La clericalata della settimana, 41: Massimo Bordin

Ogni settimana pubblichiamo una cartolina dedicata all’affermazione o all’atto più clericale della settimana compiuto da rappresentanti di istituzioni o di funzioni pubbliche. La redazione è cosciente che il compito di trovare la clericalata che merita il riconoscimento sarà una impresa ardua, visto l’alto numero di candidati, ma si impegna a fornire anche in questo caso un servizio all’altezza delle aspettative dei suoi lettori. Ringraziamo in anticipo chi ci segnalerà eventuali “perle”.

La clericalata della settimana è di Massimo Bordin, sindaco di centrodestra di Montegrotto Terme (PD), che

ha emanato un’ordinanza anti-bestemmie e ha ordinato a tutti i locali pubblici di esporre non solo l’ordinanza ma anche un cartello con il suo ritratto e un “ammonimento”: “La bestemmia offende te stesso e chi ti sta vicino”

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La legge 40 e il destino degli embrioni in eccesso

Non c’è proprio pace per la famigerata legge 40/04, che in una ipotetica classifica delle leggi meno laiche di sempre sarebbe certamente tra i primi posti, se non addirittura in testa. E meno male, diremmo, perché se a non avere pace è lei allora vuol dire che chi, pur non potendo procreare, spera nella possibilità concreta di avere una prole, a quella pace può invece legittimamente ambire. E magari può anche sperare che la scienza faccia il possibile perché quella prole goda di buona salute, cosa che la formulazione originale della legge 40 di fatto negava stabilendo che gli embrioni prodotti fossero tutti impiantati obbligatoriamente e a prescindere.

A suo tempo fu necessario ricorrere alla giustizia europea per chiarire quello che avrebbe già dovuto essere chiaro di per sé: obbligare una donna a ricevere un embrione potenzialmente non sano costituisce violazione dei suoi diritti. Ma, ancora prima della sentenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, già la nostra Corte Costituzionale aveva smantellato quella parte della legge che limitava a tre il numero di embrioni da produrre mediante tecniche di procreazione assistita, e che obbligava all’impianto di tutti gli embrioni prodotti in un unico intervento, facendo di riflesso decadere anche il divieto di crioconservazione degli embrioni ottenuti. Ora, non è possibile obbligare una donna ad avere impiantati tutti gli embrioni prodotti, da ciò consegue che si ha una certa quantità di embrioni crioconservati e bisogna capire a cosa possono essere destinati.
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Il sinodo, l’Italia che cambia e la politica in ritardo

Si fa un gran parlare in questi giorni del sinodo, presentato come fucina di aperture “rivoluzionarie” su omosessualità e divorziati dai media giubilanti. Ma a ben guardare la realtà è diversa, si può parlare al massimo di riforma (specie a livello di public relations). Ciò non toglie comunque che queste discussioni in Vaticano abbiano, come spesso accade, una influenza sul dibattito politico nostrano. La politica pende dalle labbra della Chiesa, aspettando il nulla osta per avviare qualche riforma, contando sull’ammorbidimento dei vescovi.

La Chiesa si muove con circospezione, in bilico tra la necessità di mantenere la sua dottrina secolare per non perdere la faccia e quella di non deludere le aspettative gonfiate da papa Francesco. Nella Relatio post disceptationem, un documento di sintesi che riassume il dibattito della prima settimana, si citano anche omosessuali e divorziati. Si parla di rispetto e accoglienza per chi è divorziato, sulla necessità di accompagnare singoli casi in un sorta di “piano di rientro” nella Chiesa, con modalità che saranno approfondite in un non meglio precisato futuro. I vescovi sono orientati piuttosto a snellire le procedure di nullità del matrimonio, per dare un colpo di spugna (magari a prezzi più popolari) alle nozze celebrate in chiesa.
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Genova per noi laici

Ancora una volta, una calamità naturale si è abbattuta sul nostro già martoriato paese. Non c’è alcun dio a inviarla per punirci di chissà quali colpe. E verrebbe da dire: “peccato”. Perché di colpe ce ne sono veramente tante.

Si dice ora che si poteva evitare. Che i soldi ci sono, i progetti anche, ma che poi la burocrazia blocca tutto, che il Tar tarda a esprimersi sul contenzioso. Siamo purtroppo in una situazione in cui tutto il contenzioso che il cittadino ha con lo Stato deve passare attraverso la giustizia amministrativa, che si tratti di un’insignificante messa illegittima o di vite umane da proteggere ricostruendo velocemente gli argini. Un buon uso della ragione suggerirebbe di intervenire al più presto. Suggerirebbe anche di risolvere una volta per tutte un triste primato italiano: i lavori pubblici più inutili, lenti e costosi d’Europa.

Nel frattempo la popolazione se la prende con i politici, tutti. Ha molte ragioni per farlo. Se l’è presa anche con il cardinal Bagnasco, l’arcivescovo della città. E si può capirla. Il presidente della Cei ha stanziato un milione di euro per la sua città. Per farlo ha attinto ai fondi ricevuti con l’Otto per Mille: circa tre milioni di euro. Al giorno. La negoziante inviperita la sa forse più lunga di quei giornalisti che, acriticamente, hanno ripreso ed enfatizzato il comunicato stampa Cei.
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La clericalata della settimana, 40: Angelino Alfano

Ogni settimana pubblichiamo una cartolina dedicata all’affermazione o all’atto più clericale della settimana compiuto da rappresentanti di istituzioni o di funzioni pubbliche. La redazione è cosciente che il compito di trovare la clericalata che merita il riconoscimento sarà una impresa ardua, visto l’alto numero di candidati, ma si impegna a fornire anche in questo caso un servizio all’altezza delle aspettative dei suoi lettori. Ringraziamo in anticipo chi ci segnalerà eventuali “perle”.

La clericalata della settimana è del ministro degli interni Angelino Alfano (Ncd)

ha annunciato una circolare ai prefetti in cui ordina di cancellare le trascrizioni delle nozze celebrate all’estero tra persone dello stesso sesso

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Uno sbattezzo travagliato da Pistoia

Da anni l’Uaar promuove lo sbattezzo e fornisce quotidianamente assistenza a tante persone che chiedono informazioni e cercano sostegno per una scelta che, specie per i più giovani, può essere tanto liberatoria quanto difficile da affrontare. Soprattutto se la famiglia è bigotta e non vede di buon occhio certi gesti che denotano indipendenza e spirito critico e se il parroco è particolarmente riottoso. Il diritto all’apostasia, riconosciuto anche dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, comprende la libertà di cambiare la religione in cui si è cresciuti per scegliere ateismo, agnosticismo o una fede: per quanto sancito anche da importanti trattati internazionali non è ancora del tutto accettato.

Nell’ottica di fornire un servizio aperto a tutti e per consentire la rivendicazione di un diritto, la nostra associazione ha anche attivato da qualche tempo uno “sportello sbattezzo”. È possibile recarsi presso la nostra sede di Roma e compilare la modulistica per lo sbattezzo, che viene spedita tramite raccomandata a/r alla parrocchia interessata a spese dell’associazione. Inoltre, l’Uaar ha approntato un modulo specifico che rende esplicita la domiciliazione della richiesta di sbattezzo presso i nostri uffici di Roma, di modo che il parroco sia tenuto a rispondere all’indirizzo dell’Uaar. Ciò può essere utile nel caso l’interessato avesse dei problemi nel ricevere corrispondenza nel proprio domicilio (si pensi al caso di genitori che non condividono questa scelta). Il modulo può essere richiesto a soslaicita@uaar.it o contattando la sede e va poi rispedito o consegnato in originale all’associazione, che provvederà all’invio della domanda alla parrocchia e, ottenuto riscontro positivo, girerà l’incartamento allo sbattezzato: il tutto sempre a nostre spese.
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La violenza negli occhi di chi guarda

Che nel nostro paese non vi sia alcuna forma (parlamentari esclusi) di riconoscimento delle coppie di fatto in generale e delle unioni omosessuali in particolare, è cosa nota. Che nell’Europa occidentale manchiamo solo noi, forse altrettanto. Naturale quindi che siano non pochi i cittadini italiani ad aver contratto matrimonio con un partner dello stesso sesso all’estero, non solo e non tanto per la nazionalità del coniuge quanto per un forzato “turismo affettivo”, turismo che non a caso è peculiarità tutta italiana quando si tratta di autodeterminazione e riconoscimento di diritti fondamentali (quello riproduttivo a causa della più volte riformata in tribunale legge 40, quello divorzista visti i casalinghi tempi biblici e via dicendo).

E poiché è spesso italico anche il detto che di necessità si fa virtù, alcuni sindaci (e/o consigli comunali) coraggiosi in assenza di leggi specifiche di riferimento hanno da un lato promesso l’istituzione celere di registri per le unioni civili, dall’altro adempiuto alla richiesta di trascrizione di matrimoni omosessuali contratti all’estero. Poi a ben guardare uno straccio di normativa ci sarebbe: l’art 16. del DPR 396/2000 prevede che i matrimoni riconoscibili o meglio trascrivibili in Italia “sono quelli celebrati tra cittadini italiani, ovvero tra un cittadino italiano ed uno straniero, innanzi all’autorità diplomatica o consolare competente, oppure dinnanzi all’autorità locale”. E, sempre a ben guardare, di sesso dei coniugi non parla (a meno che non si voglia interpretare alla lettera e supporre che il suddetto articolo valga solo per nozze omo fra maschi).
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Le sentinelle a guardia dell’intolleranza

Si sono svolte ieri in varie città italiane le manifestazioni delle “Sentinelle in piedi”, scese ancora una volta in piazza contro la legge che vuole combattere l’omofobia. Gruppi lgbtiq, movimenti, giovani ma anche semplici cittadini laici hanno a loro volta contestato le sentinelle. Vi sono stati momenti di tensione: urla e spinte da entrambe le parti, ma anche lanci di uova e bottiglie contro le sentinelle. Grazie anche all’intervento delle forze dell’ordine, la situazione non è tuttavia degenerata salvo che a Rovereto e a Bologna, dove la presenza a fianco degli omofobi del movimento neofascista di Forza Nuova ha provocato la reazione violenta degli antagonisti.

L’uso della forza, da qualunque parte provenga, è sempre da condannare. Le sentinelle hanno ovviamente e immediatamente approfittato del comportamento aggressivo di alcune frange di contestatori per passare da vittime e nascondere quindi l’oggettivo flop nella partecipazione, che sarebbe stato assai più evidente se, nelle piazze, si fossero palesati soltanto gli (sparuti) omofobi. Ora il mondo cattolico può invece strillare alla negazione della libertà di espressione e, puntualmente, l’iperclericale Eugenia Roccella (Ncd) ha già presentato un’interrogazione in parlamento.
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