8 per mille: l’Uaar plaude alla presa di posizione della Corte dei Conti

«Non possiamo che accogliere con soddisfazione la notizia che la Corte dei Conti ritiene opportuna una rinegoziazione del meccanismo dell’8 per mille, necessità sulla quale l’Uaar ha da sempre posto l’accento». Commenta così Raffaele Carcano, segretario dell’Unione degli Atei e degli Agnostici razionalisti (Uaar), le critiche rivolte dalla Corte dei Conti al sistema dell’8 per mille.

«Il meccanismo dell’8 per mille, che prevede che le quote non espresse — quelle che non vengono destinate, perché il contribuente non firma né per lo Stato né per una delle confessioni religiose che ha accesso ai fondi — siano comunque ripartite in proporzione alle firme ottenute, fa sì che la Chiesa cattolica, con circa il 37% delle firme, si aggiudichi l’82% dei fondi, pari a più di un miliardo di euro l’anno. Situazione che i governi — prosegue Carcano — non hanno mai tentato di arginare facendo per esempio pubblicità all’8 per mille statale o informando accuratamente i contribuenti sul funzionamento del sistema. (altro…)

Davide Zotti e l’istruzione crocifissa

Correva l’anno 1987, ed era proprio novembre. Maria Vittoria Migliano, insegnante di lettere all’Itis di Cuneo, notò che in due aule ancora vuote qualcuno aveva già appeso il crocifisso. Soltanto due anni prima il nuovo Concordato era diventato legge, ed entrambe le parti contraenti avevano messo nero su bianco che l’Italia non aveva più una religione di Stato. E cosa ci faceva dunque il simbolo di una religione, sui muri di una scuola dello Stato? (altro…)

La BBC parla di “debaptism” in Italia

Visto da oltremanica il fenomeno dello sbattezzo assume significati completamente diversi da quelli che ha in altre nazioni, soprattutto quelle in cui le confessioni praticanti il battesimo sono in posizione dominante. Tra queste vi è naturalmente l’Italia, capitale del cattolicesimo in forza dell’ingombrante (ma non per dimensioni) presenza dell’enclave vaticana, e non può quindi stupire se la BBC inglese ha scelto proprio il bel paese per realizzare un servizio sullo sbattezzo, con anche interviste a soci Uaar, il cui titolo è “Italian Catholics ‘de-baptise’ to hit Vatican”. (altro…)

Nessuna contraddizione, nessun contraddittorio

Si fa quasi fatica a star dietro a tutte le recenti esternazioni di illustri e illustrissimi esponenti delle gerarchie ecclesiastiche, per quanto queste vengano prontamente e intensamente rimbalzate da pressoché tutti i mezzi di informazione.

Già da questo blog si era accennato a Bagnasco, presidente dei vescovi italiani, che nell’inaugurare ad Assisi i lavori della Cei dedicati alla formazione dei sacerdoti, ha comunque graziosamente avuto modo di definire il riconoscimento delle unioni omosessuali come “irresponsabile” perché rappresenterebbe “una specie di cavallo di Troia di classica memoria” nei confronti della famiglia cattolicamente intesa. Riconoscimento che, con un appena accennato riferimento diretto alle civil partnerships di renziana e berlusconiana promessa, passerebbe attraverso “distinguo pretestuosi che hanno l’unico scopo di confondere la gente”. (altro…)

La clericalata della settimana, 46: Vittorio Zappalorto

Ogni settimana pubblichiamo una cartolina dedicata all’affermazione o all’atto più clericale della settimana compiuto da rappresentanti di istituzioni o di funzioni pubbliche. La redazione è cosciente che il compito di trovare la clericalata che merita il riconoscimento sarà una impresa ardua, visto l’alto numero di candidati, ma si impegna a fornire anche in questo caso un servizio all’altezza delle aspettative dei suoi lettori. Ringraziamo in anticipo chi ci segnalerà eventuali “perle”.

La clericalata della settimana è di Vittorio Zappalorto, commissario straordinario al Comune di Venezia, che

ha invocato la protezione della Madonna durante l’inaugurazione di un ponte votivo: “Che la Madonna vegli sui politici veneziani, mi dia il conforto e i consigli per poter portare a termine il mio incarico, assista quelli che verranno dopo di me”

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L’utilizzo clericale delle risorse pubbliche si fa “scientifico”

La ricerca dell’oro non è per nulla facile. Il pianeta è grande e il metallo è scarso: il rischio di fallire è inevitabilmente alto. La ricerca dell’oro pubblico che finisce in mani clericali è invece semplicissima. Le risorse pubbliche sono scarse, ma la presenza di beneficiari religiosi nella loro distribuzione è pressoché certa: si va a colpo sicuro.

Persino quando si parla di scienza. In particolare, del riparto del “Fondo ordinario per gli enti e istituzioni di ricerca”, in attuazione dell’articolo 7 del d.lgs. 204/1998, recante “Disposizioni per il coordinamento, la programmazione e la valutazione della politica nazionale relativa alla ricerca scientifica e tecnologica”. Il Senato nei giorni scorsi ha approvato lo schema di decreto predisposto dal Ministero dell’istruzione. L’importo della ripartizione è di 1,62 miliardi. I progetti finanziati sono i più disparati, dalla biologia cellulare alla produzione di radiazione di sincrotrone, dai laser ultraintensi ai radiotelescopi, dall’osservazione oceanica ai marker genetici. (altro…)

Il caso Veronesi: sotto il fuoco incrociato, solo per essersi detto ateo

Umberto Veronesi, noto oncologo, firma un libro di memorie dal titolo Il mestiere di uomo. Nel quale si sofferma sulla sua vita e sul suo lavoro, a contatto diretto con la malattia e la sofferenza. Repubblica riporta in anteprima un estratto, in cui Veronesi racconta il suo rapporto con la religione e il passaggio dalla fede alla non credenza. L’oncologo ricorda con stima e affetto un prete, don Giovanni, che frequentava la famiglia. E persino la sua esperienza da “inappuntabile chierichetto”. La sofferenza del sacerdote quando gli rivela di aver perso la fede. Dopo tanti anni, per tragica fatalità, Veronesi incontra il prete colpito da un cancro. I due rinnovano l’amicizia cordiale: “Iniziò così un periodo di conversazioni e di scambio intellettuale sul senso della vita, della scienza e della fede, che segnò per sempre il mio pensiero”. Il sacerdote però ha ormai un male incurabile e Veronesi gli promette di non farlo soffrire: “Mi fu molto grato per questo, perché non faceva parte di quei credenti che ritengono che il dolore avvicini a Dio. La nostra ultima sera insieme mi disse: «Ti ringrazio per la carità che dimostri, anche senza fede. C’è tanta fede senza carità»”. (altro…)