È in corso di distribuzione il primo numero dell’anno della rivista L’Ateo, il bimestrale dell’Uaar. I soci possono leggerlo integralmente sul sito, nell’area riservata.
Il numero contiene contributi di Turchetto, Rossi, Turriziani Colonna, Rota, Tamagnone, Conti, Vigato, Carcano, D’Alpa, Zotti, Carparelli, Herremans, Cliteur.
La Redazione
Il riferimento all’articolo di D’alpa nel numero in cui dice:
Mi permetto di dire: “ma col cavolo, non ci vuol molto a mettere un altro parere laico sulla questione”, soprattutto l’articolo della Kuan diceva una marea di falsità scientifiche che gli avrebbero dovuto togliere la laurea in biologia. Quell’articolo gridava vendetta, non si può presentare un parere estremamente minoritario, non riportando il parere del 98% della comunità scientifica. Ricordo che quella gente ci fa fare figure ridicole su cui si è scomodata addirittura Nature.
Ora lo so che L’ateo non è una rivista scientifica, ma se si vogliono riportare anche le tesi estreme almeno si riportino le tesi ufficiali della comunità scientifica.
Il contraddittorio è importante se si vogliono presentare etiche laiche, al plurale, perché non ce n’è una e non si possono inventare scuse, circa il fatto che non ce ne sono interventi di segno opposto.
#francesco s.
dove c’è il fanatismo religiso ( in un senso o in un altro) o anche solo troppa sicurezza di sè, la scienza non abita
vero.
Scusa, sono curioso, di quale articolo parli?
Come non detto, trovato: 2-2011 (74) pag 31.
Almeno, credo sia quello…
Ah, no? Perchè, di grazia?
Ti ricordo la metafora di Popper sul soldato che, unico nel suo battaglione, non marciava al passo con gli altri. Era lui a non marciare al passo, oppure erano gli altri?
Lungi da me l’idea di difendere la Kuan, o qualunque punto di vista antivivisezionista, vorrei solo far notare come bisognerebbe decidersi: parliamo di pareri, di opinioni, oppure di scienza? Pareri minoritari oppure strafalcioni scientifici? No, perchè nel primo caso, direi, bisognerebbe essere tolleranti e ascoltare qualunque parere, mentre nel secondo, direi, bisognerebbe far notare l’errore o gli errori scientifici; la scienza, se è veramente tale, può essere falsificata. I pareri invece, se sono tali, vanno rispettati.
Sapete che vi dico? se leggo con spirito obiettivo, quindi non pregiudizievole, e neutrale, le argomentazioni di una parte e dell’altra, vedo che la famosa fetta di pane tostato viene girata e rigirata un po’ da tutti.
La citazione corretta è:
Non ho detto che il parere minoritario non vada espresso, ho detto che va accompagnato almeno da quello maggioritario, per temi che non riguardano l’associazione.
E comunque la Kuan esprime opinioni e falsità scientifiche, circa l’esistenza di alternative. Entrambe le cose richiedono far sentire l’altra campana, la prima per giudicare, la seconda per correggere.
>>Mi permetto di dire: “ma col cavolo, non ci vuol molto a mettere un altro parere laico sulla questione”
Mi spiace per le tue critiche, ma ciò che ho scritto nell’articolo (leggilo bene) è proprio vero: all’ATEO sono sempre arrivati ben pochi contributi ‘spontanei’ pro-sperimentazione e molti pro-animalismo. Ora che la questione è esplosa, stanno giungendo svariati articoli pro-sperimentazione. E non avremo problemi a pubblicarli. Ne leggerete qualcuno nel prossimo numero e poi nel successivo. La redazione, per quanto possibile, resta neutrale.
Purtroppo i tempi di pubblicazione della rivista non sono quelli del WEB. E ciò favorisce inutili polemiche e ingiuste accuse!
Non credo sia stato ingiusto, L’Ateo può pubblicare ciò che vuole, ma è innegabile che ha pubblicato sempre in una direzione. Va bene sono errori, e ora che si è fatto sentire il problema state correggendo, ma io non minimizzerei.
E non sono neanche polemiche inutili visto che state correggendo il tiro, di questo mi lamento da alcuni anni. Ora ce ne siamo lamentati in più.
Male, anzi malissimo.
Questo, al di là del rapporto numerico di contributi di tipo A oppure -A, dimostra proprio che stiamo cadendo (anzi siamo già caduti, quindi faticheremo moltissimo a rialzarci) in uno sterile dualismo trasformatosi in deleteria polemica.
Bene, anzi benissimo.
Purtroppo, gli articoli veramente utili non ci sono. E sto parlando semplicemente di quegli articoli che spieghino le questioni positive di una parte e dell’altra, contemporaneamente sottolineando gli errori di una parte e dell’altra.
Quindi abbiamo solo articoli dualistici, e oltre che soprattutto di un tipo rispetto all’altro. Non si arriverà lontano con questo andazzo….
>>per Giorgio Pozzo
Troppo facile lamentarsi per quanto gli altri non fanno (succede sempre in ogni associazione o circolo)!
Quanto e come contribuisce alla rivista la massa critica degli iscritti all’UAAR, che poi se ne lagna?
Cerca di apprezzare il bicchiere mezzo pieno, oppure dai il tuo diretto contributo, secondo la tua opinione sui diversi argomenti in discussione.
Intendilo come cortese invito, non come rimprovero.
Sicuro! Non lo avevo assolutamente preso come rimprovero. Io però non mi considero di una certa parte piuttosto che dell’altra. Ergo, non mi sento nella posizione di fornire contributi dalla parte “carente” in quantità di contributi. Sottolineavo quello che dicevi tu: il numero di contributi non è bilanciato (sono sicuro che non dipenda dalla rivista, ma, ripeto, io non sono schierato).
E’ semplice: hanno ragione e torto contemporaneamente tutt’e due le parti.
E, come da brava polemica italica che si rispetti (si fa per dire), ognuno dice che l’altro scrive o afferma scemenze. E si scaldano gli animi. Inutilmente.
Non è una polemica italica, ma mondiale, L’Italia s’è distinta per stoltezza, Nature (che evidentemente pensa che la farmacologia sia 100% scienza) l’ha fatto notare, e l’italia pagherà una multa alla UE.
Con l’articolo della Turchetto circa l’evoluzione della domma, mi trovo stranamente in sintonia con lo spirito di fondo, è cattiva scienza forzare le analisi scientifiche alle proprie tesi preconcette, si finisce o come la “femminista” Elaine Morgan con la sua scimmia acquatica o come il “maschilista” Ernst Haeckel con il suo maschio bianco (e cazz.uto).
Con buona pace di maschilisti e femministe, il maschio è una “variazione genetica” della femmina (per via di quel piccolo cromosoma Y in più, davvero piccolo visto che la porzione di DNA che codifica il maschio-specifica è piccola) e non c’è maschio senza femmina, ma allo stesso tempo non c’è femmina senza maschio, visto che il sesso della prole è determinato dal maschio.
ERRATA
*donna.
Tra l’altro credo proprio che le tesi della Kuan di cui mi lamentavo rientrano proprio in questo problema di voler ideologizzare la scienza.
Ci saranno anche creazionisti circa l’evoluzione della donna? :lol
La “cattiva scienza” non esiste (o abbiamo scienza, o abbiamo qualcos’altro). E non esistono nemmeno “analisi scientifiche” (che sarebbero?). La scienza invece, è proprio fatta di teorie, preconcette oppure no. Importante è che le teorie siano universali, generali, verificabili e soprattutto falsificabili.
A sentir parlare di “cattiva scienza” mi viene in mente il papa (il penultimo, credo), che pretendeva di distinguere tra scienza buona, che in qualche modo avalla le dottrine cattoliche, e scienza cattiva, che si scontra con esse.
Cattiva scienza è un espressione impropria, dovevo dire pseudoscienza.
Non ho parlato di teorie preconcette ma tesi preconcette. C”è l’ipotesi e la tesi, sarebbe quello da dimostrare,
Quei due che ho citato (leggi l’articolo della Tuchetto) avevano delle tesi preconcette ad esempio Ernst Haeckel “l’uomo bianco è superiore” e ha raccolto solo i dati che dimostravano la sua tesi preconcetta.
Io non parlavo di ipotesi, ma di teorie, quindi di tesi. Dalle ipotesi partono deduzioni logiche, le tesi o teorie (quali la scienza) sono scritte andando all’indietro con considerazioni induttive (che possono essere fallaci).
Quindi non ci possono essere dati che “dimostrano” una teoria, ma casomai dati che verificano una teoria. E comunque, prima ancora di verificare una teoria, bisogna che tale teoria sia falsificabile, altrimenti non si può parlare di scienza. E affermare una teoria che dica “uomo bianco superiore” semplicemente non è scienza.
Qui, e torno alla polemica, si mescolano allegramente opinioni e teorie da tutte le parti. Anzi, si mescolano opinioni, teorie e fatti. Non si capisce più nulla e non si riesce più a distinguere quando qualcuno critica un’opinione, una teoria oppure un fatto.
Solo per fare un esempio, non si dovrebbe criticare un articolo che riporta un’opinione sull’etica della sofferenza animale. La si dovrebbe rispettare e basta. Si può invece criticare un passaggio, una frase di un articolo, che riporta un fatto non accaduto o dei dati sstatistici errati. E si dovrebbe criticare una teoria, o una tesi, spiegando che non è scientifica perchè non falsificabile (oppure, anche se scientifica, magari è già stata falsificata da qualcuno).
Irrigidirsi nelle posizioni estreme, e lo dico per tutt’e due le parti, non porta a nulla. Anzi, è sterile polemica dogmatica in perfetto stile fondamentalista.
Il minestrone lo fanno quelli della LAV e dove sta scritto che non si possono criticare le posizioni etiche, soprattutto quando confliggono con il diritto di cura e libera ricerca di persone terze?
Lo facciamo quotidianamente con i pro-life.
Se uno vuol rifiutare farmaci e cure per sé e non vuole far ricerca in un certo modo per motivi etici sono fatti suoi, se poi vuole imporlo agli altri, mi sento in dovere di criticarlo.
Fosse per me non si doveva proprio parlare di certe cose sull’Ateo, s’è deciso di fare una discussione? Va bene, ma per ora è stato un monologo e se qualcuno non si lamentava, sarebbe continuato il monologo.
Ma neanche per il cactus. Io non critico l’etica di chi è antiabortista, critico la pretesa di imporre agli altri la propria etica antiabortista.
Così come rispetto l’etica di un vegetariano o di un vegano, fintanto che non viene a dire a me che devo smettere di mangiare mortadella. Animali con un sistema nervoso complesso, come i mammiferi, sono sicuramente in grado di soffrire: mi dici un buon motivo per cui si debba criticare un’etica basata su questa considerazione?
Onestamente, detto papale papale: nessuno mi convincerà mai della completa inutilità della sperimentazione animale, così come nessuno mi convincerà mai della sua assoluta utilità. Sono straconvinto che molti farmaci utili siano stati messi a punto grazie alla sperimentazione animale, ma sono anche straconvinto che molti farmaci abbiano effetti differenti su animali e perfino su persone differenti. Esistono fatti inconfutabili per ambedue i casi.
Alle ortiche i dualismi dogmatici: quando la finirete di litigare, mi spiegherete con esattezza come stanno le cose.
Giorgio
Ma litigare de che? A me essere preso per fesso non mi piace.
Sembra che tu non abbia letto questo:
Che è esattamente quello che dici tu. PUNTO. Non mi va discutere con chi mi prende in giro.
Dimenticavo:
E questo chi lo nega? Infatti ci sono le dosi e le controindicazioni. Nessun favorevole all’uso di cavie lo nega. Puoi fartene un’opinione qui, vedrai che sono molto posate, tutt’altro che dogmatici. –> http://protestitalia.wordpress.com
Non voglio prendere per fesso nessuno, e se ho dato tale impressione chiedo scusa.
La faccenda è semplicemente che non posso essere d’accordo quando qualcuno dice che l’articolo della Kuan (o le sue opinioni, o un qualunque articolo di chiunque) sia da buttare.
Quanto al litigare, quel poco che avevo visto in televisione era tutt’altro che un pacato confronto (c’erano Garattini e -credo- proprio la Kuan, ma non sono sicuro). E di conclusioni concrete, da una parte e dall’altra, non ne avevo sentite. Si sono mandati allegramente a quel paese.
Vedi, un’altra cosa che non accetto è quando si parla di “scienza” in modo fazioso o improprio, da una parte e dall’altra. Purtroppo, la farmacologia non è una scienza al 100%. Ma non possiamo farne a meno.
Purtroppo, la farmacologia non è una scienza al 100%.
Questa è una tua personalissima opinione. Una cosa ho è scienza o non lo è, è scienza ciò che segue il metodo scientifico.
Premetto che non mi interessa un ot su questo.
Errata
ovviamente “ho” con l’h è un refuso
francesco s.
per quanto ne so, il cromosoma Y non è “in più”, ma è una variazione dell’ X.
-Inizialmente, tutti gli embrioni sono di sesso femminile, ma nelle prime settimane, gli ormoni sessuali cominciano a differenziare i corpi e cervelli.
-Il concetto di “sesso anatomico” non corrisponde necessariamente alla nozione di sesso cromosomico. L’identità sessuale è stata definita finora dalla presenza di cromosomi XX o XY, ma sappiamo, da oltre una decina di anni, che ci sono anche donne XY e uomini XX !
Esiste anche un segmento piccolissimo del cromosoma intero, ma diverso dai mitocondri, che è trasmesso solo di padre in figlio, quindi solamente in linea paterna : è il cromosoma Y, che determina se una persona è maschio o femmina che la dice lunga sulla genealogia maschile.
Ho letto a proposito del cromosoma Y che si sia evoluto dall’X e che il secondo X si sia ridotto all’Y, quindi in realtà è il maschio ad essere “nato” dalla femmina e non il viceversa proposto dai testi biblici. Anche se ad onor del vero ha poco senso parlare di maschio e femmina prima della comparsa del sesso opposto.
Il sesso è un processo che ha combinato, passo dopo passo, la ricombinazione (miscelazione di DNA), la riduzione meiotica (separazione dei filamenti di DNA), la gametogenesi (produzione di cellule sessuali) e la singamia (fusione dello sperma e ovulo). Qui si è definitivamente iscritto nella storia evolutiva degli eucarioti.
P.S. Degli insetti, lucertole, pesci, tartarughe possono persino cambiare sesso !
Ma allora possiamo chiederci, a che cosa servono i geni? In queste specie, il sesso dipende strettamente da fattori termici. Quando la temperatura di incubazione delle uova è bassa, gli alligatori diventano femmine, le tartarughe, contraddicendo l’effetto del coccodrillo, si evolvono in maschi. Questo è il determinismo termico del sesso.
alessandro pendesini
“ci sono anche donne XY e uomini XX”
Ti stai riferendo alla transessualità o ad altro?
A mia conoscenza non riguarda la transessualità, anche se a priori non dovrebbe escluderla. In questo caso il cervello del transessuale confuta il suo corpo, probabilmente a causa di certe modifiche abnormi nelle cellule dei nuclei ipotalamici che lo inducono in errore sul suo sesso. Poiché non vi è alcun modo per correggere l’errore, ha la sensazione di trovarsi in un corpo inadeguato. In altre parole l’identità sessuale fisica non corrisponde a quella psicologica dell’identità di genere sia maschile che femminile.
Credo che Pendesini si riferisca a rare condizioni in cui il feto non sviluppa il pene perchè insensibile agli androgeni o il caso in cui una porzione di Y che codifica il sesso maschile “salta” sull’X e si ottiene un maschio.
Grazie per la risposta, la mia era curiosità, non so granchè di questi argomenti.
No, la transessualità non c’entra (e nemmeno l’omosessualità o tantomeno l’ermafroditismo): esistono delle sindromi congenite rare che danno luogo a persone dal corpo apparentemente del tutto femminile, ma corredo cromosomico XY.
La più nota si chiama sindrome di Morris, poi probabilmente ce ne sono altre ma non le conosco.
In un embrione normale, all’inizio gli abbozzi di organi sessuali sono uguali per tutti e sarebbero pronti per maturare come organi femminili. Poi, se l’embrione è effettivamente di tipo XX, tutto procede così; invece se è di tipo XY, nelle prime settimane di sviluppo fetale cominciano ad attivarsi messaggi ormonali che sono indotti dal cromosoma Y, che prima bloccano lo sviluppo degli organi verso una funzione femminile, e poi, DOPO qualche giorno, inducono un nuovo tipo di differenziazione in senso maschile.
Negli embrioni con sindrome di Morris c’è qualcosa che non funziona nei messaggi ormonali che dovrebbero arrivare proprio in quei pochi giorni di margine tra i due diversi processi: in pratica, la prima istruzione funziona ma la seconda no.
In un embrione con corredo XY, destinato a diventare un maschio, comincia lo sviluppo “indifferenziato” come tutti, poi si attiva l’effetto del cromosoma Y, arriva regolarmente l’istruzione di stop, ma non arriva più quella di differenziazione successiva…
Ovviamente questi soggetti sono sterili, perché lo sviluppo degli organi genitali interni viene bloccato e basta (le gonadi sono ridotte a noduli fibrosi che non funzionano né come ovaie né come testicoli); però esteriormente sono donne, senza alcun dubbio, e di solito sono anche perfettamente sane, con crescita normale nell’infanzia, e senza nessuna deformità visibile.
E infatti, vengono diagnosticate solo nell’adolescenza (e magari fino a pochi anni fa non venivano diagnosticate affatto) quando i genitori preoccupati portano la ragazza dal medico perché a 14 o 15 anni non ha ancora avuto le mestruazioni. Però fino a quel momento ha avuto un’identità femminile, un corpo femminile e un ruolo femminile. Cosa dovremmo fare, spiegarle che in realtà deve diventare maschio perché i suoi cromosomi dicono così? Non mi pare il caso!
L.
paniscus,
chiedevo solo spiegazioni, sapevo che c’ era l’ intersessualità, (con una tripletta di cromosomi, XXY o XYY), ma di donne XY e uomini XX non ero a conoscenza.Mai detto che debba essere imposta una fisiologia sessuale in base ai cromosomi.
L’evoluzione della donna non puo’ essere dissociata da quella dell’uomo e dal contesto in cui evolvono ! Per cio’ che riguarda l’intelligenza, o astrazione mentale femminile, nessun studio accademico ha potuto dimostrare che le donne siano superiori o inferiori agli uomini, possiamo ammettere che esistono qualche singole differenze relative al quoziente emotivo (EQ) e intellettuale (QI) e, ovviamente, sessuali e fisiche.
N.B. Quasi tutti i ruoli culturali richiedono intelligenze multiple, è quindi importante considerare l’individuo come titolare di una serie di competenze, piuttosto che una capacità unica di risolvere i problemi che sarebbero misurati da test carta e matita. La maturità in un settore specifico non implica l’equivalente in un altro, non più di quanto l’esistenza di una predisposizione, o “dono” (dono di chi?) in una disciplina significa che l’individuo potra manifestare il medesimo talento in un altra.
-ll significato di intelligenza (preferirei dire intelligenze) non è chiaro. È un processo, un contenuto, uno stile, i tré ? -In sostanza, ritengo l’intelligenza come un potenziale biopsicologico. Vale a dire che ciascun membro della specie è dotato di un potenziale per poter eseguire la gamma di facoltà intellettuali specifiche della specie.
P.S. Da quello che penso aver capito : il “successo” della vita -sia dell’uomo che della donna- dipende tanto, se non di più, del quoziente emotivo (EQ) che di un elevato quoziente intellettuale (QI) !