Il cardinale Angelo Scola, patriarca di Venezia, uno degli uomini più vicini a Wojtyla e a Ratzinger, è alla vigilia della sua uscita pubblica più importante, per la festa del Redentore. L’anno scorso avanzò la proposta, anticipata in un’intervista al Corriere, di una «nuova laicità», cui in autunno dedicherà un saggio per Marsilio. Quest’anno, spiega, affronterà «un contenuto primario della nuova laicità».
Quale, patriarca?
«La libertà d’educazione. Il tema è assolutamente decisivo. Il nostro Paese ha bisogno di innovazione coraggiosa in questo ambito. Su questo diritto fondamentale occorre aprire un dialogo a tutto campo. La mia non è una perorazione per la scuola cattolica, che pure per me riveste un’importanza considerevole; né il solito lamento sulla crisi della scuola e dell’università».
Che cos’è allora?
«È un tentativo di dare qualche suggerimento, a partire dalla preoccupazione pedagogica essenziale per la Chiesa. Di avanzare una proposta che possa entrare nel dibattito culturale. Nell’ottica di una nuova laicità, che esca da un puro schema dialettico del rapporto Stato-Chiesa, e raccolga le istanze profonde di una democrazia fatta di “libertà realizzate”, credo che il Paese dovrebbe avere il coraggio di una scelta radicale per la libertà di educazione. Occorre intraprendere una nuova strada, che superi quello che costituisce il fattore di blocco del nostro sistema scolastico e universitario: il mito della scuola unica. L’espressione non è mia ma dell’americano Glenn, che l’ha studiata in vari Paesi, compreso il nostro. Per giunta, in Italia la scuola unica è scuola unica di Stato». […]
Nonostante la premessa, patriarca, molti leggeranno le sue parole come una richiesta di maggiore spazio per la scuola cattolica.
«Sarebbe una lettura miope. Superando la scuola unica e adeguando la scuola ai bisogni della società di oggi si avrebbero vantaggi molteplici: maggiore creatività pedagogica; maggiore libertà quanto ai programmi, ai contenuti, ai metodi di insegnamento; una sana e controllata emulazione; capacità di non escludere l’elemento del rigore nel perseguire l’eccellenza; maggior duttilità nell’assorbire i fenomeni di meticciato, miglior nesso col mondo del lavoro. E ci sarà libertà per tutti, poiché nessuna famiglia e scuola sarebbe costretta a pagare il diritto all’istruzione due volte, con le tasse e poi con le rette scolastiche, e a mendicare attraverso la categoria del diritto allo studio un parziale e inadeguato contributo». […]
Si può pensare anche a scuole senza l’ora di religione?
«Una scuola libera che in Italia rinunciasse all’ora di religione secondo me sbaglierebbe. L’educazione è “traditio” aperta all’ad-ventura, al futuro. Per aver cura dell’educazione, che poggia sulla traditio, non posso non considerare le traditiones. Ed in Italia il peso del cattolicesimo». […]
Il testo integrale dell’articolo di Aldo Cazzullo al cardinale Scola è stato pubblicato sul sito del Corriere della Sera