La truffa dei bambini miracolosi in Nigeria

In Nigeria cliniche e santoni sfruttano la disperazione di donne affette da sterilità, vendendo bambini e spacciandoli come frutto di “miracoli”. Affronta il tema Micaela Grosso sul numero 2/2025 di Nessun Dogma. Per leggere la rivista associati all’Uaar, abbonati oppure acquistala in formato digitale.


In Nigeria, Paese in cui la fede e la disperazione si intrecciano di frequente in modo indissolubile, i miracoli non sono più soltanto promesse divine, ma diventano veri e propri beni di scambio. È triste apprendere, infatti, come alcuni individui in cattiva fede stiano trasformando la richiesta di fertilità in un meccanismo perfetto: più grande è il dolore, più alto è il prezzo del riscatto.

Nel cuore di questo mercato, i cosiddetti “bambini miracolosi” rappresentano la valuta più preziosa. Si tratta dell’ultima frontiera di un sistema che monetizza la debolezza umana, in cui la sterilità non è più vista come una condizione fisiologica, ma come una sentenza esistenziale che può essere “risolta” con un assegno e qualche suggestione miracolistica.

Com’è temibile e, al contempo, fin troppo semplice da immaginare, i leader di questi gruppi, che mescolano ruoli da medici, predicatori e imprenditori, sanno esattamente come cucire addosso alle famiglie nigeriane il vestito della truffa. La sterilità, in questi casi, diventa quindi non solo un problema clinico, ma una disgrazia che solo loro possono scongiurare attraverso prescrizioni, preghiere e, ça va sans dire, esborsi cospicui.

In Nigeria, nazione in cui il tasso di natalità è altissimo, le donne che non riescono a diventare madri vengono purtroppo spesso colpevolizzate e stigmatizzate dalla comunità di appartenenza.

La mancanza di eredi è vista come una vergogna non solo per la donna, ma per l’intera famiglia. Le donne senza figli sono spesso escluse dai rituali comunitari e umiliate pubblicamente. La pressione sociale è enorme: vengono progressivamente isolate e fatte sentire inutili, delle fallite. In alcune comunità, la sterilità può persino mettere a rischio i matrimoni, con famiglie che spingono i mariti a sposare altre donne pur di avere eredi.

Un clima simile crea terreno fertile per chi promette soluzioni prodigiose e definitive: le famiglie, disperate e pronte a tutto pur di avere un figlio, si rivolgono a chi promette soluzioni e offre speranza in cambio di denaro. Si tratta di un copione, in fondo, già letto: è commercio cinico che sfrutta la vulnerabilità delle persone, un mercato spietato in cui la sofferenza si trasforma rapidamente in profitto, in cui la fede diventa un contratto capestro e i miracoli sono semplicemente l’ultimo prodotto in vendita.

Nel cuore di questo meccanismo, la promessa del miracolo funziona come un algoritmo perfetto: più grande è l’angoscia, più alto è il prezzo del riscatto spirituale.

In un articolo dedicato al fenomeno, la Bbc racconta la storia di Chioma (pseudonimo), una donna che crede fermamente che Hope, il bambino che regge in braccio, sia suo figlio. Dopo aver provato senza successo a concepire per ben otto anni, oggi ha Hope: il miracolo si è compiuto. Nonostante la contrarietà e il disaccordo della famiglia del marito, Chioma si è affidata a una “clinica” che le ha offerto un “trattamento” non convenzionale. Alla fine, ciò che ha ottenuto è stata l’adozione di un bambino, presentato falsamente come il risultato di un prodigio. Il dramma è che la donna è seriamente convinta di essere la madre biologica, e sostiene, secondo quanto dichiarato dalla Bbc, di aver portato in grembo il bambino per 15 mesi.

Su alcuni gruppi Facebook ci sono donne che dichiarano di aver portato avanti gravidanze lunghe anni, in una dimensione che «la scienza non può spiegare».

Ify Obinabo, commissaria per gli affari femminili e il benessere sociale nello stato di Anambra, segue da vicino le sedicenti “cliniche criptiche” che sfruttano la disperazione delle donne e trafficano bambini. L’inchiesta della Bbc ha rivelato la dimensione tragica di questo fenomeno, mostrando come la disperazione possa essere manipolata e sfruttata senza scrupoli. Il caso di Chioma non è isolato: molte altre donne sono cadute vittime di questo sistema, ritrovandosi ingannate e sfruttate, con bambini adottati illegalmente e vite distrutte.

Il processo di speculazione inizia con la promessa di una soluzione straordinaria: le donne vengono convinte a sottoporsi a trattamenti costosi e inefficaci, spesso basati su rituali e preghiere. I responsabili di queste cliniche, abili manipolatori, sfruttano la disperazione delle famiglie e utilizzano tecniche psicologiche per creare un senso di speranza e fiducia. Il risultato è che queste donne, già vulnerabili e sotto pressione, finiscono per credere che tali trattamenti siano la loro unica possibilità di diventare madri.

I truffatori, che si presentano come medici o infermieri, prescrivono cure costose e talvolta invasive e che possono portare ad alterazioni dello stato fisico – vi sono donne, per esempio, cui si gonfia lo stomaco, sintomo che non fa che confermare l’illusione della gravidanza. In sostanza, la circonvenzione termina con l’adozione di un bambino che, sebbene sia presentato come il risultato di un miracolo, è spesso stato sottratto illegalmente o acquistato sul mercato nero.

Le donne e le loro famiglie, prostrate e desiderose di credere nel prodigio, accettano questa soluzione senza sospettare l’inganno e accolgono in casa bambini che sono stati venduti da ragazze vulnerabili e in difficoltà economiche. Il risultato è un circolo vizioso di sofferenza e disperazione.

Uno dei motivi per cui la Nigeria si rivela terreno fertile per questa vera e propria economia del miracolo è, probabilmente, l’assenza di tutele legislative e la posizione delle istituzioni, oscillante tra connivenza e impotenza: alcuni leader sono ormai un potere parallelo che detta legge, plasma consenso e costruisce immaginari collettivi.

Lo Stato nigeriano, frammentato e debole, lascia che questi nuovi profeti monetizzino la disperazione e che rendano la corruzione non soltanto un dettaglio, ma l’infrastruttura stessa del sistema. I tentativi di contrasto si infrangono contro un meccanismo talmente radicato da essere quasi invisibile.

L’illegalità dell’aborto nel Paese, la mancanza di regolamentazione e la connivenza delle autorità permettono a queste pratiche di proliferare senza controllo; gli sforzi per combattere le truffe sono spesso vani, con le autorità incapaci o non disposte a intervenire. Le donne e le famiglie vittime del raggiro si ritrovano senza alcun sostegno legale o sociale, lasciate a lottare da sole contro un sistema che le ha tradite.

Di fronte a questo scenario, anziché se la credenza possa essere strumento di liberazione, ha forse senso domandarsi quanto profondamente essa sia diventata macchina di oppressione. I “miracle baby scammers” altro non sono che l’ultimo capitolo di una storia antica: quella in cui il potere si nutre delle fragilità umane, trasformando la dottrina in un impegno coercitivo.

La spiritualità diventa così l’ultimo rifugio del controllo: non più promessa di redenzione, ma trappola perfetta per monetizzare la sofferenza. Un meccanismo spietato in cui ogni utero è un territorio da colonizzare, ogni donna un campo di battaglia.

In questo deserto di dolore, disinformazione e ingenuità, smascherare le associazioni a delinquere è un primo passo, ma il secondo, ovvero restituire dignità là dove la fede è stata trasformata da promessa di salvezza in strumento di oppressione, sembra un’impresa titanica.

Nella triste realtà, dove la sofferenza è merce di scambio e la speranza un lusso inaccessibile, resta forse solo la constatazione amara di un sistema che sfrutta le debolezze umane senza alcuna pietà.

Micaela Grosso

 

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4 commenti

Diocleziano

In un ambiente nel quale, ancora prima di imparare a leggere e scrivere, si è imparato che avere figli ‘miracolosi’ è possibile: vedi gravidanza virginale di Maria e tutta l’opera assidua dei ‘missionari’, nulla è troppo improbabile.

enrico

Qualcuno mi spieghi se esiste una differenza con la promessa di paradisi meravigliosi evocati dalle religioni del libro. Credo nessuna, ignoranza, disperazione, sfiducia nella prospettive degne di questa vita .

Mixtec

Da notare che nel cosiddetto Antico Testamento non si parla dell’aldilà.

RobertoV

La Nigeria si divide praticamente a metà tra mussulmani e cristiani, con più mussulmani al nord e più cristiani al sud. Il tasso di fecondità è elevato, pari a 4.5 figli per donna, ma solo 15 anni fa era attorno a 6, questo ha causato una elevata crescita in pochi decenni, crescita della popolazione che continuerà velocemente anche nei prossimi anni.
Sarebbe interessante sapere se queste truffe siano trasversali tra le religioni, perchè io conosco l’ossessione per i miracoli da parte dei cattolici, ma anche di alcune confessioni protestanti, mentre non so per i mussulmani.

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