedeltà clericale di Antonio Tajani riguardo alla nuova tipologia di 8×1000 statale voluta e introdotta dal governo Meloni: «Non è successo nulla di strano: una parte [viene] destinata alle comunità di recupero dei tossicodipendenti, che in gran parte sono gestite da rappresentanti della Chiesa, quindi, nella sostanza, non ci sono danni per la Chiesa».

E naturalmente a seguito delle proteste del Vaticano la programmazione degli spot della “Campagna di comunicazione Otto per mille allo Stato” si è bruscamente interrotta sul nascere.

Questa carrellata di degrado istituzionale anti-laico può colpire ma non sorprendere. A impressionare maggiormente è forse il silenzio dell’opposizione, la consapevolezza che a parti invertite si comporterebbe sostanzialmente allo stesso modo.

Preso atto che l’ordinamento giuridico non è laico e che manca la volontà della politica di cambiare le cose, occorrerà impegnarsi in battaglie civili e culturali, tenendo presente che la laicità è e deve essere trasversale ai partiti e alle formazioni sociali così come lo è tra persone di differenti opinioni, evitando di fare sconti alle realtà politiche a cui si fa riferimento ed esercitando attivamente il nostro ruolo di elettori per spronare chi chiede il nostro voto a cambiare in meglio il mondo.

Perché avere tutti maggiori possibilità di compiere scelte consapevoli, senza indottrinamenti, condizionamenti e identità imposte, è un beneficio per tutti.

Roberto Grendene

 

Articolo pubblicato su Left il 31/07/2025

Archiviato in: Generale, Left

11 commenti

G. B.

Perdonate la lunghezza dell’intervento, ma il bell’articolo di Grandene si presta a diverse osservazioni.
1)”Può sembrare assurdo ma svolte laiche come le leggi sull’aborto e il divorzio sono state compiute quando esisteva ancora la religione di Stato e il partito di maggioranza relativa in Parlamento era la Democrazia cristiana. Nel successivo mezzo secolo degne di nota ci sono state solo le mezze vittorie delle leggi per le unioni civili e il testamento biologico.”
Fra le conquiste importanti metterei, però, anche la notevole riduzione dei tempi necessari per ottenere il divorzio, che la legge originariamente approvata prevedeva che potesse essere richiesto solo dopo 5 anni di separazione. Per il resto, effettivamente, non mi sembra ci siano state altre importanti vittorie. Probabilmente la fine dell’unità politica dei cattolici ha avuto effetti più negativi che positivi sulla laicità delle istituzioni, perchè i clericali si sono infiltrati in tutti i partiti, condizionandoli pesantemente. Lo aveva ben capito il cardinale Ruini, quando, dopo il crollo del comunismo in Europa, dichiarò che i cattolici erano ormai liberi di impegnarsi in tutte le formazioni politiche, a condizione di difendere i principi cristiani (leggi gli interessi della Chiesa cattolica in Italia).
2)”Il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha ribadito che sarà obbligatoriamente letta la Bibbia in classe e ha annunciato un nuovo disegno di legge per ottenere il consenso scritto dei genitori per poter insegnare educazione sessuale nella scuola pubblica.”
La lettura a scuola della Bibbia potrebbe anche rivelarsi un’arma a doppio taglio, a seconda di quali passi vengono letti e di come vengono spiegati dai docenti: ad esempio non so quanto il sentimento religioso dei ragazzini potrebbe essere incoraggiato dalla lettura dei passi dell’Antico Testamento nei quali intere popolazioni vengono votate allo sterminio per ordine del “Dio degli eserciti”.
Quanto al consenso scritto dei genitori per poter insegnare l’educazione sessuale nelle scuole a me sembra, almeno in parte, una conseguenza della famigerata legge sull’autonomia scolastica. Se infatti l’educazione sessuale vertesse su un programma preciso, consistente fondamentalmente sulle nozioni basilari di igiene sessuale, sull’informazione sulla contraccezione e sulla legge 194 (legge dello Stato!) i genitori non dovrebbero trovare niente da ridire (e i pochi ultrabigotti dovrebbero mangiarsela!). Purtroppo invece le singole scuole avranno una larghissima libertà nell’organizzare i corsi, per cui è ragionevole aspettarsi di tutto e il contrario di tutto. Anche in questo caso, comunque, il consenso dei genitori potrebbe essere un’arma a doppio taglio: se ad esempio qualche scuola affidasse il corso di educazione sessuale ad associazioni religiose, che affermano che la contraccezione è contraria alla dignità della persona e l’aborto è un omicidio, magari i genitori laici potrebbero negare la partecipazione dei propri figli.

Diocleziano

Dubito molto che una str****a come la lettura della bibbia possa essere realizzata.
In primis perché non è un testo didattico. Tanto vale leggere ‘Il signore degli anelli’.
Tutto sommato più realistico.

Se arrivano a questo punto vuol dire che se la vedono MOLTO brutta!
Il seguito che ha Padre Kayn su YT è molto eloquente… 😛

Questo papa comunque mi garba assai: ha la personalità giusta per affossare quel che resta della chiesa da un giorno all’altro!…

Mixtec

Caro Diocleziano,
mi piace molto la lettura della Bibbia in classe: se ci sono musulmani si potrà fare un confronto fra quel che fanno gli stessi personaggi nella Bibbia e nel Corano.

Diocleziano

Non mi sembra molto educativo mettere a confronto le balle bibliche e le balle coraniche.
A che pro? A 14/15 anni lessi un libro sulla filosofia spiegata ai ragazzi, molto formativo.
Con esempi adeguati si può spiegare la filosofia anche ai bambini invece di condizionarli con paure da fantasy mitologiche. E la lettura biblica chi la farebbe: un altro pollastrone da allevamento scelto della curia? Magari un paio di ore settimanali sulle fallacie logiche… che ne dici?

Mixtec

Caro Diocleziano,
ritengo che un giorno o l’altro bisognerà fare i conti con un libro che dal tempo di Costantino ha pesantemente condizionato l’Europa e le sue diramazioni coloniali.
Aspettiamo un po’: ci diranno chi saranno gli incaricati di queste letture bibliche.

Diocleziano

Caro Mixtec, i conti con quel libro sarebbero già stati fatti da un pezzo se il popolo bue non si adagiasse sulle favole: metà di quello che vi è scritto è copiato, metà sono balle e metà non ha nessuna importanza. Tre metà fanno un intero, come il loro eroe… 😛

GBK

Non ci sono state grandi innovazioni laiche, negli ultimi decenni, forse perché si mantiene la parvenza di “cristianitá” per tradizione, ma il 90 per cento della popolazione e’ non praticante e scettica ovvero secolarizzata. Gli piú religiosi sono gli stranieri, cristiani e islamici.
Tra le innovazioni, aggiungerei la cremazione, forse perché Berlusconi voleva un mausoleo in una delle sue residenze. Prima era malvista, ormai e’ diventata molto diffusa e considerata molto piú civilizzata delle inumazioni di resti in decomposizione. Aggiungerei il suicidio piú o meno assistito, che formalmente e’ vietato o quasi, ma la secolarizzazione e l’autodeterminazione si possono frenare, ma non fermare. Tra Svizzera e l’interessamento di medici e attivisti, si pratica addirittura (d)alla asl, come ogni altra prestazione. Poi ci sará molto da progredire, ma non si torna indietro, in un modo o nell’altro.

RobertoV

Tra le innovazioni laiche degli ultimi decenni aggiungerei l’abolizione della distinzione verso i figli naturali, la diffusione delle convivenze (oggi tollerate anche dalla chiesa che pochi decenni fa attaccava ancora addirittura i matrimoni civili), le unioni civili etero e dello stesso sesso, la diffusione della contraccezione, i matrimoni misti, le tecniche di procreazione assistita.
Il problema è che su alcune di queste cose in modo camaleontico la chiesa ha messo il proprio cappello facendo credere, grazie anche alla memoria corta degli italiani, che sia in accordo con la sua dottrina e che sia merito suo. Vedi i figli naturali, la stessa convivenza se porta poi al matrimonio, i matrimoni misti ( a cui fino a 30-40 anni fa si opponeva con l’obbligo di conversione al cattolicesimo del partner), la genitorialità consapevole ed anche la cremazione l’ha sdoganata da qualche anno.

RobertoV

Riguardo agli articoli 7 ed 8 inseriti nella nostra costituzione va detto che mentre nell’articolo 8 è espressamente scritto che le confessioni non cattoliche devono rispettare le leggi democratiche (cosa che se veramente applicata metterebbe fuori gioco la maggior parte delle religioni), nell’articolo 7 questo non è specificato. Queste leggi porcata sono frutto dei rapporti di forza e degli opportunismi politici del dopoguerra, con le quali hanno cercato di blindare il nostro futuro e tutelare i privilegi davanti ai cambiamenti sociali e culturali.
Ed infatti diversi papi hanno sostenuto che se le leggi dello stato confliggono con le leggi democratiche, prevale la dottrina cattolica, senza che questo abbia sollevato come minimo rimostranze dallo stato. E assieme a politici clericali si sono anche attivati per cercare di far coincidere le leggi con la dottrina cattolica. Lo stesso papa attuale pochi giorni fa ha ribadito questo concetto sostenendo che non sempre la democrazia è la soluzione migliore (purtroppo visto i tempi questa posizione è condivisa anche da alcuni partiti e non pochi cittadini).
Riguardo alla laicità va detto che questo è un termine generico che viene declinato in vari modi. Ed infatti lo usa anche la chiesa e lo usano anche gli stessi clericali parlando di “vera” laicità, contrapponendola ad un presunto laicismo, laicità che nella loro interpretazione deve dare spazio alle religioni per essere laica (ovviamente senza limiti). Così scopriamo che anche il crocifisso è un simbolo di laicità o che anche la nuova festa nazionale per San Francesco (per celebrare i loro presunti “eroi cattolici”) sarebbe anche per i non credenti, coi credenti che si arrogano sempre il diritto di parlare a nome dei credenti (e guai a dissentire).
Così siamo ormai al paradosso che nonostante gli italiani siano sempre meno cattolici e sempre meno convintamente cattolici, con una Italia più secolarizzata, politici e media siano invece sempre più clericali: ma, d’altronde in Vaticano si parlava espressamente della necessità di una nuova evangelizzazione dall’alto, cioè di sfruttare tutti i privilegi e tutte le azioni di lobbying per imporre la religione (anche solo in modo formale ed ipocrita).
Un sondaggio ipsos recente indicava che il 61 % degli italiani si dichiarava cattolico (e bisognerebbe vedere di che tipo visto che già 15 anni fa un sondaggio rilevava come la metà di questi si dichiarasse cattolica solo perchè cresciuta in una famiglia cattolica), mentre in 20 anni la partecipazione settimanale alla messa si sarebbe dimezzata al 18 % (dato gonfiato dal fatto di non essere basato sulle effettivamente presenze come si fa in altre nazioni, ma basato su quanto le persone dichiarano).

Diocleziano

Già anni fa mi ero reso conto dell’abbandono dei fedeli verso la messa dal fatto che la domenica dalle, mi par di ricordare, 5 messe della mattina, erano passati a tre. E rispetto all’affluenza, per quello che ricordo della mia infanzia, i presenti erano diventati circa un terzo. La chiesa è quella di piazza Wagner a Milano.

pendesini alessandro

I sistemi di credenze costituiscono il fondamento essenziale dei pregiudizi razzisti. Creano antagonismi tra gruppi etnici, altrettanto importanti, se non di più, delle differenze di colore della pelle o di forma degli occhi. Tra le “rappresentazioni culturali” pubbliche, le credenze possono essere considerate una particolare categoria di rappresentazione mentale: uno stato preciso dell’attività delle cellule nervose, che il soggetto probabilmente utilizzerà nelle interazioni che stabilisce con i suoi coetanei. Si tratterebbe di una sorta di “modello” costruito all’interno del cervello su basi fisiche, materiali e biologiche. Questi modelli sono distinti dai modelli scientifici. Non sono destinati a essere testati o verificati e, in generale, contraddicono il più elementare buon senso. Ciononostante, capita che si diffondano da un cervello all’altro, “infettandoli” con il carattere epidemico di un attacco virale…. Educare bambini e adolescenti alla critica razionale e aiutarli a conoscere i dati scientifici (e non solo una parte di essi!) fin dalla tenera età costituisce un importante vantaggio selettivo in questa incessante lotta tra credenze e tra credenze e scienza.
NB : Diversi studi accademici tramite l’IRMf (neuro-immagini dei circuiti cerebrali) non rivelano né la zona di un dio né la religiosità, ma dimostrano che un ambiente affettivo strutturato da credenze religiose si impregna biologicamente nel cervello e facilita il ritrovo del sentimento di estasi o trascendenza acquisita durante l’infanzia.

Commenti chiusi.