La strage al resort di Sousse. La decapitazione di Lione. Uno stato di quasi-guerra nel Sinai. Altri attentati in Kuwait e in Somalia. E la “normalità” di avere da un anno un califfato che ogni giorno che passa si inventa efferatezze sempre più indicibili. Una marea montante che sembra non trovare ostacoli, a parte il popolo curdo. Che un triste finale sia già scritto?
Vien da pensarlo, a giudicare dalle reazioni. Che già definirle “reazioni” è andar ben oltre l’eufemismo. I più si limitano ormai a prender nota, diffondendo dichiarazioni tanto indignate quanto ormai banalmente rituali. Una minoranza è invece quasi contenta di poter sfoggiare liberamente i propri istinti più bassi. (altro…)