Non è facile riassumere in qualche battuta chi è monsignor Ravasi e cosa ha rappresentato per Milano. Durante il recente incontro nel suo studio di prefetto della biblioteca Ambrosiana, carica che — vale la pena ricordarlo ancora — ha retto per 18 anni, il vostro cronista lo ha osservato per alcuni intensi minuti mentre l’emozione quasi vinceva le sue parole. I libri di teologia o di esegesi biblica sulla scrivania, alle sue spalle la biblioteca di Beccaria: questa raccolta, donata a suo tempo all’istituzione, è custodita nella stanza che fu di Achille Ratti (poi Papa Pio XI) e che ora Ravasi sta per lasciare. Si concede una confidenza: «I 18 anni milanesi, in questo scrigno multiculturale ideato da Federico Borromeo, sono stati per me fondamentali, anche per svolgere nel migliore dei modi l’incarico che andrò a ricoprire. Un nuovo orizzonte, indubbiamente, che comunque ho imparato qui a osservare». È inevitabile a questo punto che lo scrivente apra anche il libro dei propri ricordi. In molte occasioni essi sono stati condivisi con monsignor Ravasi, sia quando iniziò la nostra collaborazione giornalistica (nel 1989), sia quando egli ci ha portato con personaggi quali Beniamino Placido, Umberto Eco e Aldo Grasso a cena dal cardinale Carlo Maria Martini. Anzi, in quell’occasione Beniamino Placido venne a Milano comperando appositamente camicia e bretelle nuove, dichiarando a tutti che «pur di andare da Martini sono pronto a fare il viaggio in monopattino». Non racconteremo i dettagli di quelle giornate milanesi di metà anni 90, diremo soltanto che Ravasi propose a Placido di scrivere a quattro mani un’introduzione alla Bibbia con una semplice grammatica da destinare a un largo pubblico. Beniamino, che era ed è rimasto un uomo meravigliosamente modesto, rispose: «Già, io ci metto l’ignoranza e Ravasi il resto». Esagerava in senso contrario, ma quel progetto purtroppo non riuscì mai ad andare in porto. […]
Ravasi lascia Milano
8 commenti
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“ho la città nel cuore”
gia è tanto che non abbia detto nell’anima
Per una persona colta e intelligente è veramente difficile restare nel seno nella chiesa. Bisogna essere maestri nello slalom, ottimi maestri di retorica, filosofi in grado di navigare con successo nell’equivoco, ma sopratutto abilissimi nel dimostrare che tutto ciò che è scritto nel Vangelo e nella Bibbia è esattamente uguale a quello che la gerarchia ecclesiastica insegna e proclama. In effetti, per un teologo è possibile dedurre tutto da tutto. Lo stesso materiale viene girato di volta in volta come una frittata. Non è però mestiere di tutti. Bisogna essere in gamba.
“I libri di teologia o di esegesi biblica sulla scrivania, alle sue spalle la biblioteca di Beccaria”,che al suo tempo fu posto dalla chiesa all’indice dei libri proibiti!
Dicono che Ravasi sia diventato titolare di una diocesi in Tunisia, che è una sorta di diocesi fantasma, perchè lì non ci sono più neanche cristiani. Poi parlano degli sprechi nell’amministrazione pubblica italiana. Ricordo che non meno di due settimane fa sono stati a cena da noi anche due cappellani militari, e lì è uscito che il Card. Ruini ha un “maestro di cerimonie”… sembra di essere ai tempi del Re Sole. Quando Leonardo Boff affermò che la chiesa aveva una struttura assolutistica e medievale che usurpa i diritti dei credenti è stato processato da ratzinger e buttato fuori dalla chiesa cattolica.
scusa salvo ma che c’entrano gli sprechi con l’essere titolari di una diocesi antica che non c’è più? eppoi per quel che ne so io il “maestro di cerimonie” o più semplic il cerimoniere dovrebbe essere solo quello che si occupa del decoro delle cerimonie liturgiche….
… scusa salvo ma che c’entrano gli sprechi con l’essere titolari di una diocesi antica che non c’è più? eppoi per quel che ne so io il “maestro di cerimonie” o più semplic il cerimoniere dovrebbe essere solo quello che si occupa del decoro delle cerimonie liturgiche….
Infatti, che c’è di male ad avere un cerimoniere, guarda quello del papa che fa rosicare perfino i fanatici di cattoliciromanipuntocom che fanno le scommesse su quali vesti porterà il papa. Ah… che clerichecche!
ripeto: in sè quello del cerimoniere è un servizio alla celebrazione, se poi c’è chi si diverte a cazzeggiare scommettendo sui paramenti del papa… beh, a me sinceramente fa un po’ pena.. c’è chi cazzeggia in tanti altri modi però… ognuno è libero di scegliere il suo.. io preferisco una sana partita a calcetto.. (sonoa andato a vedere quel post…aaahrg.. ecchetedevodì… siamo una grande famiglia.. c’è dentro un po’ di tutto e c’è da avere pazienza… )bye