Una nuova recensione è stata pubblicata nella sezione Libri del sito UAAR.
Il volume è Forse sì, forse no di Dan Barker, edito dalla nostra casa editrice Nessun Dogma.
Recensione a cura di Stefano Marullo.
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Ho sempre pensato che lo stile fumettistico fosse un ottimo mezzo di comunicazione per far distinguere la scienza dalla pseudoscienza (termine CICAP, io userei quello più diretto “non-scienza”). Quindi, sono ottimista sulla positività di questo libro, anche senza averlo letto o visto.
Allo stesso tempo, però, sono profondamente pessimista, in quanto sto amaramente constatando che in Italia non solo non esiste cultura scientifica, ma sta prendendo forma una sorta di bullismo celoduristico da periferia, tramite il quale la cultura (anche non scientifica, purtroppo) viene sempre più marcatamente denigrata e vituperata. Ha ragione chi urla più forte, specie se si tratta di un politico o di un prete: ancora una volta, e non mi stancherò mai di dirlo, la ragione della forza, contrapposta alla forza della ragione.
Più che letti, libri come questo dovrebbero essere iniettati per via endovenosa a certa gente.
Scusate lo sfogo, ma mi conforta sapere che non sono solo a pensarla così.
Condivido, ma il termine pseudoscienza non è del CICAP ha un uso letterario molto più antico, inoltre pseudo indica in greco il falso/la menzogna, non è quindi solo non scienza ma scienza falsa, falsa conoscenza, peggio dell’ignoranza c’è la falsa conoscenza, la truffa del sapere.
Come, per esempio, la teologia?
C’è il tentativo di apparire scienza, usando un gergo che mima quello scientifico ma non l’applicazione del metodo. Inoltre le pseudoscienze sono avulse dal resto delle conoscenze, non si integrano con esse o addirittura le contraddicono.
@ Diocleziano
Ancora una volta confondi teologia e religione. Ma non ripeto cose di cui parlo da anni perché sono noioso a me stesso.
😆
No Diocleziano, la teologia più che falsa conoscenza rientra nella categoria perdita di tempo visto che si pone l’obiettivo di conoscere ciò che è impossibile conoscere.
Condivido. Di questa cosa si lamentava, in USA, Dawkins ai tempi di god delusion e la riscontro io, nel mio piccolo, qui da noi, in tanti piccoli dettagli e tante grosse, purtroppo, prese di posizione aprioristiche e ovviamente prive di logica e fondamento (tipo ad es. “il CERN non serve a niente sono solo dei palloni gonfiati che sprecano i nostri soldi giocando a fare dio”) chi glielo spiega a questi internet, smartphone e compagnia bella da dove saltano fuori? P.S.: “celoduristico”: mitica!
Caro Pozzo,
e segnalo il pomeriggio su Rai 1 il programma la vita in diretta condotto da Cristina Parodi, dove ogni pomeriggio (che Dio manda in terra) c’è l’angolo della guarigione miracolosa. Negli altri spazi omicidi di donne che, in fondo in fondo, se qualcuno le ha ammazzate una ragione doveva pur esserci. Ad esempio troppi social. da vedere , quando mia madre me lo raccontava non ci credevo.
E sempre su Rai 1, le varie fiction, quando non sono imperniate sul prete/suora di turno, non mancano quasi mai di proporre uno zio missionario in Africa, un’ex compagna di liceo folgorata sulla via di Damasco ecc…
@ Tiziana
E quando qualcosa va storto, cos’é? Malasantità? 🙂
Caro Stefano (Marullo), ho letto la tua recensione e mi è sorto un dubbio. Non conosco ovviamente il fumetto in questione… ma siamo sicuri che possa rivolgersi anche ad un pubblico di bambini pur avendo come protagonisti dei bambini? Il riferimento a Linus è d’obbligo (esiste ancora?), ma proprio quella rivista, pur con tanti bambini come protagonisti, mi pare che li ‘utilizzasse’ per parlare più che altro agli adulti… e con storie e battute che non è detto fossero alla portata di tanti adulti (me compreso? non è detto :). Insomma, se per ‘linguaggio universale’ intendi alla portata di tutte le età… ci sarebbe qualcosa da precisare. Per esempio, i godibilissimi Simpson (che però ormai mostrano un pò le rughe)… magari possono piacere anche ai bambini per certi aspetti… ma non credo che siano rivolti a loro. Se mai a degli adolescenti (gli studenti delle mie classi, dei liceali, li adoravano e credo ne cogliessero davvero ‘il messaggio’).
Un saluto
Non avevo finito 🙂
Credo che fumetti stimolanti per bambini, nel senso di aiutarli a riconoscere mondi poco o niente frequentati negli ambienti in cui vivono, magari deridendo questi ultimi, presentino molte più difficoltà e necessitino di molta più attenzione dei fumetti per adulti.
Bruno non sottovalutare il genio e l’intelligenza dei più piccoli. I Simpson sono politicamente scorretti ma sono molto più digeribili di tanta spazzatura televisiva.
OT Mi sono permesso di segnalare il tuo libro di fiabe filosofiche al blog di Giorgio Villella.
Pensate sia fruibile per una bambina di 9 anni?