[…] Cercherò però di dire qualcosa di non banale. Vorrei anzitutto dire che, nato in una famiglia laica, repubblicana e antifascista, educato nella fede cattolica e allevato nel così detto «cattolicesimo militante» dall’età di sei anni (mio padre mi mandò in parrocchia al grido: «Meglio i preti dei fascisti!»: e antifascisti erano il mio parroco e il mio vescovo, ed erano tempi difficili!), sono stato sempre favorevole al dialogo e alla ricerca della composizione sul piano politico dei diversi ideali…. Leggi tutto »
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Barbara Spinelli: ‘Il diritto di morire’
[…]L’etica del vivere e morire (ma anche del convivere, della famiglia) non è qualcosa che appartiene ai vescovi, disponibile solo al loro discernimento. Appartiene ai credenti, ai non credenti, e all’ultima istanza che per ambedue è la coscienza. Anche gli atei son chiamati a pensare l’eutanasia come tema eticamente delicatissimo, necessitante una rivoluzione linguistica e mentale. In Germania l’eutanasia è tabù per ragioni storiche, non religiose. Come aiutare allora a morire, come staccare la spina divenuta intollerabile al malato? L’amore… Leggi tutto »