Manifestazioni anti-gay: di parte, non certo “per tutti”

L’opposizione dei cattolici all’introduzione in Francia del matrimonio omosessuale è stata decisa. Non è finita bene per loro: la legge è passata, e il consenso della popolazione alle posizioni anti-gay è progressivamente diminuito con il crescere e l’incattivirsi della contestazione. Il fronte cattolico è senz’altro riuscito a mobilitarsi, talvolta anche in modo imponente: ma questo è tipico di ogni movimento estremista, che serra i ranghi polarizzando le proprie posizioni e contrapponendole a un nemico esterno, letteralmente demonizzato. Il mondo cattolico… Leggi tutto »

Atti di vandalismo contro i manifesti Uaar ad Ancona

La nostra campagna “Bene senza D” prosegue con affissioni in diverse città. Qualche fondamentalista si è evidentemente sentito in missione per conto di D, incaricato di disturbare la libera espressione, imbrattando e cancellando parte dei cartelli. È successo qualche giorno fa a Cagliari e ora ad Ancona. Il circolo di Ancona dell’Uaar denuncia l’inizio di una campagna di intolleranza e vandalismo nei confronti dei manifesti e dei poster affissi nella città di Ancona. Il senso e lo scopo di tale… Leggi tutto »

Tra anoressia e fame di Dio

Rifiutare le cure mediche nella convinzione che Dio possa guarire e morire. L’ultimo caso che ha destato scalpore è quello di Antonella Mirabelli, una diciannovenne di Rosario del Tala in Argentina. La ragazza, affetta da una grave forma di anoressia, era arrivata a pesare solo 31 kg. Ma sulla base di una fervente fede religiosa rifiutava le cure, con il sostegno della madre e della nonna. Il padre, Cristián Mirabelli, temendo per la sua vita si era invece rivolto al… Leggi tutto »

Non nominare l’Io invano

La semiologa Giovanna Cosenza ha pubblicato sul suo sito un intervento critico nei confronti della nostra campagna pubblicitaria. Sin dal titolo si rivolge a noi con una domanda: Uaar: sicuri che “vivere senza D” sia ridursi a un misero “io”? Una risposta le è senz’altro dovuta. A nostro avviso non c’è proprio nulla di misero nell’io. Vivere senza D significa infatti valorizzarne le potenzialità, che sono inevitabilmente limitate quando si dipende da D, e soprattutto dai dogmi imposti dai suoi… Leggi tutto »

La morte ci fa belli

Sui non credenti girano tante leggende metropolitane, diffuse spesso dagli integralisti religiosi. Sono talvolta descritti dai testi sacri e dagli apologeti come amorali, insensibili, gretti, infelici. Nonché terrorizzati dalla morte, come racconta l’aneddotica — spesso apocrifa — che li vorrebbe invocare Dio alla fine della vita. Un libro interessante per sfatare i miti che esaltano i credenti a scapito di atei e agnostici, con molti dati alla mano e ricerche citate, è What You Don’t Know about Religion (but Should)… Leggi tutto »

Quella croce che divide l’Occidente

L’allargamento dell’Unione Europea e l’ingresso dei paesi dell’Est, più ortodossi e cattolici, acuiscono la differenza rispetto alle nazioni occidentali più laiche. E questo si ripercuote sui diritti e sulla tenuta della laicità, come denunciato proprio dalle associazioni umaniste. La religione, che viene promossa come collante e identità comune, diventa invece fonte di divisione. Anche il New York Times affronta la questione e così titola: “Un’Europa più laica, divisa dalla croce“. Lo scorso dicembre era nata una polemica per il conio… Leggi tutto »

Gli apostati brasiliani del dio Pallone

Non c’è più religione, si sente spesso dire. Gli esseri umani sarebbero sempre più distratti da altri interessi, altre “fedi” più materiali. Lo sport, e in particolare il calcio, viene ai primi posti: subito dopo i soldi e il sesso, si direbbe, stando alla propaganda apocalittica di tanta stampa cristiana. Ora però abbiamo anche le prime contestazioni di massa del dio Pallone. E hanno luogo addirittura in Brasile, una sorta di Santa Sede di questa nuova Chiesa. A San Paolo,… Leggi tutto »

Il Liguristan non è solo virtuale

La morte di Giuliano Delnevo, il venticinquenne ligure convertito all’islam ucciso ieri in Siria mentre combatteva tra le fila di un gruppo integralista, ha riaperto le discussioni sull’estremismo musulmano. Tuttavia, è forse la prima volta che un italiano muore combattendo per la jihad, o quantomeno che la notizia è pubblica. Questo aspetto appare preponderante nei commenti, nei quali ci si chiede cosa possa averlo spinto a tanto. Cresciuto in una famiglia cattolica di Genova, Delnevo si era convertito all’islam nel… Leggi tutto »