Segnaliamo alcuni libri, usciti negli ultimi mesi, in cui si approfondiscono i temi di cui si interessa l’Uaar. Tutti i testi sono stati acquistati tra luglio e agosto dalla Biblioteca Uaar e sono disponibili per la consultazione. Chi preferisce acquistare i suoi libri preferiti può farlo attraverso il sito Uaar: in tal modo contribuirà a sostenere l’associazione.
BIFULCO DANIELA: Il disincanto costituzionale. Profili teorici della laicità (Franco Angeli)
BONCINELLI EDOARDO, SEVERINO EMANUELE: Dialogo su etica e scienza (Imprimatur)
BORASIO GIAN DOMENICO: Saper morire. Cosa possiamo fare, come possiamo prepararci (Bollati Boringhieri)
CASSATA FRANCESCO: Eugenetica senza tabù. Usi e abusi di un concetto (Einaudi)
DALL’ORTO GIOVANNI: Tutta un’altra storia. L’omosessualità dall’antichità al secondo dopoguerra (Saggiatore)
ELTAHAWY MONA: Headscarves and Hymens: Why the Middle East Needs a Sexual Revolution (Farrar, Straus and Giroux)
GOLDBERG ABBIE E.: Omogenitorialità. Famiglie con genitori gay o lesbiche: studi e ricerche (Erickson)
NASO PAOLO: L’ incognita post-secolare. Pluralismo religioso, fondamentalismi, laicità (Guida)
PACE ENZO: Una religiosità senza religioni. Spirito, mente e corpo nella cultura olistica contemporanea (Guida)
PELOSO FRANCESCO: La banca del papa. Le finanze vaticane fra scandali e riforma (Marsilio)
SPELLMAN WILLIAM M.: Breve storia della morte (Bollati Boringhieri)
ZARDI PAOLO: XXI secolo (Neo Edizioni)
La redazione
Breve storia della morte: lo leggerò, promette bene.
Sull’argomento ho recensito non molto tempo fa questo libro di Tamagnone se può interessarti
http://www.uaar.it/ateismo/opere/tamagnone-la-mia-morte-sono-io
ottimo, grazie.
Mi attira molto – fra gli altri – il libro di Enzo Pace.
Mi sembra di capire (anche da altre recensioni), su possibili evoluzioni che portino a una sorta di terreno comune di “spiritualità” (nel senso non necessariamente religioso) in cui possono convergere atei e credenti facendo passare in totale secondo piano la contrapposizione fra le due categorie. Penso che ciò sia possibile: da un lato credo che esista una “religiosità atea”, intesa nell’accezione più positiva possibile, nel senso che gli atei spesso superano i credenti in spiritualità, cioé nel perseguimento di un benessere che vada oltre il puro appagamento fisico; Dall’altro lato penso che fra i credenti si avrà sempre più una separazione fra quelli meno autentici, che rimarranno legati e difensori delle gerarchie e del principio di autorità, e quelli più autentici, che credo invece si emanciperanno sempre più dalle strutture chiuse e organizzate (già questo dualismo è oggi molto presente, anche nella chiesa, ma si accentuerà molto di più). Questa seconda specie di credenti-autentici penso che potrebbe diventare sempre più indistinguibile da quella degli atei che dicevo prima.
Penso (e in un certo senso spero) che la contrapposizione nel futuro sarà sempre più fra persone non-autentiche e persone autentiche, piuttosto che fra atei e credenti.
Leggerò sicuramente il libro di Pace, per approfondire questo tipo di tematica.
Mi piacerebbe capire che cosa intende Pace con cultura olistica contemporanea.
L’universo intero, come quindi le sue parti, è evidentemente olistico: l’olismo non è una cultura, è un attributo di un sistema fisico. Sarebbe un po’ come dire “cultura non lineare” o “cultura caotica” o “cultura deterministica”….
Voglio dire, che cosa ha a che fare l’olismo con la spiritualità? Secondo me, cavoli a merenda.
Scusate, non ho chiuso il corsivo di cultura olistica contemporanea.
La visione olistica sarebbe l’antidoto a quella antropocentrico/antropomorfica. Riguarda l’interdipendenza tra i sistemi. E’ un nuovo paradigma del pluralismo religioso e dell’ecologia che con fatica tenta di fare breccia all’interno del dibattito teologico cattolico. Immagino che Pace si riferisca a questo.
@Giorgio Pozzo, Stefano Marullo
Ne “Lo scimmione intelligente” Boncinelli parla di Collettivo. Dovrei rileggerne la sua definizione, ma penso che si avvicini alla cultura olistica contemporanea.
Mica tanto. L’opposto di olistico non è affatto antropomorfico o antropocentrico, bensì meccanicista riduttivo.
La visione riduttiva di un sistema (che è poi quello che fanno i modelli matematici) riguarda o la linearizzazione del sistema stesso, o la definizione dei suoi confini come sistema chiuso.
Linearizzarlo significa considerare (al contrario della visione olistica) che il tutto sia effettivamente la somma delle parti, e non di più o niente di diverso. Considerarlo chiuso significa porre dei confini fittizi e di comodo, riducendolo alla pura somma delle sue parti (al contrario della visione olistica).
La visione antropomorfica o antropocentrica è puramente filosofico-psicologica, e prescinde da considerazioni olistiche oppure no.
Ma quello che Boncinelli chiama “Io Collettivo” è, nuovamente, una visione filosofico-psicologica che sottintende non una cultura olistica (che ripeto, non è cultura), ma appunto antropomorfizzazione. Non si tratta di considerare attributi fisici di un totale che sono diversi o maggiori della sommatoria di quelli delle parti. Si tratta di considerare degli aspetti psicologici o filosofici (come per esempio la “coscienza”) che possono appartenere, in aggiunta a quelli del singolo individuo, a tutto il gruppo. Ma questi aspetti non sono fisici; sono astratti, metafisici. Invece la molecola di acqua, formata da idrogeno e ossigeno, ha caratteristiche fisiche diverse dalla somma delle caratteristiche fisiche di idrogeno e ossigeno.
@Giorgio Pozzo
Ma siamo d’accordo. Quella di Boncinelli è una definizione filosofica, una dissertazione che non parte dal metodo, non lo nasconde. Poi, resta da capire che cosa intendiamo per cultura.
@ Giorgio
>La visione antropomorfica o antropocentrica è puramente filosofico-psicologica
Non vedo alcuno scandalo in questo. Ho riferito solo come la categoria olistica viene intesa. Il linguaggio è funzionale ai concetti che si vogliono esprimere. Schopenhauer chiamava la sua filosofia “scienza empirica”, pensa un po’. Qualunque fosse il senso di questa espressione, preferisco Schopenhauer a molti epistemologi contemporanei. Pour ainsi dire
Stefano,
certo non c’è scandalo alcuno: quello che volevo dire è semplicemente che non capisco l’utilizzo di un concetto mentale-astratto definito come opposto ad uno fisico-reale. Due opposti sono entrambi o astratti-mentali, o concreti-fisici. Il bene e il male sono opposti, come lo sono la carica elttrica positiva e negativa. Ma non ha molto senso, direi, considerare il bene come opposto alla carica elettrica negativa, o il male alla carica positiva. Forse lo ha, ma per astrologi e chiromanti…:mrgreen:
La vedo solo come la classica somma di mele e pere.
Stefano,
certo non c’è scandalo alcuno: quello che volevo dire è semplicemente che non capisco l’utilizzo di un concetto mentale-astratto definito come opposto ad uno fisico-reale. Due opposti sono entrambi o astratti-mentali, o concreti-fisici. Il bene e il male sono opposti, come lo sono la carica elttrica positiva e negativa. Ma non ha molto senso, direi, considerare il bene come opposto alla carica elettrica negativa, o il male alla carica positiva. Forse lo ha, ma per astrologi e chiromanti…:mrgreen:
La vedo solo come la classica somma di mele e pere.
Stefano,
certo non c’è scandalo alcuno: quello che volevo dire è semplicemente che non capisco l’utilizzo di un concetto mentale-astratto definito come opposto ad uno fisico-reale. Due opposti sono entrambi o astratti-mentali, o concreti-fisici. Il bene e il male sono opposti, come lo sono la carica elttrica positiva e negativa. Ma non ha molto senso, direi, considerare il bene come opposto alla carica elettrica negativa, o il male alla carica positiva. Forse lo ha, ma per astrologi e chiromanti…:mrgreen:
La vedo solo come la classica somma di mele e pere.
Stefano,
certo non c’è scandalo alcuno: quello che volevo dire è semplicemente che non capisco l’utilizzo di un concetto mentale-astratto definito come opposto ad uno fisico-reale. Due opposti sono entrambi o astratti-mentali, o concreti-fisici. Il bene e il male sono opposti, come lo sono la carica elttrica positiva e negativa. Ma non ha molto senso, direi, considerare il bene come opposto alla carica elettrica negativa, o il male alla carica positiva. Forse lo ha, ma per astrologi e chiromanti…:mrgreen:
La vedo solo come la classica somma di mele e pere.
Stefano,
certo non c’è scandalo alcuno: quello che volevo dire è semplicemente che non capisco l’utilizzo di un concetto mentale-astratto definito come opposto ad uno fisico-reale. Due opposti sono entrambi o astratti-mentali, o concreti-fisici. Il bene e il male sono opposti, come lo sono la carica elttrica positiva e negativa. Ma non ha molto senso, direi, considerare il bene come opposto alla carica elettrica negativa, o il male alla carica positiva. Forse lo ha, ma per astrologi e chiromanti…:mrgreen:
La vedo solo come la classica somma di mele e pere.
ma che diavolo…… scusate, ma non ho usato il mouse, e questo è il risultato.
Mi hai convinto (era l’unico modo perché mollassi il mouse!)
La tua tastiera è olistica? 🙂