Rapporto 2014 sulla libertà di pensiero nel mondo: cresce la repressione

Quasi ovunque nel mondo, atei e agnostici subiscono discriminazioni: in alcuni Paesi, come in Italia, sono vittime di fatto di un sistema politico-economico che privilegia le confessioni religiose; in altri sono oggetto di campagne d’odio, in altri ancora rischiano la condanna a morte per “apostasia”.

È quanto emerge dal Freethought Report 2014, promosso dall’International Humanist and Ethical Union (Iheu, di cui l’Uaar è membro) e diffuso oggi, in concomitanza con la Giornata Internazionale dei diritti umani, nel quale, rispetto agli anni precedenti, si evidenzia una novità: atei e umanisti sono sempre più vittime in quanto tali di intolleranza e non solo da parte di leader religiosi radicali ma anche di leader politici. È il caso per esempio del primo ministro della Malesia, Najib Razak, il quale ha bollato umanismo e secolarismo come «devianti», definendoli una minaccia all’Islam.

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Di religiosi presepi e laiche istituzioni

Il Natale è pur sempre una festa cristiana, lo stesso nome è lì a testimoniarlo. Tuttavia le festività natalizie sono anche caratterizzate da aspetti più o meno laici, vuoi per la concomitanza del passaggio al nuovo anno, vuoi per quei simboli provenienti da culture nordiche che nulla hanno a che vedere con la nascita di Cristo, albero di Natale e Babbo Natale su tutti, e vuoi soprattutto per la momentanea impennata dei consumi le cui cause non hanno praticamente nulla di religioso. C’è però un simbolo in particolare su cui ricade la responsabilità di tenere alta la bandiera del cristianesimo: il presepe, rappresentazione diretta della natività che in un certo senso “grida vendetta” contro la secolarizzazione del Natale e che, giocoforza, si ritrova sempre a essere oggetto di dispute ideologiche. (altro…)

Religioni in Rai: l’Agcom respinge l’esposto dell’Uaar

L’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha respinto l’esposto che l’Uaar ha presentato nell’agosto scorso contro la Rai.

Secondo l’Uaar la Rai — nei cui palinsesti la Chiesa cattolica la fa da padrone (totalizzando quasi il 100% di presenze sul totale dei soggetti confessionali) e non vi è nessuno spazio dedicato alle opinioni atee e agnostiche — viola il proprio contratto di servizio che impone di rendere disponibile a ogni cittadino “una pluralità di contenuti, di diversi formati e generi, che rispettino i principi dell’imparzialità, dell’indipendenza e del pluralismo” nonché di “avere cura di raggiungere le varie componenti della società, prestando attenzione alle differenti esigenze di tipo generazionale, culturale, religioso, di genere e delle minoranze, nell’ottica di favorire una società maggiormente inclusiva e tollerante verso le diversità”. (altro…)

La clericalata della settimana, 48: l’Agcom

Ogni settimana pubblichiamo una cartolina dedicata all’affermazione o all’atto più clericale della settimana compiuto da rappresentanti di istituzioni o di funzioni pubbliche. La redazione è cosciente che il compito di trovare la clericalata che merita il riconoscimento sarà una impresa ardua, visto l’alto numero di candidati, ma si impegna a fornire anche in questo caso un servizio all’altezza delle aspettative dei suoi lettori. Ringraziamo in anticipo chi ci segnalerà eventuali “perle”.

La clericalata della settimana è dell’authority per le garanzie nelle comunicazioni che

ha respinto il ricorso dell’Uaar che chiedeva un riequilibro dell’informazione Rai in materia religiosa

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Intervista ad Ali Almossawi

Ali Almossawi ha con­se­gui­to un ma­ster in In­ge­gne­ria dei si­ste­mi al MIT e un ma­ster in In­ge­gne­ria del soft­ware alla Car­ne­gie Mel­lon Uni­ver­si­ty. Vive a San Fran­ci­sco con la mo­glie e la fi­glia, la­vo­ra come data vi­sua­li­za­tion en­gi­neer per Mo­zil­la, con­ti­nuan­do a col­la­bo­ra­re con i col­le­ghi del MIT Me­dia Lab. I suoi la­vo­ri sono sta­ti pub­bli­ca­ti su “Wi­red”. Lo intervistiamo a proposito del suo Libro illustrato di argomentazioni errate pubblicato dalla nostra casa editrice Nessun Dogma. (altro…)

Otto per Mille, la Cei deve fare i conti con la realtà

La pubblicazione dell’inchiesta della Corte dei Conti sull’Otto per Mille ha suscitato un certo interesse dei mass media e le inevitabili controrepliche dell’establishment cattolico, l’imperatore scopertosi improvvisamente nudo. Il tutto a caldo e senza aver letto il documento integrale. Che è corposo, dettagliato, istruttivo e pieno di considerazioni assennate. Meriterebbero una lettura attenta da parte di tutti.

Secondo la Corte non c’è quasi nulla, nel meccanismo dell’Otto per Mille così come è applicato ora, che si possa salvare. E lo fa capire senza giri di parole. I fondi destinati alle religione sono “gli unici che, nell’attuale contingenza di fortissima riduzione della spesa pubblica in ogni campo, si sono notevolmente e costantemente incrementati”. L’Otto per Mille era nato “per garantire, anzitutto, il sostentamento del clero”, ma “nel corso del tempo, il flusso di denaro di è rivelato così consistente da garantire l’utilizzo di ingenti somme per finalità diverse, non finanziate, in precedenza, con le risorse statali”, dando così vita “a un rafforzamento economico senza precedenti della Chiesa italiana”. È dunque tempo di mettervi mano, perché “le difficoltà di autofinanziamento della Chiesa cattolica non possono gravare sulle finanze pubbliche attraverso il rinvio sine die del ridimensionamento dei contributi statali: le risorse provenienti dall’8 x mille non possono essere intese come l’assicurazione di una sorta d’impegno dello Stato a provvedere alle necessità della Chiesa”. Che peraltro gode di “un trattamento di favore” (l’anticipo delle somme) che inevitabilmente produce “una disparità di trattamento” rispetto alle altre confessioni religiose. (altro…)

La famiglia tradizionale, nuovo baluardo del clericalismo a scuola

E così molte scuole venete festeggeranno, già a partire da quest’ultimo scampolo di 2014, la “famiglia naturale”. Che non sarebbe la famiglia senza conservanti, o quella in cui si consuma solo insalata proveniente da coltivazioni biologiche, ma sarebbe la famiglia fondata sull’unione di un uomo e una donna, che magari si siano scambiati promessa di fedeltà davanti a un ministro di culto e, soprattutto, che si adoperino per mettere al mondo quanti più figli possibile. Tutte le altre forme di famiglia diventano quindi una sorta di ogm, non meritevole di alcuna forma di celebrazione ma neanche di diritti, nonostante i ripetuti inviti provenienti da organismi internazionali e dalla nostra stessa Corte costituzionale. (altro…)