In qualsiasi Paese democratico, un candidato alla presidenza della Repubblica che, al primo scrutinio, collezioni 357 «sì» e manchi l’obiettivo per soli 10 voti, esulterebbe di gioia in attesa delle puntate successive. Ma per il ministro degli Esteri Abdullah Gul, candidato unico del partito islamico moderato Akp, che ha quasi due terzi dei seggi in parlamento, il passo falso di ieri può persino essere il prologo ad un’amara sconfitta; e per la Turchia l’inevitabile ricorso ad elezioni anticipate, a pochi… Leggi tutto »
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