Unioni laiche e serie tv: cerimonie destrutturate ma dal gusto autentico

Sempre più spesso nelle serie tv si vedono unioni e matrimoni laici, all’insegna di autenticità, creatività e celebrazione personale dei legami. Ne parlano Micaela Grosso e Maria Pacini sul numero 5/2024 di Nessun Dogma. Per leggere la rivista associati all’Uaar, abbonati oppure acquistala in formato digitale.


Negli ultimi anni, le serie tv hanno iniziato a riflettere i cambiamenti sociali in atto, dedicando sempre più spazio alla rappresentazione di riti di unione e matrimoni laici, ciò di cui ci occuperemo in questo episodio 2 (se vi siete persi l’episodio 1 recuperate subito il numero precedente della rivista, online o cartaceo).

Matrimoni e unioni, con la loro carica emotiva e simbolica, sono terreno fertile per trame originali e fantasiose. Eppure, anche nelle serie più innovative e impensabili, sembra difficile sfuggire all’influenza del modello matrimoniale religioso.

Lo storico Alessandro Barbero, in una puntata del podcast Chiedilo a Barbero (episodio 15: Uccelli di rovo, dedicata alla castità e al celibato dei sacerdoti nella storia e alle usanze matrimoniali ai tempi di Dante) ricorda come il modello del matrimonio cristiano sia talmente radicato nel nostro immaginario collettivo da permeare anche gli scenari più fantastici, come ad esempio la celebre serie Il Trono di Spade: in un’ucronia che ricalca la società medievale, popolata da draghi, streghe e creature mitologiche, il matrimonio del re viene celebrato in un luogo molto simile a una chiesa, con tanto di altare e sacerdote che sembra molto un prete, nonostante nel contesto socio-culturale in cui si svolge la trama si venerino divinità completamente alternative a quelle cristiane.

Eppure, come sottolinea Barbero, nel Medioevo i matrimoni erano tutt’altro che cerimonie religiose: si svolgevano in contesti molto diversi e civili, senza alcuna formalità ecclesiastica. In altre parole, continuiamo a proiettare il nostro presente sul passato, anche in storie che sfidano le leggi della realtà.

Nelle serie tv in cui vengono mostrate cerimonie di unione laiche queste sono spesso presentate come momenti di grande gioia e significato, alla pari dei matrimoni religiosi. I riti di unione, infatti, non sono solo semplici cerimonie formali, ma diventano spesso il fulcro di momenti specifici e importantissimi, ai fini della trama. Le celebrazioni, di fatto, possono mettere in luce le dinamiche relazionali tra i partner, le pressioni familiari e sociali, e i conflitti interni dei protagonisti.

Il matrimonio, da sempre dipinto come il giorno più bello, il sogno perfetto, subisce talvolta una rivoluzione nel grande e piccolo schermo. Modern Family e Friends infatti ci mostrano che la realtà è ben diversa. L’impeccabile cerimonia, con la sua coreografia millimetrata, viene messa a dura prova da imprevisti che svelano la fragilità di un modello preconfezionato.

È proprio nell’imperfetto, nel caos e nelle soluzioni creative che emergono l’autenticità e la profondità dei sentimenti dei protagonisti. Un’istantanea della vita reale, dove l’umanità, con le sue gioie e le sue fragilità, trasforma un evento stereotipato in un’esperienza unica e indimenticabile.

Modern Family, andata in onda per oltre un decennio fino al 2020, e tuttora disponibile sulla piattaforma Disney+, è una serie in grado di offrire uno spaccato autentico e divertente delle – tante – difficoltà ma anche delle gioie di una famiglia allargata e non convenzionale. Questo perché la serie ben riesce, a più riprese, ad affrontare temi delicati con leggerezza e ironia.

Il matrimonio tra Mitch e Cam, uno degli eventi centrali della quinta stagione, è un esempio perfetto di come Modern Family riesca a combinare l’aspetto comico e quello commovente. L’episodio dedicato alle nozze è una vera e propria corsa a ostacoli, un susseguirsi di imprevisti e contrattempi che mettono a dura prova la pazienza degli sposi e dei loro familiari.

La sede iniziale del matrimonio viene resa inagibile a causa di un incendio nelle vicinanze e come se non bastasse Sal, la persona che doveva celebrare la cerimonia, viene improvvisamente ricoverata in ospedale per un parto imminente. Phil, il padre di un’amica, si offre di sostituirla.

I due fidanzati trovano una nuova location per la cerimonia, ma l’altra coppia che aveva annullato il proprio matrimonio, liberando la location, torna sui suoi passi e decide di servirsi della sede originariamente prenotata.

Nonostante le premesse, però, è proprio attraverso queste traversie che fa il suo ingresso la forza dell’intenzione dei due ragazzi ed emerge l’unità della famiglia.

Malgrado le difficoltà, Mitch e Cam riescono a celebrare il loro matrimonio in un’atmosfera intima e gioiosa, circondati dalle persone che amano. Perfino Jay, padre di Mitch, inizialmente diffidente nei confronti dell’omosessualità del figlio, si evolve nel corso della serie e diventa un alleato fondamentale per la buona riuscita della cerimonia, trovando una location improvvisata perfetta e accompagnando il figlio all’altare.

L’episodio del matrimonio di Mitch e Cam rimarca l’importanza della personalizzazione dei riti, anche quando le cose non vanno come previsto. La decisione di spostare la cerimonia più volte, a causa di una serie di imprevisti, dimostra come sia possibile creare un evento unico e significativo anche in circostanze avverse.

Il finale dell’episodio è un momento di grande emozione, in cui tutti i membri della famiglia si riuniscono per celebrare l’amore dei due ragazzi.

La seconda serie tv di cui parleremo è nota, crediamo, anche alle pietre: si tratta di Friends, che racconta le vicende del celeberrimo gruppo di amici composto da Monica, Rachel, Ross, Chandler, Phoebe e Joey.

Per una decade, le peripezie dei sei coinquilini hanno fatto ridere e commuovere milioni di spettatori in tutto il mondo. Ambientata nel cuore di New York, la serie accompagna il pubblico nella narrazione delle gioie e delle difficoltà dell’amicizia, dell’amore e della vita adulta. L’amicizia, tra l’altro, passa a essere, in più casi, famiglia.

Tra i tanti momenti memorabili di Friends, c’è infatti il matrimonio di Monica e Chandler – uno degli eventi più iconici e attesi dai fan – che si trasforma però in una vera e propria commedia degli errori. La puntata costituisce, infatti, un esempio perfetto di come un evento, una cerimonia importante possa trasformarsi in un caos totale a causa di una serie di imprevisti.

Joey, inizialmente scelto come celebrante, viene trattenuto sul set di una soap opera in cui sta lavorando. A questo punto Rachel decide di ingaggiare un prete greco ortodosso che ha appena terminato una celebrazione in un’altra stanza della location. La cerimonia comincia tra gli sguardi attoniti degli invitati.

Appena cominciato il matrimonio Joey riesce, fortunosamente, ad arrivare. Per la fretta non ha con sé gli appunti, non ha un’idea chiara delle fasi, improvvisa il rito. Chi abbia visto la serie sa benissimo che, nonostante tutto, l’amabilità del personaggio passa anche attraverso la sua imprevedibile leggerezza e, in effetti, la sua nota inaffidabilità.

La scelta di un amico come celebrante può essere un’idea ponderata e affettuosa ma, in alcuni casi, può portare a delle complicazioni inaspettate. Una persona non formata, improvvisandosi celebrante, può infatti commettere degli errori.

L’episodio del matrimonio di Monica e Chandler mette in luce, poi, che anche l’evento più importante della nostra vita può essere rovinato dalla disorganizzazione. Un aspetto fondamentale di chi celebra matrimoni a livello professionale è infatti la cura messa nella pianificazione e l’impegno nell’affrontare eventuali imprevisti.

Nonostante l’improvvisazione regni sovrana, Joey riesce a celebrare l’essenza del matrimonio: lo scambio degli anelli, quasi dimenticato in mezzo al caos, le promesse pronunciate a fatica e il fatidico sì. La cerimonia, trasgredendo ogni regola, diventa uno specchio fedele dell’amicizia che lega i tre protagonisti. Dichiarazioni esilaranti, commenti fuori luogo e gesti inaspettati si intrecciano con i momenti più solenni, creando un rito unico e autentico, che riflette l’unicità del loro legame.

Le cerimonie di unione rappresentate nelle sopraccitate serie tv, proprio come talvolta accade per le torte che gli invitati consumano durante il ricevimento, sono state smantellate e riassemblate. Le cerimonie analizzate ricordano infatti quelle torte “destrutturate” in cui gli ingredienti tradizionali vengono presentati in modo inusuale, ma il sapore finale rimane inconfondibile.

Si tratta di un’usanza abbastanza in voga negli ultimi anni, che prevede la rivisitazione di una ricetta tradizionale, usando gli stessi ingredienti della ricetta tradizionale, ma con una disposizione diversa (in altre parole: stessi ingredienti e diversa struttura) che non ne altera il sapore. La consistenza subirà eventualmente un cambiamento, ma chi degusta potrà sicuramente riconoscere nella torta “Foresta nera destrutturata” il gusto caratteristico della ricetta tradizionale.

Anche se le cerimonie subiscono una sorta di “destrutturazione”, il loro senso originario, il motivo per cui esistono, resta chiaro: dichiarare e dichiararsi nuova entità sulla base del legame che unisce le persone coinvolte. L’unione è un momento di passaggio, un rito che sancisce l’inizio di un nuovo capitolo, un’alleanza, una promessa di condivisione.

Nonostante l’intrattenimento televisivo possa semplificare o persino parodiare questo momento, il suo nucleo centrale, ovvero la celebrazione dell’amore e dell’impegno reciproco, resta intatto. La spettatrice e lo spettatore, anche tra una risata e l’altra, percepiscono in modo chiaro questo passaggio, forse ricordando momenti simili della propria vita o sognando il proprio futuro. Dichiarare il proprio amore di fronte a testimoni, sancire un legame, è infatti un gesto universale che può trascendere le mode e le convenzioni sociali.

Se da un lato il mezzo televisivo banalizza questi momenti, dall’altro li rende accessibili a un vasto pubblico, alimentando forse il desiderio di esperienze autentiche e significative.

Le cerimonie laiche, essendo costruite sull’autodeterminazione, la volontà e i valori delle persone che ne sono soggetto e oggetto – magari con l’accompagnamento di una/un celebrante competente – vanno proprio incontro a questa esigenza di autenticità, unicità e densità di significato che è invece scarsamente individuabile in cerimonie religiose nelle quali il focus appunto non sono le persone, ma entità trascendenti e la consacrazione dell’unione alla divinità affinché sia conforme ai dogmi e ai precetti previsti dal culto.

La rappresentazione delle cerimonie laiche nel piccolo schermo permette (finalmente!) di raccontare le storie e le vite di chi pensa di averne una sola.

Micaela Grosso e Maria Pacini

 


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6 commenti

Diocleziano

A me pare che ci si sposi più nelle fiction che nella realtà: a giudicare dai nostri politici che allegramente si danno al concubinato, hanno figli, vorrebbero imporre il tipo di famiglia simil-cattolica salvo poi unirsi o separarsi per bazzecole tipo un fuori onda improvvido…

GBK

Le serie e i film americani hanno la fissa dei matrimoni che risultano spesso “americanate” assurde. in Europa c’e’ un po’ di sobrietá in piú. Ci sono anche svitate europee, direi ragazzette senza arte né parte, che aspirano a quanto vedono in tv e la religiositá e’ giusto una parte della coreografia generale.

RobertoV

In Europa in paesi come Austria, Francia, Belgio, Olanda, Lussemburgo, Germania l’unico matrimonio riconosciuto è quello laico-civile. Solo in un secondo tempo chi vuole può fare un matrimonio religioso che non ha valore per lo stato, ma solo per il fedele. In questo modo i matrimoni religiosi sono ormai sotto al 20 % (anche in Gran Bretagna) ed in continuo calo.
L’Italia nonostante la retorica sui matrimoni e la presenza della chiesa cattolica ha un tasso di matrimoni tra i più bassi d’Europa, con un continuo aumento dei matrimoni civili e delle convivenze.
Anche negli USA negli ultimi 50 anni i matrimoni sono calati del 60 % ed il 40 % dei bambini nasce fuori dal matrimonio, il doppio rispetto al 1980.

Mixtec

” i matrimoni religiosi sono ormai sotto al 20 % (anche in Gran Bretagna)”
Caro Roberto, pare che i principi reali possano sposarsi solo in Chiesa; d’altra parte, se una petsona è destinata ad essere Capo della Chiesa Anglicana, deve sposarsi in Chiesa; sembra che i Britannici siano in una situazione analoga all’Italia: hanno il Capo della Chiesa maggioritaria in casa, anzi forse stanno pure peggio, perchè Capo dello Stato e Capo della Chiesa coincidono: in Italia un Capo dello Stato ateo l’abbiamo avuto, gli Inglesi non possono permetterselo (e tutti gli altri Britannici di conseguenza).

RobertoV

Quello che segnali è un classico residuo del passato in cui chiesa e potere politico erano collegati strettamente , in cui il re decideva la religione del popolo e nel caso inglese è quanto di più vero visto che la religione anglicana è stata creata dal re separandosi da quella cattolica. Lo si vede anche nella camera dei lord dove oltre ad aristocratici ci sono ancora ben 26 vescovi ed arcivescovi, ma sembra che il nuovo governo intenda abolire tali privilegi e cancellare la camera dei lord. Certe cariche alla fine restano più formali che sostanziali. Dubito poi che l’attuale re possa influenzare molto il suo popolo e c’è chi parla di abolire la monarchia. Purtroppo si fa fatica a liberarsi di queste zavorre del passato, anche in altre nazioni come la Norvegia solo di recente il re non è più il capo della chiesa.
Però, per fortuna in un paese democratico la società si evolve più rapidamente e liberamente, così nel censimento del 2021 per l’Inghilterra ed il Galles i cristiani complessivamente sono scesi dal 59 al 13 % in soli 10 anni e sono cresciuti i non appartenenti ad una religione dal 25 al 37 %. Ovviamente poi bisogna vedere che cosa intendono i credenti nel dichiararsi credenti, perchè poi al lato pratico la maggior parte è tendenzialmente laica.
Noi abbiamo si avuto un capo di stato ateo, ma che andava d’amore e d’accordo con un papa come GP II.

RobertoV

Correggo, i cristiani sono scesi del 13 % dal 59 % al 46 % in soli 10 anni

Commenti chiusi.