L’utilizzo clericale delle risorse pubbliche si fa “scientifico”

La ricerca dell’oro non è per nulla facile. Il pianeta è grande e il metallo è scarso: il rischio di fallire è inevitabilmente alto. La ricerca dell’oro pubblico che finisce in mani clericali è invece semplicissima. Le risorse pubbliche sono scarse, ma la presenza di beneficiari religiosi nella loro distribuzione è pressoché certa: si va a colpo sicuro.

Persino quando si parla di scienza. In particolare, del riparto del “Fondo ordinario per gli enti e istituzioni di ricerca”, in attuazione dell’articolo 7 del d.lgs. 204/1998, recante “Disposizioni per il coordinamento, la programmazione e la valutazione della politica nazionale relativa alla ricerca scientifica e tecnologica”. Il Senato nei giorni scorsi ha approvato lo schema di decreto predisposto dal Ministero dell’istruzione. L’importo della ripartizione è di 1,62 miliardi. I progetti finanziati sono i più disparati, dalla biologia cellulare alla produzione di radiazione di sincrotrone, dai laser ultraintensi ai radiotelescopi, dall’osservazione oceanica ai marker genetici. (altro…)

Il caso Veronesi: sotto il fuoco incrociato, solo per essersi detto ateo

Umberto Veronesi, noto oncologo, firma un libro di memorie dal titolo Il mestiere di uomo. Nel quale si sofferma sulla sua vita e sul suo lavoro, a contatto diretto con la malattia e la sofferenza. Repubblica riporta in anteprima un estratto, in cui Veronesi racconta il suo rapporto con la religione e il passaggio dalla fede alla non credenza. L’oncologo ricorda con stima e affetto un prete, don Giovanni, che frequentava la famiglia. E persino la sua esperienza da “inappuntabile chierichetto”. La sofferenza del sacerdote quando gli rivela di aver perso la fede. Dopo tanti anni, per tragica fatalità, Veronesi incontra il prete colpito da un cancro. I due rinnovano l’amicizia cordiale: “Iniziò così un periodo di conversazioni e di scambio intellettuale sul senso della vita, della scienza e della fede, che segnò per sempre il mio pensiero”. Il sacerdote però ha ormai un male incurabile e Veronesi gli promette di non farlo soffrire: “Mi fu molto grato per questo, perché non faceva parte di quei credenti che ritengono che il dolore avvicini a Dio. La nostra ultima sera insieme mi disse: «Ti ringrazio per la carità che dimostri, anche senza fede. C’è tanta fede senza carità»”. (altro…)

Le sentinelle in cattedra

Dire che ormai è diventato un mantra sarebbe riduttivo, infatti siamo alla vera e propria ossessione. Ovunque si apra un dibattito sui diritti delle coppie omosessuali, e a volte perfino sullo stesso diritto di esserlo, omosessuali, ecco spuntare il reazionario di turno con la solita esclamazione: “Questa è l’ideologia del gender”! Il gender, questo mostro brutto e cattivo il cui scopo criminale sembra essere quello di far diventare tutti gay i nostri figli. Immagino già le fiabe monitrici per bambini, o magari anche le rivisitazioni di quelle tradizionali. “Quando Cappuccetto Rosso giunse nel bosco, incontrò il Gender”.

Così anche a don Gian Battista Rota, responsabile del Servizio Insegnamento Religione Cattolica della diocesi di Milano, o al collaboratore a cui ha in seguito scaricato la responsabilità, è venuto spontaneo farvi riferimento nella missiva inviata agli oltre seimila insegnanti di religione che operano nelle scuole della sua diocesi. «Per valutare in modo più preciso la situazione e l’effettiva diffusione dell’ideologia del “gender” — queste le parole nel comunicato — vorremmo avere una percezione più precisa del numero delle scuole coinvolte, sia di quelle in cui sono state effettivamente attuate iniziative in questo senso, sia di quelle in cui sono state solo proposte». Leggendo queste frasi non si può assolutamente negare, a prescindere dall’essere laici o cattolici, quello che è di una evidenza allo stesso tempo disarmante e sconcertante, e cioè che per la Chiesa l’insegnante di religione deve essere una sorta di prefetto, un presidio che deve non solo garantire l’insegnamento della dottrina cattolica ma finanche vegliare su tutto quanto accade all’interno dell’istituto. Una vera e propria sentinella, che però a differenza di quelle in piedi sta comodamente seduta dietro una cattedra e percepisce uno stipendio mensile. Offre lo Stato. Offriamo noi. (altro…)

Rete Studenti, Arcigay, Uaar: “Il Miur si impegni contro l’omofobia”

Dopo i molteplici atti discriminatori avvenuti nelle scuole in questi giorni, la Rete degli Studenti Medi, l’Arcigay e l’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti hanno deciso di inviare una lettera alla Ministra dell’Istruzione Stefania Giannini chiedendo di intervenire in modo deciso contro questi fatti e di investire concretamente nella lotta all’omofobia nelle scuole, passando anche attraverso la formazione dei docenti.

Dichiarano Rete, Arcigay e Uaar: “Non è possibile che ancora oggi il MIUR non si sia impegnato concretamente per evitare che accadano discriminazioni omofobiche nelle scuole. La conseguenza di questa negligenza e procrastinazione è l’esposizione continua degli studenti ad attacchi da parte dei docenti e della società”. (altro…)

La clericalata della settimana, 45: Davide Bendinelli

Ogni settimana pubblichiamo una cartolina dedicata all’affermazione o all’atto più clericale della settimana compiuto da rappresentanti di istituzioni o di funzioni pubbliche. La redazione è cosciente che il compito di trovare la clericalata che merita il riconoscimento sarà una impresa ardua, visto l’alto numero di candidati, ma si impegna a fornire anche in questo caso un servizio all’altezza delle aspettative dei suoi lettori. Ringraziamo in anticipo chi ci segnalerà eventuali “perle”.

La clericalata della settimana è di Davide Bendinelli (Forza Italia), assessore regionale veneto alle politiche sociali, che

“accogliendo positivamente le richieste” ha assegnato 42 milioni di euro di finanziamenti regionali alla Federazione italiana delle scuole materne (cattoliche)

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Il cavallo di Troia contro la laicità

Divorzio facile, famiglia più precaria, titolava qualche giorno fa il quotidiano dei vescovi Avvenire. Quasi in contemporanea, il Fatto Quotidiano pubblicava un articolo di Emiliano Liuzzi dal titolo Il nuovo divorzio all’italiana: lungo e tutt’altro che facile. Facile o tutt’altro che facile: chi ha ragione? La risposta potrebbe essere: entrambi.

Perché è vero che le coppie che si vogliono dividere, ricorrendo in alcuni casi al sindaco o all’arbitrato, hanno ora la possibilità di non passare dal tribunale. Ma la normativa si complica, le parcelle per i consulenti legali probabilmente aumentano, e i tempi biblici previsti dalla legge per la separazione, e soprattutto per il divorzio, non cambiano affatto, salvo che nei rari casi in cui i coniugi sono già d’accordo e non hanno figli. Perché si riducano è necessaria un’altra legge. Quella che, già edulcorata dalla Camera (che ha ridotto soltanto i tempi per la separazione), si è ora impantanata in Senato a causa dell’ostruzionismo del Nuovo Centro Destra: il decrepito braccio secolare dei Sacri Palazzi che tuttavia, anche in tempi in cui dicono vada di moda la rottamazione, continua a detenere la golden share del governo. (altro…)

L’insostenibile conciliabilità tra Chiesa e privacy

L’intervento di mons. Galantino, al recente convegno dell’Aiart, sul tema della privacy può essere archiviato senza alcun indugio nella categoria “idee confuse”, tanto sono strampalate e perfino contraddittorie le sue dichiarazioni. Sarà pure colpa della tendenza a discettare di questioni istituzionali senza averne cognizione di causa, cosa sempre più frequente in epoca bergogliana, ma non è semplicemente possibile dichiarare allo stesso tempo, e nello stesso luogo, che la rete rappresenta una minaccia per la privacy delle persone e che il Garante per la protezione dei dati personali è un ente inutile. O almeno non è ammissibile farlo se l’intenzione è quella di esprimere un’opinione che abbia un minimo di senso. E questo a prescindere dalla confusione tra il diritto alla riservatezza delle persone e alla protezione dei loro dati, cosa purtroppo abbastanza comune. (altro…)