Non solo clericalate. Seppur spesso impercettibilmente, qualcosa si muove. Con cadenza mensile vogliamo darvi anche qualche notizia positiva: che mostri come, impegnandosi concretamente, sia possibile cambiare in meglio questo Paese.
La buona novella laica del mese di ottobre è l’ordinanza del tribunale di Firenze che ha accolto la richiesta di “Libera”, donna affetta da sclerosi multipla che l’ha paralizzata dal collo in giù, per accedere al suicidio assistito tramite un dispositivo per l’autosomministrazione del farmaco letale. Il giudice Umberto Castagnini della Quarta Sezione Civile ha ordinato alla Asl Toscana Nord Ovest di fornire entro 15 giorni la strumentazione alla donna, assistita dall’Associazione Luca Coscioni. Inizialmente il Ministero della Salute, l’Istituto Superiore di Sanità e il Consiglio superiore di sanità avevano negato che fosse disponibile un dispositivo certificato con puntatore oculare collegato a una pompa infusionale, ma dopo pochi giorni l’Ente di supporto tecnico-amministrativo regionale toscano tramite l’Asl aveva comunicato di aver rintracciato la strumentazione adatta e l’azienda sanitaria aveva manifestato la massima disponibilità a fornire supporto.
Il comitato etico della Asl Napoli 3 Sud ha confermato che Ada Covino, una 44enne campana affetta da Sla che si era rivolta al tribunale di Napoli per ottenere il suicidio assistito, ha i requisiti per accedere al fine vita. La malattia, diagnosticata nel giugno del 2024, le ha tolto la capacità di parlare e camminare, tanto che deve essere assistita costantemente per qualsiasi attività. «Quando ho letto quelle parole, ho sentito un peso scivolare dalle mie spalle. La Sla ha perso, io ho vinto. Da oggi sono legalmente padrona della mia vita e del mio corpo», ha fatto sapere in un appello letto dalla sorella, «auspico la stessa serenità per chi vive la mia stessa condizione, senza dover lottare fino all’ultimo respiro». La donna, che era identificata con il nome di “Coletta”, aveva fatto ricorso dopo il primo diniego della Asl con l’aiuto dell’Associazione Luca Coscioni.
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, aprendo al Quirinale la celebrazione dei “Giorni della Ricerca”, ha difeso la scienza contro le derive irrazionali: «È un paradosso che, in presenza di così tante evidenze, e nel pieno di una sfida che coinvolge intelligenze tra le migliori di ogni continente, si propaghino – in parallelo a grandiosi progressi – anche sconclusionate teorie anti-scientifiche. E che facciano presa su parti, per quanto ridotte, della società. Un fenomeno che non risparmia le società più avanzate, le più beneficiate dai progressi della scienza». «Chiusure regressive che, avversando la scienza, si traducono in autolesionismo e in sfiducia nella vita e nel futuro», ha aggiunto il Capo dello Stato: «La strada maestra è quella di continuare nella ricerca. Maria Curie diceva che proprio nel “comprendere di più” sta la chiave per “temere di meno”».
Diversi esponenti dell’opposizione hanno contestato l’emendamento al ddl Concorrenza che voleva abolire i divieti ai messaggi discriminatori e offensivi sui manifesti, presentato dai senatori Salvo Pogliese e Lucio Malan di Fratelli d’Italia per sdoganare i cartelloni contro “gender” e aborto più volte sanzionati da Comuni e tribunali. La misura presentata in commissione Commercio e Industria voleva modificare il Codice della Strada, che dal 2021 aveva introdotto queste limitazioni per le pubblicità. La senatrice Pd Simona Malpezzi durante il dibattito ha dato risalto a una lettera aperta sottoscritta da una quarantina di associazioni contro il provvedimento in esame. L’emendamento è poi decaduto, come tutti gli altri presentati, dopo che il governo ha posto la questione di fiducia per accelerare l’approvazione del disegno di legge.
La proposta di legge della Regione Lazio per la promozione della natalità, che limita il diritto all’aborto e sdogana l’infiltrazione delle organizzazioni integraliste no-choice dentro i consultori, è stata contestata da diversi esponenti politici locali. La consigliera regionale Marta Bonafoni, nella segreteria nazionale del Partito Democratico, ha parlato di «manifesto politico travestito da proposta di legge per assistere le famiglie». «La destra al governo della Regione Lazio sta travestendo sotto il nome di incremento della natalità, lotta allo spopolamento e crisi demografica una legge tutta ideologica che in realtà vuol far passare quello che potremmo definire un manifesto della famiglia tradizionale e un attacco alla legge 194 sotto mentite spoglie». Gabriella Marando del Coordinamento consultori donne e libere soggettività del Lazio ha parlato di «proposta tutta sbagliata: non è sostenibile economicamente. Inoltre quei servizi esistono già, ma mancano i fondi per garantirli. Questa proposta di legge è una manovra per sdoganare le associazioni del terzo settore a cui si affida la destra, cioè quelle anti-scelta, meglio note come pro vita». La deputata Gilda Sportiello (Movimento 5 Stelle) ha messo in guardia: «ancora una volta ci ritroviamo in discussione un provvedimento che mina il diritto di accedere a un aborto libero e sicuro introducendo una inedita salvaguardia del “nascituro dal momento del concepimento al parto”». Il provvedimento «rischia di compromettere la laicità e la tutela pubblica di diritti fondamentali, poiché prevede il coinvolgimento di un associazionismo non bene identificato ma che non si fa fatica a riconoscere», ha aggiunto.
Diversi politici hanno contestato l’approvazione dell’emendamento della Lega in commissione Culturale della Camera che rende ancora più retrivo il disegno di legge voluto dal ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara contro il “gender” a scuola e per il consenso informato e preventivo dei genitori sull’educazione sessuale. Gli esponenti del Partito Democratico hanno parlato di atto «gravissimo»; «mentre l’Europa va avanti, l’Italia torna nel Medioevo», ha affermato l’europarlamentare dem Alessandro Zan. Cecilia D’Elia ha criticato il testo già «oscurantista» del ddl Valditara: è «lesivo dell’autonomia scolastica. L’Italia è già tra i pochi Paesi europei che non rendono obbligatoria l’educazione sessuale nelle scuole». Il segretario di Più Europa Riccardo Magi ha ricordato che «nella legge di bilancio 2024 fu approvato un mio emendamento anche con i voti della maggioranza che stanziava fondi» proprio per l’educazione sessuale e affettiva nelle scuole, ma poi quei fondi sono stati dirottati per altre finalità.
Infine qualche buona novella laica dall’estero.
Il governo spagnolo del primo ministro Pedro Sánchez ha annunciato una legge per inserire il diritto all’aborto nella Costituzione. L’iniziativa è stata presa dopo la mozione al Consiglio comunale di Madrid, sostenuta da Partito Popolare e Vox, per imporre l’obbligo di informare sui rischi della “sindrome post aborto” le donne che vogliono interrompere una gravidanza. Tale presunta “sindrome” non ha basi scientifiche ma è uno dei cavalli di battaglia degli integralisti cattolici no-choice.
La redazione

Si nota che anche nel nostro paese si fa strada il diritto, se non di eutanasia, almeno di suicidio assistito. Sembra poco, ma l’ostruzionismo della classe politica e di molti altri poteri forti, rema contro il diritto di scelta delle persone e quindi questi inizi di scelta, potrebbero inagurare l’era della scelta sul fine vita, mentre prima era sull’interruzione di gravidanza. Perché i cittadini non devono avere diritti di scelta? Per essere controllati e tenuti sotto nel migliore dei modi. Non sia mai che gli italiani arrivino a ribellarsi per stipendi e condizioni di lavoro nella media europea.
Una nota personale: ho votato a destra nel 2022, per la qualitá pietosa dell’offerta della “sinistra” e centro sinistra. Penso anche che l’alternanza sia un valore in se. Infatti inizialmente queste destre super clericali hanno dato un minimo di “sveglia” alle sinistre, ma adesso sono andati troppo oltre e italia e Iran cominciano a assomigliarsi. Quindi voteró per l’alternanza, se trovo i meno peggio.