“Carla soffre e la casa è in disordine” Barletta, ecco i diari della follia

Sono in ogni angolo, popolano le tre stanze di quella che un tempo doveva essere una casa e ora è diventato un cimitero. Sono quaderni, fogli vaganti. I diari della follia scritti da Stefania Tupputi, la 70enne di Barletta che per almeno un anno e mezzo ha vissuto in casa con il cadavere delle sue due sorelle, Carla e Teresa (“Titina”). Per il momento gli inquirenti hanno trovato più di cinquecento pagine, scritte in un italiano ordinato, resoconto giornaliero dal 1984 sino al 2007 di una vita di lucida follia. Visioni mistiche, spezzoni intrisi di fanatismo religioso (le donne erano state adepte di un prete che predicava la resurrezione immediata del corpo) ma anche resoconto della malattia, della lunga agonia delle sorelle. “Saremo prese insieme”, scriveva a novembre del 2006. “Aspettiamo al resurrezione”, è appuntato in un foglietto senza data. Il pubblico ministero Luigi Scimè ha cominciato ieri mattina ad analizzare le prime carte. Lo stesso stanno facendo gli uomini del commissariato di Barletta e i medici legali incaricati dell’autopsia. Dagli appunti sembrerebbe che Carla sia morta all’inizio del 2005 e Titina il 27 aprile del 2006.

Ecco alcuni passi da quelle pagine.

12 settembre 1984,
il sogno di Carla
“P. Pio seduto in bagno. Carla si avvicina e pensa: “Se mi vuole dovrebbe guardarmi”. Padre Pio la guarda e dice: “Devi fare 2; 2 e mezzo; 2 ma non come fai tu ma il 1700”. Carla obiettava che mezzo non c’è. Lui ripeteva gli stessi numeri e aggiungeva: “Avrai una possibilità di vincita””. […]

La malattia di Carla,
2000-2004
“Ai piedi dell’albero c’è un tesoro. Gli alberi vedo che s’intrecciano, Titina mi dice delle condizioni di Carla, gli alberi crescono per lei. Noi preghiamo. Carla dice che ci sono 4-5 diavoli. Padre Pio, seduto in bagno, gli ha detto di seguirla.
Quinta malattia. Carla non può più poggiarsi sulla gamba sinistra. È gonfia, non riesce a fare nulla e le fa male anche molto il collo.
Sesta malattia. Ho sognato la malattia di Carla. Tutti mi compassionavano ed io entravo nel vicolo del Corpo Morto. Ho sognato anche Angioletto che provava ad aiutarci ma non ci riusciva”.
[…]

L’articolo completo è raggiungibile sul sito di Repubblica

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