Il rogo di Giordano Bruno, avvenuto il 17 febbraio del 1600 presso Campo de’ Fiori a Roma, è uno dei più tristemente famosi tra quelli ordinati dall’inquisizione romana, se non addirittura il più famoso in assoluto. La complessità della vicenda ha poi fatto sì che nel tempo la figura del nolano venisse esaltata per alcuni particolari aspetti, tralasciandone altri che pure sono indispensabili per farsi un’idea quanto più vicina alla realtà storica.
Bruno fu condannato al termine di un processo durato otto lunghi anni per aver espresso idee eretiche. Del resto il ruolo dell’inquisizione, di quella romana come della ben più efferata inquisizione spagnola, era primariamente quello di tutelare a ogni costo la dottrina cattolica contro coloro i quali cercavano di metterla in dubbio, e Bruno era uno di questi. Una delle tante vittime di una Chiesa totalitaria dunque, che in quanto tale non ammetteva si potesse dubitare delle sue verità. Tra le altre cose Bruno fu anche uno dei primi a sostenere l’eliocentrismo teorizzato da Copernico, e sappiamo tutti quanto questo fosse pericoloso a quei tempi; di lì a pochi anni Galileo sarebbe stato costretto ad abiurare convinzioni simili. Ciò ha fatto sì che nell’immaginario collettivo Bruno fosse visto come un martire dell’eliocentrismo, quando in realtà il suo pensiero eterodosso andava ben oltre i suoi convincimenti in materia di astronomia.
A dirla tutta Bruno non aveva nemmeno titolo per discettare di astronomia. Lui era un filosofo, non un uomo di scienza come Galileo; mentre Galileo sosteneva le sue convinzioni da un punto di vista scientifico, basandosi su osservazioni e calcoli, Bruno le sosteneva perché queste avvaloravano le sue convinzioni religiose, le stesse che lo condussero in seguito al rogo. Per Bruno, che in gioventù era stato un frate domenicano, l’interpretazione ecclesiastica delle sacre scritture era del tutto sbagliata laddove questa ipotizzava un creato completamente distinto dal suo creatore, con la Terra e l’uomo al suo centro. Quella di Bruno era una visione più esaltante dell’immanenza, secondo cui il creatore si riverbera nel creato che come esso è infinito. Una sorta di panteismo in salsa giudaico-cristiana. Il modello eliocentrico si sposava alla perfezione con questa convinzione e per questo lo abbracciò, insieme al principio di infinità dell’universo che invece non rientrava nelle teorie copernicane.
Costretto a lasciare l’Italia per i sospetti di eresia che già si diffondevano sul suo conto, dopo che aveva incautamente manifestato dubbi sul dogma della Trinità, Bruno viaggiò per l’Europa entrando in contatto con ambienti luterani e calvinisti, aderendo per un periodo di tempo a quest’ultima confessione. Tuttavia nemmeno le Chiese riformate si adattavano alla sua filosofia ed egli riuscì perfino a essere scomunicato da tutt’e tre le confessioni cristiane. Un vero record. Ma anche una conferma del fatto che Bruno non rigettava tanto la religione in sé, quanto quelle religioni che in quel determinato contesto storico esprimevano una dottrina da lui non condivisa.
Di fatto Bruno ambiva a diffondere la sua personale idea di religione, il che è molto diverso dal diffondere, come molti pensano abbia fatto, il libero pensiero. Più che essere un libero pensatore, Bruno era un “eteropensatore”, nel senso che il suo obiettivo era di sicuro quello di riformare il pensiero diffuso ai suoi tempi, ma non c’è nessuna evidenza che volesse anche affermare la libertà di pensiero. La libertà del suo pensiero certamente sì, ma non è la stessa cosa. Lui era e rimaneva un mistico, per lui la religione aveva una sua funzione sociale educatrice positiva e andava quindi affermata come mezzo di controllo delle masse. Non certo una posizione da laico.
Rimane il dato indiscutibile che Bruno, ancorché non difensore del pensiero libero, è comunque stato vittima del pensiero unico imposto con ogni mezzo da una Chiesa che ancora oggi non riesce a liberarsi dalle sue velleità totalitariste; celebrare il ricordo di Giordano Bruno ha quindi perfettamente senso in chiave anticlericale, intesa come denuncia di un clero oppressore, ma non ha nessun senso in chiave laica. Wojtyla, nel quadricentenario della morte del filosofo campano, ha affidato al cardinale Sodano il compito di esprimere la posizione attuale della Chiesa cattolica che può essere così sintetizzata: nessuna riabilitazione per Bruno, nessuna condanna per i suoi carnefici, dispiacere per l’accaduto. Ma stiamo parlando della stessa Chiesa che ha avuto bisogno di quattro secoli per riabilitare Galileo (senza allo stesso tempo condannare chi lo costrinse alla pubblica abiura) e di appena qualche anno in meno per bollare la scienza come religione dogmatica da tenere separata dallo Stato.
Massimo Maiurana
Nella mia citta,Bologna, il Prof. Massimo Mancini O.P. Professore stabile di Storia della Chiesa – Facoltà Teologica del Triveneto (PD) e incaricato nella FTER Bologna(e’ un frate domenicano),sta tenendo un ciclo di 4 conferenze dal titolo :
“Inquisizioni : un male necessario ?”
(Notare il punto interrogativo e la garanzia di larghezza di vedute che implica).
Chi fosse interessato puo’ trovare le registrazioni qui:
http://www.sitabologna.it/?portfolio=le-inquisizioni-un-male-necessario-4-lezioni-a-cura-del-prof-massimo-mancini
Visto che la logica della chiesa cattolica è quella del potere e della cura dei propri interessi, spacciati per verità spirituali, l’inquisizione per lei è sicuramente un male necessario. Il fine giustifica i mezzi in un sistema dittatoriale e senza l’inquisizione, col conseguente terrore e la repressione (non misurati solo dal numero di morti) e senza la persecuzione delle eresie (definendo come eresie tutto ciò che mette in discussione il potere della casta dominante) la chiesa cattolica si sarebbe divisa in tante religioni differenti con danno per il suo potere politico ed economico. D’altronde è sin dalla sua nascita che varie correnti di potere si sono combattute tra di loro e quella più forte si è preoccupata di far fuori la concorrenza e di stabilire il riferimento di “verità”. L’inquisizione fa quindi parte della lotta del gruppo dominante per mantenere il suo potere politico ed economico ed i suoi privilegi, nascondendosi dietro la “tutela della verità”.
Se si va a vedere su varie questioni la chiesa non ha mai fatto veramente marcia indietro sconfessando il suo passato, ma ha cercato di trovare attenuanti o giustificazioni (tipo con Galileo sarebbe stata indotta in errore e con Giordano Bruno sarebbe colpa sua di averla obbligata ad una scelta oggi raccontata come dolorosa per reprimere un “pericoloso anticristiano” e lo stesso Lutero avrebbe provocato una rottura non voluta). Se le cose fossero andate diversamente dal punto di vista politico anche di Martin Lutero oggi si parlerebbe come di Giordano Bruno, Jan Hus e Galileo. Ed anche il riformatore Lutero non era certo favorevole al libero pensiero, anche se oggi c’è chi lo indica come tale.
A ben vedere la posizione attuale, dietro alle parole di convenienza e di facciata, è che in realtà certe cose oggi non le fanno più non perché sono sbagliate, ma perché i tempi non lo consentono più, i fedeli non capirebbero, oggi usano altri metodi, ecc.
Io sono convinto che la Chiesa abbia fatto fuori più persone che sapeva avessero ragione che persone che pensava avessero torto. 🙂
Il vescovo inquisitore (Ugo Tognazzi) dice al fratino(Alberto Sordi):
“La nostra missione e’ difficile,ma l’importante e’ ricordare che stiamo sempre dalla parte del giusto!”
“Anche quando sbagliamo ?” Chiede timidamente l’altro .
“Soprattutto quando sbagliamo. E’ facile essere dalla parte del giusto quando si ha ragione!”
“Cos’e’ eccellenza,un dogma ? ……..
Da “Nell’anno de l Signore”,di Luigi Magni,anno 1969.
Un vero esempio di grande cinema italiano,irripetibile.
La genialata della chiesa sta nell’aver inventato il peccato e, contemporaneamente, l’assoluzione. E verso sé stessi sono sempre stati molto indulgenti.
Poi hanno anche inventato l’escamotage del ”braccio secolare”, tramite il quale potevano assassinare chiunque scaricando la colpa su altri: ma a chi ubbidiva il braccio secolare nello stato di cui la chiesa aveva il potere assoluto?
Nel 1520, Papa Leone X certificò, in una bolla, che “è un’eresia insegnare o credere che bruciare gli eretici sia contrario alla volontà dello Spirito Santo”……
Federico II di Germania (1194-1250), descritto come un “prodigioso trasformatore di cose” e “stupore del mondo”, noto per le sue lotte con il papato, venne scomunicato per aver enunciato nel 1230 un decreto che autorizza la dissezione del corpo umano, poiché le dimostrazioni si facevano, fino a quest’epoca, sul maiale o sul cane…..
NB Se accettiamo una prospettiva storica di fonte affidabile, le cose cambiano radicalmente : il santo diventa un profanatore fanatico disposto a fare qualsiasi cosa per far trionfare la sua fede sugli altri. Per il fanatico cristiano, le altre religioni sono ridotte a superstizioni ingenue che è importante eliminare –con diverse strategie, a volte eccessivamente crudeli- a tutti i costi….
E, la barca va….
Che Bruno non ammettesse libertà di pensiero è una congettura dell’autore o fa riferimento a qualche scritto?
La questione andrebbe ribaltata: chi dice che Bruno sosteneva il libero pensiero lo fa perché ha dei riferimenti o per mera congettura? Perché i dati sono che all’epoca il libero pensiero non era molto comune (eufemismo) e che Bruno era una persona diversamente religiosa, tanto che Yates ha dimostrato che era un ermetico e Tocco ha contestato la definizione di Bruno quale martire del libero pensiero, sostenendo invece che lui vedesse la religione come necessaria per il controllo sociale. È risaputo che Bruno credesse nella magia e qualcuno sostiene che si ritenesse in possesso di doti magiche.
Insomma, dato il contesto e date le notizie arrivate, Bruno è un sostenitore del libero pensiero tanto quanto lo era Lutero. Si può dire che non aderiva al pensiero comune, ma è diverso dal dire che credeva nel libero pensiero. Io posso dire di una persona che crede negli ideali di destra e che è contro la sinistra, ma l’una non implica l’altra.
Infatti quello che ho detto io non è che Bruno non ammetteva il libero pensiero. Io ho detto che “ambiva a diffondere la sua personale idea di religione, il che è molto diverso dal diffondere, come molti pensano abbia fatto, il libero pensiero”.
Anche Newton credeva nella magia, ma non per questa si può dire che fosse contrario al metodo oggettivo scientifico, il fatto che Bruno fosse un mistico non vuol dire che fosse contrario alla libertà di espressione, in automatico dico, è un filosofo che ha lasciato un po’ di cose scritte, mi chiedevo se si facesse riferimento a qualche passo in particolare.
Ho letto un po’ di articoli di detrattori cattolici del “filosofo panteista morto in un incendio” che insistevano sulla sua intolleranza e violenza verbale ed indubbiamente le frasi e affermazioni riportate sono forti. Però, vengono riportate completamente decontestualizzate, senza riportare ciò che gli altri affermavano e dicevano e ciò con cui si è scontrato Giordano Bruno. Non va dimenticato che Giordano Bruno ha conosciuto varie facce del cristianesimo ed eravamo in piena controriforma e riforma con anche duri scontri e polemiche in campo protestante e lotte per affermare nuove concezioni religiose e filosofiche (tipo la teoria copernicana). E’ un po’ difficile essere tolleranti con gli intolleranti ed indubbiamente il cristianesimo dominante in Europa ed affermatosi con la violenza e repressione, come in genere i monoteismi, ha nel suo DNA l’intolleranza: ho letto che ancora nel 1929 all’epoca dei Patti Lateranensi il papa ed i cattolici volevano la rimozione della statua dedicata a Giordano Bruno e l’erezione al suo posto di una cappella di espiazione al cuore santissimo di Gesù. Fu lo stesso Mussolini ad opporsi.
Va detto che è rischioso leggere certi personaggi storici con categorie di pensiero moderne, così come quando certi personaggi assurgono a simbolo si finisce inevitabilmente col farne una lettura idealizzata e mitizzata e più basata sugli effetti che spesso non sono in sintonia col pensiero o la volontà del personaggio (penso per esempio al caso Lutero e riforma). Indubbiamente l’uccisione di Giordano Bruno si è ritorta contro la chiesa cattolica dimostrandone la violenza e l’intolleranza, alienandole molte simpatie e stimolando molti a ribellarsi. Non è un caso che ancora oggi faccia fatica a confrontarsi con tale storia e cerchi giustificazioni e minimizzazioni.