E’ etico non fare nulla per alleviare il dolore dei malati quando esistono i mezzi e le risorse per farlo? La risposta è chiaramente no. Eppure, come è stato scritto su questo giornale, l’Italia vanta l’ultimo posto in Europa nell’utilizzo e nel consumo di farmaci oppiacei, necessari per la riduzione del dolore in pazienti gravemente ammalati, in particolare per alcune patologie croniche ed oncologiche.
A fronte di una situazione davvero inaccettabile qualche significativo passo avanti si sta facendo e infatti lo scorso 10 ottobre la Commissione sanità di Palazzo Madama ha approvato la legge detta «sulla semplificazione» (ddl 1249). Il provvedimento, tra le altre cose, si occupa proprio dei farmaci per la terapia del dolore, rendendo possibile la loro prescrizione da parte del medico attraverso il normale ricettario e quindi semplificandone l’utilizzo per molti pazienti che ne hanno bisogno.
E’ un provvedimento dovuto e atteso che adatta il nostro Paese ai progressi scientifici raggiunti nella terapia del dolore e che, andando incontro alle esigenze legittime di tanti malati, facilita il lavoro dei medici modificando le modalità per la compilazione della ricetta e uniformando la prescrizione dei farmaci per il dolore a quella di un normale medicinale non sottoposto alle norme sugli stupefacenti.
La legge sarà portata all’attenzione dell’Aula del Senato la prossima settimana per passare poi all’altro ramo del Parlamento. Auspichiamo che tutto il Senato la approvi come segno di civiltà e di doveroso rispetto verso tanti ammalati che soffrono e che non possono diventare vittime della disputa politica.
Questa legge è un primo passo; un intervento più organico in questa materia sarebbe utile per prendere in considerazione anche gli aspetti culturali legati all’utilizzo dei farmaci contro il dolore, la cui prescrizione incontra ancora molte resistenze da parte dei medici. Ma se, come ha scritto anche il professor Veronesi, il non soffrire è un diritto, dobbiamo tutti impegnarci affinché lo sia davvero, e per tutti, e non resti solo un’ambizione di pochi.
Sen. Ignazio Marino (PD)
Presidente Commissione Sanità del Senato
Sen. Paolo Bodini (PD)
Relatore della legge
vedremo se i nostri parlamentari saranno più sensibile al dolore di tanti malati o ai veti di oltretevere.
E intanto si continua a soffrire
Eh sì, oltretevere quella del dolore è una vera e propria cultura.
La sofferenza è esaltata come mezzo per avvicinarsi a dio, a partire da eva destinata a partorire con dolore, alla crocifissione di gesù, ai tanti martiri, per giungere all’odierno cilicio della binetti!
beh, visto che lo esaltano tanto mi piacerebbe vedere un pò di questo dolore sulle facce di cardinali e arcivescovi, di preti pedofili e crapuloni alla Baget Bozzo o alla Marcinkus…
Speriamo davvero che sia solo il PRIMO passo, e non l’ultimo e zoppo come tante dichiarate leggi che questo governo non ha il coraggio di varare.
a me pare ridicolo chiedere ad una persona che non soffre
se un’altra persona debba soffrire o no.