È in uscita il nuovo numero del bimestrale dell’Uaar Nessun Dogma – Agire laico per un mondo più umano. Con interviste, rubriche, recensioni per conoscere l’impegno di uomini e donne, dell’Uaar e non solo. Con uno sguardo laico umanista su temi come diritti, etica, filosofia, politica, scienza. Sessanta pagine dedicate a chi vuole cambiare il mondo per renderlo più laico, più umano, più assennato. Con gli approfondimenti e le storie che non trovate altrove.
La copertina del numero 5/2023 di Paolo Ferrarini è dedicata al sistema dell’8×1000, in particolare al modo in cui favorisce la Chiesa cattolica grazie al sistema delle quote non espresse dai contribuenti. Il giornalista Federico Tulli fa una panoramica dell’andamento dell’8×1000. La giornalista Ingrid Colanicchia parla della novità introdotta dal governo Meloni di destinare l’8×1000 statale anche al recupero delle tossicodipendenze, cosa che rischia di dirottarlo verso realtà ben poco laiche.
Per venire a questioni che vedono l’impegno diretto dell’associazione, la responsabile della comunicazione interna Irene Tartaglia ci presenta le attività del circolo Uaar di Trieste. La nostra giuria del Premio Brian anche quest’anno era alla Mostra del Cinema di Venezia per premiare un film laico: stavolta il Brian è stato assegnato al film Tatami di Zar Amir Ebrahimi e Guy Nattiv, come raccontano il presidente Paolo Ferrarini e la giurata Micaela Grosso.
In questa uscita abbiamo affrontato anche altre tematiche. La responsabile iniziative legali Adele Orioli si interroga in senso laico sulla differenza tra culto delle reliquie e vilipendio di cadavere. La portata della sentenza 161/2023 della Cassazione sulla revoca del consenso all’impianto di un embrione viene indagata dal dottor Giorgio Macellari. Sempre in tema di procreazione e dintorni, Loris Tissino ripercorre i 70 anni di storia dell’Aied (Associazione italiana per l’educazione demografica) con un’intervista all’attuale presidente Mario Puiatti. Il direttore della rivista Raffaele Carcano riflette in chiave laica sulla questione del divieto nelle scuole francesi di indossare l’abaya, abito tradizionale mediorientale promosso dagli integralisti islamici. E Valentino Salvatore affronta le polemiche intorno ai roghi del Corano in Svezia. Vi proponiamo inoltre un contributo di Conor Feehly dalla rivista New Humanist sull’importanza dell’intuizione in campo scientifico. Il chimico Silvano Fuso affronta il ricorrente mantra del presunto “declino morale”. Micaela Grosso parla poi della serie Netflix dedicata all’assedio di Waco, che vide protagonista una setta estremista. Ferrarini esplora la psicologia del disgusto e le ricadute che ha anche in campo religioso. François Hourmant, con un articolo tratto da The Conversation, spiega come il reggiseno è diventato un simbolo “politico”.
Non mancano le rubriche ricorrenti del bimestrale. L’Osservatorio laico dedicato a leggi e sentenze in Italia e all’estero, positive o negative. Impegnarsi a ragion veduta a firma del segretario Roberto Grendene per ricordare ciò che l’Uaar ha fatto e sta facendo in concreto, con un occhio di riguardo al diritto all’ora alternativa. La carrellata delle attività dei circoli sul territorio a cura del segretario Grendene e di Tartaglia. Il “giro del mondo” per rilanciare iniziative di altre associazioni laico-umaniste, del responsabile relazioni internazionali Giorgio Maone. La rassegna di studi accademici su religione e non credenza che ci presenta Leila Vismara. Le proposte di lettura per segnalare tre libri recenti che ci sono sembrati interessanti. La sezione Arte e ragione in cui Mosè Viero rilegge con sensibilità laica un’opera d’arte per ogni uscita. Infine il riflettore di Agire laico per un mondo più umano, su piccoli e grandi fatti che ci raccontano l’impegno per la laicità e i diritti nel mondo.
Vi proponiamo intanto il redazionale di questa uscita, intitolato Movimento.
«Eppur si muove», l’Italia. Sono infatti diminuiti i contribuenti che nelle dichiarazioni dei redditi degli ultimi anni hanno scelto di destinare l’8×1000 alla chiesa cattolica – anche grazie alle campagne di informazione dell’Uaar, l’unica organizzazione nazionale impegnata sul tema. Il corrispondente aumento delle firme per lo Stato ha però attirato le attenzioni del governo, che vuol mettere le mani su questo piccolo tesoretto. E anche in questo caso soltanto l’Uaar ha denunciato la manovra.
Capita di restare soli, o in ben scarsa compagnia. Accade anche di fronte alle sfide poste dall’islam. Non siamo in molti, in un’epoca di polarizzazione, ad affrontarle con piglio laico. E non certo perché siano opinioni di minoranza, tra i cittadini: però faticano a trovare qualcuno che abbia la voglia (e talvolta il coraggio) di rappresentarle. La laicità è spesso un tema “caldo”, e proprio per questo la politica lo affronta o gettando altra benzina sul fuoco, o restando nell’immobilismo più totale, quasi che qualunque mossa possa rivelarsi sbagliata.
In questo numero, invece, noi ci muoviamo tra etica e bioetica, tra intuito e ragione, tra reggiseni e reliquie, senza dimenticare il premio Brian alla mostra del cinema di Venezia. Nel perimetro dei suoi scopi sociali, l’Uaar non solo denuncia cosa non funziona nel mondo, ma agisce costantemente per mostrarne anche le luci. Contribuendo così a farlo muovere verso un futuro migliore.
Un movimento lento, spesso impercettibile ai più, persino a tanti soci. Ma chi la dura la vince, e l’impegno può davvero ottenere cambiamenti importanti.
Buona lettura!
Leila, Micaela, Mosè, Paolo, Raffaele, Valentino
La redazione
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