Il governo Meloni, con il taglio dato dal ministro della “sovranità alimentare”, vorrebbe ambire a una sorta di autarchia agroalimentare. Il rischio è frenare le innovazioni e favorire una retorica antiscientifica, ad esempio su carne coltivata e insetti per uso alimentare. Il chimico e divulgatore Silvano Fuso affronta il tema sul numero 1/2024 di Nessun Dogma. Per leggere la rivista associati all’Uaar, abbonati oppure acquistala in formato digitale.
Fin dal suo insediamento, il 22 ottobre 2022, il governo presieduto da Giorgia Meloni si è contraddistinto per aver cambiato il nome di alcuni ministeri: il ministero dell’istruzione e del merito, il ministero per la famiglia, la natalità e le pari opportunità e il ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, quest’ultimo presieduto da Francesco Lollobrigida, cognato di fatto della premier.
Cosa significhi “sovranità alimentare” non è apparso molto chiaro all’inizio. L’espressione venne originariamente introdotta nel 1996 dai membri di Via campesina, un’organizzazione internazionale non governativa di agricoltori. In seguito venne adottata da alcune altre organizzazioni internazionali. Il significato originale dell’espressione non è privo di una certa ambiguità e diverse sono le possibili interpretazioni. Ma è chiaro che essa nacque soprattutto come contrapposizione al modello neoliberale del processo di globalizzazione.
È piuttosto dubbio che siano state queste le motivazioni che hanno ispirato l’attuale governo. Appare più probabile che, per il titolare del dicastero e per l’intero esecutivo, sovranità alimentare significhi ambire a una sorta di autarchia agroalimentare che valorizzi prima di tutto i prodotti italiani, opponendosi a ogni innovazione.
Osserviamo subito che, al di là degli intenti governativi, ben difficilmente l’Italia potrà fare a meno di continuare a importare prodotti agroalimentari (soprattutto cereali). La produzione agricola nazionale infatti risente fortemente da decenni di mancati investimenti in ricerca agroalimentare e della mancata coltivazione di varietà vegetali biotech che garantirebbero produzioni più elevate (varietà che però tranquillamente importiamo).
Il ministro Lollobrigida non ha mai perso tuttavia occasione per decantare le eccellenze e i prodotti italiani, per promuovere il “sistema Italia” nel mondo e, in quest’ottica, vanno interpretati alcuni suoi provvedimenti.
Il 3 gennaio 2023, la Commissione europea ha pubblicato il Regolamento di esecuzione Ue 2023/5 (entrato in vigore il 24 gennaio 2023) che ha autorizzato l’immissione sul mercato della polvere parzialmente sgrassata di Acheta domesticus (farina di grillo domestico) per fini alimentari. Tuttavia già in precedenza, nel giugno 2021, era entrato in vigore il Regolamento di esecuzione Ue 2021/882 che autorizzava l’immissione sul mercato della larva di Tenebrio molitor (tarma della farina) essiccata.
Nel marzo 2023 il ministro Lollobrigida ha firmato quattro decreti che riguardano altrettante diverse farine derivanti da insetti. Come lui stesso ha dichiarato in una conferenza stampa congiunta insieme al ministro delle imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, e a quello della salute Orazio Schillaci: «Ci si può nutrire di quello che più si ritiene idoneo ma, per quanto riguarda la farina di grillo, locusta migratoria, verme della farina e larva gialla, pensiamo serva un’etichettatura che specifichi in modo puntuale e visibile quali prodotti hanno derivazione da questi insetti» [1].
Oltre all’etichettatura specifica il ministro ha anche previsto delle scaffalature apposite in cui sia visibile la provenienza e ben separate da quelle di altri alimenti. Il tutto per rafforzare la capacità di discernimento delle persone e consentire loro di scegliere, dopo adeguata informazione.
Ben vengano la trasparenza e l’informazione. Tuttavia quest’ultima dovrebbe essere completa. Bisognerebbe, ad esempio, dire che nel mondo il consumo alimentare di insetti (entomofagia) è diffuso in molti Paesi, come l’America centrale e meridionale, l’Africa, l’Asia, l’Australia e la Nuova Zelanda. Inoltre la stessa Fao (Food and Agriculture Organization of the United Nations), già in uno studio del 2013 [2], ha indicato gli insetti come una fonte di cibo ancora poco sfruttata nel mondo occidentale.
Inoltre occorrerebbe informare i consumatori che la farina di grillo è un’ottima fonte proteica: possiede infatti una media di oltre il 65% di proteine ad alto valore biologico, risulta ricca di fibre, calcio, vitamina B12, ferro, fosforo e sodio. Infine gli alimenti a base di insetti potrebbero rappresentare una strada per cercare di diminuire l’impatto ambientale degli allevamenti di bestiame.
A proposito di questi ultimi, vi è un’altra promettente innovazione tecnologica che potrebbe contribuire a ridurli. Innovazione però che il ministro Lollobrigida e la sua maggioranza hanno subito visto come il fumo negli occhi e contro la quale hanno intrapreso una feroce battaglia preventiva. Si tratta della carne coltivata, impropriamente chiamata (con chiaro intento dispregiativo) “carne sintetica” dai suoi oppositori.
Osserviamo innanzitutto che, per quanto riguarda gli insetti, esistendo già una regolamentazione europea, il ministro non ha potuto impedirne la commercializzazione nel nostro Paese e si è dovuto quindi limitare a proporne l’etichettatura e le scaffalature distinte. Per la carne coltivata, viceversa, l’Unione europea non si è ancora pronunciata e quindi il ministro ha potuto dar libero sfogo alla sua contrarietà, facendosi promotore di un’iniziativa legislativa finalizzata alla sua totale proibizione.
Già il 17 novembre 2022, rispondendo a un question time svoltosi al senato, e commentando il via libera dato dalla Food and Drug Administration al consumo umano di carne coltivata negli Stati Uniti, Lollobrigida affermò: «Garantisco che finché saremo al governo sulle tavole degli italiani non arriveranno cibi creati in laboratorio». E aggiunse: «Desidero sgomberare il campo da qualsiasi equivoco: il governo è contrario a cibo sintetico e artificiale e ha intenzione di contrastare in ogni sede questo tipo di produzioni» [3]. Esattamente dopo un anno, il 16 novembre 2023, la camera dei deputati ha approvato in via definitiva, con 159 voti a favore, 53 contrari e 34 astenuti, il disegno di legge che vieta la produzione e la commercializzazione di carne coltivata.
Già dal punto di vista puramente giuridico l’approvazione della legge ha presentato aspetti molto discutibili. Come hanno efficacemente dichiarato Marco Cappato, tesoriere dell’associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica e Lorenzo Mineo, coordinatore delle attività internazionali della medesima associazione: «Il governo ha compiuto un vero e proprio pasticcio istituzionale su questo provvedimento. Non solo ha proposto un divieto preventivo su produzione e immissione in commercio di carne coltivata, prima ancora che si sia pronunciata l’autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa). L’Italia ha anche inviato, e pochi mesi dopo ritirato, la notifica che ogni Paese Ue è chiamato a condividere in via preventiva con Bruxelles quando vengono approvate leggi che ostacolano la libera circolazione delle merci.
E lo ha fatto giustificandosi con la possibilità di una modifica della legge. Eppure di modifiche nel testo in votazione alla camera non c’è traccia: tutto lascia intendere che il governo, consapevole della bocciatura al disegno di legge che sarebbe arrivata dall’Ue, abbia cercato di bypassare il controllo preventivo sul provvedimento, ritirando la notifica. […] Del resto l’unico effetto concreto di questo provvedimento è che se l’Unione europea approvasse la commercializzazione di carne coltivata, con il mercato unico il divieto italiano non impedirebbe ad altri Paesi Ue di esportarla da noi. A pagarne il prezzo saranno soprattutto le imprese italiane, costrette a rinunciare alla produzione e scoraggiate a investire nella ricerca. Complimenti ai difensori del made in Italy!» [4].
Lo stesso presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha firmato la legge, ma a condizione che venisse avviata una procedura di notifica alla Commissione europea, che avrà la facoltà di formulare osservazioni in merito.
La carne coltivata (così come i derivati proteici di insetti) sono esempi di cosiddetti “nuovi alimenti” (novel food), come vengono definiti da Bruxelles. L’iniziativa legislativa, tanto voluta da Lollobrigida, deve essere notificata a Bruxelles al pari di qualunque altro progetto di legge. Essa infatti potrebbe ostacolare gli scambi commerciali all’interno del mercato unico europeo. Se Bruxelles si pronunciasse in questo senso, si potrebbe arrivare a una procedura di infrazione nei confronti dell’Italia.
Il 16 novembre 2023 poi, in concomitanza con l’approvazione della legge, si è verificato uno squallido episodio di arroganza e violenza nella piazza antistante palazzo Chigi.
Alcuni parlamentari di +Europa, che stavano pacificamente manifestando contro l’approvazione della legge sulla carne coltivata, sono stati fisicamente aggrediti dal presidente dell’associazione Coldiretti Ettore Prandini, politicamente molto vicino all’attuale maggioranza. Al grido di «Delinquenti! Delinquenti!», Prandini ha cercato di mettere le mani addosso al deputato Benedetto Della Vedova, rimasto illeso solo grazie all’intervento delle forze dell’ordine.
È piuttosto significativo infatti che nella rissa scoppiata davanti a palazzo Chigi l’aggressore non fosse lo sconfitto, bensì il vincitore, che aveva appena visto approvata una legge da lui tanto voluta. Insomma una sorta di “vae victis!” che privilegia la forza al diritto e al confronto democratico. (Ad aumentare la tristezza della giornata del 16 novembre anche l’imbarazzante astensione, durante la votazione della legge, dei deputati del Partito Democratico).
Al di là degli aspetti giuridici e procedurali, quello che lascia molto perplessi è il carattere totalmente antiscientifico e oscurantista del provvedimento contro la carne coltivata. Contro di essa è stata infatti costruita una campagna denigratoria del tutto priva di ogni base scientifica. Principale promotrice di tale campagna è stata proprio la citata associazione Coldiretti.
In un volantino diffuso dall’associazione [5] viene fatto un largo uso delle immagini, comparando il “cibo naturale” con quello “sintetico” [6].
Le immagini associate al cibo sintetico comprendono una sorta di impianto chimico industriale, con sversamenti in ambiente, una ricercatrice che mostra preoccupanti fumi che fuoriescono da una beuta da laboratorio e un operatore con maschera e tuta con simbolo di operazioni nucleari. Tra le immagini compare anche il simbolo del teschio con le ossa e altri pittogrammi associati a frasi di rischio per sostanze pericolose e radioattive.
Nelle immagini associate al “cibo naturale” compaiono invece paesaggi agresti e operatori agricoli sorridenti.
Sotto le immagini compaiono poi diverse frasi. Sotto quelle del “cibo naturale” si legge:
- È fatto dalle persone per le persone usando bene tecnologia e innovazione
- Tutela l’ambiente e lo straordinario paesaggio rurale
- Unisce gusto, salute, identità e storia
- La dieta mediterranea è uno stile di vita e patrimonio dell’umanità Unesco
- È il primo vettore di prossimità che crea legame con il territorio e coesione sociale
- Sostiene la biodiversità e la valorizzazione delle risorse naturali
Sotto le immagini del “cibo sintetico” si legge invece:
- È prodotto in un bioreattore da cellule impazzite
- È dannoso per l’ambiente: consuma più energia e inquina di più
- È rischioso per la salute umana
- Limita la libertà dei consumatori e omologa le scelte sul cibo
- Favorisce gli interessi di pochi che vogliono monopolizzare l’offerta di cibo nel mondo
- Spezza lo straordinario legame che unisce cibo e natura
Sia le immagini che le frasi usate da Coldiretti sono false, tendenziose e forniscono al pubblico una pessima informazione. Se si vuole adottare un approccio razionale è infatti assolutamente necessario partire da dati e informazioni attendibili. Quelle fornite da Coldiretti non lo sono affatto. Intanto la frase «È fatto dalle persone per le persone usando bene tecnologia e innovazione» può valere per qualsiasi cosa, compresi i prodotti biotech, e non ha alcun senso limitarla alla produzione di “cibo naturale”.
Nella produzione del cibo sintetico poi non si parte affatto da cellule impazzite: si parte da cellule staminali che non sono affatto tali! Si usa, è vero, un bioreattore. Ma si chiama così qualsiasi contenitore in cui avvengano processi che utilizzino cellule o microrganismi. Anche una comune botte dove fermenta il mosto o una yogurtiera possono essere considerati a tutti gli effetti bioreattori. Nella produzione del cibo sintetico non si usano sostanze radioattive, non si utilizzano processi inquinanti e dannosi per l’ambiente, non si consuma più energia, eccetera.
Inoltre, allo stato attuale delle conoscenze, non vi è alcuna evidenza che il cibo prodotto partendo da cellule staminali sia rischioso per la salute umana. La sua composizione infatti è praticamente uguale a quella del corrispondente cibo “naturale”.
Riguardo alla “libertà dei consumatori” e alla presunta “omologazione delle scelte sul cibo”, beh, non si capisce proprio perché le innovazioni tecnologiche dovrebbero portare a queste conseguenze. Nessun consumatore sarà obbligato a consumare carne coltivata. Casomai sono i divieti auspicati da Coldiretti e dall’attuale maggioranza di governo a limitare la libertà. Anche il presunto “straordinario legame che unisce cibo e natura” è frutto di una visione mitica e bucolica, ma del tutto falsa, dell’agricoltura tradizionale. L’agricoltura e la zootecnia nascono storicamente per modificare la natura e sono entrambe attività non naturali [7].
Purtroppo alla base della disinformazione diffusa a piene mani da Coldiretti e da altri movimenti di pensiero anti biotech, vi è un equivoco di fondo. Per valutare un prodotto non ha alcuna importanza il processo con il quale viene ottenuto. La cosa importante è valutare le caratteristiche del prodotto finale. Il processo produttivo può essere invece importante nella valutazione dell’impatto ambientale.
Il cibo “sintetico” finora prodotto presenta caratteristiche nutrizionali e di sicurezza assolutamente ottimali. Sicuramente però c’è ancora parecchio lavoro da fare sulle caratteristiche organolettiche e la ricerca per questo continua.
Inoltre i controlli effettuati, proprio perché si tratta di una cosa nuova, sono numerosi e rigorosissimi. Sicuramente molto più accurati di quelli fatti sui prodotti tradizionali di uso comune. Lo stesso è avvenuto in passato per gli Ogm: nessun altro prodotto agroalimentare ha mai subito così tanti controlli come gli Ogm. E tali controlli dovrebbero tranquillizzare completamente il consumatore.
Nel cibo coltivato emerge ancora una volta la tradizionale contrapposizione tra naturale e artificiale e il mito secondo il quale ciò che è naturale è necessariamente buono. Ma si tratta appunto di un mito non supportato da evidenze fattuali. Molti prodotti di origine naturale possono essere terribilmente tossici: pensiamo solamente ai funghi velenosi o alla cicuta!
Oltretutto nessun prodotto dell’attuale filiera agroalimentare è naturale. Nessuna varietà vegetale che troviamo sui banchi del mercato è mai esistita in natura: tutte sono frutto di accurate selezioni genetiche fatte da generazioni di agricoltori. Lo stesso vale per i prodotti zootecnici. Nessuna razza attualmente allevata è mai esistita in natura Anche una succulenta bistecca di chianina, che possiamo gustare con soddisfazione, è il risultato di lunghe selezioni attuate dall’uomo: le chianine non esistono in natura!
Quindi le obiezioni che si ergono da più parti contro la carne coltivata e prodotti analoghi appaiono completamente ideologiche [8]. Inoltre sono spesso animate dalla volontà di difendere particolari interessi economici: ogni innovazione tecnologica è infatti subito vista da qualcuno come un’indesiderabile perturbazione di un mercato, che si vuole invece mantenere inalterato.
Per quanto riguarda l’impatto ambientale, è assodato che gli attuali allevamenti intensivi di bestiame presentano non pochi problemi. Problemi destinati ad accrescersi con l’aumento della popolazione mondiale. Vale la pena osservare che negli ultimi vent’anni il consumo globale di carne è aumentato del 58% [9]. Per quanto riguarda il pesce, poi, è ben noto il progressivo impoverimento cui i nostri mari stanno andando incontro a causa di una pesca eccessiva; e i processi di coltivazione in laboratorio possono produrre anche filetti di pesce.
In base alle attuali evidenze, la produzione di carne coltivata presenterebbe sicuramente un minor impatto ambientale e un minor consumo di risorse. In ogni caso sarà bene effettuare un’accurata valutazione nel momento in cui tali produzioni potranno raggiungere livelli di ampia scala. Ogni rifiuto pregiudiziale basato esclusivamente su posizioni ideologiche appare quindi del tutto irrazionale.
C’è poi da prendere in considerazione il non trascurabile problema etico. Al momento attuale la produzione di cibo di origine animale comporta inevitabilmente un certo grado di sofferenza, sia durante l’allevamento sia durante la macellazione o la pesca. Penso che chiunque visiti un mattatoio o veda cosa accade in una tonnara difficilmente possa rimanere indifferente. La produzione di carne coltivata eliminerebbe tutto ciò [10], consentendo al tempo stesso di mantenere tutti i benefici che una dieta vegana evidentemente non può fornire. Questo vale soprattutto per chi adotta una dieta priva di carne non per scelta, ma per ristrettezze economiche, come avviene purtroppo in diverse parti del mondo.
Le precedenti considerazioni sono state ben sintetizzate in un parere espresso dal Comitato etico della fondazione Umberto Veronesi, in cui si legge: «lo sviluppo e l’adozione di tecniche per la produzione di carne da cellule staminali animali potrebbe rappresentare un passo importante – seppur all’interno di un quadro strategico più articolato – per costruire un futuro migliore per l’umanità, rispettoso delle altre specie animali e dell’ecosistema del pianeta» [11].
Per concludere quindi, nella valutazione della carne coltivata e degli altri analoghi tipi di cibo, si dovrebbero lasciare da parte le ideologie e basarsi esclusivamente sui fatti. Purtroppo invece, ancora una volta, si assiste ad approcci completamente irrazionali, esclusivamente basati, quando va bene, sull’emotività e sul pregiudizio oppure addirittura animati da una sostanziale malafede finalizzata alla difesa di interessi corporativi, senza minimamente curarsi delle eventuali positive ricadute sul bene pubblico e sull’ambiente.
Approfondimenti
- go.uaar.it/qr3ayq8
- 2go.uaar.it/jpxmi97
- 3go.uaar.it/u52t9f8
- 4go.uaar.it/755735b
- Oltre al volantino in questione, Coldiretti ha anche diffuso un comunicato stampa, altrettanto pieno di affermazioni infondate. Si rimanda a questo articolo per una critica puntuale alle varie affermazioni di Coldiretti: go.uaar.it/sdi6d2y
- Una critica puntuale al volantino di Coldiretti è stata fatta da Sergio Saia, docente di agronomia e coltivazioni erbacee all’Università di Pisa, in questa pagina: go.uaar.it/ehkqinn
- Ho trattato ampiamente queste tematiche nei miei libri: S. Fuso, Naturale=buono?, Carocci, Roma 2016 e S. Fuso, Il futuro è bio?, Dedalo, Bari 2022
- Nella legge approvata il 16 novembre non mancano neppure aspetti quasi comici. I divieti valgono infatti solo per gli alimenti derivanti da “animali vertebrati” Se ne deduce quindi che sarà consentita la produzione di carne coltivata derivante da crostacei, molluschi e cefalopodi
- Il dato è riferito al 2018: go.uaar.it/c63d1lm
- A questo proposito è stato realizzato un comunicato congiunto di varie associazioni animaliste (Animal Equality Italia, Animal Law Italia, Ciwf Italia, Essere animali, Lav e Lndc Animal Protection) che smonta le bufale di Coldiretti: go.uaar.it/i57d8my
- go.uaar.it/8d7eoex
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Personalmente considero l’opposizione agli OGM,al nucleare, ai fertilizzanti chimici et similia una colossale stronzata(licenza poetica),ma mi si consenta un domanda :tra i gruppi di oppositori all’attuale governo,quanti sono che da sempre si sono opposti pure loro alle stesse “diavolerie”,a volte in modo violento ?
Direi parecchi.
In generale l’opposizione al nucleare, agli OGM e ai fertilizzanti chimici sono diventati il DNA della sinistra che con la scusa dell’ecologia continua a fare la critica -(o meglio a diffondere l’odio) dell’occidente capitalista. Nel frattempo la Cina e l’India non si fanno tutti questi probelemi e ci stanno superando in particolare in ambito di tecnologia nucleare.
E’ semplicemente una delle innumerevoli facce di un fenomeno iniziato nel secolo scorso e che senza dubbio sara virale in questo secolo in occidente : una megalomania virale in individui di tutti i livelli che li spinge a lanciarsi in crociate piu’ o meno violente contro qualunque argomento “ufficiale”,anche quando la loro competenza in materia si misura con lo zero : energia,lotta alle epidemie ecc.
Basti pensare come col “terrapiattismo” e le “scie chimiche” siamo arrivate a punte di assurdo che sembrano tolte dai racconti fantastici di Stefano Benni,
o dalle distopie futuristiche di Robert Sheckley (ricordate “La decima vittima” ?)
“Al momento attuale la produzione di cibo di origine animale comporta inevitabilmente un certo grado di sofferenza,….”
Di tutti gli argomenti,direi che questo sarebbe generoso definirlo “pretestuoso”.
Siate sinceri :quando mangiate una bistecca,o un panino al prosciutto,quante volte
il pensiero delle sofferenze di quei “poveri animali” vi ha intaccato l’appetito ?
Personalmente mi pongo sempre il problema delle sofferenze altrui che si tratti di umani o di altre specie; essere umanisti è anche questo. Nel caso dei prodotti animali vorrei che fosse esplicitato il metodo di allevamento prima ancora della provenienza geografica, cosa che al momento per quanto mi risulta è presente solo sulle uova: infatti io compro solo uova da allevamenti a terra perché ho visto di persona gli allevamenti in batteria e sono qualcosa di veramente disumano e orribile.
@Massimo
Invidio la tua sensibilita.
Io personalmente la mia (scarsa)sensibilita preferisco riservarla alle poche persone che conosco direttamente,lasciando fuori sia i miliardi di esseri umani rimanenti sia,a maggior ragione gli animali.
Di questi ultimi mi interessa solo la sopravvivenza delle razze,per il semplice motivo che esiste una interdipendenza tra esse e quella umana,che se alterata potrebbe provocare conseguenze spiacevoli per quest’ ultima.
Ultimo pensierino :amare gli animali,per molti individui,e’ molto piu’ facile
che amare esseri umani,cosa risaputa,ma molti non si chideono mai il perche’,che pure e’ evidente.
Vale a dire che gli animali,a differenza degli umani,non possiedono una personalita propria che puo’ presentare conflitti con la nostra,e in ogni caso non hanno la possibilita di lamentarsi per il trattamento che gli viene riservato,anche quando e’ molto meno gradito di quanto facciamo credere a noi stessi.
Spesso sentiamo dire che cedere alle emozioni negative equivale a riconnettersi con le nostre emozioni animali, il che equivale a insultare inutilmente molti animali. Questa affermazione è in parte corretta, ma coglie solo una piccola parte del problema, che è molto più sinistra di quanto sembri. La forza distruttiva dell’avidità, della rabbia e del puro disprezzo – in particolare – ha portato gli esseri umani (alisas scimmie della specie umana) a infliggere agli altri una crudeltà inimmaginabile sin dalla preistoria. Questa crudeltà ricorda sicuramente quella dei nostri cugini scimmie, noti per la loro propensione ad aggredire i rivali, veri o presunti – ma la raffinatezza dell’umanità l’ha notevolmente rafforzata. Gli scimpanzé non hanno mai torturato o crocifisso uno di loro !
“Gli scimpanzé non hanno mai torturato o crocifisso uno di loro !”
Si limitano ad ammazzarlo.
Tu stesso ammetti la loro crudelta.
E dato che non possiedono armi da fuoco o comunque in grado di uccidere rapidamente,la sua fine,a colpi di morsi e unghiate, non credo sia molto gradevole.
E tanto per andare fino in fondo col “politicamente scorretto ” : quante volte nel corso della giornata vi ponete problemi per le sofferenze dei milioni di individui appartenenti non alla razza bovina o ovina,ma a quella umana,che pure i media
non mancano di sottolineare quotidianamente ?
Che vecchio cliche’,vero ?
Eppure i millenni non hanno intaccato la validita di cliche come il Teorema di Pitagora,e diificilmente intaccheranno quella di quanto sopra citato.
E con buona pace di John Donne e della sua campana (ricordate ?)questi discorsi non sono cinismo,ma la semplice constatazione di una realta inevitabile.
Se davvero le sofferenze di masse di perfetti sconosciuti ci colpissero come quelle di chi ci sta vicino (famigliari,parenti,amici)quanto credete che sopravviveremmo all’inevitabile crisi depressiva che ne risulterebbe ?
La corazza di indifferenza nasce semplicemente da pura necessita di sopravvivenza,checche ne possano dire Bergoglio e soci.
Figuriamoci poi se vi includessimo pure le sofferenze di animali.
Ma tu nel precedente commento non parlavi di priorità. È chiaro che non di tutti importa allo stesso modo, da qui a dire che importa SOLO dei più vicini però ce ne passa. E comunque gli animali più progrediti se trattati male si lamentano eccome, e se il loro lamento non è visibile o udibile non vuol dire che non ci sia. Ah: il teorema di Pitagora non è un cliché, è appunto un teorema.
Un cliche’ e’ semplicemente un’affermazione che ,indipendentemente dalla sua validita o meno,viene ripetuta senza variazioni anche per generazioni.
Questo vale sia per i teoremi,la cui validita e’ inattaccabile,sia per altre affermazioni.
“comunque gli animali più progrediti se trattati male si lamentano…”
Gia,ma siccome non possono parlare,e il loro linguaggio del corpo e’differente da quello umano,le loro lamentele passano inosservate alla maggior parte della gente,finche’ ovviamente non si arrivi a reazioni violente,come graffi o morsi,attribuite immancabilmente a “cattiveria”.
Mi sa che il cliché non è quello che dici tu. Cito a tal proposito la corrispondente voce nel dizionario Treccani:
«Espressione priva di originalità, spesso ripetuta, e perciò fastidiosa; frase fatta, stereotipata, abusata; concetto o giudizio ormai cristallizzato; comportamento, atteggiamento banale, scontato: esprimersi attraverso clichés tradizionali; ripetere continuamente le solite cose, secondo un c. ormai sorpassato; vivere, scrivere, recitare, dipingere, attenendosi a un cliché.»
Non ci vedo nulla che possa essere accostato a una legge matematica, perciò immutabile, come il teorema di Pitagora.
Il sistema industriale applicato all’allevamento del bestiame si basa sui seguenti principi: affollamento che consente al massimo numero di animali di vivere nel minimo spazio, cioè all’incirca la superficie dei loro corpi, in edifici chiusi dove gli spostamenti e gli istinti sono limitati; adeguamento del cibo all’obiettivo di un ingrandimento poco costoso; farmaci regolari e abbondanti per favorire l’aumento di peso (ormoni), compensare lo stress (ansiolitici) ed evitare le epizoozie (antibiotici). In Europa, il 70% degli antibiotici immessi sul mercato viene somministrato agli animali industriali, che rappresentano (nel 2010) il 90% del mercato della carne, antibiotici che non vengono eliminati durante la cottura e che quindi mangiamo…… Negli Stati Uniti ricevono 10 volte più antibiotici degli esseri umani. La maggior parte degli animali allevati a scopo alimentare trascorrono tutta la vita strettamente confinati in gabbie dove vengono trattati come parti meccaniche in una catena di montaggio. La sofferenza è la loro sorte e la morte la loro liberazione….Ma quando si parla di carne sintetica, non animale, sotto controllo scientifico approfondito conforme alla severe metodologia scientifica, molti rimangono scandalizzati….
Cercate l’errore
Mi stupisce sempre l’ignoranza o la malafede di chi decanta i prodotti naturali, come se questi lo fossero realmente. Se non utilizzassimo diserbanti, pesticidi, antibiotici e le tecnologie la produzione e la qualità dei prodotti crollerebbe a livelli medioevali, altro che sfamare 8 miliardi di persone. Se si pensa poi che in Italia la carne pregiata è considerata quella di vitello, la più gonfiata con antibiotici.
Inoltre fa sorridere l’affermazione che in Italia i nostri prodotti sono di qualità perchè super controllati: sarebbe un miracolo se i controlli che non si riescono a fare negli altri settori, invece funzionassero solo in quello agricolo e dell’allevamento.
Se si pensa poi che l’agricoltura e l’allevamento sono forti nella pianura padana che è considerata la zona più inquinata d’Europa: proprio questo inverno si parlava degli effetti sull’inquinamento proprio degli allevamenti nella pianura padana. Immagino la qualità del cibo per questi allevamenti in un paese come l’Italia che ha sempre avuto una scarsa cultura ambientale.
Personalmente non sarò mai vegetariano e, quindi, non ho obiezioni verso la carne sintetica quando verranno risolti i problemi organolettici e dopo i dovuti controlli. Ammetto che avrei qualche problema psicologico con gli insetti anche se poi penso che talvolta mangiamo cose che non si differenziano molto, ed allora è solo una questione di abitudine. Tra l’altro ho scoperto che già sono contenuti in alcuni cibi che mangiamo da anni.
Anni fa avevo avuto per lavoro contatti col settore agroalimentare e ne avevo constato la scarsa apertura all’innovazione.
Che un governo di simpatizzanti no-vax abbia posizioni antiscientifiche non mi stupisce, considerando il livello dei responsabili: Lollobrigida non ha nessuna competenza tecnica essendosi comprato la laurea in giurisprudenza in una università telematica e non ha neanche mai lavorato nel settore, ma questo purtroppo in Italia non conta, alla faccia del merito.
Se poi dovessimo applicare la sovranità alimentare la nostra dieta ne risentirebbe e soprattutto subiremmo la stagionalità e probabilmente aumenterebbero i costi. La dieta mediterranea di cui tanto si parla non coincide con quella italiana.
Frustare un cavallo in modo che vada più veloce o più lontano nonostante la fatica estrema significa riconoscere che non è una macchina. Non puoi battere la tua macchina per farla muovere più velocemente. Misuriamo qui non solo la crudeltà, ma l’assurdità della visione cartesiana dell’animale-macchina e della sua pratica da parte del suo discepolo Malebranche, autorizzandosi, si dice, a colpire il suo cane per dimostrare la sua teoria “gli animali piangono senza Dolore ” Strafalcioni simili furono diffusi da credenti, inclusi i papi…NO comment !
Quello che ho sempre costatato è che gli animali non sono permalosi, non nel senso che hanno gli umani di questo comportamento: un animale può anche vendicarsi di un torto subìto, ma lo fa in modo diretto, direi ‘onesto’, non come gli umani, che agiscono subdolamente, fuori luogo e fuori tempo, con mezzi incomprensibili per un animale, come la calunnia, pagare un killer o simili.
Detto questo, continuerò a cibarmene perché è così che sono stato condizionato da troppo tempo.
Così come spesso ho avuto parole di comprensione verso i nostri cugini più sfortunati: anche loro sono vittime di un condizionamento imposto dal sistema Stato-chiesa-stupidità ambientale.
Il discorso sarebbe molto lungo, ma mi chiedo che fine faranno tutte quelle specie animali che, senza l’attuale sistema di sfruttamento alimentare, risulteranno inutili o, peggio, infestanti.
No, non ditemi gli zoo.
@Diocleziano
Temo che per “esaltare” gli animali tu stia sconfinando nel ridicolo : e’ evidente che la calunnia,il delitto per interposta persona,l’uso di mezzi sofisticati insomma, sono indissolubilmente legati ad individui appartenenti ad una razza intelligente come quella umana.
Stesso discorso per il sadismo,vale a dire la violenza fine se stessa,che pero’ ritroviamo gia nelle razze animali piu’ evolute : giovani tursiopi,considerati la piu’ intelligente delle razze dei delfini,sono stati osservato da ricercatori mentre praticavano violenze di gruppo stile “arancia meccanica”ai danni di cetacei di altre razze,fino ad ucciderli.
Occorre evidentemente un certo livello di intelligenza perche’ un individuo possa provare soddisfazione nel senso di potere che deriva dall’infliggere sofferenze ad altri.
Al di sotto di questo livello semplicemente un animale non puo’ provare tale piacere,se usa violenza sulle prede e’ unicamente per soddisfare l’elementare bisogno di nutrirsi.
Oppure beninteso usa violenza spinto dall’istinto di conservazione per difendersi da un potenziale pericolo,che puo’ essere anche immaginario.
Insomma : la “vera cattiveria” richiede intelligenza.
Veramente non intendevo esaltare gli animali, quanto sottolineare la degenerazione umana.
Illuminante dire: “la vera cattiveria richiede intelligenza”.
@Diocleziano
Insomma,comunque la si rigiri : la maggior parte degli animali sono semplicemente troppo stupidi per comprendere il piacere del sadismo e quindi della cattiveria,e usano la violenza spinti da un puro istinto a scopo di
procurarsi nutrimento o per difesa.
In quest’ultimo caso l’istinto,nato dalla selezione darwiniana,li spinge inevitabilmente a scagliarsi contro tutto cio’ che e’ “diverso” e che quindi puo’ nascondere un’insidia mortale.
Un istinto che ritroviamo ancora nell’uomo,alla faccia di chi pretende che il “razzismo” sia un puro costrutto culturale,e che l’uomo puo’ si reprimere spinto dalla stessa cultura,ma non eliminare .
laverdure
Dubito parecchio che una persona sadica, subdola, criminale, possa essere considerata veramente intelligente.
L’istinto dell’uomo non è solo di diffidenza verso il diverso (in realtà verso gli sconosciuti), ma anche di curiosità. Se avesse sempre prevalso il primo ci saremmo evoluti poco. Ed essere diffidenti non implica essere anche razzisti. Per esempio uno può essere diffidente verso chi parla una lingua che non conosce: a questo punto puoi scegliere se cercare di capirla oppure odiare chiunque parli quella lingua.
Leggevo che gli antichi greci non davano particolare peso al colore della pelle, mentre si combattevano duramente tra differenti stati greci. Anche i romani non consideravano importante il colore della pelle, cioè non avevano il nostro concetto di “razza”.
Il razzismo ha un pesante retroterra culturale: infatti è più facile trovare razzisti in chi è cresciuto in un ambiente razzista, in chi è stato educato a privilegiare l’identità di gruppo e ad odiare il diverso, a chi è abituato a vivere nella logica dualista amico-nemico. Il che non mi sembra dimostrazione di intelligenza.
@Roberto V
Sii sincero con te stesso : se una persona si comporta da vero stronzo (licenza poetica)con te,magari in pubblico,davvero una differenza di razza,di colore della pelle ,perfino di sesso o di eta non fa nessuna differenza riguardo alla reazione che provi ?
Nota bene,non sto parlando della tua reazione “visibile”,che come la mia o quella di chiunque,senza eccezione,sara condizionata dall’opportunismo,
ammettiamolo.
Parlo della tua reazione viscerale,istintiva.
Quanto al “retroterra culturale” del razzismo,sfondi una porta aperta : da sempre le leadership sia laiche che religiose hanno avuto buon gioco a incanalare il malcontento delle masse verso minoranze ,come nel caso dell’antisemitismo,o comunque verso nemici esterni,come la “crociata” in corso ormai da anni verso l’Occidente da parte dell’integralismo islamico.
Ma credi che avrebbero un simile successo se non sfruttassero un istinto di fondo gia esistente nella natura umana ?
@RobertoV
“Dubito parecchio che una persona sadica, subdola, criminale, possa essere considerata veramente intelligente.”
In questo caso dobbiamo concludere che Hitler,Goebbels,Himmler,Mussolini,Stalin,Putin e tanti personaggi analoghi
in fondo non fossero poi cosi cattivi,vero ?
Altrimenti l’unica spiegazione alternativa al loro successo non potrebbe essere altro che le loro controparti fossero ( e siano anche oggi)ancora meno intelligenti di loro.
(Spiegazione che spesso,del resto,non e’ affatto campata in aria)
“…dobbiamo concludere che Hitler, Goebbels, Himmler, Mussolini, Stalin, Putin e tanti personaggi analoghi in fondo non fossero poi cosi cattivi, vero?…”
Guarda caso sono tutti dei perdenti. E ci metterei anche Netanyau.
@Diocleziano
“Guarda caso sono tutti dei perdenti.”
Dei “perdenti” che hanno fatto tremare il mondo,e che saranno ricordati ancora probabilmente per secoli.
Per alcuni poi,come Stalin e Putin,la qualifica di perdente sarebbe da discutere.
Un sacco di individui,vista la megalomania e l’esibizionismo sempre piu’ dilaganti,li invidierebbero,accetterebbero pure una fine analoga,pur di lasciare
un’impronta(infangata) nella Storia.
Per inciso,dei “buoni” completamente dimenticati dalle masse e ricordati solo dagli storici e’ piena la Storia.
A parte i Santi,che godono della “sponsorizzazione” della Chiesa.
@Diocleziano
“Veramente non intendevo esaltare gli animali, quanto sottolineare la degenerazione umana.”
Degenerazione che ha senso definire tale solo nel contesto della civilta umana,
che per molti versi si discosta radicalmente dalla natura,dove l’unico fine importante da perseguire e’ la pura sopravvivenza.
E in natura la ferocia e la spietatezza non sono certo fattori che ostacolano la sopravvivenza di chi le pratica.
@Roberto
Intelligenza si manifesta sia nella crudeltà che nella bontà, anzi non si potrebbe parlare a mio avviso delle cose senza che ci sia intelligenza. Sono delle categorie che implicano un valore morale. Una macchina automatica che non si ferma e tritura il malcapitato non è crudele, un leone che ammazza il cuccioli per accoppiarsi con le femmine del branco che ha conquistato non è “cattivo” perché non comprende il concetto di morale. Hitler e quelle altre persone citate io le considero “cattive” in quanto intelligenti, loro potevano erano consapevoli delle loro azioni e delle conseguenze morali.
Se guardiamo all’esempio dei delfini,animali tra i piu’ intelligenti noti,possiamo concludere che l’intelligenza li porta a comportamenti che si avvicinano a quelli umani sia nel senso che consideriamo positivo (come la reciproca assistenza,che talvolta estendono perfino agli esseri umani)sia nel senso piu’ “oscuro” della violenza gratuita.
Piccola precisazione : il bufalo africano e l’ippopotamo sono entrambi vegetariani,
eppure,si legge,hanno provocato tra i cacciatori bianchi,e probabilmente tra gli indigeni,piu’ vittime dei leoni.
Gli ippopotami sono stati osservati piu’ volte affrontarsi in combattimenti mortali tra di loro,evidentemente per contese di territorialita o gelosie sessuali.
Questi e molti altri esempi incrinano notevolmente il cliche della pretesa”bonta”degli animali.
Un cliche del resto che direi legato a quello del mito del “buon selvaggio” nato ai tempi di Rosseau,che sosteneva l'”innocenza” dei popoli primitivi,e ormai tramontato da un pezzo.
Un piccolo siparietto .
In un racconto breve dell’indimenticabile Arthur Clarke (autore di2001 odissea ),in un futuro forse lontano tutta la carne viene effettivamente coltivata in vitro,e accanto a
cloni fedeli di carni animali nascono ibridi con nuovi gusti,carni mai appartenute
ad animali reali.
Un giorno un ditta “bioalimentare ” lancia un nuovo prodotto dall’immediato enorme successo presso i buongustai.
Solo in seguito si scopre che ,lungi dal creare un nuovo ibrido,aveva semplicemente clonato fedelmente una carne gia esistente ,e il cui consumo in precedenza era rimasto limitato solo a certe categorie di persone.
In una parola : “Carne umana!”
C’e un grave svarione nel racconto,in quanto e’ noto che il consumo di carne umana
provoca facilmente pericolose reazioni autoimmuni,spesso mortali,endemiche nelle tribu antropofaghe del terzo modo.
Ma se con la fantasia sorvoliamo questo dettaglio,come giudichereste una simile
novita gastronomica ?
Piccola osservazione : per clonare carne umana occorrerebbe ovviamente un piccolo campione,prelevabile senza alcun danno tramite un biopsia da un volontario.
Pensate che sarebbe una buona pubblita se la provenienza garantita fosse una coscia o una natica di qualche diva del momento ?
Caro laverdure,
Se leggi “Cannibali e re” di Marvin Harris, scoprirai che diversi popoli del Mesoamerica mangiavano la carne delle vittime umane sacrificate nei teocalli. Lo hanno fatto per alcuni secoli.
Secondo alcuni, per ovviare, inconsciamente, alla carenza di serotonina provocata da una alimentazione troppo dipendente dal mais.
@Mixtec
Per l’esattezza lo facevano per ovviare la mancanza di animali da allevamento che fornissero carne alternativa a quella umana.
Il che porta ad una osservazione un tantino “sinistra” :e se qualcuno proponesse di utilizzare appunto,oggi,la carne umana come alternativa a quella animale ?
Mettendo in pratica la “Modesta proposta” avanzata dallo scrittore satirico Swift qualche secolo fa ?
Dopotuttto,vista l’abbondanza di “ammazzamenti” in tutto il mondo,la materia prima non mancherebbe senza nessun problema morale : sarebbe semplicemente un
utilizzo analogo a quello degli organi nei trapianti.
Dalla maggiore etá in poi ho virato verso i sostituti della carne. Sono molto buoni e non mi danno il senso di colpa della carne, a parte qualche panino con l’hamburger vero, ragú e poco altro. Il prosciutto sto meditando di abbandonarlo. Peró si tratta di gusti personali, che sono tutti diversi.
Quello che mi indispettisce di questo governo e’ la proibizione di carne sintetica. Addirittura proibire la ricerca si prospetta come notevole ristrettezza mentale. Potrebbe essere un settore promettente o una schifezza che i consumatori bocciano, come l’auto elettrica. Ma la ricerca non si deve vietare.
Per gli insetti, ognuno si regoli come crede. Al momento non ne sento la necessitá.
Peccato che una dieta puramente vegetariana finisce con l’essere carente di alcuni elementi essenziali,presenti nella carne ma assenti nelle verdure,come la vitamina B12,per cui si finisce col fare regolarmente la spesa in farmacia,se si vuole restare in salute.
Beninteso la dieta diventa anche peggiore se non si dispone di sufficente cultura in materia per scegliere un menu vegetale in piu’ equilibrato possibile.
Prova ne siano i numerosi casi di adepti vegani che ne hanno patito le conseguenze,e peggio ancora le hanno inflitte ai loro bambini in tenera eta,molto piu’ vulnerabili alle carenze alimentari.
“Peccato che una dieta puramente vegetariana finisce con l’essere carente di alcuni elementi essenziali,presenti nella carne ma assenti nelle verdure,come la vitamina B12,per cui si finisce col fare regolarmente la spesa in farmacia,se si vuole restare in salute”……
Laverdure :
A me sembra che confondi allegramente dieta VEGETARIANA con dieta VEGANA che non è la stessa cosa !
-Chi sceglie un’alimentazione vegetariana decide di escludere dalla sua dieta tutti i tipi di carne e pesce, compresi crostacei, molluschi e volatili.
-Chi sceglie invece di seguire un’alimentazione vegana, oltre a escludere tutti i tipi di carne e pesce, non ammette il consumo di tutti i prodotti di origine animale come uova, latte e formaggi, miele e coloranti alimentari di derivazione animale. Inoltre non utilizza alcun prodotto derivato dallo sfruttamento degli animali, come cosmetici testati sugli animali, pellicce, lana ecc…
@Pendesini
Infatti il termine “Vegetariano” e’ applicato sempre in modo improprio,dato che uova,latte formaggi,miele e simili di “vegetale” non hanno proprio niente.
Personalmente del resto io,che vado matto per braciole,fiorentine,salumi,fritture di pesce ecc,mi reputo semplicemente “vegano non praticante”.
Del resto,dato che i bovini,ad esempio,sono veramente esclusivamente vegetariani,la loro carne non e’ forse “materiale vegetale elaborato in maniera assolutamente naturale ” ?(dal loro organismo).
Sfido chiunque a negarlo.
Noi mangiamo diversi tipi di Artropodi, e gli Insetti sono artropodi, come i gamberi, le aragoste e i granchi. Mangiamo diversi tipi di molluschi: chiocciole, vongole e patelle. Abbiamo qualche ritrosia con le limacce. Certamente abbiamo una preferenza per i Vertebrati: personalmente però non ho mai mangiato rane e salamandre; i serpenti dicono sappiano di pollo, che in effetti è una serpe con le piume.
@Mixtec
Se inviti a pranzo un amico che di mestiere fa il pompiere,non offrigli arrosto di maiale :potebbe risvegliargli ricordi poco adatti a stimolare l’appetito.
Col suo mestiere potrebbe avere avuto occasione di apprezzare l’odore della carne umana “arrostita” in un incendio,accorgendosi di quanto somigli a quello del maiale arrosto.
Almeno cosi dicono,cosi come si dice che anche il gusto sia simile.
Del resto l’affinita dei tessuti e’ dimostrata dal fatto che tessuti di maiale di usano,o si usavano,per le protesi cardiache e simili,se ricordo bene.
@Laverdure
“Infatti il termine “Vegetariano” e’ applicato sempre in modo improprio,dato che uova,latte formaggi,miele e simili di “vegetale” non hanno proprio niente”………
Posso attribuirti 10 con lode nel praticare l’ANATREPTICA, l’arte di rovesciare (ingenuamente?) i commenti altrui ! Sans rancune?
@Pendesini
E io potrei invece pregarti di specificare esplicitamente le ( presunte) inesattezze negli interventi altrui,invece di uscire con termini astrusi che qui nessuno conosce
(senza che nessuno,probabilmente,se ne faccia un problema ?)
Uova,latte, formaggi(fatti,si presume,con latte)e miele (prodotto dalle api)a quanto mi risulta hanno una origine chiaramente animale e non vegetale.
A meno che,come ho gia fatto notare io stesso,non si consideri una origine vegetale il becchime delle galline,l’erba consumata dai bovini e il polline raccolto dalle api,nel qual caso,ripetiamolo,anche la carne di pollo e di manzo vengono ad avere una origine vegetale,nel qual caso sarebbe lecito attribuire una origine vegetale anche al pollo alla diavola e alle fiorentine di chianina.
Che quindi a pieno titolo rientrerebbero in una pura dieta vegetariana.
Ovviamente per chi se ne fa un problema degno di interesse.
Caro Laverdure
Quando scrivi : ““Peccato che una dieta puramente vegetariana finisce con l’essere CARENTE di alcuni elementi essenziali,presenti nella carne ma assenti nelle verdure,come la vitamina B12,per cui si finisce col fare regolarmente la spesa in farmacia,se si vuole restare in salute”……” NON accenni che nella dieta vegetariana ESITONO uova e latte inclusi derivati, che contengono VITAMINA B12 !…Quindi colui che la pratica in toto NON puo’ essere CARENTE IN VITAMINA B12 come accenni ! OK ?
Caro Pendesini,ricordi quel prete che ,per mangiare bistecche di venerdi ,le ribattezzava baccala ?
Evidentemente non hai capito che, per quanto mi riguarda, una dieta vegetariana comprendente uova,latte e simili e’ altrettanto coerente.
Non mi importano i giochetti di parole.
Sono coerenti i vegani che ,beninteso,con la loro coerenza si rovinano la salute,cosa che d’altronde favorisce la selezione naturale a vantaggio del
buon senso.
Tanto da essere degni candidati del Premio Darwin :
https://it.wikipedia.org/wiki/Darwin_Awards
Io vedo una unica vera controindicazione nella carne sintetica,almeno per adesso :
IL PREZZO !
Forse il migliorare delle tecniche ,in particolare l’ingegneria genetica e le coltivazioni in vitro superera questo inconveniente,anche se non vedo come la cosa possa essere accettabile a chi demonizza gli OGM.
Ma per ora,credete che la gente sia disposta a spendere molto di piu’ per la bistecca solo per soddisfare scrupoli ( o fisime) puramente morali ?
Già oggi c’è gente che è disposta a spendere di più per prodotti bio, oppure per prodotti di qualità, ovviamente non per chi fatica ad arrivare alla fine del mese.
Un prodotto tecnologico vede una riduzione del costo col tempo per l’evoluzione tecnologica e per gli effetti di scala legati alla diffusione. Inoltre chi vende il prodotto ha interesse che il costo si riduca per poter aumentare il mercato.
Riguardo agli OGM 10 anni fa anche Coldiretti era assolutamente contraria ed un sondaggio indicava un 80 % di italiani contrari. Col tempo le conoscenze cambiano, come anche le diffidenze verso qualcosa di nuovo che si evolve e che viene sperimentato o perchè vengono risolti anche alcuni problemi “etici” o tecnici. O anche perchè cambia la sensibilità delle persone verso determinate tematiche ambientali o di salute.
Proporre diete vegetariane qualche decennio fa avrebbe trovato forti opposizioni, oggi molte più persone diventano vegetariane o simili, o comunque riducono il loro consumo di carne e gli stessi ristoratori ne tengono conto.
Visto che avevi citato a sproposito il nucleare, anche il nucleare di 2° generazione non è lo stesso di quello di IV generazione (quando sarà disponibile). Oppure le energie rinnovabili e l’auto elettrica che qui in Italia generano ancora forti resistenze, molto più elevate di quelle in altre nazioni. Trovo stucchevole citare la Cina come modello di apertura verso il nucleare, quando attualmente è solo al 3 % e prevedono per il 2035 di arrivare al 10 %, dimenticandosi di dire che è anche leader mondiale nelle rinnovabili e dell’auto elettrica con ben altri numeri e che prevede di raggiungere la neutralità carbonica nel 2060.
RobertoV
“…che prevede di raggiungere la neutralità carbonica nel 2060.”
Vale a dire tra 36 anni,e quando si fanno pronostici a cosi lunga scadenza e’ meglio non farsi illusioni.
Specialmente quando si vede come e’ messa ADESSO la Cina come inquinamento atmosferico, io ci sono stato diverse volte per lavoro,e ti garantisco che la
“ricca composizione” dell’aria la avverti istantaneamente gia scendendo dall’aereo.
Credo che la Cina l’abbia citata un altro commentatore, Gigi
La storia umana relativamente recente è stata –ed è tuttora- un selvaggio sfruttamento collettivo e un’irresponsabile distruzione delle risorse naturali, viventi e non viventi, a beneficio immediato e indipendentemente dalle conseguenze a lungo termine. Gli esseri umani sono schiacciati dal loro stesso numero. Le città sovraffollate stanno creando giungle senza legge. Enormi territori testimoniano la lotta delle popolazioni che mancano di tutto per sopravvivere in condizioni insopportabili. Nonostante i progressi della medicina, le epidemie mortali stanno diventando più minacciose di quanto non siano mai state. I conflitti, aggravati dalle disparità economiche, dal nazionalismo e dal fondamentalismo, infuriano in varie parti del mondo. Lo spettro di un olocausto nucleare è diventato pensabile….Pessimismo o realismo ?
PS : Un sistema non ci approva perché lo giudichiamo giusto o vero, ma lo giudichiamo giusto o vero perché è accettabile, e soprattutto vantaggioso per noi.