Il comune senso dell’offesa

Ancora fresco lo zibaldoniano sdegno unanime per la strage di Charlie Hebdo e prima della caterva di distinguo, dei  se dei ma e dei jenesuispascharlie che seguono tutt’oggi, una notizia ha distratto e per certi versi integrato il dibattito sugli “estremismi” religiosi. Giungeva infatti voce dall’Arabia Saudita di come un importante teologo islamico avesse ritenuto i pupazzi di neve contrari alla legge coranica, perché riproduzioni di sembianze umane. E talmente corali e mondiali ne sono scaturiti critiche e scherno, da indurre lo stesso autore della fatwa a specificare meglio e a concedere come non blasfemi quei pupazzi simili a spaventapasseri, privi cioè di testa o comunque di fisionomia riconoscibile. (altro…)

Il totoquirinale e le aspirazioni degli ex Dc

Manca ormai pochissimo perché la già costituita assemblea di 1009 grandi elettori si riunisca per eleggere il nuovo Presidente della Repubblica. È naturale che il dibattito politico degli ultimi tempi sia stato dominato da questo argomento, un Presidente non lo si elegge tutti i giorni e l’ultimo è durato anche più di tutti i suoi predecessori. Ed è altrettanto naturale che nel dibattito si sprechino luoghi comuni e auspici generici che vogliono un Presidente che sia di alto profilo istituzionale, una figura autorevole, che possa essere apprezzata anche fuori dai confini nazionali, un arbitro imparziale, eccetera, eccetera. Forse un po’ banale, ma è anche giusto che si preferisca ribadire tali ovvietà e che magari si centellinino quelle carte che ognuna delle parti tiene gelosamente semicoperte in attesa che si aprano i giochi. (altro…)

La clericalata della settimana, 4: Torino

Ogni settimana pubblichiamo una cartolina dedicata all’affermazione o all’atto più clericale della settimana compiuto da rappresentanti di istituzioni o di funzioni pubbliche. La redazione è cosciente che il compito di trovare la clericalata che merita il riconoscimento sarà una impresa ardua, visto l’alto numero di candidati, ma si impegna a fornire anche in questo caso un servizio all’altezza delle aspettative dei suoi lettori. Ringraziamo in anticipo chi ci segnalerà eventuali “perle”.

La clericalata della settimana è del consiglio comunale di Torino (altro…)

L’ateismo felice e vincente

Era il sette gennaio, e Repubblica pubblicava un’intervista di Anais Ginori a Michel Houellebecq sul suo ultimo libro, Sottomissione, in uscita proprio quel giorno. Un giorno ormai famoso, in cui il mondo è stato scosso dal massacro al Charlie Hebdo: il cui numero in edicola prendeva a sua volta in giro lo scrittore francese. Ironicamente raffigurato come una vecchia veggente un po’ suonata, perché nel suo romanzo profetizza l’avvento di un presidente musulmano e la conseguente islamizzazione della Francia. Nell’intervista Houellebecq parlava senza freni di “suicidio dell’Occidente” e dell’ateismo “perdente perché troppo triste”. Dalla parte delle tesi di Houellebecq, scriveva Ginori, ci sono Emmanuel Carrère e Alain Finkielkraut. Ma c’è un po’ anche Michel Onfray, intervistato a sua volta dal Corriere della Sera: “L’Europa è un continente morto, oggi in mano ai mercati. Domani forse all’islam”. (altro…)

Non solo 194: le obiezioni alla contraccezione e all’UE

Non va proprio giù ai medici cattolici la decisione della Commissione Europea di accogliere le raccomandazioni dell’Ema, l’agenzia del farmaco continentale, in merito alla trasformazione della cosiddetta pillola dei cinque giorni dopo in farmaco da banco. È chiaro che in tal caso la loro azione di contrasto alla contraccezione d’emergenza, mediante dichiarazione di obiezione di coscienza e rifiuto di prescrivere il farmaco, non potrebbe più essere attuata, e infatti a fare la voce grossa sono adesso i farmacisti cattolici che, attraverso il loro rappresentante Pietro Uroda, fanno sapere di aver già avviato una causa legale e di essere pronti a ricorrere all’obiezione di coscienza. A questo punto cos’altro manca, forse che gli autisti cattolici non facciano salire sul bus chi sta andando in farmacia? (altro…)

Compagni (del profeta) che sbagliano

L’attentato a Charlie Hebdo, ha detto bene Michel Onfray, è il “nostro 11 settembre“. Ha colpito un piccolo giornale laico e libertario, dichiaratamente ateo, scomodo e provocatorio, noto per satira verso tutto e tutti. Anche verso la religione, anche sfidando l’islam e rappresentando il profeta Maometto. Cosa vietata dalla dottrina e inaccettabile per un gruppo di estremisti, che ha deciso di massacrare i giornalisti. Dopo anni di denunce per blasfemia, minacce, insulti e accuse di razzismo, vandalismo, la redazione data alle fiamme.

Un episodio che ha scosso profondamente le nostre coscienze. Milioni di persone sono scese in piazza in Francia con lo slogan “Je suis Charlie”. Charlie Hebdo, nonostante il colpo subito, è ancora vivo: uscito in tutto il mondo con una tiratura eccezionale (anche in Italia, grazie a Il Fatto Quotidiano) con un editoriale del nuovo direttore Gérard Biard che è un inno alla laicità. Pure una copertina firmata Luz con Maometto in lacrime: certo più leggera e accomodante di altre ma che sfida sempre il dogma, rispecchia la commozione generale e guarda oltre il rancore. Persino questa è ritenuta offensiva dal mondo islamico: è stata prontamente censurata e ci sono state manifestazioni di protesta. Il gran muftì di Al Azhar ha persino parlato di atto razzista che fomenta odio. (altro…)

La clericalata della settimana, 3: Roberto Maroni

Ogni settimana pubblichiamo una cartolina dedicata all’affermazione o all’atto più clericale della settimana compiuto da rappresentanti di istituzioni o di funzioni pubbliche. La redazione è cosciente che il compito di trovare la clericalata che merita il riconoscimento sarà una impresa ardua, visto l’alto numero di candidati, ma si impegna a fornire anche in questo caso un servizio all’altezza delle aspettative dei suoi lettori. Ringraziamo in anticipo chi ci segnalerà eventuali “perle”.

La clericalata della settimana è del presidente della regione Lombardia, Roberto Maroni (altro…)