Quasi ovunque nel mondo, atei e agnostici subiscono discriminazioni: in alcuni Paesi, come in Italia, sono vittime di fatto di un sistema politico-economico che privilegia le confessioni religiose; in altri sono oggetto di campagne d’odio, in altri ancora rischiano la condanna a morte per “apostasia”.
È quanto emerge dal Freethought Report 2014, promosso dall’International Humanist and Ethical Union (Iheu, di cui l’Uaar è membro) e diffuso oggi, in concomitanza con la Giornata Internazionale dei diritti umani, nel quale, rispetto agli anni precedenti, si evidenzia una novità: atei e umanisti sono sempre più vittime in quanto tali di intolleranza e non solo da parte di leader religiosi radicali ma anche di leader politici. È il caso per esempio del primo ministro della Malesia, Najib Razak, il quale ha bollato umanismo e secolarismo come «devianti», definendoli una minaccia all’Islam.