Ancora una volta, una calamità naturale si è abbattuta sul nostro già martoriato paese. Non c’è alcun dio a inviarla per punirci di chissà quali colpe. E verrebbe da dire: “peccato”. Perché di colpe ce ne sono veramente tante.
Si dice ora che si poteva evitare. Che i soldi ci sono, i progetti anche, ma che poi la burocrazia blocca tutto, che il Tar tarda a esprimersi sul contenzioso. Siamo purtroppo in una situazione in cui tutto il contenzioso che il cittadino ha con lo Stato deve passare attraverso la giustizia amministrativa, che si tratti di un’insignificante messa illegittima o di vite umane da proteggere ricostruendo velocemente gli argini. Un buon uso della ragione suggerirebbe di intervenire al più presto. Suggerirebbe anche di risolvere una volta per tutte un triste primato italiano: i lavori pubblici più inutili, lenti e costosi d’Europa.
Nel frattempo la popolazione se la prende con i politici, tutti. Ha molte ragioni per farlo. Se l’è presa anche con il cardinal Bagnasco, l’arcivescovo della città. E si può capirla. Il presidente della Cei ha stanziato un milione di euro per la sua città. Per farlo ha attinto ai fondi ricevuti con l’Otto per Mille: circa tre milioni di euro. Al giorno. La negoziante inviperita la sa forse più lunga di quei giornalisti che, acriticamente, hanno ripreso ed enfatizzato il comunicato stampa Cei.
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