“Non puoi chiamarla adultera” La Cassazione: è diffamazione

Tempi duri per coloro che sono inclini a insultare la moglie altrui. Rischia una condanna per diffamazione e ingiuria, infatti, chi accusa in pubblico una donna sposata di aver commesso un adulterio.
Lo ha stabilito la Cassazione, rigettando il ricorso di un uomo, Colombo D., contro una sentenza del tribunale di Aosta. I giudici lo avevano ritenuto responsabile dei reati di ingiuria e diffamazione ai danni di una donna. E lo avevano condannato al pagamento di una multa complessiva pari a 572 euro e ad un risarcimento dei danni di 1000 euro in favore della parte offesa.
Il signor Colombo, durante una lite, aveva accusato la moglie di un conoscente di averlo tradito, e di averlo fatto come pagamento in natura per alcuni lavori edili eseguiti per i coniugi dall’ipotetico amante.
Per la Suprema Corte (quinta sezione penale, sentenza n.33304) la decisione del tribunale d’Aosta che aveva condannato l’imputato è correttamente motivata.
Era infatti “risultato pacificamente comprovato” che l’imputato aveva dichiarato al marito della persona offesa, in presenza di altri, che la donna aveva avuto rapporti sessuali con un altro uomo. E l’aveva dipinta “come un’adultera e in definitiva come una sorta di prostituta che pagava lavori edili col proprio corpo”.
Alla luce di ciò, sottolinea la Cassazione approvando la tesi del giudice di merito, “accusare una donna sposata di adulterio è certamente fatto idoneo a ledere la di lei reputazione”.

Fonte: Repubblica 

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17 commenti

Graziano

Episodio disdicevole.Ma chiunque dovrebbe poter avere rapporti sessuali con chi gli pare senza essere per questo giudicato ,anche se la prestazione viene usata per saldare un debito.

rossotoscano

strano!!! perchè un pò piu’ di un mese fa un magistrato disse che chiamare dei gay ” froci di merda e culattoni” fa parte della cultura italiana, come del dare della puttana alla moglie degli altri… strano… queste leggi che vanno e ritornano… due pesi due misure

rossotoscano

Lo stesso commento lo fece un magistrato nel caso di bullismo in sicilia dove la maestra fece scrivere 100 volte al bullo di essere n deficiente: ” tra ragazzi è normale insultarsi dando del gay a chi è piu’ debole… come del dare della puttana alla madre altrui… è normalissimo tra i giovani e fa parte del nostro costume”

jeeezuz

la cosa ridicola è che ormai si finisce in tribunale per un “vaffanculo” o un “puffone”.

Michele Bakunin

@rossotoscano

Sono d’accordo in linea di principio, ma qui si tratta di una diffamazione diretta ad una precisa persona, non equivale a dire “le donne sono tutte puttane” che fa parte di una nostra sottocultura italiana.

agnostico

sono d accordo con graziano che ognuno della sua vita privata può fare quello che cavolo gli pare e piace.queste persone cosidette “moraliste” e “perbene” che danno della puttana ovviamente solo per le donne cosidette facili sono poi le stesse magari che danno del frocio a un uomo che non da immagine di virilità in senso di conquiste femminili e superiorità sessuale.

Markus

Certo che le Cassazione ne ha di cose serie di cui occuparsi, ma non doveva esprimere solo giudizi di legittimita?

Nessuno fa il suo lavoro, tutti artisti.

Davide

e infatti è quello che ha fatto, caro Markus; la cassazione ha detto che la motivazione del giudice d’appello era congruamente motivata, ma anche la cassazione deve motivare le sue decisioni, quindi ha spiegato perchè la riteneva motivata.
L’oscillazione che si osserva nel giudicare epiteti vari è dovuta al diverso modo di intendere un certo termine in diversi contesti, con questo non si esclude una certa diversità nel giudicare casi simili, le norme che prevedono l’ingiuria o la diffamazione non contengono un elenco tassativo di insulti (e neanche sarebbe logico e sensato che lo contengano), un discorso simile si può fare sul comune senso del pudore o sul pubblico scandalo previsto dal reato di incesto.

Davide

@ Markus, no non entra nel merito.
entrerebbe nel merito se si ripetesse il dibattimento come i gradi precedenti.
la cassazione deve invece valutare sulla congruità della motivazione del giudice, che non vuoldire che analizza nel merito tutto ciò che dice il giudice, ma semplicemente la congruità sta a significare che non ci sono palesi contraddizioni nel ragionamento del giudice, non si discute di nuovo sull’acettazione di prove, testimonianze, ecc….
chiaramente la cassazione deve motivare la sua decisione e per farlo richiama la motivazione del giudice mostrandone la intrinseca logicità.
la differenza tra merito e leggitimità sta in sostanza in questo:
il giudice di merito è giudice del fatto, si analizza il fatto, si assumono le prove, si valutano le deduzioni delle parti.
il giudice di leggittimità è giudice delle sentenze e fa riferimento ad esse ed al loro contenuto.

Danilo

se fosse stata una donna ad accusare pubblicamente un uomo secondo voi cosa sarebbe successo?
probabilmente qualche movimente femminista avrebbe crocifisso con risonanti crociate il malcapitato, ma ancora peggio, penso che il tribunale stesso per una stupida etica di perbenismo avrebbe valutato la cosa con un metro molto diverso…
se può minimamente sfiorarvi questa idea significa che in fondo lo pensate anche voi…
secondo me bisogna fare qualcosa !!!

Enrico Bacciardi

Questa però non mi pare una notizia da segnalare…
In generale se tu mi accusi di adulterio dici che ho tradito la persona con cui sto. E quindi posso incazzarmi e considerarmi offeso. Punto. Qual è il problema?

Graziella Iaccarino-Idelson

La Cassazione dice: potete anche uccidere i vs dipendenti :NON E’ REATO ma solo un risarcimento ! NON è troppo strana questa sentenza ? e se il Giudice che l’ emessa fosse mobbizzato che ne penserebbe? O forse è una esortazione a fare una legge antimobbing per una pulizia nella P.Amministrazione ?

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