Gentile Direttore, desidero esprimere la mia indignazione in merito alla Legge Omnibus con cui la Regione ha stanziato finanziamente anche alle chiese. In quanto cittadino non credente ritengo vergognoso che i soldi pubblici vengano destinati ad una istituzione religiosa che nel nostro Paese vanta già innumerevoli privilegi e riceve miliardi di euro dallo Stato, che dovrebbe essere invece laico per costituzione. Meglio sarebbe impiegare questi soldi per migliorare strutture e servizi di utilità pubblica e a vantaggio dei cittadini meno abbienti. Ma siamo in Italia, dove il Vaticano regna sovrano potendo contare sull’appoggio incondizionato dei politici di qualsiasi schieramento i quali fanno a gara per ingraziarsi la sua benevolenza. E’ sempre stato così e purtroppo continua ad essere così, come dimostra anche il caso dell’unanimità di consensi verificatasi in Consiglio Regionale a sostegno della legge in questione. Approfitto, dunque, di questa occasione per far presenti a questi signori che sarebbe più dignitoso per la politca rispettare il sommo principio di laicità che tanti cittadini rivendicano.
La lettera di Ivano Marino è stata pubblicata su Il Centro (quotidiano abruzzese) del 21 Agosto
Secondo me la madre di tutte le battaglie è l’abolizione del Concordato. Sarebbe anche un ottimo argomento politico, se qualche partito (magari con un pò più di peso dei Radicali) avesse la forza di farlo proprio.
Concordo con Francesca
Alla base di questi privilegi c’è il Concordato.
Abolirlo risolverebbe ( credo ! ) tutto.
* Francesca
Non credo che abolendo il concordato si faccia il bene dell’Italia e questo l’hanno capito bene anche la classe politica che eccetto i radicali si riconosce nel concordato.
L’ateo Togliatti ciò l’aveva capito 60 anni fa
Perché abolendo il concordato non si farebbe il bene dell’Italia?
E la classe politica a cui fai riferimento qual è?
Prodi? Berlusconi? Buttiglione? Volontè? Rutelli? Binetti?
sono d’accordo con francesca, abolire il concordato sarebbe una bella ventata di aria fresca.
Il problema nelle rivendicazioni simili a quelle di I. Marino – anch’io, non credente, pago per la chiesa – è che poi il credente ti risponde :”anch’io pago per aborti in strutture pubbliche” o una risposta del genere.
Forse si dovrebbe cambiare strategia.
L´abolizione del concordato é un´impresa pressoché impossibile. Peró sarebbe possibile minimizarne gli effetti, per esempio: Far pagare l´ICI agli istituti religiosi, Ridurre drasticamente o eliminare l´aiuto agli istituti di istruzione privati, eliminare dal ruolo gli insegnanti di religione (Se sono nominati dai vescovi che li paghino), rilegare l´ora di religione alla prima o all´ultima ora dell´orario scolastico, eliminare l´8 per mille o dedicarlo solo alla ricerca scientifica.
Dalle mie parti si dice: “La zuppa calda vá mangiata per i bordi del piatto”.
Saluti
Gino
Ho letto di recente un sondaggio, mi sembra Demos-Eurisko , che dava gli italiani favorevoli all’abolizione del concordato con percentuale piuttosto alta. La cosa mi sbalordì, ma se si riuscisse a creare un dibattito politico intorno a questo tema, credo che gli italiani riuscirebbero a stupirci. Quello che davvero frena che se ne faccia argomento di dibattito, oltre alla vigliaccheria della nostra classe politica, è il fatto che siamo 75° come libertà di informazione, e nessuna rete televisiva offrirebbe uno spazio neutro sul quale confrontarsi (dibattito referendum legge 40 docet).
Ma anche la battaglia per liberare la televisione va fatta, e prima possibile.
per lee
non credo che sia la stessa cosa, da un lato si tratta di finanziare una religione mentre dall’altro lato si tratta di una pratica medica, lo stato ha il dovere di dare le migliori cure mediche ai propri cittadini.
Versione corretta…….senza errori di battitura!!!!!!
Ricordo a chi non lo sapesse, che la maggior parte dei proventi che la Chiesa riceve (molte da donazioni private) sono quasi totalmente investite in progetti umanitari e di sostegno al tanto caro a molti “Stato Sociale”. Andartelo a chiedere a molti sindaci “rossi” se sono contenti o no di avere nel loro comune una diocesi che aiuti tutti i poveri (e per tutti intendo tutti, stranieri, italiani e sopratutto di altre religioni. Provate ad andare da uno di questi sindaci senza la tessera del partito e vediamo cosa vi risponde). I molti uffici Caritas sparsi un pò in tutta Italia svolgono proprio questo sostegno fondamentale, che altrimenti dovrebbe essere soddisfatto dallo stato. Bisogna chiudere gli occhi molto bene per non accorgersi della funzione sociale della Chiesa e non mi riferisco solo al piano nazionale ma anche e sopratutto alle centinaia di missioni sparse in tutto il mondo che, guarda caso, sono per la maggior parte cattoliche (oltre ovviamente alle “famose” missioni laiche Emergency e Medici senza frontiere). Anche questo la dice lunga sul “dove” vanno a finire i soldi dell’8 per mille o delle donazioni. Inutile poi ricordare per quanto riguarda l’ici, che molti edifici e spazi della Chiesa sono dati GRATIS a molte associazioni locali che spesso non centrano niente con la Chiesa e alle quali dovrebbero di nuovo pensarci le varie amministrazioni comunali. Per non parlare degli asili, ospedali, orfanotrofi ecc. E’ ovvio, il patrimonio della Chiesa è grande, e come tale deve essere saggiamente gestito per far si che tutti questi aiuti possano arrivare dove servono. A che pro se la Chiesa vendesse tutto e lo desse ai poveri, come molto vorrebbero?Se la Chiesa di colpo perdesse tutto il suo patrimonio la situazione sarebbe disastrosa per tutti. Pensate tutto quel capitale in mano a dei privati o peggio ancora in mano dello stato e quindi dei nostri super-politici-ladroni.Lo so che sentire parlare di povertà da molti preti e cardinali può dar fastidio, ma onestamente avete mai conosciuto un parroco, un frate ricchi? E per ricchi non intendo se hanno comprato il cellulare o se li vedete vestire alla moda ma se girano con macchine da 1000.00,00 euro o vivono in ville da sogno? Siete mai entrati in una canonica? Sarebbero dei veri fessi se con tutto quel capitale a disposizione continuassero a fare la vita che in realtà fanno.
Concordo con Matteo. Prima di sparare sentenze contro la Chiesa Cattolica bisognerebbe riflettere obbiettivamente sulla sua indispensabile funzione sociale.
La sua indispensabile funzione sociale è semplicemente il risultato della latitanza dello Stato nelle politiche del welfare.
Peraltro doppiamente condannabile perchè la carità non può essere il sostituto dell’equità e della giustizia sociale, visto che il concetto di stato di diritto è noto da un bel pò. Tanto è vero che i paesi protestanti, questa cosa l’hanno capita benissimo ed hanno tutti un etica, un senso civico, un rispetto della cosa pubblica ed una qualità della vita migliore della nostra.
Ma ora mi sovviene che per cinquant’anni i piccoli pretini dalle canoniche fatiscenti han consigliato di votare un partito che mai si è accorto che uno stato di diritto non s’accorda con la carità, e che le elemosine non consentono ad un uomo di comprarsi una dignità.
Sarà un caso?
x Francesca
Scusami ma faccio difficoltà a seguire il tuo discorso. Sostenere gli aiuti agli altri non è solo fare carità. Il fatto che in Italia la “cosa pubblica” non è percepita come in altre realtà non coinvolge per niente la Chiesa Cattolica. Tutto quello che la Chiesa fa, e non solo in Italia, è di gran lunga superiore alla semplice carità, peraltro non accettata dalla Chiesa in quanto tale. L’impegnarsi affinché ognuno abbia la propria dignità in quanto essere umano, che stia bene oppure no, è uno dei presupposti evangelici che hanno fatto crescere la democrazia e la libertà dove prima non c’erano. Dire che la Chiesa ostacola la formazione di uno stato di diritto, ma sopratutto etico, è non conoscere la storia europea e mondiale degli ultimi 2000 anni. Le presenze missionarie, che siano in Europa o nel resto del mondo, rimangono, che piaccia o no, una realtà spesso squisitamente Cattolica, che ha dato avvio ha molti movimenti di liberazione e di conquista dei diritti. Per citarne uno degli ultimi, la teologia della liberazione nel sud America. E’ ovvio che gli esempi si possono fare a iosa rimanendo solo nel nostro bel paese. Mi permetto un consiglio: visto che in Italia siamo stati cresciuti a pane e Marx, con condimenti fortemente anticattolici, spesso capita che ce l’abbiamo, in maniera quasi istintiva con la Chiesa, che commette è vero i suoi errori. Un odio che effettivamente non si capisce da che parte sia nato. Tutti la conoscono poco (o per niente nella sua essenza) ma “tutti” la odiano. A me fa tanto pensare ad odio ideologico (forse mi sbaglierò!!) che non può che far leva sull’ignoranza e sull’anti-cultura. Forse sarebbe meglio conoscere di più la storia della Chiesa (quella vera!!) e il suo lavoro svolto in questa società.
Caro Matteo,
Sei proprio sicuro che la conoscenza della storia della Chiesa, quella “vera” porterebbe noi, “anticattolici” a amarla o, viceversa, a cominciare a aprire gli occhi sopratutto ai cattolici? Chiaro che per i fondamentalisti qualsiasi testimonianza, amche documentata, non serve a niente.
Quanto ai movimenti di liberazione potrebbe dirmi chi sta ostacolando la famosa “teologia della liberazione”? Chi ha messo a tacere i vari Boff e compagnia?
Puoi dirmi quanto dell´8 per mille va all´assistenza ai necessitati e quanto va a finire nella fossa comune?
E, per finire, le istituzioni cattoliche dedite all´istruzione, dedicano i loro proventi a fini caritativi?
Ancora una, il comportamento della Chiesa é vergognoso e tutto che é vergognoso suscita ODIO.
Tanti saluti
In effetti neanche con “qualsiasi testimonianza documentata” si potrebbe far cambiare idea a qualcuno (vedi il caso Galieli, la storia dei conquistadores o per essere più recenti il caso della “Crimen sollicitationis”). Sul movimento della teologia della liberazione, è vero quello che scrivi, ma bisogna comprendere le profonde ragioni (di fede e teologiche) di tale posizioni. Non per ridurre tutto ad un linguaggio d’accademia per pochi colti, ma perchè tale movimento rischiava di mettere al servizio le verità evangeliche SOLO allo scopo di liberare i popoli dalla povertà. Insomma per dirla in parole povere (e poco accademiche!) Dio rischiava di diventare da fine a mezzo, e questo non è possibile che sia accettato da qualsiasi religione esistita ed esistente (non solo Cattolica). Ma assolutamente non centra la possibilità per tutti di potersi liberare dallo scandalo della povertà. Per quanto riguarda l’8 per mille non ho i libri contabili sotto mano, ma quello che vedo con i miei occhi (prova documentata!!) è già abbastanza per comprendere lo sforzo, non solo economico, della Chiesa che cerca di andare incontro ai poveri. Non vorrei ripetermi ma le missioni, le mense, gli uffici Caritas aiutano, nella maggior parte dei casi veramente tutti e senza chiedere di che religione uno sia o quale partito ha votato alle ultime elezioni. Sinceramente conosco abbastanza gli ambienti di Chiesa e mi risulta difficile comprendere cosa sia la “fossa comune”. Per finire: perchè le istituzioni cattoliche dedite all´istruzione dovrebbero destinare i loro proventi ai poveri? Non vedo per la verità cosa centri. I loro fondi sono destinati per l’educazione e l’istruzione e questo già mi sembra una grande cosa. Poi perdonami, come si fa ad accusare la Chiesa Cattolica di non aiutare gli altri e la società. Come si fa a non vedere il suo enorme lavoro?Mi chiedo per la verità di quali prove (nel caso ce ne fosse bisogno) servano per dimostrare ciò. Chi aiuterebbe gli altri nel mondo attuale? I partiti, le banche, lo stato……Tu ovviamente puoi dire quello che vuoi (ci mancherebbe) ma la realtà credo sia ben diversa e credimi non così difficile da vedere. Non capisco poi un’ultima cosa. I tuoi tre argomenti fanno dedurre che il comportamento della Chiesa è addirittura “vergognoso” (termine che credo debba essere usato per altre realtà) e quindi meritevole di odio. Anche questa “frettolosità” a ricordare questo odio viscerale verso la Chiesa puzza un pò di ideologia…….sembra che in fondo il fine di tutto debba diventare sempre quello….e così sia!!!
Sr. Matteo,
Non voglio prolungare la discussione, tanto alla fine ognuno di noi rimarrá con le stesse opinioni ma, solo per elucidare meglio il mio accenno agli istituti di educazione, é ovvio que i proventi derivati dallístruzione devono essere applicati come meglio il proprio istituto decida, peró perché questi stessi istituti devono essere sovvenzionati dallo stato, ossia da tutti noi?
Grazie per la sua attenzione
Saluti
Gino
Credo che la libertà di istruzione sia una delle cose più importanti che si possano fare in uno stato che si voglia dire moderno e democratico. Questo ovviamente non deve andare a discapito della scuola pubblica, che deve rimanere il primo e irremovibile punto di riferimento per la formazione dei nostri ragazzi. Credo altreasì che questo si possa coniugare con la possibilità di offrire una più ampia possibilità di decidere dove si vuol far crescere ed educare il proprio figlio. Sappiamo tutti quanto nelle nostre scuole sia presente una certa cultura politica e dobbiamo metterci anche nei panni di quei genitori che forse non sono proprio daccordo con “l’aria” che tira in certe aule (non possiamo essere tolleranti solo a senso unico!). Detto questo la ringrazio per la sua attenzione. Saluti.
Matteo
Certissimo di nuovo. Peró non vedo perché io debba pagare per quelli che per qualsiasi motivo non si avvalgono dell´istruzione pubblica.
Saluti cari
Gino