Aborto, il Consiglio d’Europa difende l’obiezione di coscienza

La proposta della laburista inglese Christine McCafferty contro “l’uso sregolato dell’obiezione di coscienza” (cfr. Ultimissima del 16 agosto) non è stata approvata dall’assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa. E’ stato invece approvato, con 56 voti favorevoli e 51 contrari, un documento (non vincolante per gli Stati membri) che si richiama alla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo e che definisce l’obiezione di coscienza un “diritto fondamentale di libertà”. Il testo estende inoltre il diritto all’obiezione di coscienza “agli ospedali e alle istituzioni”… Leggi tutto »

Alpini uccisi, i talebani rivendicano l’attacco

Qari Muhammad Yousa, portavoce dei gruppi talebani, ha rivendicato l’attacco nella zona di Farah in cui hanno perso ieri la vita quattro alpini italiani. I funerali dei soldati si svolgeranno martedì: ma già oggi, prima del rimpatrio dei feretri, si è svolta una messa funebre presso il comando del contingente italiano.

Il papa ‘macchiato’ sui muri di Roma

Un artista ha proiettato ieri, su alcuni muri di Roma, un’immagine di Benedetto XVI con la veste macchiata. Le fotografie dell’evento (non autorizzato) sono state pubblicate sul sito di Repubblica, che ha anche intervistato l’autore (che in quanto dipendente pubblico preferisce mantenere l’anonimato): “L’idea mi è venuta perché mi colpisce il candore del papa: è irreale, è distante dalla vita vera. Ho voluto sporcare quest’immagine. E mostrarla a tutti”.

Michael Caine rivela: “aiutai mio padre a morire”

Il noto attore inglese Michael Caine, premio Oscar per Hannah e le sue sorelle e per Le regole della casa del sidro, in un’intervista radiofonica ha rivelato di aver aiutato, nel 1955, suo padre Maurice a morire. L’uomo, sostiene Caine, aveva un tumore al fegato e versava in uno stato di semi-incoscienza: il figlio chiese a un medico se si poteva fare qualcosa per interrompere le sofferenze, e un medico si offrì di aiutarlo a farlo morire con una overdose… Leggi tutto »

Cagliari, nasce periodico cattolico anti-diocesi

Dopo la plateale contestazione ricevuta dai fedeli della parrocchia di Sant’Eulalia (cfr. Ultimissima del 19 luglio) e l’accusa di aver coperto sacerdoti omosessuali (cfr. Ultimissima del 20 luglio), per l’arcivescovo di Cagliari, mons. Giuseppe Mani, è venuto ora il tempo del dissenso istituzionalizzato. Ieri è stato presentato un nuovo periodico cattolico, Cresia.net: la prima pagina del numero zero è eloquentemente titolata Verso l’eclissi di una diocesi. L’arcivescovo è stato esplicitamente accusato di preferire “il monologo al dialogo” e “gli interessi… Leggi tutto »

Il controverso rapporto della Chiesa cattolica con internet

Un rapporto ancora irrisolto, quello tra la Chiesa cattolica e internet. Il web è, da una parte, ritenuto uno strumento di evangelizzazione (magari nei confronti degli atei: cfr. Ultimissima del 23 gennaio): dall’altra, uno strumento pericoloso. Benedetto XVI, in particolare, ha denunciato mesi fa i “pericoli di omologazione e di controllo, di relativismo intellettuale e morale” (cfr. Ultimissima del 25 aprile) e due giorni fa la possibilità che le nuove tecnologie “rendano interscambiabili il vero e il falso” (cfr. Ultimissima… Leggi tutto »

GB: vendite fallimentari per la t-shirt papale

Gli alti costi della visita di Benedetto XVI in papa dovevano essere coperti, almeno parzialmente, dalle sottoscrizioni dei fedeli e dalla vendita di gadget. Di uno di questa, una t-shirt in stile football, era stata pianificata la produzione di 20.000 esemplari, da smerciare a 18 sterline l’uno. Scrive ora la BBC che solo 520 magliette sono state vendute. Secondo il fornitore Paul Sullivan, l’apatia e la pubblicità negativa che hanno circondato la visita papale hanno influito negativamente sul mercato. Sullivan… Leggi tutto »

Indonesia, arrestato ex editore di “Playboy”

Lanciata nel 2006, l’edizione indonesiana di Playboy fu immediatamente presa di mira dai fondamentalisti islamici, tanto che i roghi della rivista si moltiplicarono, insieme alle richieste di una legge anti-pornografia (cfr. Ultimissima del 19 settembre 2008). Nonostante non abbia mai pubblicato nudi, l’ex editore Erwin Amada fu denunciato per “indecenza”, e poi condannato ad agosto a due anni di carcere: ieri l’arresto, scrive il Jakarta Globe.