Jack Palance, il cattivo di tanti film, è chiamato a condurci nel terreno di scontro tra intuizioni comuni e argomenti razionali. Una intuizione comune e resistente consiste nel credere peggiore uccidere piuttosto che lasciar morire qualcuno. Questa credenza implica che la crudeltà dell’uccidere sia sopravvaluta e, al contrario, la crudeltà del lasciar morire sia sottovalutata. (1) L’intuizione morale sostiene: uccidere X è peggiore di lasciar morire di fame persone in Paesi lontani. (2) L’argomento razionale sostiene: uccidere X è grave… Leggi tutto »
Tag Articolo: morte
Una carta per difenderci dai medici onnipotenti
Ma c’è davvero bisogno di quel pezzo di carta, di un testamento biologico che ci difenda dai medici? È proprio necessario chiedere ai medici il permesso di morire? O non è piuttosto una conseguenza dell’idea che i medici possono impedirci di morire, tenendoci in vita a ogni costo (chi sa poi per quali scopi)? E se i medici, o almeno molti di loro, negli ultimi anni hanno fatto di tutto per farsi credere demiurghi onnipotenti, la realtà è ben diversa:… Leggi tutto »
Il sacro, l’homo religiosus e la morte
Da molti decenni, in parte anche come reazione ad un positivismo riduttivo delle teorie sociologiche sulla religione, numerosi studiosi, anche di estrazione diversa, si sono attestati sempre più sulla proposizione dell’ esistenza dell’homo religiosus che costituirebbe il fondamento e l’essenza della natura umana. Credo che in questo momento, più che mai, sia necessario dimostrare l’ inconsistenza di questa tesi ed evidenziare che il sacro non solo è espressione di un meccanismo difensivo, ma che questo meccanismo si è sviluppato nel… Leggi tutto »
Eutanasia: cancelliamo la crudeltà della morte senza fine
Gentile direttore, quando S. Francesco scriveva: “Laudato si’, mi’ Signore per sora nostra Morte corporale, da la quale nullu homo vivente po’ skappare”, forse non pensava alla morte cieca che giunge anzi tempo, e strappa genitori ai figli o figli ai genitori. Forse pensava alla morte che giunge naturalmente nella vecchiaia, quando la parabola della vita volge al suo termine. Sicuramente non pensava alla morte crudelissima e sadica che s’impossessa di un essere vivente, uomo o animale che sia, e non lo porta via subito;… Leggi tutto »
Nessuna autorità può avallare la «dolce morte»
Che Piergiorgio Welby abbia pensato di rivolgersi direttamente al capo dello Stato per chiedere l’eutanasia è molto istruttivo. Involontariamente, il co-presidente dell’Associazione Luca Coscioni ci mette di fronte al problema più grave, e oggettivamente insormontabile, di ogni discorso sulla «dolce morte»: a chi spetti decidere chi, come, dove e quando si possa uccidere per motivi pietosi. L’idea della lettera al Quirinale risponde alla strategia tipicamente radicale di sollevare il massimo clamore intorno ai temi dei cosiddetti «diritti civili». C’era inoltre… Leggi tutto »
Morirai con dolore
Non esiste argomento che più dell’eutanasia, a mio parere, divida le coscienze solo sulla base del vissuto personale. Non ho mai incontrato una sola persona al mondo, neanche una, che dopo una lacerante esperienza con una persona cara, ridotta agli sgoccioli di una malattia terminale o perlomeno di certe malattie terminali, non dicesse infine che sì, in certe condizioni di eutanasia si può discutere. Erano persone segnate per sempre, non persone che possono cambiare idea leggendo i giornali di questi… Leggi tutto »
Eutanasia, Napolitano scrive a Welby “Grande partecipazione emotiva”
Il presidente della Repubblica ha risposto al video-appello lanciato da Piergiorgio Welby con una lettera personale. Lo conferma una nota del Quirinale e lo ribadisce anche l’associazione Luca Coscioni il cui vice segretario, Rocco Berardo, ha fatto avere personalmente la missiva a Welby. Giorgio Napolitano ha seguito ieri con grande attenzione la vicenda del co-presidente dell’associazione Luca Coscioni, malato terminale di distrofia muscolare, che gli ha chiesto di rilanciare il dibattito sulla legalizzazione dell’eutanasia. Il Capo dello Stato ha guardato… Leggi tutto »
Ma la morte non può essere una scelta
È difficile parlare astrattamente di vita di fronte a un caso personale, di fronte al dolore vero di una persona vera, che chiede di finirla. Eppure incontrando un uomo che sta per suicidarsi buttandosi da un ponte, qualunque passante interverrebbe; cercherebbe di impedirglielo anche con la forza, e si sentirebbe in colpa se non lo facesse. Un aspirante suicida ha certamente ragioni gravissime e disperate per voler morire, e queste ragioni il passante non può nemmeno conoscerle e valutarle: il… Leggi tutto »