Una classe intera del liceo classico “Cristoforo Colombo” a Genova, che chiede di non frequentare l’ora di religione. L’episodio viene riportato da Repubblica, che ha intervistato anche il segretario Uaar Raffaele Carcano. E viene presentato come il secondo caso in Italia, il primo di cui dà notizia un organo di stampa. Tanto che la notizia è stata rilanciata anche su altri canali, ed è circolata parecchio su internet. È dunque l’occasione per discutere della crescente secolarizzazione delle giovani generazioni e delle difficoltà che tuttora incontrano i ragazzi che non vogliono fare Irc. Dal 1995 al 2010, come evidenziato dall’Istat, la frequenza nei luoghi di culto è sensibilmente calata, in tutte le fasce di età ma soprattutto tra giovani e adolescenti. Venti di cambiamento?
Il preside del liceo Colombo, Enrico Bado, parla di “vicenda eccezionale” e minimizza, ma evidenzia come possa essere legata al fatto che si tratta di maturandi dell’ultimo anno, quindi maggiorenni che hanno potuto compiere una scelta in maniera più autonoma rispetto alle famiglie. Come fa notare Piergiorgio Odifreddi sul suo blog, se gli studenti hanno la possibilità di scegliere e non devono sottostare alle direttive della famiglia, vi è la marcata tendenza a non scegliere l’ora di religione. Secondo i dati forniti dalla Conferenza episcopale, il numero degli “avvalentisi” rimane molto alto (attualmente all’89%), ma negli ultimi vent’anni è calato. Il dato è in media più basso nel Centro-Nord e nelle grandi città, zone dove è meno forte il condizionamento religioso. E, guarda caso, nelle scuole superiori. Ma la situazione è ancora fortemente sbilanciata, tanto che la nostra associazione si trova spesso a dover fornire supporto a genitori e ragazzi cui viene resa difficile la scelta alternativa alla religione cattolica, spesso anche per l’atteggiamento ostruzionistico delle stesse scuole. Il condizionamento ambientale continua a giocare a favore dell’Irc. Ma la pressione dei pari comincia a spingere alcuni giovani anche nella direzione opposta, con il risultato che il numero di classi in cui nessuno studente frequenta religione è in crescita, stando alle informazioni raccolte dall’Uaar.
In realtà vanno chiarite alcune questioni riportate nelle dichiarazioni attribuite al nostro segretario. Il liceo Fracastoro di Verona, citato da Carcano per un caso analogo a quello genovese, era l’unico di cui al momento dell’intervista ricordava il nome. Ma la rinuncia in massa all’ora di religione, in quel caso, non è stata dovuta a un docente integralista, come viene riportato, ma è stata probabilmente la conseguenza del progetto “Odifreddi a scuola” avviato all’epoca dall’Uaar. In classe si decise infatti di partecipare all’iniziativa, che prevedeva l’invio gratuito da parte dell’Uaar di testi del matematico impertinente agli studenti, i quali dovevano recensirli e commentarli. Due classi del liceo Fracastoro aderirono all’iniziativa.
Notizie di intere classi aliene al catechismo in classe circolano comunque da anni, specialmente laddove vi sono docenti particolarmente zelanti. L’Uaar stessa ha raccolto negli anni diverse testimonianze in merito, e lo stesso è accaduto in questi giorni, in seguito alla diffusione della notizia sul liceo Colombo. Non mancano tuttavia anche quelle di genitori costretti a mandare i propri figli a ricevere un insegnamento religioso, con docenti scelti dai vescovi ma pagati dallo Stato. Sebbene la possibilità di un’alternativa — come l’attività didattica, l’uscita o l’entrata anticipata e lo studio individuale — sia un diritto che la scuola deve garantire per legge, senza addurre alibi come assenza di fondi (è il Ministero che copre le spese) o problemi organizzativi. Questi genitori laici o non credenti, anche solo per non lasciare i bambini isolati rispetto alla classe, alla fine cedono. La questione comincia tuttavia a essere affrontata anche sui media, proprio da giornalisti che si trovano in prima persona ad affrontare questi problemi con i figli (come Federico Ferrazza su Wired.it o Alessandro Gilioli su L’Espresso).
Ci auguriamo che la grande diffusione della notizia di Genova convinca tutti coloro che non vorrebbero frequentare a fare il passo di non frequentare più. E che faccia uscire sempre allo scoperto tanti, tra studenti, genitori e insegnanti, che non gradiscono questo insegnamento di cui, come associazione, chiediamo una volta di più la completa abolizione.
La redazione
“Il preside del liceo Colombo, Enrico Bado, parla di “vicenda eccezionale” e minimizza, ma evidenzia come possa essere legata al fatto che si tratta di maturandi dell’ultimo anno, quindi maggiorenni che hanno potuto compiere una scelta in maniera più autonoma rispetto alle famiglie.”
Dunque questo preside ammette che quando un essere umano arriva alla età della ragione rifiuta quella religione che gli fu imposta da bambino per puro conformismo dei genitori.
E dunque ammette che gli esseri umani adulti dotati di intelligenza e libero pensiero rifiutano tale religione che può solo essere imposta con la forza a dei bambini che la ragione non l’hanno ancora sviluppata pienamente.
Ma allora questo preside ha già detto tutto.
In pratica ha ammesso che la fede si può inculcare solo a dei bambini perché non sono ancora in possesso di una intelligenza pienamente funzionante!
Perfetto!
Che dirvi…
Se il discorso è un sano desiderio di laicità dello stato e/o la cultura dell’agnosticismo mosconiano che ormai ha preso le nuove generazioni e la conseguenza è:
#C1) ZERO studenti che fanno religione … UNO segnale chiaro di cambiamento.
Se invece è una radical-sciccata da comunistoidi per pregustare una okkupazione del liceo in questione…fare un soccial forum interno alla scuola … e dopo nell’ordine:
#01) Iscriversi a scienze politiche indirizzo scienze sociali della comunicazione
#02) Andare a lavorare in un call-center (giusto un anno)
#03) Farsi para-culare dai genitori comunistoidi
#04) Votare il piddì (e quando va bene…votare un partito comunista o assimilabile)
Direi che il discorso è questo:
#C2) ZERO studenti che fanno religione … ZERO cambiamenti effettivi.
Spero bene il discorso sua #C1).
DucaLamberti74
P.S.:
—-
E’ tanto che non me la prendevo con i comunistoidi 🙂 saluti e purtroppo non potrò partecipare alle discussioni e relative repliche di mugugnanti, comunistoidi, enrichi cattocolici assortiti e vari … peccato perchè qui sul blog dell’UAAR ci si diverte sempre 🙂
DUCA
Ma per una volta che c’è una bella notizia!
Per me è una buona notizia punto e basta, mi vuoi dare del comunista? Mi pare di aver dimostrato, al di là di ogni ragionevole dubbio, di avere idee completamente diverse!
Qui nessuno a parlato di occupazioni delle scuole ne di altro, se gli studenti avessero fatto ciò per compiacere genitori di sinistra non si sarebbe aspettato l’ultimo anno, in quel caso i genitori non li avrebbero scritti all’ora di religione, magari hanno scelto di non fare l’ora di religione, che spesso è un ora di ricreazione aggiuntiva, proprio perché volevano avere un ora in più per prepararsi all’esame di maturità.
Per me è solo il segno che mano a mano che il tempo passa le persone stanno diventano sempre più intellettualmente autonome e capaci di autodeterminarsi, ovvio la mia è una considerazione fatto molto, ma molto in generale e non esclude la possibilità di passi in dietro che possono sempre succedere, anche se adesso come adesso, per come va il mondo, i passi in dietro sono molto, ma molto difficili e se anche avvengono è difficile che durino.
Dai ottimismo!
Lunga vita e prosperità!
Ma certo che è una buona notizia ci mancherebbe altro 🙂 🙂
Diciamo che se questi fanciulli continueranno a fare i rivoluzionari veri … onore al merito !!!
Se invece si metteranno a votare il piddì che ormai è più cattocolico della ex-diccì…beh che vadano a quel tal paese.
Anche se io continuo a pensare che si debba anche ringraziare una emittente televisiva di Verona per il disgusto provato verso la CCAR 🙂 🙂
Mai sospettato che tu abbia una ideologia comunista…però se continui a lamentarti (ed ha ragione ci mancherebbe)… ma poi alle elezioni voi il piddì (meno elle) perchè è il meno peggio allo stesso modo in cui una buona metà di elettori della ex-diccì li votava turandosi il naso… che dire…non lamentiamoci.
Saluti laici…si torna in pausa pranzo e poi al lavoro
E concludo dicendo
🙂 🙂 dieci…cento…mille classi che non si avvalgono dell’ora di religione 🙂 🙂
DucaLamberti74
Il preside del liceo Colombo, Enrico Bado, ha fatto la scoperta dell’America.
Segretario: Santità, lei lo sa chi è Colombo?
Papa: Ma siertamiente, me encata sopra de todo nel final quando reiesce siempre ad encastrar el colpevole.
Segretario: Come volevasi dimostare.
Articolo densissimo di spunti. Io, premettendo che personalmente sono contrario all’IRC, provo a proporre alcuni profili di riflessione, sparsi e disgiunti:
1) “se gli studenti hanno la possibilità di scegliere e non devono sottostare alle direttive della famiglia, vi è la marcata tendenza a non scegliere l’ora di religione”: per avere una visione asettica occorre però capire però in che proporzione ciò è dovuto all’oggetto della materia (la religione) e in che misura alla facoltatività in sé; uno studente di quinta liceo forse sceglierebbe di non avvalersi di un’ora di lezione di qualunque materia, se fosse posto di fronte alla possibilità di scegliere in totale autonomia, o almeno di molte materie… di ciò occorre tener conto (se la domanda non fosse “ti avvali o no della religione” ma “scegli o no di frequentare un’ora in meno di qualunque materia”, forse la risposta, almeno per una parte degli studenti, non cambierebbe.
2) Quando è una classe intera a non avvalersi in blocco dell’IRC, non si corre forse il rischio di un effetto-condizionamento, per cui anche un alunno che di per sé la frequenterebbe sarebbe indotto, per il semplice fatto di non auto-escludersi dal gruppo, a fare una scelta di tipo gregario? Ovviamente anche questo è un fattore di cui tener conto. Io sono per l’abolizione dell’IRC, ma finché c’è ed è facoltativa (per fortuna) ritengo che chiunque debba essere tutelato nella condizione di compiere la scelta in autonomia.
3) Trovo ottima l’iniziativa della lettura di Odifreddi in classe, anche perché è uno degli intellettuali che stimo di più. Ora: tra breve uscirà il libro a quattro mani Odifreddi-Ratzinger (con una versione sfrondata di “Caro Papa” e la risposta dell’interlocutore). Penso che una lettura di questo tipo sia ancora meglio di quella del solo Odifreddi (o del solo Ratzinger, ovviamente). La pensate allo stesso modo? Proporreste un’iniziativa della lettura Odifreddi-Ratzinger a scuola?
Se Pippo é un cane perché non ha la coda come Pluto e parla?
@John
Non tenere il piede in due scarpe:
1) Fonti?
2) Il potrebbe non è un argomento. Se la classe ha un condizionamento eccessivo è colpa della classe, ma questo oltrepassa qualsiasi questione di ore e va dritto dritto sul tema dell’insegnamento e dell’educazione.
3) E questo che c’entra coi punti precedenti?
FSMosconi:
Non ho il piede in due scarpe… ho le mie idee ma ci tengo a liberarmi il più possibile dai preconcetti e ad acquisire una visione asettica ed equidistante, per cui cerco il più possibile di capire dove la mia visione può essere alterata, nonché di immedesimarmi in chi ha idee diverse dalle mie.
1) Non volevo proporre dati con fonti, ma mie impressioni… ponevo la questione in termini dubitativi. Proprio per rafforzare la mia posizione (“l’IRC non serve”) penso che sia importante scremare i dati della non-adesione per motivi religiosi dalla non-adesione per volontà di diminuzione delle ore di permanenza a scuola. Tutto qua.
2) Semplicemente anche qui ponevo un quesito, non davo risposte… mi chiedo… chi si occupa scientificamente di queste analisi non dovrebbe forse tener conto della differenza fra volontà autonoma e volontà gregaria (la stessa che ci porta a dire che se in una classe tutti scelgono la religione ciò non significa automaticamente che tutti sono cattolici).
3) Nell’articolo commentato si parla della lettura di Odifreddi nelle scuole. Come ho premesso, le mie erano considerazioni isolate nate da spunti sparsi offerti dall’articolo.
Sempre per John.
Quando un camaleonte cammina sul vetro diventa invisibile?
@John
Dunque:
1) Se una materia t’interessa, anche se facoltativa, la segui. Non separerei le due cose.
2) Si, non lo escludo. Ma neanche lo considero eccessivamente probabile, sempre per il motivo di cui sopra.
3) Li farei leggere, al massimo, in filosofia. E preferire un concreto insegnamento di educazione civica e diritto pubblico al posto dell’IRC.
@John
Ah, concordo con il punto 2 proposto da Grendene.
John
La risposta l’hai già data tu.
I gregari sono lo zoccolo duro dell’umanità.
Sia che siano credenti o che siano… sapienti. 😉
Al punto 2) l’alternativa dovrebbe essere un’altra
materia, non andare a spasso.
Odifreddi e Ratzinger? Penso di no, non per le
persone, ma per l’argomento (secondo me non
costruttivo). Uno che propone argomenti teologici,
l’altro che li demolisce: meglio allora delle lezioni
sulla pittura surrealista, c’è più sostanza.
Frank
No, diventa antipatico, se ho appena pulito il vetro…
😆
John
Non mi sembra molto corretto ricordarsi dei condizionamenti solo in un senso ed in questo caso.
Il condizionamento è molto più forte nell’altro senso, visto che per il momento la scelta per l’ora di religione è maggioritaria, soprattutto in provincia e viene promossa e sostenuta spesso dai comuni e dalle scuole, ostacolando alternativa.
E ne conosco di esempi di persone che facevano/fanno religione solo per il timore che i figli vengano discriminati. Per esempio diversi compagni di classe dei miei figli, se avessero potuto, avrebbero scelto alternativa che trovavano più interessante.
Già a fine anni ’70 nella mia classe di V liceo (a Milano) solo in 7 su 28 facevamo l’ora di religione cattolica (che all’epoca era religione di stato): io la facevo pur non essendo credente da anni (cosa sempre sostenuta apertamente), ma mia madre, una protestante luterana straniera, sconcertata dal potere che la chiesa cattolica deteneva in Italia, temeva la vendetta della chiesa cattolica nei miei confronti per la maturità ed il lavoro (Milano è un feudo di CL).
Da anni qui a Milano è noto che più del 50% dei liceali non fa l’ora di religione, percentuale che cresce all’ultimo anno.
Nella classe di mio figlio in 1° liceo la metà o più non fa l’ora di religione. In paesi come l’Austria e la Germania i ragazzi possono decidere senza il consenso dei genitori già dai 14 anni: solo la metà dei bambini/ragazzi in Austria fa l’ora di religione cattolica.
@John
Lasciamo perdere la premessa. Con tutta la buona pace: ma la fiera delle buone intenzioni mi puzza sempre un po’, anche quando fatta per pura inesperienza.
1) Un dubbio a priori può spesso, e in genere lo è, avere basi irrazionali. Come esiste il ragionevole dubbio così esiste quello irragionevole che segue unicamente i nostri bias. Non essendo il tuo dubbio posto tanto a caso (diciamo che ci sono buoni estremi per considerarlo un tentativo di confutazione, al ché dire di essere d’accordo nello stesso discorso stride parecchio) chiederti gli estremi di ragionevolezza di questo mi pare la cosa più onesta da fare.
2) Certo, ma questo come ho fatto notare va ben oltre il discorso della scelta dell’IRC. E porlo solo qui può far destare sospetti di disonestà.
3) Come sopra: se i primi due punti parevano indirizzati a negare l’ennesimo caso di una classe che non vuole fare l’IRC, tendenzialmente sono portato a vedere anche il terzo collegato. Stavolta se c’è stato un qui pro quo va addebitato solo a me.
1) Vero, immagino che non fare un’ora in meno di lezione possa essere una scelta allettante a prescindere per tanti studenti. Resta il fatto che fino 10-20 anni fa erano rare le richieste di non avvalersi dell’IRC anche alle superiori, mentre ora dilagano. E per fortuna. E’ un modo per rendere la scuola migliore, meno condizionata da docenti scelti dal vescovo per “impartire insegnamenti in conformità alla dottrina della Chiesa” (come recita il Concordato)
2) Vero di nuovo, potrebbe esserci anche il condizionamento opposto. Proprio per questo l’abolizione dell’IRC è necessario. Io ad esempio non vorrei che i pochi a fare IRC fossero discriminati o presi in giro dai compagni. Abolire l’IRC risolverebbe questi problemi e renderebbe la scuola migliore.
3) Perchè no? Magari durante lezioni di educazioni civica una volta che è stata abolita l’IRC, o durante programmi di ora alternativa all’IRC (che accoglie tutti e non discrimina nessuno, neppure gli insegnanti) in attesa che l’IRC sia abolita.
Non sono più studente da tanto, ma perdere unora di insegnamento è gravissimo.
Sebbene le persone religiose nel paese siano una minoranza compresi i cattolici (basta vedere piazza san Pietro la domenica checchè ne dicano i giornalisti) e ai quali comunque va dato tutto il rispetto possibile, noi lche amiamo il libero pensiero siamo esangui , Ma quel poco sangue che abbiamo dobbiamo trasfonderlo nell’abolizione dell’articolo 7, tutto il resto, compresa l’assura ora di religioe cattolica nelal scuola pubblica verrà. Nel frattempo è appena il caso di ricordare che non bisogna blaterare di ora alternativa, tra l’altro un costo che io personalmente non amo sostenere
Io propongo di sostituire tout-court l’ora di religione con un’ora settimanale di “Costituzione della Repubblica Italiana”.
Principali vantaggi:
1. miglior conoscenza da parte dei cittadini dei principi fondamentali che regolano la vita sociale del nostro paese;
2. possibilità per i figli degli immigrati di comprendere maggiormente le regole che ispirano le nostre istituzioni;
3. possibilità di assunzione nella scuola di molti laureati in scienze giuridiche, oggi spesso disoccupati.
Svantaggi:
Io non ne vedo. E voi?
2) Certo, ci può essere un condizionamento. Ma se anche fosse così forte da scoraggiare un liceale a frequentare l’ora di religione, nulla gli vieterebbe di coltivare la propria spiritualità in privato, ciò che è suo diritto. Nel caso opposto invece, ossia di fronte al condizionamento di bambini di scuola dell’infanzia e elementare di fatto obbligati all’ora di religione, il problema sembra molto più serio data la giovane età, eppure non mi sembra che la chiesa cattolica se ne sia preoccupata (anzi!). Mi sono stati riportati commenti alle spalle dei miei figli, esonerati, fatti in classe dagli insegnanti di religione o, sentiti personalmente, da compagni che sbigottiti mi chiedevano se non avessi paura che i miei figli andassero all’inferno, ovviamente di fronte a loro. Posto che i condizionamenti ci sono sempre, in fatto di religione le spalle di un liceale sono più larghe di quelle di un bambino.
Sandra
I tuoi figli non sono esonerati, non si avvalgono . Non sono in genere unamente dei maestrini con la penna, ma il linguaggio corretto in questo caso è importamte. Ad esempio dovremmo imparare a dire che i cattolici sono una minoranza nel nostro Paese e nel mondo
E comunque, sul punto 2):
se anche ci fosse un effetto di condizionamento di gruppo (che non è eticamente “bello”, ma che in età adolescenziale è inevitabile), il fatto che in alcuni contesti cominci a funzionare anche al contrario rispetto al solito, mi pare assolutamente positivo.
Mi spiego meglio: non è bello, personalmente, stare nei panni di chi subisce il condizionamento, e sarebbe sicuramente meglio che il condizionamento non ci fosse… ma se il condizionamento c’è, preferisco di gran lunga che si distribuisca EQUAMENTE nei due versi possibili, piuttosto che agire sempre inevitabilmente da una parte sola! Almeno, sui grandi numeri, l’effetto comincia a compensarsi e non ad andare sempre sistematicamente in un verso solo!
Visto che sono DECENNI che riceviamo le testimonianze di qualcuno che viene indotto a fare religione anche se personalmente non è convinto, solo perché “la fanno tutti” e perché “ha paura dell’emarginazione”, e che questo è largamente considerato un fenomeno inevitabile a cui si deve rassegnarsi perché non ci si può fare niente… possibile che adesso scoppino la preoccupazione e l’indignazione SOLO perché ci si accorge che qualche volta può funzionare anche al contrario?
La verità più cruda e più semplice è una sola:
– che le persone fortemente motivate a scegliere l’insegnamento di religione sono poche,
– quelle fortemente motivate a rifiutarlo sono poche anche loro,
– e che a tutti gli altri non frega niente né dell’una dell’altra scelta, e non fanno altro che adeguarsi alla maggioranza.
Per cui, siccome (almeno fino a pochi anni fa) nella maggior parte delle classi la maggioranza seguiva religione, allora, fino ad adesso, il meccanismo di trascinamento ha funzionato in un verso solo.
Siccome adesso ci si accorge che qualche volta può funzionare anche al contrario (ossia, che ci sono anche classi in cui religione la fanno in pochi, e quindi sono quei pochi a stufarsi di “sentirsi diversi dagli altri”, e a cambiare scelta), allora diventa un problema morale tutto nuovo?
Boh, secondo me, è un effetto che, per il momento, non fa altro che riportare un minimo di equilibrio tra numeri già abbondamentemente falsati, quindi non riesco a dispiacermente più di tanto.
Tanto, quelli che cambiano scelta “solo perché erano rimasti in pochi”, sono sempre quelli più indifferenti e meno motivati, sia in un verso sia nell’altro, no?
Lisa
Come ho già fatto notare su Apocalisse Laica, la “notizia” dell’esonero di massa della classe ligure -la cui origine è pubblicata da “Leggo”- è falsa e tendenziosa.
Anche il prof Odifreddi l’ha ripresa, seguendo un vizio capitale dei media italiani, fotocopiandola da una fotocopia di fotocopie: “la prima classe in Italia che…”.
Posta così, lungi dall’essere una notizia positiva per chi attende una Italia che risponda ai dettami laici della sua costituzione, risulta, al contrario, una rassicurazione per chi immagina l’italia com’è dipinta giornalmente dalla propaganda di regime -della quale Repubblica è la testata regina- ovvero un Paese graniticamente cattolico, nel quale quella classe di giovani maturandi rappresenta una eccezione unica, presumibilmente composta da un gruppo di teppistelli.
Non è affatto così come la pone “Leggo”. Quella classe lungi dall’essere la prima, non è neppure una eccezione. I commenti (vi è anche il mio con testimonianza fresca -lo scorso anno- e diretta) postati a piè di diverse repliche dell’articolo, testimoniano di classi esonerate in blocco.
Per quanto apparentemente insignificante, trovo doveroso rettificare con un nuovo articolo questa notizia, redatto questa volta con atteggiamento giornalisticamente serio e meno “bufalino”.
Neppure questo testo dell’UAAR fa giustizia del falso contenuto in quell’articolo, ne sembra rendersi conto del danno che reca al processo di secolarizzazione in atto, associandosi invece al buon umore trionfante del distratto Presidente onorario Odifreddi.
La Repubblica, lontana di voler mostrare il fenomeno come significativo e in forte aumento lo presenta come una rarità, guarda caso, senza neanche far riferimento all’ora alternativa e meno ancora senza informare il lettore sulle inquietanti contraddizioni dell’ora di religione cattolica nella scuola laica. Pare che l’onda di papolatria conviene per la sopravvivenza di certi giornali sussidiati dalle larghe intese e dalle larghe tasche di Pantalone.
sottoscrivo
Mio figlio (14 anni) è l’unico in classe (I lic scientifico) a non avvalersi dell’IRC. Nella sua ora fuori classe gli hanno riferito che il prof di relgione lo ha schernito e insultato in contumacia dipingendolo piú o meno come un ignobile eretico senza cervello. Dopo molto ponderarci, abbiamo concordato per non curarci del soggetto e lasciare che i compagni giudichino da soli il fatto (il prof…). E devo dire che in realtà mollti non nascondono di invidiare questa scelta di rispiarmarsi un’ora di lavaggio cerebrale, anche se nob mancano i soliti integralisti intransigenti.
Mettersi all’altezza di un ragazzo di 14 anni ed insultarlo davanti ai compagni durante la sua ausenza da un’idea di certi personaggi che si nascondono dietro il loro dio per nascondere (inutilmente) la propria frustrazione.
Il dramma è che questi “professori” rubano il posto ad altri, i soldi all’istruzione pubblica e il tempo prezioso ai ragazzi.
@whichgood
Piu lego le ” ultimissime … a ragione veduta ” e alcuni commenti, piu mi rendo conto a quanti anni luci siamo noi francesi e altri popoli del nord europeo, dalla mentalita italiana .
Fino a ieri avevo la visita a casa del mio ( migliore ) amico d’ infanzia con moglie e due ultimi figli ( 7 in tutto ) , tedesco e cattolico praticante, anche insegnante di religione : nella sua classe soltanto 3 si avvalano dell’ ora di religione . Mai una reazione del genere gli sarebbe venuto in mente del tipo di quella che ci riferisce Maurizio . Anzi è molto liberale e accetta benissimo l’ esssere ateo ed è molto critico verso una Chiesa del tipo ” italiano ” amica del denaro e del potere .
Gerard
Qui in Italia c’è l’arroganza del potere, di essere stata, ed esserlo ancora di fatto, religione di stato con tutti i privilegi di una situazione unica e la mancanza del confronto.
Quando mia madre austriaca e protestante venne in Italia 50 anni fa pur venendo da un paese a maggioranza cattolica si rese conto della notevole differenza. Un prete arrogantemente le disse “le conviene convertirsi alla religione cattolica, qui in Italia ci siamo solo noi”. e purtroppo questa situazione non è cambiata come denunciano ripetutamente i valdesi.
In Germania la religione cattolica pur essendo molto forte, soprattutto in certi Laender, era complessivamente in minoranza fino a qualche anno fa e doveva confrontarsi con i protestanti e con altre realtà. Tanto è vero che le chiese cattoliche tedesche ed austriache sono all’avanguardia e vorrebbero da anni delle riforme all’interno della chiesa cattolica (come si vede anche dall’uscita di ieri sulla concessione dei sacramenti ai divorziati da parte della diocesi di Friburgo che ha irritato il Vaticano) e tutte le indagini indicano come i loro fedeli siano ben poco solidali con le loro arretrate gerarchie e molto critici.
E’ evidente che i parenti devono sostenere una scelta specie se uno è da solo in classe. . Personalmente ricordo il periodo (allora l’ora di religione era obbligatoria) come uno dei momenti di maggiore intensità nei rapporti con mia madre.
Ai miei tempi insegnava religione il prete (io andavo alal scuola Col di Lana e il prete era il parroco di una chiesa importante) si produceva nel dire che gli ebrei avevano ammazzato Gesù. Alcuni miei compagni conoscevano l’anticlericalismo di mio padre e confutarono al prete la versione ebraica. dei deicidi . Il prete rafforzò ebrei anticlericali, una nuova specie.
Gerard
Caro Gerard, nel caso di Lampedusa tutti i media hanno riportato la parola di Sua Banalità “Vergogna” e hanno tralasciato il primo commento di Giorgio Napolitano “orrore e vergogna” . da ridere . O no?
Buona sera Tiziana
” Sua Banalita”….
Mi torna in mente quello che diceva la mia madre in merito a ” Sa Sainteté”…
“Sa Saleté….” ( Suona cosi come Sa Sainteté…)
Gerard,
qua la chiesa comanda, capisci? Da ordini, direttive, impone obblighi, vincola, seleziona i buoni dai cattivi. Non è nemmeno più una questione di religione, ma di vescovi che non eletti da nessuno comandano sui politici e tramite i politici su tutta la popolazione.
“qua la chiesa comanda,…”
Però sta anche tremolando perchè le sta mancando la terra sotto i piedi:
http://lnx.annunziata.to.it/parrocchia/bollettino/view.php?id=180
😀 😀 😀
http://www.uaar.it/ateismo/opere/marzano-quel-che-resta-dei-cattolici
😀 😀 😀
se le cose sono andate così io denuncerei il professore e la scuola
Ehehe, bravo. Bisogna mandare i compagni come testimoni e secondo te chi si farà avanti con le pressioni del “prof”?. E poi il “io denuncerei” lo dici mettendoti al posto di chi ?. E lo denunceresti a chi?.
Il problema è proprio questo, gli squallidi “professori” di religione sanno benissimo di avere la strada asfaltata per fare tutte le nefandezze che vogliono, sanno benissimo di operare in mala fede e di avere il direttore dalla sua parte, altrimenti non si permetterebbero nemmeno di aprire il becco. Sono una mafia come i loro padroni vescovi e tutti i politicanti di turno che omertosamente chiudono un occhio, anzi, tutti e due.
Ci ho pensato a lungo e ne ho parlato con mio figlio. Per esperienze pregresse so che a volte il muro contro muro porta la comunità a inquadrarti come un semplice ma scocciante provocatore. Abbiamo concordato per lasciare decantare le acque e vedere se il prof cambia atteggiamento. Ovviamente il mio primo pensiero era stato alquanto diverso: mi sarebbe piaciuto domandargli come conciliava il suo messaggio di amore e fratellanza universali con gli insulti alla pecorella smarrita…
Io sarei andato dal prof di religione e gli avrei detto semplicemente “complimenti.” Senza aggiungere altro.
Ma proprio nient’altro.
Il problema è proprio questo, gli squallidi “professori” di religione sanno benissimo di avere la strada asfaltata per fare tutte le nefandezze che vogliono, sanno benissimo di operare in mala fede e di avere il direttore dalla sua parte, altrimenti non si permetterebbero nemmeno di aprire il becco.
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Ecco, io faccio l’insegnante (di materie scientifiche) alle superiori da 12 anni, e devo ammettere che per me una descrizione del genere è fantascienza pura.
L’idea che l’insegnante di religione abbia un potere particolarmente significativo nel contesto scolastico, mi sembra (eufemisticamente) poco realistica.
Nella mia esperienza, gli insegnanti di religione, quando c’è da prendere decisioni serie, non se li fila proprio nessuno… né gli alunni che li seguono, né gli alunni che non li seguono, né tantomeno i colleghi.
Ai consigli di classe, praticamente, quasi non partecipano, e se partecipano è come se non ci fossero… perché avendo un’ora sola alla settimana in ogni classe, hanno talmente tante di quelle classi (ognuna delle quali non la vedono quasi mai) da dover seguire più riunioni in contemporanea.
E quindi i casi sono due: o ai consigli non ci vengono proprio, perché hanno superato da un pezzo la quota di ore obbligatorie di impegni collegiali, oppure ci vengono ma si affacciano occasionalmente per cinque minuti alla volta, dicendo quattro banalità su ragazzi che conoscono solo di vista, e poi se ne vanno per andare a fare la stessa cosa nella classe accanto.
Di sicuro il loro peso nelle decisioni importanti è prossimo allo zero, e quel poco che c’è, non è neanche detto che sia sempre nella direzione di un intento “buonista” verso gli alunni propri.
Anzi, è molto più diffusa la prassi che l’insegnante di religione, rispetto ai colleghi, faccia esattamente quello che fa l’utenza rispetto all’insegnamento di religione, ovvero adeguarsi alla maggioranza.
Se c’è da discutere se bocciare o no uno studente, non è detto che l’insegnante di religione voti sempre per la promozione: semplicemente, si fa due conti e si adegua alla maggioranza, se vede che il consiglio di classe è incline a bocciare, vota anche lui per bocciare, altrimenti fa il contrario.
Quindi, tutta ‘sta paura del potere sociale e psicologico dell’insegnante di religione, da dove esce?
Lisa
nella classe di mia figlia, prima liceo, 15 su 29 non fanno IRC
e anche alle medie inferiori erano un 30-40% a non farla
Papa: Ne la classe de la figlia de Roberto Grendene quindici ninios su ventiecuatro non estarnutiscono mai?
Segretario: Oh mio dio……
Anche nella classe di mio figlio, 1° liceo, siamo su percentuali analoghe. Sono anni che qui a Milano nei licei più della metà dei ragazzi non fa l’ora di religione cattolica che invece tiene ancora nella scuola primaria e alle medie (nelle classi dei miei figli solo un 15-20 % non faceva religione, ma c’era nella scuola primaria una classe con quasi la metà dei bambini che facevano alternativa con la classe del mio figlio minore)
Nelle scuole dell’infanzia comunali di Bologna, il 40% non fa IRC.
E in alcune scuole si arriva al 90% di bambini liberi di non fare religione, ma liberi di giocare e fare attività socializzanti e didattiche (la fascia è quella dei 3-5 anni: indottrinarli è uno scandalo)
http://bologna.uaar.it/2013/05/scuole-dellinfanzia-comunali-a-bologna-il-40-non-fa-religione-cattolica/
Questi sono i numeri e lo scenario, reali, che devono saltar fuori, portandoli a conoscenza del pubblico.
Voglio sperare che qualcuno rapidamente raccolga con serietà i dati e li pubblichi.
Una voce al prof. Odifreddi so potrebbe darla, che faccia una rettifica a quel pataracchio di testo “ignorante” che ha pubblicato sul blog Repubblica
Ma infatti secondo me a fare notizia significativa non dovrebbe essere il fatto occasionale che esista qualche classe con ZERO iscritti a religione…
…ma il fatto che esistano migliaia e migliaia di classi con POCHISSIMI iscritti a religione, tanto da essere loro a sentirsi quattro gatti “diversi dagli altri”.
Poi, in alcune di queste classi, può anche capitare che quei quattro gatti si stufino di sentirsi isolati e smettano anche loro, portando la percentuale a zero, ma non è quello il punto fondamentale.
Il punto fondamentale è far capire al grande pubblico che NON E’ VERO che la normalità assoluta sia che “quasi tutti seguano religione tranne due o tre anomali”, ma che esistono anche le situazioni esattamente opposte (in cui non la segue quasi nessuno, tranne due o tre anomali), o che esistono anche le situazioni indifferentii in cui la seguono più o meno a metà e metà, e in cui quindi nessuno si sente “diverso dagli altri”…
Nella scuola (superiore) dove lavoro io, la normalità è che al primo anno ad avvalersi dell’IRC siano circa la metà, o semmai un po’ meno… e che poi negli anni successivi la percentuale diminuisca drasticamente, fino ad arrivare a uno zoccolo duro di appena tre o quattro per classe.
In tale situazione, non c’è nulla di strano se occasionalmente succeda che anche quei tre o quattro non ne possano più e smettano (anche perché, diciamocelo chiaramente, non è che quelle lezioni siano così interessanti e stimolanti…), e che quindi venga fuori qualche classe con ZERO iscritti a religione.
Ma anche se non si arriva a zero… il fatto che siano POCHI è diffusissimo!
E’ possibile che questo non riesca a passare nei media?
E che si continui ancora a descrivere come situazione “normale” in tutta Italia solo quella in cui religione la fanno tutti, tranne due o tre “esonerati”??????
Lisa
Vedremo come andrà quando la ns piccola bambina sara grande ! Gli genitori, di cultura musulmana, non l’educano nella religione islamica, lasciandogli la liberta di scegliere quando sara adulta . Sarebbe poi inaccettabile, anche per i genitori, vederla poi educata in una religione che non è la loro di origine .
@Maurizio, un professore come quello merita solo di essere preso per i capelli e trattato male. La displomazia, in certi casi, non serve a nulla.
Per il resto, sono felice di constatare che molti giovani, e non parlo del caso specifico, sono più svegli dei loro genitori e rifiutano storielle allucinanti senza fondamento, basate su un dio che giudica e punisce, un demonio che fa la parte del cattivo e altre amenità che oggi sono veramente fuori luogo. Le cose stanno cambiando… In meglio!
che bella notizia… sono quasi commossa- dico sul serio- soprattutto se penso che da 15 anni “lottiamo” contro i mulini a vento: dirigenti che piangono miseria, che non rispondono alle raccomandate , che se ne fregano altamente della scelta dell’ ora alternativa, che organizzano messe a inizio/metà/ e fine anno scolastico … veramente una bella notizia
OT:
http://www.godlikeproductions.com/forum1/message1856760/pg1
http://img.chan4chan.com/img/2009-02-24/1235514750825.jpg
…piace come “santino”???
Papa: Liceo “Cristobuco Colombo”?
Segretario: Cristoforo!!!
Papa: Uffaaaaa…come me rompie esto secretario.
a gennaio dovrò iscrivere mio figlio alla materna (che frequenterà da settembre); ebbene, dovrò decidere se iscriverlo all’ora di religione cattolica! assurdo! tre anni scarsi e già vorrebbero plagiarlo!
ma tanto… cosa vuoi che sia… due disegni con gesù, maria, i pastorelli …
ovvio, cosa vorreste proporgli? tommaso d’aquino?
il problema è che non voglio fare di mio figlio un martire, nel caso in cui fosse l’unico a non frequentare l’irc. tutti stanno in classe e lui esce? sarebbe difficile da spiegare e da comprendere. a breve, vedremo un po’
Non prenderla alla leggera, non si tratterà solo di ”due disegni”: gli insegneranno preghiere da ripetere a pappagallo, a mani giunte… segno della croce… la tristezza del mondo giudaico-cristiano e forse ancor prima di aver imparato qualche poesiola per bambini, a contare, a cantare.
Non so se sia cambiato qualcosa, ma l’IRC alle materne ai miei tempi era impartita solo se la scuola era statale.
Se così fosse, allora chiedi l’Alternativa: te la devono dare per legge. A mia figlia è capitato che poi le venissero dietro altri due alunni . Che erano molto orgogliosi di fare l’Alternativa perchè in 3 avevano a disposizione una maestra tutta per loro che gli insegnava cose ganze, mentre il resto della scolaresca faceva delle cose noiosissime!
Questo esempio di vita vissuta dimostra che non sempre l’omologazione è la strada da intraprendere per i propri figli.
A volte se ne può percorrere un’altra molto più fruttuosa per la personalità del pargolo. Naturalmente la situazione va monitorata in corso d’opera e si può sempre tornare indietro e percorrere la strada dell’omologazione se si creassero dei problemi ambientali per il fanciullo.
Ma scegliere a priori l’omologazione è sbagliato, a mio parere. Naturalmente la decisione va presa di comune accordo fra i genitori.
Auguri anticlericali e antidogmatici per l’anno prossimo!!!
Pensa se ci fosse l’ora di satanismo da cui far esentare i figli, con gli altri genitori che ti dicono: “ma cosa vuoi che sia… due disegnini di belzebù, croci rovesciate, capretti squartati… e poi si divertono un mondo col deadmetal!”
Certo tre anni sono pochi, ma secondo me la cosa migliore è lasciare che scelga il bimbo non appena ti sembra in grado di farlo, per esempio … portandolo a messa. Per i miei ha funzionato, li ho portati un paio di volte, ma non erano interessati, anzi! Gli puoi spiegare come la pensi (o pensate) e ogni anno gli chiedi se vuole andarci o no, ma meglio che vada di sua scelta il più possibile informata piuttosto che non vada soffrendo per una scelta imposta. Nel frattempo parlagli tanto, non certo di tommaso d’aquino, ma un po’ di scienza, evoluzione, universo, tutto quello che lo può incuriosire e aprire la mente, ci sono tanti libri illustrati adatti anche ai più piccoli. Io ricordo bene che non mi spiegavo come nella creazione, mancassero nella lista di tutti gli animali citati, mancassero tutti i dinosauri di cui leggevo altrove. E se sceglie, ti fai raccontare quello che dicono e poi ne discutete insieme, l’importante è che il bimbino impari a pensare con la sua testa!
@sandra
Assolutamente d’accordo sul fatto che lo scopo principale dell’educazione deve essere quello di fornire gli strumenti teorici e pratici per imparare a ragionare con la propria testa e a verificare nella “pratica” la bontà dei propri ragionamenti.
Proprio per questo fine, a mio parere, un genitore responsabile non può far seguire l’IRC al proprio figlio:
contraddirrebbe il suo dover essere educatore. E non può venir meno al dovere di palesare al pargolo qual’è la propria opinione sul fenomeno religioso, presentandola ovviamente in modo semplice e non dogmatico. Anche nel caso in cui alla fine, per qualche motivo, si decida di fargli seguire l’IRC.
Per esperienza, sono molto d’accordo nell’usare come terreno educativo privilegiato il mondo dei fenomeni fisici e quello animale: sono talmente pieni di fenomeni interessanti, anche assai semplici da far comprendere, che le barzellette teologiche svaniscono rapidamente nella mente del fanciullo qualora malauguratamente vi si dovessero insinuare.
Un bambino fa sempre confronti, con i compagni, o come nel nostro caso, con i cugini che frequentano chiesa e oratorio da sempre. Noi abbiamo preferito che potessero poter rispondere a una domanda sulla frequenza religiosa “non vado perché lo trovo noioso” piuttosto che “non posso andare perché i miei non vogliono”. Siamo stati anche fortunati perché ai nostri figli non sono mai piaciuti canzoncine e disegnini, ma se fosse stato il contrario, non penso che saremmo stati meno responsabili. Tieni presente che un insegnante molto religioso può capitare (e capita!!!) in scienze o italiano…
@sandra
Ci sono molti modi che un genitore attento può usare per orientare secondo “i propri desiderata” le scelte dei propri pargoli in tema di IRC: affermare il proprio scetticismo e per questo ritenere IRC diseducativa sempre e comunque; affermare la necessità di una scelta meditata e consapevole che può essere presa solo in età matura e quindi ritenere IRC diseducativa se imposta in tenera età; affermare che IRC è noiosa e quindi indurre il pargolo a far altro; proporre argomenti “diversamente interessanti” al pargolo quando manifesta qualche interesse (indotto) per l’IRC; etc…
Il punto è, a mio parere, che quando un bimbo è nell’età compresa fra i 3 e i 10anni di fatto scelgono i genitori in maniera più o meno diretta perchè ciò è inevitabile essendo impossibile che a quell’età un bimbo maturi una sua fondata e personale opinione sull’argomento. Indoriamo la pillola come meglio ci sembra, ma alla fine almeno noi genitori atei scegliamo per i nostri figli l’Alternativa!
Al “dateceli da piccoli e saranno nostri per sempre!” che hanno seguito i legislatori clericali (nb: principalmente socialisti di Craxi!) nell’istituire questa infamia dell’IRC, noi dovremmo contrapporre: “non li avrete da piccoli così potranno crescere liberi dai vostri dogmi!”. O no?
Limitatamente alle scuole superiori, sarebbe interessante approfondire e sapere esattamente cosa fanno gli studenti durante l’ora di religione.
Catechismo non mi pare proprio.
Già ai miei tempi in quell’ora si tirava a campare, con il prof. che per primo ci diceva di fare quel che volevamo a condizione di farlo in silenzio. Solo un anno ricordo che noi compagni di classe sfruttavamo il nostro prof. prete facendogli fare le versioni latine.
Mi starebbe benissimo la reale applicazione dell’ora alternativa quindi, basta che non sia anch’essa una perdita di tempo, magari con insegnanti improvvisati in materie alternative appunto. A quel punto – sempre parlando solo di scuole superiori – meglio collocare quest’ora all’ultima ora cosicchè i ragazzi possano anche andare via.
“Catechismo non mi pare proprio.”
Pensa solo che i libri di testo di religione per i licei devono avere il nulla osta della cei e l’approvazione dell’ordinario competente.
http://www.chiesacattolica.it/chiesa_cattolica_italiana/news_e_mediacenter/00034229_Irc__ecco_i_testi_dell_Intesa.html
Dove uno dei criteri per la concessione del nulla osta della Cei è
“- la precisa e fedele conformità alla dottrina della Chiesa;”
http://www.chiesacattolica.it/cci_new/documenti_cei/2013-04/18-1047/Nulla_osta_libri_IRC_1987.pdf
Va bene @Sandra, però sappiamo tutti, per esperienza, che fine fanno a volte i libri di testo, di ogni materia.
Mi interesserebbe conoscere una specie di statistica – limitata alle superiori – che ci racconti come viene utilizzata l’ora di religione.
Perchè ti dico, e non solo per esperienza personale che catechismo alle superiori proprio non si fa; questo sentendo amici, parenti, vicini che hanno figli grandi.
E ora come allora, mi sa che la tendenza sia quella di continuare a tirare a a campare.
A questo punto, se esistono anche difficoltà economiche nel proporre alternative a questa ora, meglio eliminarla e buonanotte.
@E.ng.y
L’ora di religione alle superiori è inutile, assodato. Però, il fatto che gli studenti non la seguano o la usino per altro, non ne elimina l’impostazione. Se l,IRC diventasse materia di profitto, con obbligo di frequenza, l’impostazione da catechesi.
Se il problema non sussiste o sussiste poco nell’istruzione superiore, così non è nell’istruzione media. E l’impostazione della materia è sempre quella.
Engy,
stai forse parlando di monitorare l’attività degli insegnanti? Scherzi, vero, vorrai mica avere tutti i sindacati addosso….
Sì… non commentiamo. Alle superiori ho chiesto di non avvalermi dell’ora di religione solo perché ho litigato col prof (salvo poi andare a chiacchierare con l’altro prof di religione che stava fuori servizio in quell’ora e che ne sapeva più di scienza lui che il prof di scienze)
@E.ng.y
Che l’impostazione della materia sia da catechismo, è palese. Che gli studenti, da una certa età in poi, se ne sbattano, anche.
Qui il problema a monte è l’inutilità dell’ora così impostata e impartita da organi statali. L’ora in sé potrebbe essere impiegata con insegnamenti di educazione civica e diritto (e direi che i ragazzini di oggi ne abbiano bisogno). I pensatori cattolici si fanno in filosofia. Non escluderei di riorganizzare quest’ultima materia inserendo lo studio delle filosofie religiose in generale. Tutto ciò che è in più e orientato verso una determinata religione, è catechismo. E con un’insegnate di religione in famiglia, parlo per esperienza diretta, confermando ciò che dice Sandra.
Engy
“meglio collocare quest’ora all’ultima ora cosicchè i ragazzi possano anche andare via.”
Purtroppo la chiesa è riuscita a inserire un cavillo di legge per cui l’ora di religione non si può mettere all’inizio o alla fine delle lezioni.
Anzi, se ben ricordo quando l’ora di religione era obbligatoria erano ben contenti di metterla alla prima ora, “così si inizia bene la giornata” o “si inizia la giornata all’insegna di cristo” o qualcos’altro del genere, dicevano. Quando è diventata facoltativa guarda un po’ non erano più d’accordo…
Si vede che cristo si è rotto gli zebedei d’aspettare. Io al suo posto mi vergognerei, appeso al muro nudo, mentre una marea di ragazzi pieni di vita gli passano d’avanti e se ne infischiano della sua presenza e delle boiate che dice il suo rappresentante in terra.
In realtà, l’orario di chi fa religione è come quello di tutti gli altri: o l’insegnante è (tendenzialmente) in servizio alle prime ore o lo è alle ultime. Mettergli soltanto le prime e le ultime ore significherebbe riempirlo di ore buche.
beh, un “insegnante” che entra senza concorso pubblico si merita anche di andare a pulire i bagni (con tutto rispetto per chi questo mestiere lo fa onestamente).
Il punto è che sarebbe un filino antisindacale, perciò non può succedere.
Papa: La cuelpa es di quel fetenton de el professor de religion, ma neanche nel medioevo eran così imbecilles, neanche nel medioevo….
Segretario: Ma cosa ha fatto Santità?
Papa: Cosa ha fatto? Ma como se puè dir en una classe de un istitudo che se chiama “Cristoforo Colombo” che la tierra es piattas?
Segretario: Si bisogna riconoscere che è un po contraddittorio.
So che non tutti capirete quel che intendo dire e che per questo ci sarà chi me ne dirà di cotte e di crude, però non è solo l’ora di religione a indottrinare con la propaganda più o meno imposta. Vogliamo parlare, ad esempio, del bagno di propaganda che ci è stato imposto in questi giorni prendendo come squallida scusa una tragedia, nella fattispecie il dramma del naufragio di Lampedusa? Come considerare il minuto di silenzio imposto nelle scuole senza possibilità di contraddittorio (salvo farsi “crocifiggere” moralmente) e senza possibilità di sottrarsi, se non becera e pelosa propaganda? E’ stata una schifezza, senza se e senza ma. Un atto che sarebbe stato bene giusto nelle scuole d’un’ottantina d’anni fa.
Detto questo, rischiando una seconda volta, vorrei puntualizzare che l’ora di religione è una cosa che vedrei volentieri in soffitta (intesa come anticamera della discarica), ma tra gli insegnanti di religione ce ne sono alcuni che rimarrebbero una preziosa risorsa se “riciclati” su altre materie. Non facciamo d’ogni erba un fascio.
E’ che la chiesa e i media non perdono occasione per far pubblicità alla religione cattolica.
L’ultima cosa che ho visto in tal senso è l’ultima puntata di “Ulisse, il piacere della scoperta” su S. Francesco d’Assisi, che (nonostante Alberto Angela abbia anche messo in luce alcuni crimini della chiesa intorno al 1200, incluso lo sterminio dei Catari, e abbia smitizzato vari aspetti “da santino” del personaggio), ha seguito a ruota la visita di “Francesco Bergoglio” ad Assisi.
E’ che la chiesa e i media non perdono occasione per far pubblicità alla religione cattolica.
Ho subito cambiato canale, nonstante guardo sempre
la trasmissione.
Non sò che dire.
@benjamin
se si parla di ipocrisia sono d’accordo. Sia in tema di immigrati che di detenuti (visto che ora si parla di amnistia); infatti penso pure io che non freghi niente a nessuno di tutti costoro, compresa me in definitiva, visto che poi, nei fatti, non faccio niente.
Detto questo, mi risulta però che nelle scuole sia seguito il dibattito dopo il minuto simbolico di silenzio o che questa fosse stata l’intenzione.
E mi sembra una buona cosa, soprattutto fatta a scuola e su questi temi.
Sugli insegnanti di religione sono d’accordo: al di là del criterio di selezione molto discutibile, sono pur sempre lavoratori e, come dici tu, ottimi o pessimi come tutte le altre categorie.
Bene. In tal caso facessero il concorso come tutti gli altri professori che si sono fatti un mazzo tanto ed entrino. Se sono veramente validi, non aranno difficoltà.
Enjy, sono insegnante. Credi che se avessi espresso ex cathedra idee controcorrente rispetto alla linea propagandistica corrente e la cosa fosse trapelata non avrei avuto la mia bella dose di guai e reprimende? No, non ti credo tanto ingenua.
Il contraddittorio, su quel tema, è di fatto vietato in ambito scolastico. Sicuramente un insegnante non può sostenere posizioni in contrasto con la linea ufficiale imposta dalla propaganda di regime (e scelgo quest’espressione con piena intenzionalità).
Sì, ho capito il tuo ragionamento @benjamin, almeno credo, non ti posso dar torto, soprattutto perchè sei un insegnante e vivi la scuola dall’interno.
Diciamo allora che, minuto di silenzio a parte, certi temi andrebbero dibattuti regolarmente nelle scuole, in maniera laica, cioè ascoltando e confrontandosi su tutte le posizioni, senza bandirne nessuna, senza crocifiggere chi ad esempio osi dire qualcosa di diverso dalle parole “accoglienza”, “solidarietà”, “fratellanza” pure, ecc, insomma tutto quell’edificante e rigido copione per le anime sensibili e belle ma soprattutto conformiste di sinistra.
Più che una schifezza penso sia stata allora una farsa. Poi non vado oltre, io non ci vivo nella scuola, non sono competente in materia, mai avrei potuto fare in vita mia l’insegnante, nemmeno se mi avessero pagata a peso d’oro, troppa responsabilità e – devo ammettere – scarsa pazienza da parte mia.
Una farsa tra l’altro visti i risultati deludenti delle raccolte di firme dei referendum voluti dai radicali, uno dei quali riguardava proprio la legge Bossi-Fini.
Una delle cose che, nelle statistiche ufficiali, sembra tenere più delle altre è l’ora di religione. Dal 1995 al 2000 sono crollate la frequenza della messa e i matrimoni religiosi, ma la frequenza dell’IRC si mantiene alta. Ne parliamo qui: http://dallapartedialice.wordpress.com/2013/10/06/italiani-religione-95-2010/
Che ne dite?
Quali categorie scolastiche sono state prese in considerazione?
“Che ne dite?”
Così, di primo acchito, direi che, nonostante l’essere stati forzati (dalla famiglia conformista o dalla situazione povera di alternative) a frequentare l’ora di religione, da adolescenti e da adulti gli ex-bambini sono abbastanza intelligenti da non andare a messa e da non sposarsi in chiesa.
Dico che la frequenza dell’IRC è una tradizione, non meno dell’albero di Natale o l’uovo di Pasqua. L’interesse con cui viene seguita in aula, poi, è altra cosa.
nella classe di mio figlio – seconda liceo classico – in un anno gli studenti che non si avvalogono dell’ora di religione sono praticamente triplicati: l’anno scorso su 32 (sic!) studenti 8 non si avvalevano dell’ora di religione – quest’anno su 31 studenti solo 8 si avvalgono dell’ora di religione.
Da una piccola indagine che ho fatto fare a mio figlio risulta che la tendenza nella sua scuola è generalizzata – la CCAR quindi come al solito mente sapendo di mentire – fossi loro – nonostante la papolatria per francesco – non dormirei sonni tranquilli !!!!!
Oltre a quelli che apertamente rifiutano l’IRC bisognerebbe aggiungere quelli che non gliene frega niente, quelli che stanno lì per studiare altre materie, quelli che smenano, ecc.ecc.
E poi i genitori costringono i propri figli all’IRC perchè così presumono di star bene con la coscienza, credono che lassù ci sia quello che controlla le presenze con tanto di registro.