Ecco il nuovo numero del bimestrale dell’Uaar Nessun Dogma – Agire laico per un mondo più umano. Con interviste, rubriche, recensioni per conoscere l’impegno di uomini e donne, dell’Uaar e non solo. Con uno sguardo laico umanista su temi come diritti, etica, filosofia, politica, scienza. Sessanta pagine dedicate a chi vuole cambiare il mondo per renderlo più laico, più umano, più assennato. Con gli approfondimenti e le storie che non trovate altrove.
La copertina del numero 6/2024 rielaborata da Paolo Ferrarini è a tema “natalizio”, una satira all’esaltazione della tradizione con tanto di panettone, pastorelli… e non solo. Sul tema, il direttore Raffaele Carcano argomenta come l’esaltazione della tradizione sia servita alle religioni per consolidare il proprio potere. Dal canto suo Valentino Salvatore fa una carrellata del riemergere in tutto il mondo del nazionalismo di stampo religioso, che inevitabilmente pretende di rifarsi a una tradizione idealizzata. Paolo Ferrarini affronta la “conversione” al cristianesimo di Ayaan Hirsi Ali, in passato esponente dell’ateismo critico verso l’islam e ora crociata in difesa di una certa (malintesa) idea di civiltà occidentale, identificata con la tradizione cristiana, contro wokismo e islamismo. Giovanni Gaetani sfodera le armi della filosofia per sviscerare l’intima connessione tra religione, identitarismo collettivo e concetto di destino.
In questa uscita abbiamo affrontato tante altre tematiche. La responsabile iniziative legali dell’associazione, Adele Orioli, affronta l’introduzione del reato “universale” per la gestazione per altri. Il giornalista Daniele Passanante, addetto stampa dell’Uaar, prende spunto dalla visita apostolica di papa Bergoglio in Belgio per evidenziare le posizioni retrive di questo pontefice, spesso esaltato acriticamente come “progressista”. A corredo un’intervista al presidente dell’Ordine dei medici chirurghi e degli odontoiatri della provincia di Torino, Guido Giustetto, che ha scritto al governo dopo le offensive parole del papa contro i dottori che praticano aborti. Arianna Tersigni, esperta in Relazioni internazionali, racconta la progressiva islamizzazione della città di Sarajevo, al centro della guerra civile jugoslava. Ci dedichiamo inoltre allo smontaggio, frase per frase, di un articolo sulla rivista ciellina Tempi che plaudeva al sostegno clericale del governo alle scuole confessionali (e con stizza ci dava dei «fresconi»). Lo scettico Ciro D’Ardia si dedica alla critica del libro di Stéphane Allix (La morte non esiste), strombazzato – anche da testate “laiche” – come un’indagine scientifica sulla vita eterna. Micaela Grosso parte da un documentario agiografico dedicato a Gustavo Rol per parlare di questo controverso personaggio dell’occulto italiano. Il chimico e divulgatore Silvano Fuso prende di petto l’istituzione della commissione parlamentare sulla gestione della pandemia di Covid, voluta dal governo Meloni, che rischia di diventare soprattutto un’arena di scontro politico e solleticare la rivalsa degli ambienti no-vax. Non manca un’intervista al musicista Giancane (al secolo Giancarlo Barbati), in cui si affronta anche la questione della religione.
Per venire a questioni che vedono l’impegno diretto dell’associazione, la responsabile circoli Irene Tartaglia ci presenta le attività del circolo Uaar della Provincia di Verona. Abbiamo presentato inoltre tesi vincitrici dell’ultima edizione del Premio laurea Uaar, la cui premiazione è avvenuta durante l’assemblea circoli che si è tenuta lo scorso ottobre a Imola. Poi abbiamo annunciato l’uscita dell’ultimo libro pubblicato da Nessun Dogma, progetto editoriale dell’Uaar: La tutela dei minori fra diritto e religione. Atti del Convegno di Firenze del 20 novembre 2023 nella Giornata Internazionale dell’Infanzia e dell’Adolescenza, a cura di Marco Croce e Antonio Gorgoni e prefazione di Nicola Colaianni. Il volume, che fa parte della collana Iura diretta dalla responsabile iniziative legali dell’Uaar Adele Orioli, raccoglie gli atti del convegno organizzato dalla nostra associazione l’anno scorso a Villa Ruspoli in collaborazione con il Dipartimento di Scienze Giuridiche dell’Università degli Studi di Firenze e del Centro di ricerca interuniversitario su carcere, devianza, marginalità e governo delle migrazioni (Adir – L’altro diritto). La pubblicazione, di cui potrete leggere un estratto sulla rivista, ha ricevuto un contributo dell’Università degli Studi di Firenze. Il giornalista Federico Tulli ci ha parlato di Nomina Contra Deum, il primo documentario sulla bestemmia in Italia, che affronta il tema dal punto di vista giuridico, storico, sociologico grazie a diversi esperti, attivisti, artisti e accademici e che ha visto la collaborazione anche dell’Uaar, con tanto di presentazione in anteprima presso la nostra sede nazionale lo scorso settembre.
Non mancano le rubriche ricorrenti del bimestrale. L’Osservatorio laico dedicato a leggi e sentenze in Italia e all’estero, positive o negative. Impegnarsi a ragion veduta a firma del segretario Roberto Grendene per ricordare ciò che l’Uaar ha fatto e sta facendo in concreto. La carrellata delle attività dell’associazione sul territorio a cura della responsabile circoli Irene Tartaglia. Il “giro del mondo” per rilanciare iniziative di altre associazioni laico-umaniste, del responsabile relazioni internazionali Giorgio Maone. La rassegna di studi accademici su religione e non credenza che ci presenta Leila Vismara. Le proposte di lettura per segnalare tre libri recenti che ci sono sembrati interessanti. La sezione Arte e ragione in cui Mosè Viero rilegge con sensibilità laica un’opera d’arte per ogni uscita. Infine il riflettore di Agire laico per un mondo più umano, su piccoli e grandi fatti che ci raccontano l’impegno per la laicità e i diritti nel mondo.
Vi proponiamo intanto il redazionale di questa uscita, intitolato Tradizione.
Non c’è avversario peggiore, per chi voglia cambiare il mondo, della tradizione. Perché abbandonare il certo per l’incerto, specialmente quando il certo è autorevolmente “certificato” da migliaia di anni? In questo numero cerchiamo di rispondere a questa altrettanto millenaria domanda, ma cerchiamo soprattutto di indagare sull’impatto che il ricorso alla tradizione ha sulla politica e sulla società.
Nonché sugli individui. Aumentano i non credenti, e pressoché ovunque, ma aumentano anche quelli che, pur non avendo più fede in un dio, nutrono però la zelantissima convinzione che sia necessario favorire e promuovere la religione tradizionale del Paese in cui vivono. Talvolta anche al punto di farne parte, anche soltanto formalmente.
Come da (nostra) tradizione, ci interessiamo ovviamente anche di molti altri temi, da quello (recentissimo) della gestazione per altri, a cui il governo ha dato una tradizionalissima risposta clericale, a quello della bestemmia – che, a ben vedere, in numerose regioni italiane è anch’esso un rito decisamente tradizionale.
Molto meno tradizionale è stata invece l’accoglienza ricevuta dalle tradizionalissime parole pronunciate dal papa in Belgio, che pure era nato come Paese cattolico staccatosi dai Paesi Bassi calvinisti. Come in ogni numero c’è poi la sezione dedicata alla scienza. Che rappresenta anche il miglior esempio disponibile dell’utilità di rompere le tradizioni, quando è utile farlo. Gli uomini dell’età della pietra non disponevano di medicine, ma oggi vi ricorrono tutti coloro che invocano la tradizione. Non lo ammetteranno mai esplicitamente, ma il progresso piace anche a loro.
Leila, Micaela, Paolo, Raffaele, Valentino
La redazione
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