Il Mef pubblica dall’anno scorso i dati dell’8×1000 allo Stato con la ripartizione delle varie tipologie di intervento. Cresce la volontà di un utilizzo laico dell’8×1000 statale. Ma c’è sempre il rischio che il governo cerchi di indirizzarlo in senso più clericale, ha sottolineato il segretario Uaar Roberto Grendene sul numero 5/2023 di Nessun Dogma. Per leggere la rivista associati all’Uaar, abbonati oppure acquistala in formato digitale.
L’appuntamento di mezz’estate dell’Uaar: ministero delle finanze e 8×1000
Se da una parte la presenza degli attivisti nel periodo estivo si allenta, c’è una questione che proprio in questo periodo è al centro delle attenzioni della nostra associazione. Da qualche anno a questa parte, infatti, a luglio c’è un appuntamento fisso per l’Uaar. Occorre tener d’occhio il ministero dell’economia e delle finanze, che sceglie il periodo estivo per pubblicare i dati delle scelte dell’8xmille aggiornati alle dichiarazioni dei redditi presentate l’anno precedente. Anche questa volta una nuova crepa ha intaccato il clericale meccanismo che sottrae ingenti risorse alla fiscalità generale per arricchire le casse della Cei.
Con il nostro comunicato 8xmille: nuovo brutto colpo per le casse della Chiesa abbiamo commentato l’ennesimo calo di firme per la chiesa cattolica (205 mila in meno) e l’aumento di scelte “Stato” (84 mila in più). Concreti segnali della secolarizzazione che avanza, con una parte del merito che va anche all’impegno profuso dal 2007 dalla nostra associazione con la campagna Occhiopermille.
In dieci anni siamo passati dal 36,75% di contribuenti che firmava per la Cei all’attuale 27,93%, che tramite il diabolico sistema della redistribuzione delle scelte inespresse faceva sì che i vescovi incassassero l’80,22% della torta, mentre oggi si fermano al 69,52%. Ancora troppo, certamente, ma intanto i dati aggiornati dicono che in un solo anno il bottino per i vescovi è diminuito di oltre cento milioni, passando da 1,111 a 1,002 miliardi di euro.
Per la prima volta pubblicate le scelte di chi ha preferito lo Stato
All’Uaar non è sfuggita un’importante novità nei dati pubblicati dal Mef lo scorso luglio: per la prima volta sono state diffuse le informazioni sulle scelte relative alle singole tipologie di intervento indicate dai contribuenti che scelgono “Stato”. Nelle dichiarazioni presentate nel 2020 (primo anno in cui era possibile indicare espressamente una delle cinque tipologie previste dalla legge che regola l’8xmille, la 222/1985) quasi la metà delle preferenze espresse (49%) è andata all’edilizia scolastica, a seguire gli interventi per far fronte alle calamità naturali (22%) e alla fame nel mondo (13%), infine per la conservazione dei beni culturali (12%) e per l’assistenza ai rifugiati (4%).
La concreta possibilità di scegliere la tipologia di intervento nell’8xmille statale e il conseguente rispetto delle scelte espresse dai contribuenti (già invocato a più riprese dalla Corte dei conti) hanno avuto effetti positivi. Per illustrarli abbiamo analizzato i dossier pubblicati negli ultimi anni dagli uffici dei servizi studi di camera e senato, l’ultimo dei quali lo scorso 27 febbraio (Ripartizione della quota dell’otto per mille dell’Irpef per il 2021 relativo alle dichiarazioni presentate nel 2018 per i redditi del 2017) e abbiamo prodotto alcuni grafici. Spiccano tre risultati: l’aumento quantitativo del gettito, la rilevanza finalmente assunta dai fondi utilizzati secondo le scelte del contribuente e l’aspetto qualitativamente laico di tali scelte.
Lo dicono i numeri: cresce la volontà di un utilizzo laico dell’8×1000 statale
Il primo risultato è evidente: si passa da 175,6 milioni di euro per l’8xmille statale della ripartizione 2018 ai 330,4 spettanti per la ripartizione 2023. Il secondo merita una spiegazione. Circa 140 milioni di 8xmille statale vengono destinati ogni anno a undici scopi stabiliti da leggi varate fino al 2016; le più rilevanti di queste erosioni sono per la flotta aerea della Protezione civile (64 milioni) e per il riequilibrio finanziario degli enti locali (35,8 milioni). Non è finita. Su ciò che resta il 20% viene assegnato all’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo. Dopo queste decurtazioni operate in deroga alle previsioni della legge 222/1985 poteva pure capitare che non rimanesse nulla, cosa che accadde ad esempio per il 2011 e il 2012.
La nostra rappresentazione grafica mostra invece che dalla ripartizione 2018 la componente rimanente – quella davvero destinata a interventi per fame nel mondo, calamità naturali, edilizia scolastica, assistenza ai rifugiati e beni culturali, come stabilito dalla legge 222/1985 e su cui il contribuente è chiamato a decidere – cresce costantemente fino a costituire per la ripartizione 2023 il 47% dei 330,4 milioni totali.
Difficile a questo punto escludere un nesso tra la possibilità del contribuente di indicare la specifica tipologia di intervento e la crescita del gettito dell’8×1000 statale. Il balzo in avanti più evidente si ha tra la ripartizione 2022 e quella 2023, e quest’ultima si riferisce alle dichiarazioni presentate nel 2020, ossia il primo anno in cui nel modello 730 compare la casellina che permette di scegliere tra le opzioni: «1 – Fame nel mondo; 2 – Calamità naturali; 3 – Edilizia scolastica; 4 – Assistenza ai rifugiati; 5 – Conservazione di beni culturali».
È ragionevole trarre anche un’altra conclusione esaminando dal punto di vista qualitativo le percentuali di scelte tra le opzioni disponibili. Risulta infatti una prevalente volontà dei contribuenti verso forme di utilizzo laico dell’8xmille statale. L’edilizia scolastica raccoglie la metà delle preferenze espresse e gli interventi per far fronte alle calamità naturali quasi la metà delle rimanenti.
Sono le tipologie di intervento che teoricamente presentano il minor rischio di produrre finanziamenti a organizzazioni filo-religiose o a edifici di culto. Le scuole a cui si fa riferimento sono infatti per legge “di proprietà pubblica” e gli interventi finanziati negli ultimi due anni per le calamità naturali sono tutti a favore di Comuni per opere di risanamento idrogeologico del territorio.
Il governo Meloni è al lavoro. Cosa potrà andare storto?
Se emerge chiaramente voglia di laicità da parte dei contribuenti è altrettanto vero che non si può star tranquilli finché l’8xmille non sarà abolito. Non a caso l’Uaar non indica cosa scegliere, ma cerca di informare scovando e analizzando i dati a disposizione, come ha fatto in questi mesi, e invita a decidere con la propria testa.
Cosa potrebbe ad esempio andare storto nel processo di miglioramento laico dell’8xmille a gestione statale riscontrato negli ultimi anni? Sono già in vista i bastoni che potranno infilarsi tra le ruote, con il governo Meloni che si è posto l’obiettivo di sottrarre fondi per sovvenzionare progetti per il «recupero dalle tossicodipendenze e dalle altre dipendenze patologiche».
Un fronte su cui vigilare nei prossimi mesi, perché l’appetito che verrà placato sembra essere quello degli esponenti della sussidiarietà clericale riuniti a Rimini alla kermesse di Comunione e Liberazione, alla quale a fine agosto hanno partecipato il presidente della Repubblica, undici ministri e sette presidenti di Regione, aggiudicandosi con pieno (de)merito l’ultima clericalata assegnata dall’Uaar in questi due mesi di attività.
Roberto Grendene
Per saperne di più: occhiopermille.it
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“… il governo Meloni che si è posto l’obiettivo di sottrarre fondi per sovvenzionare progetti per il «recupero dalle tossicodipendenze e dalle altre dipendenze patologiche»…”
…cioè: recuperare tossicodipendenti per indirizzarli verso un’altra dipendenza patologica.