Buone novelle laiche

Non solo clericalate. Seppur spesso impercettibilmente, qualcosa si muove. Con cadenza mensile vogliamo darvi anche qualche notizia positiva: che mostri come, impegnandosi concretamente, sia possibile cambiare in meglio questo Paese.

La buona novella laica di marzo è il pronunciamento della Corte Costituzionale che consente anche alle persone single di adottare bambini dall’estero. Con la sentenza n. 33 depositata il 21 marzo, la Consulta ha dichiarato incostituzionale l’articolo 29-bis, comma 1, della legge n. 184 del 1983 nella parte in cui non considerava le persone non sposate tra coloro che possono accedere alle procedure di idoneità per adottare un minore residente all’estero. Finora questo tipo di adozione era consentito solo alle coppie sposate da almeno tre anni. Il caso che ha portato al pronunciamento riguardava una donna di Firenze non sposata, che nel 2019  aveva chiesto al tribunale di Firenze di poter adottare un minore. Nel 2020 il tribunale le aveva dato torto in quanto non coniugata, chiedendo il parere della Corte Costituzionale. La presidenza del Consiglio, tramite l’Avvocatura dello Stato, si era opposta. La Consulta ha stabilito che dopo la riforma del 2012-2013 che ha abolito la distinzione tra figli “legittimi” (nati in una famiglia unita in matrimonio) e “naturali” sussiste un «unico status filiationis», cadute le differenze tra figli di coppie sposate e non. I giudici hanno aggiunto che «l’aprioristica esclusione delle persone singole dalla genitorialità adottiva non è un mezzo idoneo a garantire al minore un ambiente stabile e armonioso».

I Giovani Democratici Abruzzo hanno protestato per il caso dellla donna che si è vista rifiutare l’accesso all’aborto dall’ospedale di Vasto, in provincia di Chieti, per l’assenza di medici non obiettori e prospettandole l’obbligo di fare prima l’ecografia e ascoltare il battito fetale. I Giovani Democratici hanno denunciato la carenza di medici non obiettori e una diffusa disinformazione: «stanno creando ostacoli concreti per le donne abruzzesi che cercano di accedere a questa pratica sanitaria, compromettendo gravemente la loro libertà di scelta e la loro salute». Il sistema sanitario della Regione deve garantire il rispetto della legge 194, «senza influenze ideologiche da parte degli operatori», hanno aggiunto: «continueremo a lottare nelle piazze e nelle istituzioni e chiediamo che si sommi l’intervento in Consiglio Regionale dei consiglieri del Patto per l’Abruzzo, per portare nelle istituzioni un caso tanto grave».

A Torino si è invertito il rapporto tra ginecologi obiettori e non obiettori, con questi ultimi ormai divenuti la maggioranza: come hanno segnalato il consigliere comunale e ginecologo Silvio Viale e il coordinatore torinese di +Europa Andrea Turi, gli aborti si vanno stabilizzando e dal 2021 i ginecologi obiettori sono passati dal 57,5% al 42,5%, mentre i non obiettori dal 44,2% al 57,2%.

Continuano a crescere gli studenti che non frequentano l’insegnamento della religione cattolica. L’Uaar ha divulgato i dati ministeriali anche per l’anno scolastico 2023/24: la percentuale è salita dal 15,5% al 16,6% con una crescita di 68 mila studenti rispetto all’anno scolastico precedente. A Firenze la maggioranza (51,5%) non frequenta l’RC, mentre in Comuni quali Bologna, Aosta, Biella, Mantova si supera il 40%, e il 30% a Brescia, Trieste e Torino. Ci sono invece pochi studenti che non si avvalgono, inferiori al 3%, a Taranto, Benevento e Barletta. Le province dove è più alta la percentuale di coloro che scelgono le alternative all’IRC sono quelle di Firenze (39,79%) e Bologna (38,15%), mentre quelle con il dato più basso sono Napoli (2,93%), Barletta-Andria-Trani (2,13%) ed Enna (1,99%). La Regione con più non avvalentesi è la Valle d’Aosta (32,53%), seguita da Emilia Romagna (29,33%) e Toscana (29,01%). Nel Nord Italia circa un quarto non sceglie IRC in Liguria, Piemonte, Lombardia e Friuli Venezia Giulia. Nel Centro Lazio e Umbria arrivano al 15%, mentre Sardegna e Abruzzo al 10% e il Sud sotto il 5%.

Alcune forze politiche hanno espresso solidarietà alla scuola media “Agli Angeli” di Verona che è stata criticata dalla destra clericale anti “gender” per aver sanzionato uno studente di tredici anni il quale, pur di non passare per una scala dipinta con colori arcobaleno in quanto contrario alla comunità lgbt, si è aggrappato alla ringhiera. In una nota, +Europa ha chiarito: «Una società democratica fondata sulla libertà, sul rispetto, sull’inclusione e soprattutto sula democrazia, non può vedere un’integrazione a metà. L’integrazione e il rispetto per tutte le diversità, deve essere a 360 gradi a prescindere da etnia, religione, orientamento affettivo o identità di genere». Dal canto suo l’assessore ai diritti del Comune di Verona Jacopo Buffolo ha affermato: «La scuola educa al rispetto, non all’odio. Da oggi si sta provando a sollevare un caso intorno a un episodio scolastico che, più che aprire un dibattito reale, sembra costruito su una narrazione strumentale. La scuola è il luogo in cui si impara a convivere, a rispettare le differenze e a costruire una società più giusta. Nessun percorso educativo può essere neutrale di fronte alla discriminazione o all’odio. Esprimere la propria opinione è un diritto, ma questo non significa poter mettere in discussione i diritti e la dignità altrui. Il confronto e il dibattito sono fondamentali, ma non possono trasformarsi nell’accettazione di posizioni escludenti o discriminatorie. Parlare di “propaganda” per una scala su cui sono scritte parole come accoglienza, pazienza, altruismo, empatia, rispetto è un paradosso. Questi sono valori universali, fondamentali in qualsiasi contesto educativo. Se qualcuno oggi vede in queste parole un pericolo, forse il problema è nella sua idea di società, non nella scuola. Negare l’importanza dell’educazione al rispetto significa aprire la strada a discriminazioni e violenze. Il vero pericolo non è un’istituzione scolastica che trasmette valori di convivenza, ma una politica che strumentalizza i più giovani per alimentare divisioni».

Anche un’altra scuola media di San Bonifacio, sempre nel veronese, ha subito attacchi per la presenza di una rampa di scale dipinta con colori arcobaleno e scritte riguardanti accettazione e tolleranza. La preside Vilma Molinari ha risposto al sindaco Fulvio Soave (Fratelli d’Italia) – che “suggeriva” di uniformare il colore dei gradini per «evitare di suscitare reazioni di non condivisione» in quanto la decorazione sarebbe «collegabile a specifiche ideologie» – chiarendo che i colori scelti non hanno riferimenti ideologici e sono presenti anche in altre scuole, che una colorazione uniforme potrebbe d’altronde essere sgradita a qualcuno e aprire discussioni sulle tonalità da scegliere, e di non aver ricevuto alcuna lamentela. La preside ha invitato il sindaco a considerare altre priorità come «la manutenzione degli edifici, la sicurezza degli alunni, la disorganizzazione dei trasporti, di cui in quest’ultimo periodo non ho avuto il piacere di constatare considerazione né da parte Sua né da parte di altri rappresentanti della Sua Amministrazione».

Sul caso dell’incontro con le scolaresche organizzato dal Comune di Vercelli al Teatro Civico con il prete “tiktoker” don Ambrogio Mazzai, oltre alle proteste di studenti e genitori dell’Istituto Comprensivo “Gaudenzio Ferrari” che hanno denunciato la mancanza di alternative, si segnalano anche le prese di posizione di politici e sindacati. Fabrizio Finocchi, consigliere di opposizione, ha presentato un’interrogazione per chiarire il ruolo dell’amministrazione comunale. La Cgil Vercelli Valsesia ha denunciato come un potenziale momento di crescita si sia trasformato in occasione di indottrinamento, criticando gli assessorati alle Politiche sociali e all’Istruzione che hanno ideato l’evento.

Il giudice per le indagini preliminari di Torino ha ordinato il divieto di avvicinamento di un integralista islamico alla moglie e al figlio di sette anni, sottoposti a violenze e vessazioni da una decina d’anni. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti dopo la denuncia del bambino, il padre picchiava la madre e le imponeva rigide regole religiose, sempre controllata da lui, dalla suocera o dalla cognata, oltre a stuprarla (e obbligarla all’aborto se il feto era femmina) e a impedirle di uscire non accompagnata, lavorare o imparare l’italiano. «Di fatto lui esercitava una facoltà consentita dall’Islam, di sciogliere il vincolo davanti a Dio ma senza formalizzare il divorzio, anzi, minacciando lei di non farlo e costringendola a stare con lui», scrivono i giudici riferendosi alla pratica religiosa del talaq (il ripudio islamico); la donna era costretta a subire «espressioni denigratorie e mortificanti, a subire plurime coercizioni della libertà personale e plurime percosse volte alla sua educazione, ottenuta facendo leva sulla sua sofferenza», corredate da espressioni quali «O mi obbedisci o ti ripudio» e «Allah è grande. Lei è una puttana».

La Commissione Salute dell’Assemblea regionale siciliana ha approvato un emendamento al disegno di legge 738 per l’assunzione di medici non obiettori negli ospedali della Regione, che attende quindi l’approvazione definitiva in aula. Il deputato regionale del Partito Democratico Dario Safina ha spiegato: «Questa è una battaglia di civiltà che ho portato avanti con determinazione e oggi siamo più vicini a un traguardo storico. Il nostro obiettivo è garantire la piena attuazione della legge 194 del 1978, affinché il diritto delle donne all’interruzione volontaria di gravidanza sia reale e non solo teorico. Troppe siciliane, fino a oggi, si sono scontrate con un muro di difficoltà dovuto all’altissimo numero di obiettori di coscienza nella nostra regione. Ora poniamo le basi per un sistema sanitario più equo e accessibile per tutte». In Sicilia l’85% dei ginecologi è infatti obiettore di coscienza, situazione che crea pesanti disagi alle donne che vogliono accedere all’aborto. Safina ha sottolineato che la riforma è volta ad «assicurare che ogni struttura ospedaliera della regione possa offrire questo servizio essenziale senza sovraccaricare i pochi medici non obiettori attualmente in servizio» e che «una volta assunti, i medici non potranno poi dichiararsi obiettori, pena la risoluzione del contratto. Questo garantirà stabilità ai reparti e sicurezza alle pazienti».

Il sindaco di Benevento, lo storico esponente democristiano Clemente Mastella, ha risposto agli attacchi dell’associazione nazionale esorcisti contro il festival delle streghe organizzato dal Comune per valorizzare il folklore locale. «Parlare della figura della “strega” nel nostro contesto significa anche raccontare il riscatto e la forza di tante donne ingiustamente perseguitate nei secoli», ha ricordato, aggiungendo che «da cattolico sono ben altre le diavolerie che mi preoccupano e i mercanti che profanano il Tempio. […] Evitiamo interpretazioni distorte, fraintendimenti e soprattutto cupi residui integralistici, di cui la stessa cultura cattolica si è liberata da tempo». Lo stesso Mastella ci ha tenuto poi a rimarcare le sue credenziali clericali ricordando l’opposizione al primo tentativo di riforma per riconoscere i diritti delle coppie di fatto: «Quando Prodi voleva far approvare i Dico minacciai di far cadere il suo governo, e papa Ratzinger mi telefonò per ringraziami».

In Italia continua ad aumentare la quota di matrimoni civili rispetto a quelli religiosi. Il Comune di Bologna ha pubblicato i dati delle nozze nel 2024: 811 sono avvenute in municipio, mentre solo 135 in chiesa; anche le prime nozze sono soprattutto in Comune e meno in chiesa (rispettivamente 539 e 125). Anche nella Provincia di Ferrara il dato dei matrimoni civili è alto: secondo i dati Istat 2023 si sono celebrati 1.011 matrimoni al municipio e solo 186 in parrocchia.

Diversi gruppi e comitati, guidati dal movimento per il diritto all’abitare, hanno manifestato fin sotto la sede della Regione Lazio per protestare contro il “modello giubileo”, poco attento alle esigenze della popolazione, in particolare delle fasce più disagiate.

Infine qualche buona novella laica dall’estero.

L’Alta Corte di Osaka in Giappone ha sentenziato che la mancanza di una legge che riconosca le coppie omosessuali è incostituzionale, annullando una sentenza del 2022 del tribunale distrettuale che aveva invece confermato il divieto. Si tratta del quinto tribunale che si pronuncia in tal senso, come quelli di Sapporo, Tokyo, Fukuoka e Nagoya, ma il governo non ha ancora presentato alcuna riforma.

La redazione

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