La politica italiana continua imperterrita ad andare a braccetto con la religione. È quindi inevitabile che, quando — sempre più spesso, purtroppo — si trasforma in teatrino, sulla scena si presentino non solo i protagonisti della prima, ma anche quelli della seconda.
Il primo ministro Renzi ha messo in discussione l’articolo 18. Non spetta a noi stabilire se sia giusto o sbagliato: non abbiamo né l’interesse statutario né la competenza per farlo, e lo riconosciamo senza problemi. Possiamo al massimo auspicare che la decisione di intervenire sia stata presa a ragion veduta, e non in base alla necessità di far fronte con un gesto “forte” a qualche articolo di stampa disilluso nei confronti della sua azione di governo.
Le Cei non è l’Uaar: ha quindi tutto il diritto di intervenire sulla questione del lavoro (“l’articolo 18 non è un dogma”) e di giudicare il premier anche sulla sua tendenza all’“annuncite”, chiedendogli di piantarla con gli slogan. Può anche chiedere, come ha fatto il segretario generale mons. Galantino, che Renzi “ridisegni l’agenda politica”. Può anche chiedere ai sindacati, come anche in questo caso ha fatto, che “guardino oltre”, che non pensino soltanto “a tenere alto il numero dei propri iscritti”, che non siano troppo “conservativi” (sic). Così com’è libera di chiedere, per la milionesima volta, che dalle casse pubbliche escano ancora più fondi alla famiglia — quella cattolicamente corretta, ovviamente, perché per la milionesima volta ha chiarito che di unioni civili e divorzio breve l’Italia deve continuare a fare a meno.
Quello che a nostro avviso non dovrebbe fare, l’organizzazione tuttora guidata dal card. Bagnasco (a cui il papa preteso “rivoluzionario” ha conservato il posto), è dire che la Chiesa non fa politica. L’ha sempre fatta, la fa, e tutto lascia supporre che la farà finché ci saranno politici che la ascolteranno. E non solo i suoi housewarming parties, Udc e Ncd. La Chiesa non dovrebbe nemmeno incassare soldi, privilegi e immunità derivanti dal Concordato, perché l’unico impegno che la Chiesa dovrebbe onorare in cambio degli oltre sei miliardi l’anno di fondi pubblici che incassa, concausa del deficit di bilancio (e di diritti civili, e di un maggior numero di famiglie povere) nel quale ci troviamo, è quello di rispettare l’indipendenza e la sovranità dell’ordinamento della Repubblica. Impegno che sistematicamente viola. Senza che nessun governo di nessun colore glielo abbia mai fatto notare.
Il problema è tutto qui. Renzi, anziché rispondere “Galantino chi?”, questa volta ha evitato ogni replica, sostenendo di “rispettare ogni valutazione”. Reduce da un cordiale incontro con Marchionne, ha anche ribadito di non volerla dare vinta ai “poteri forti” che lo vorrebbero sostituire. Dubitiamo fortemente che si riferisse alla Cei. Dall’ex sindaco di Firenze i vescovi hanno già ottenuto la caduta nel dimenticatoio del programma elettorale del Pd su legge 40, aborto, coppie gay, omofobia e della promessa renziana delle unioni civili, la truffa della “retta simbolica” delle scuole private cattoliche, l’incredibile estensione al Fec dell’Otto per Mille statale. E tanto altro ancora. Un po’ ingrati, i vescovi, nei suoi confronti. Del resto, come abbiamo scritto più volte, i cimiteri italiani sono pieni di politici che pensavano di conservare il potere facendoseli amici.
La redazione
C’è un errore almeno stando al PDF del decreto che mi indicò Maiurana. Non si tratta di estensione al FEC dell’8×1000, infatti la maggior parte dei beni del FEC in quanto beni culturali hanno accesso all’8×1000 secondo le precedenti norme, ciò che si è fatto è assimilare quei beni del FEC che ospitano scuole statali ad edifici scolastici, in questo modo avranno un finanziamento anche come scuole. Questo per includere l’unica scuola statale che è ospitata in un edificio del FEC, edificio statale anch’esso frutto di espropri. Il fatto che sia un’abbazia è irrilevante. Non capisco l’insistenza sul finanziamento a quella scuola quando il problema è che nell’abbazia ci sono i monaci che non pagano l’affitto. Ma perché ci deve andare di mezzo la scuola? La cosa viene presentata come se il FEC fosse della chiesa cattolica invece è 100% dello stato italiano. Prendiamocela piuttosto che nel consiglio ci siano solo membri nominati dallo stato italiano.
“Un po’ ingrati, i vescovi, nei suoi confronti. Del resto, come abbiamo scritto più volte, i cimiteri italiani sono pieni di politici che pensavano di conservare il potere facendoseli amici.”
Di sicuro però in questo paese lo avrebbero conservato – e lo conserverebbero – ancora meno facendoseli nemici. Lo sapeva bene anche il compagno Togliatti quando sottoscrisse il famigerato art.7.
Comunque, come più volte sostenuto, si sottovaluta il potere della chiesa quando non si tiene sufficientemente conto di un potere che nessun altra istituzione può vantare: il cosiddetto ‘potere spirituale’.
PS. Scommettiamo che anche in questo frangente le opposizioni useranno l’intervento dei Vescovi come conferma delle loro critiche ad un governo che, tra l’altro, sta facendo rimpiangere perfino Berlusconi? Anche questo è un modo di dettare l’agenda della politica italiana.
Professore credo che abbia ragione – purtroppo – circa le opposizioni.
@Bruno Gulerzi
Indimenticato Max D’Alema che invocava l’ingerenza per le scorribande tra i lenzuoli di B.
segnalo questa lettera sul Corriere della Sera di oggi
http://80.241.231.25/Ucei/PDF/2014/2014-09-30/2014093028463476.pdf
Sembra di capire dall’articolo che la chiesa può benissimo fare politica, basta solo che non dica che non la fa, perché altrimenti sarebbe ipocrita. Scusate, ma che vuol dire? Non si è sempre sostenuto l’esatto contrario?
Sulle “competenze” dell’Uaar sulla questione dell’articolo 18 mi permetto di avere qualche dubbio (sul fatto che non le abbia). Ma d’altronde, se non c’entra niente con gli scopi statutari..
certo che la chiesa fa politica, non dirmi che non lo sapevi 😉 anzi io suggerirei di cambiare il titolo del post da GLi slogan di Renzi e quelli della Cei a Gli slogan di Renzi della Cei 😉 gli fareste una cosa gradita visto che il pd (non solo Renzi) e i vescovi sono una cosa sola.
Non credo che spetti a un’associazione laica dare indicazioni su queste cose tenendo presente che ci sono tanti membri che sono probabilmente favorevoli a politiche più liberali in materia economica, magari in minoranza ma a questo punto si dovrebbe fare un partito politico.
Non vedo perché un’associazione laica non dovrebbe dare indicazioni, ovviamente in modo laico, anche su queste cose. A un’associazione laica non dovrebbe essere precluso niente in particolare. Nel caso dell’Uaar, è vero, non rientra nei suoi scopi statutari, però le competenze per farlo le avrebbe, eccome, in quanto associazione razionalista: non si capisce perché dei razionalisti non dovrebbero essere in grado, volendo, di occuparsi anche del mondo del lavoro. Poi, ripeto, con gli scopi dell’associazione c’entra poco, ma non ha senso sminuirsi da soli dicendo di non avere le competenze.
Dunque scusa, sapendo che all’interno dell’associazione persone che sono decisamente liberiste in campo economico e altre al contrario che non lo sono per nulla, l’associazione che tipo di posizione dovrebbe prendere ?
@Tino
Intanto ci si può prima confrontare. Se si raggiungesse una sintesi, si potrebbe esprimere un parere comune.
Il guaio invece è che dice che la fa, e contemporaneamente dice che non la fa.
In più, qualche volta non dice che la fa e non dice che non la fa.
E ancora: talvolta dice che la deve fare, e talvolta dice che non la deve fare. Per concludere, in altri casi constatiamo che non dice che la deve fare, o che non dice che non la deve fare.
….e intanto la fa.
Non ho capito bene però cosa c’entrano i fondi per la famiglia quella cattolicamente corretta e il divorzio breve. Il divorzio breve o meno breve non è accettato dalla Chiesa. Quanto alle unioni civili non è per nulla detto che ti diano dei diritti a fondi. Il Pacs per esempio in Francia era un gran pacco fondamentalmente. Per assurdo è la destra che l’ha reso fiscalmente interessante. Secondo me i fondi per la famiglia dovrebbero essere dati a chi ha figli a carico indipendentemente dallo stato civile. Mi sembra di capire però che in Italia non ci siano proprio aiuti per la famiglia.
Gli aiuti “alla famiglia” concordo dovrebbero andare a chi ha figli a carico, ma dovrebbero essere anche erogati in base alle fasce di reddito.
Dato che, purtroppo, le risorse non sono infinite cose come assegni famigliari, posti negli asili pubblici, detrazioni familiari, sconti sui ticket ecc dovrebbero essere dati prioritariamente alle fasce di reddito più base.
Soprattutto per i posti nei nidi e negli asili bisognerebbe anche dare priorità ai genitori single, che dispongono di reti di aiuto decisamente più ridotte.
Faccio una mia proposta di aiuto alla famiglia:
sgravi fiscali molto alti per il primo figlio
sgravi fiscali molto alti per il secondo figlio
nessuno sgravio per il terzo
al quarto scompaiono quelli per il secondo
al quinto scompaiono quelli per il primo
oltre al quinto 5% di tasse in più a figlio.
Mi piacerebbe vedere quel coniglio insensato di Del Rio …
…ma sai che ha senso? 😆
Wow!!!!!!!!!!! 🙂
Condivido!!! E farne una proposta di legge di iniziativa popolare? 🙂
Condivido. Basta che non si arrivi a estremi come quelli della Cina (un figlio e basta), anche se so che hanno i loro motivi, giusti o no che siano…
“L’art. 18 non è un dogma”.
A pensare male non si dovrebbe ma, come diceva qualcuno, di solito si indovina.
Arriveremo al punto di avere licenziamenti per motivi religiosi e per motivi politici?
Del resto il potere è potere di licenziare chiunque indipendentemente dalla causa, altrimenti che potere è?
per 22 Milioni e passa di lavoratori, quelli delle micro e piccole imprese, l’articolo 18 non è mai esistito.
Date le pastoie introdotte dall’articolo 18 moltissime aziende fanno il possibile per restare con una massimo di 14 dipendenti, dando vita ai vari “contratti atipici” di sfruttamento (co.co.pro, riteunte d’acconto, ecc) andando a creare altri milioni e milioni di lavoratori ultra precari e senza diritti.
In tutto il resto di europa, compresa la favoleggiata Scandinavia, è in uso la flex security ovvero no giusta causa = buona uscita. Non ci vedo nulla di così scandaloso. Al momento invece no giusta causa = anni di cause per ottenere un pugno di mosche. Il reintegro? Un presa per il culo visto che il datore farà di tutto per farti scappare e provare il mobbing è sostanzialmente impossibile. Una buona uscita invece consente di avere tempo per trovarsi altro oppure la possibilità di avere i fondi per aprire qualcosa in proprio.
Ah per onor di cronaca io lavoro in una di quelle piccole imprese dei salti mortali per stare entro i 14, se passa questa legge finalmente il boss potrebbe pensare di assumere più gente così avremmo un lavoro fatto meglio e senza finire completamente scoppiati alla sera.
Purtroppo in Italia il dogma è il potere della Cei.
Tra l’altro tutti i media hanno riportato sta cosa del dogma come se la parola stessa non esprimesse una assurdità.
un utile ripasso sull’articolo 18
http://quaderni.sanprecario.info/2014/09/articolo-18-che-renzi-camusso-ma-soprattutto-noi-di-andrea-fumagalli-e-cristina-morini/
(pastfarian, hai detto cose ripugnanti, peggio della peggior Cina)
Tu, invece cosa proporresti ?
Divieto di preservativi e figli a manetta ?
cosa ti ha ispirato una simile scemissima conclusione, quali parole ?
Cioè, se io dico che Tizia è brutta, automaticamente voglio intendere di essere bella?
no beh, vien da dire: se questi son razionalisi ….
Le tue parole.
Prova un po’ a rileggerti.
Hai dimenticato il divieto di contraccezione…
Giorgio Pozzo,
non ti ci mettere pure tu, non abbassarti a certi livelli che fanno torto alla tua intelligenza e alla tua simpatia, almeno tu non dare corda a questi incivili faziosi provocatori: capisco l’ironia e nessuno più di me la apprezza, ma in questo caso è fuori luogo. A parte il fatto che io come tutti ho il diritto di pensarla come mi pare su qualsivoglia argomento, si dà il caso che sia da sempre (e ho già una certa età) favorevolissima alla contraccezione e l’ho anche detto più volte qui.
Ma qui dentro la faziosità, il pregiudizio e la malafede dilagano e mi dispiace constatare che anche i migliori il più delle volte non intervengano duramente.
O ti sembra che le mie parole di ieri alle 11,58 giustifichino l’uscita (scema) di Aristarco?
@E.n.g.y
Diamine che noia. Excusatio non petita… fai venire il dubbio che neanche tu sia convinta della validità dei tuoi argomenti e che non sappia portarli avanti se non per stupida convinzione.
Tu non farti mai venire il dubbio che dipenda da te, mi raccomando, che vai forte.
Sai, se oltre a disgustarti tu riuscissi a ragionare e a spiegare… ma perdo le speranze.
A riprova del fatto che la maturità anagrafica non per forza coincida con quella mentale.
@ Engy
Si può sapere che c’è di ripugnante?
Mi sembra una proposta sensata in un pianeta irrimediabilmente sovrappopolato.
Qui di pregiudizi e di malafede ci sono solo quelli di coloro che fanno affermazioni non argomentate. Esempio? La tua, quella di cui ti chiedo conto.
Premesso che l’ironia non dovrebbe mai essere considerata fuori luogo, a meno che qualcuno non sia un po’ fondamentalista religioso (il sarcasmo potrebbe forse essere fuori luogo, ma qui ci dilungheremmo troppo), a domanda devo rispondere:
No, non mi sembra che le tue parole giustifichino l’uscita di Aristarco, con l’eccezione del termine “ripugnante”. Utilizzando questo termine, direi che ti sei un po’ esposta ad una replica di un certo tono. Comunque, non mi sembra nemmeno che questa uscita sia scema. Casomai sarcastica, appunto, ma io ironizzavo sulla incompletezza della risposta, non su quello che avevi scritto tu.
Io sono sinceramente convinto, da mezzo secolo a questa parte, e cioè da quando eravamo “solamente” tre miliardi, che questo pianeta fosse da considerare sovrappopolato. Figurati adesso, che siamo il triplo. Non credo ci sia niente di scemo in questo, e nemmeno (soprattutto) penso che ci si debba scandalizzare se qualcuno lo sottolinea. Anche in maniera ironica o sarcastica.
Il problema, ovviamente, risulta essere molto localizzato. In Svezia, dove il territorio è grande e la popolazione ridotta, il problema è molto minore che in altri Peasi, ma non si può mettere la testa nella sabbia. La metafora (non ricordo l’autore) più azzaccata è quella delle capre sull’isola. Fintanto che ci sono poche capre, tutte mangiano l’erba, che ha il tempodi ricrescere. Aumentate a dismisura il numero delle capre, con l’isola che ovviamente resta quella che è, e avrete che sempre meno capre riusciranno a mangiare l’erba. Fino a quando non crescerà più nemmeno l’erba per una capra soltanto.
Giorgio Pozzo
Il discorso sulla sovrappopolazione è piuttosto complesso e lungo e finiremmo OT. Anch’io sono d’accordo che la popolazione mondiale ha raggiunto livelli di guardia se vogliamo garantire un livello di vita adeguato a tutti senza distruggere il pianeta per sopravvivere e senza sovraffollarlo nelle zone abitabili.
Restringerei, però, qui il discorso del post alla situazione italiana dove siamo già in 60 milioni e non riusciamo a garantire un lavoro, in particolare ai giovani. Per la verità non ci siamo riusciti neanche negli anni del boom economico che hanno visto continuare l’emigrazione degli italiani all’estero. Non porsi il problema del futuro incentivando a fare tanti figli (discorso ripetitivo della chiesa, proprio questa domenica il papa pubblicizzava come modello il curdo perseguitato padre di 10 figli), significa incentivarne l’emigrazione (cosa oggi più difficile che in passato) o fornirgli una scarsa qualità della vita in Italia.
Ma nessuno si sogna, come anche nel sistema proposto da Pastafarian, di regolamentare per legge il numero di figli che uno può avere come era successo in Cina.
Il sistema proposto da Pastafarian, discutibile e perfettibile, si basa sul metodo democratico degli incentivi e disincentivi, prassi utilizzata in tanti ambiti dal legislatore per guidare le scelte, ma senza vietare niente.
Il suo sistema recepisce il concetto che va incentivato il ricambio (un valore attorno a 2 figli per coppia, valore raggiunto solo in pochi paesi sviluppati), ma non la crescita demografica, facendo anche la considerazione realistica (confermata dai demografi) che chi vuole tanti figli può in genere permetterselo e può contribuire a sostenere le incentivazioni per gli altri (direi che gente come Del Rio, Berlusconi e Veronesi non ha di certo bisogno di aiuti ed io sono sempre d’accordo che per sostenere un sistema sociale i ricchi paghino più tasse).
Il sistema attuale premia il fare tanti figli, scelta comunque fatta da solo un 2% della popolazione), ma da comunque scarsi incentivi a tutti, cioè non incentiva il ricambio.
Per esempio chi ha un reddito complessivo familiare attorno ai 40000 € ha degli sgravi fiscali per due figli che arrivano al 10% del totale dell’IRPEF, valore non certo elevato ed incoraggiante e pari a mezzo mese di stipendio: non ci fai molto visto che il costo medio di un figlio è attorno ai 700 €/mese. Se la cifra di sgravi quadruplicasse magari un po’ di persone con un solo figlio potrebbero decidere di farne due, mentre chi è ricco non ha certo problemi a mantenere tanti figli e, quindi, le sue scelte esulano da incentivi o meno.
Il problema è che il sistema proposto da Pastafarian sarebbe più costoso per lo stato.
ok, Giorgio,
però l’ironia o il sarcasmo – che, ribadisco, sono segno di acume e di intelligenza e che personalmente amo moltissimo pur constatando che si tratta di merce molto rara – hanno senso quando hanno senso.
Cioè, per farti un esempio, mi sembra di rivivere situazioni di qualche anno fa, quando governava Berlusconi e io mi beccavo dell’amica del (ex) cavaliere ogni qualvolta criticavo la sinistra. Quando uno critica la sinistra è ironico o al limite sarcastico dire “eh ma allora sei amica di B”?
Aristarco ha fatto lo stesso: nel momento in cui ho criticato la sua proposta (forse sarcastica, non so fino a che punto) al punto da definirla ripugnante, non ha saputo far di meglio che tirare in ballo una mia presunta avversione verso i preservativi.
Era solo questa logica di ragionamento che criticavo e che SEMPRE mi fa venire il nervoso.
@E.n.g.y
Curioso… di grazia, quando il sarcasmo avrebbe senso? Solo quando piace a te?
Ti abbiamo chiesto in due di spiegare perché l’idea di pastafarian non ti piace. Ma come al solito, eludi, cianci di sarcasmo e ironia e polemizzi inutilmente. Solo questa logica di ragionamento critichiamo. Che si riassume così:
Che pena.
P.S. non ti sei mai chiesta davvero perché da altre parti ti hanno bannata? -_-
@ Engy
E ridai, si può sapere perché?
Questo:
http://ambiente.tiscali.it/articoli/14/09/consumo-natura-cresce-123.html
ti ripugna?
@Stefano ™
Senza andare troppo oltre per evitare l’OT, fa sorridere il fatto che molti pensano che la sovrappopolazione si manifesti solo nel numero degli individui e la densità. Peccato che se le risorse non coprono il fabbisogno mondiale al meglio, sempre di sovrappopolazione stiamo parlando.
A parte il fatto che era stato il post di pastafarian, e non quello di aristarco, ad essere definito ripugnante; e a parte anche il fatto che secondo me qui non siamo OT (la CEI chiede più fondi alla famiglia, mentre pastafarian propone che i fondi alla famiglia siano conteggiati, anche al negativo, sul numero di figli), sei libera ovviamente di criticare questa logica di ragionamento, che tra l’altro trova molti consensi, ma non capisco perchè dovrebbe farti venire il nervoso.
Chiamare questa “logica” ripugnante, ripeto, presta (giustamente, direi!) il fianco all’ironia, se non al sarcasmo, dei molti partecipanti “arzilli” di questo forum. probabilmente, se tu non avessi utilizzato tale termine, non ci sarebbero state certe reazioni.
In un certo senso, ti difendo, ma non dovresti utilizzare certri termini: sono quelli ad essere fuori posto, non le reazioni sarcastiche che provocano. E temo che il motivo sia proprio che certi termini vengono utilizzati con chiaro intento serio, letterale, e non ironico o sarcastico.
In conclusione, io considero ripugnanti certe proposte della CEi, ma non certe opinioni dei singoli partecipanti (nemmeno quelle dei troll, quando ne hanno: in molti casi sono assurde, ma non propriamente ripugnanti).
Scusate la lunghezza: volevo spiegarmi chiaramente.
Al di là della querelle di Engy sul commento del nostro spaghettoso amico, da quel poco che so di macroeconomia, la crescita economica è strettamente legata alla popolazione, almeno in un sistema di tipo capitalistico. In pratica servono tanti consumatori che comprano sempre più e finché il PIL sale la giostra gira. Se non c’è crescita la giostra si ingrippa è tutti voliamo col sedere per terra.
Quindi proporre modelli di decrescita mantenendo il sistema attuale è un suicidio. È chiaro che è un cane che si morde la coda essendo le risorse del pianeta grandi ma finite, fortunatamente la tecnologia ci aiuta a sfruttare meglio le risorse ma un limite teorico esiste. Ergo e concludo la decrescita deve essere preceduta da un cambio di paradigma.
Giorgio Pozzo,
l’aggettivo “ripugnante” l’ho utilizzato – è vero – nel suo senso più stretto, dunque non ironico e neanche sarcastico.
Non mi sembra così grave a dire il vero, se è (ed è) quello che penso e se l’ho riferito (e l’ho riferito) a un concetto e non alla persona che ha esposto un concetto.
Comunque va bene, accetto il consiglio.
Il nervoso però non me lo fa venire un’idea diversa dalla mia e che addirittura giudico ripugnante, me lo fa venire chi (ti facevo l’esempio di Berlusconi) fa degli automatismi sciocchi e privi di fondamento e – soprattutto – li fa solo a senso unico e solo per provocare.
E tu che sei saggio oltre ad essere molto “arzillo” e simpatico (e anche bellino 🙂 : ho visto una tua foto in rete) dovresti dare consigli non solo a me, caro Giorgino 🙂
E infine ti faccio un esempio, tornando alla proposta “ripugnante” di conteggiare i fondi alla famiglia anche in negativo sul numero di figli: di fronte a un parto plurigemellare in seguito a fecondazione artificiale, applicheresti lo stesso metodo di calcolo?
Non lo vedi (evidentemente non lo vedi, mi dirai tu) che è indecente pensare di costringere (nella pratica, visto che poi tartassi) una famiglia a fare un numero “x” massimo di figli?
@E.n.g.y
Il parto plurigemellare non è un evento programmato. Si parla di riproduzione selvaggia.
Io aspetto ancora che tu risponda alle domande. Mi dai conferma che non lo vuoi fare?
@E.n.g.y
Spiega perché sarebbe indecente educare a una riproduzione responsabile. Strano che chi sbraita contro le tecniche di fecondazione assistita ed eterologa, si alteri tanto.
Il problema si porrebbe anche di fronte a una fecondazione naturale, direi. Comunque, qui la risposta potrebbe essere semplice: il numero che conta dovrebbe essere quello dei parti, non dei figli in assoluto. Chiedi però a pastafarian: la proposta di legge è sua…
Costringere sarebbe indecente. Ma l’idea non è quella di costringere nessuno, bensì quella di avere una tassa progressiva. Ti rammento che i preti, in qualche modo, “costringono” ad averli i figli.
Adesso mi confondi… O mi prendi in giro? Non importa: ero certamente meglio da giovane, ma ero sicuramente meno saggio (o meno furbo). Infatti, mi ero lasciato scappare parecchie ragazze… 🙁
PS: non sono il moderatore di questo forum, e non faccio richiami. Qui sono uno come gli altri.
@ Engy
E un’ eventuale eccezione ad un principio (quello di scoraggiare l’incremento oltre certi limiti di figli) rende quello “ripugnante”?????
Sui 520000 nati in Italia i parti trigemellari sono circa 70 e uno solo quadrigemellare.
Quindi stiamo parlando di casi singoli.
Non mi risulta che la proposta di Pastafarian sia una proposta di legge, quindi dettagliata nei suoi particolari e con le linee guida per interpretare i vari casi che si possono verificare. Proponeva solo l’idea di sostenere il ricambio (molto di più di adesso), la genitorialità consapevole, ma non la crescita demografica, fatta in modo democratico con gli incentivi o disincentivi, nessuna proibizione di tipo cinese.
Una legge con le sue linee guida tiene conto delle varie realtà che si possono verificare ed eccezioni, modificando i coefficienti ed i calcoli. Quindi l’idea di Pastafarian se tradotta in legge potrebbe tranquillamente prevedere modifiche a detrazioni e incentivi per i vari casi, cosa che fa anche la legge attuale.
Per lavoro mi occupo di incentivazioni (non in questo campo) e le linee guida prevedono tutta una serie di comportamenti nei diversi casi ai quali si aggiungono le varie interpretazioni del ministero di fronte a diverse problematiche.
Nella proposta di pastafarian che era solo un’idea di impostazione generale non si parla per esempio di reddito. Anche la legge attuale prevede la scomparsa delle detrazioni oltre determinati livelli di reddito a seconda del numero dei figli, cioè se sei ricco i figli li mantieni non a carico dello stato.
Nell’ipotesi di un reddito complessivo di 40000 € le detrazioni attuali per due figli sono un po’ più di mezzo stipendio netto, cioè poco più del 10% del totale dell’IRPEF. Con sei figli diventerebbero di quasi 7000 €, cioè quasi 4 mensilità nette, ma voglio vedere a vivere in 8 con uno stipendio netto di 2300 €, si sarebbe sotto alla soglia di povertà ed in questo caso si avrebbe accesso agli aiuti sociali.
Dubito che siano tante le situazioni di questo tipo ed infatti solo il 2% della popolazione ha tanti figli, evidentemente chi può permetterselo (proprio ieri ne parlava un’indagine del Censis): oggi a gente che ha un reddito di 110000 € regaliamo oltre 4000 € di incentivi se hanno 6 figli. e ne diamo solo 1500 € a chi ha un reddito di 20000 € e due figli, questo mi sembra ripugnante …….
ma chi sbraita? tu sogni, caro ragazzo (gmd)!
comunque è vero, l’esempio del parlo pluri-pluri gemellare è un po’ forzato.
Giorgio Pozzo, non che non ti prendo in giro, boia d’un mond leder!
🙂 Eppoi sei uno dei pochissimi interessanti qui dentro e che mi divertono pure!
Lo ripeto, lo ripeto a te perchè penso che tu mi creda e sia un po’ su questa lunghezza d’onda: trovare (su blog, giornali, televisione, ma anche fra amici e colleghi) il riscontro di idee uguali alle mie, è da sempre la cosa per me più noiosa.
@E.n.g.y
Possiamo andare a ripescare i commenti di altre news.
Sta di fatto che, come al solito, non rispondi nel merito.
E ti limiti a definirle ripugnanti senza argomentare. Ce ne siamo accorti da un pezzo.
@E.n.g.y
Possiamo andare a ripescare i commenti di altre news.
Sta di fatto che, come al solito, non rispondi nel merito.
E ti limiti a definirle ripugnanti senza argomentare. Ce ne siamo accorti da un pezzo.
Come fa a dire logicamente che Pastafarian ha detto cose peggiori della peggior Cina: lì c’era il figlio unico (anche se non molto rigido visto che c’è una media di 1.6 figli/donna, cioè un valore superiore a quello italiano).
Il sistema proposto da Pastafarian fornisce elevati sgravi fiscali a chi ha due figli, cosa che non avviene in Italia oggi (gli sgravi sono limitati) e di certo non in Cina.
Fino a tre figli, cioè la situazione che copre il 97-98% della popolazione gli sgravi risulterebbero comunque apprezzabili, probabilmente superiori a quelli attualmente in Italia. Quindi fino a tre figli il sistema proposto è migliore di quello che abbiamo oggi.
Il sistema diventa disincentivante dai 4 figli in su, ma non lo impedisce. Semplicemente ritiene che se vuoi tanti figli non sarai incentivato, anzi dovrai restituire parte o tutto degli incentivi, o sarai tassato dal 6° partendo dalla considerazione che se vuoi tanti figli te li puoi permettere e sei un costo per la società, e dubito che Del Rio prenda assegni famigliari e altro.
In Cina a 3 figli non ci saresti neanche potuto arrivare.
Il sistema proposto incentiva il ricambio, non la crescita demografica.
Parte dalla considerazione che con gli stipendi che abbiamo diventiamo un carico pesante per la società se ne facciamo troppi perchè non in grado di mantenerli, ma se uno i soldi li ha ……
Personalmente sarei un po’ meno drastico.
Hai ragione Engy. Torniamo al proletariato, in cui venivano sfornati una decina e più figli sperando che almeno due o tre di loro sopravvivessero fino all’età adulta.
Si chiama selezione naturale.
Il tuo primo commento lo condivido – quello su pastafarian – invece non ho ben capito il nesso tra proletariato che sforna figli e selezione naturale.
Scusami ti ho confuso con robertoV
In realtà anche l’aristocrazia e i ricchi facevano tanti figli, non solo il proletariato.
L’imperatrice Maria Teresa d”Austria ne ha fatti 16, di cui solo 10 sono arrivati all’età adulta, la selezione valeva anche per loro. Se non ricordo male il faraone Ramesses II ne aveva 90.
Era più tipico della civiltà contadina, con quella industriale ha iniziato a calare, sicuramente prima per i benestanti e di livello culturale elevato.
Comunque in Italia era già scesa a circa 3.5 figli per donna 100 anni fa.
90???? Ma sei sicuro?
Per quanto a un uomo bastano 5 minuti (virtualmente) fare 90 figli mi pare…. ecco… tanti
Reiuky
Secondo questa lista Ramses II ha avuto 50 figli e 53 figlie e 9 mogli o concubine:
http://mathcs.slu.edu/~bart/egyptianhtml/kings%20and%20Queens/Ramses-II.html
@E.n.g.y
Poi mi spiegherai com’è che quando si parla di tecniche di fecondazione i figli non sono un diritto, ma quando uno tromba a manetta tutto va bene?
Se le parole di pastafarian (e definirne il commento addirittura peggiore della politica cinese, ce ne vuole) sono tanto orribili, sorge quanto meno il sospetto che tu la pensi almeno un po’ in maniera diametralmente opposta.
Ma non ne avevi abbastanza di tutti noi? Non hai resistito, vero? 😆
gmd,
cosa vuol dire “quando uno tromba a manetta tutto va bene”?
Detto così non mi sembra tanto male come idea 😉
Non sai neanche più scrivere in italiano?
Non manchi occasione comunque per dimostrare i tuoi limiti intellettivi e metterti in ridicolo con la tua faziosità studiata.
@E.n.g.y
Si, si, va bene. A dire di continuo che gli altri sono limitati sorge il sospetto che l’unica a esserlo sia tu.
Ti rifaccio la domanda, vediamo se sei in grado di rispondere senza lagnarti: perché la procreazione assistita no (sbraitando che i figli non sono un diritto) e il controllo delle nascite neanche? No, perché, come al solito, i tuoi commenti sono una sequele di contraddittorie lamentazioni. O di ad personam da quattro soldi quando proprio non ce la fai? Poveretta.
@E.n.g.y
Puoi sempre provare a rispondere a RobertoV. O anche il suo commento è orribile?
Engy, ancora qui? Ripugnante…..
Marilena Maffioletti,
inarrivabile quanto a ironia!
@E.n.g.y
Tesoro, né più né meno del tuo commento iniziale.
Chissà perché mi sa di aver toccato qualche nervo scoperto.
Dal sito di repubblica:
“Nell’immobilismo di gauchisti e conservatori, la CEI fa politica più di prima, beneficiando delle praterie che trova libere davanti a sé. Il suo spostamento a sinistra, unitamente allo slittamento a destra del PD, costituisce la più grande transumanza in atto nel paesaggio istituzionale”
Non ho ben capito se l’estensore dell’articolo del quale ho tratto questo passaggio sia favorevole o meno a questa svolta (ritengo di sì)… ma in ogni caso descrive ciò che effettivamente sembra stia avvenendo in questo momento. Nel ricorrente marasma della politica ecco, ancora una volta, chi ne approfitta. Potrebbe anche portare alla caduta del governo Renzi, sempre più traballante e con l’acqua alla gola… ma di chi sarebbe veramente il merito? Non certo della sinistra, ormai aggrappata alla sottana di papa Francesco… e nemmeno – ufficialmente – della CEI (che, come si sa, non fa politica), ma un’eventuale nuovo governo dovrà pagare pegno ancor più di quanto già non si faccia.
(In genere come ‘notista’ politico non ne ho imbroccate molte… speriamo sia così anche stavolta 🙂 )
La chiesa ha sempre fatto politica, sono i modi ad essere cambiati.
Oggi lo fa in modo più aperto e diretto, in modo più trasparente, prima lo faceva in modo più indiretto, nascosto, tramite degli intermediari, dei prestanome (dopotutto cosa erano anche le varie aristocrazie, mentre i vari principi-vescovi erano la forma diretta).
Avevo letto che quando furono fondati i vari partiti popolari-democristiani la chiesa non era così contenta, preferiva gestire direttamente il potere, ma le regole della democrazia le hanno imposto di doversi servire di intermediari laici (che presentano il rischio di voler fare talvolta di testa loro), ma ha sempre richiamato il fatto che questi laici devono allinearsi al volere della chiesa.
In Germania ed Austria i popolari sono chiamati i neri dall’abito talare dei preti per indicare lo stretto legame.
Oggi non essendoci dei chiari partiti di riferimento, e quei pochi sono minoritari, devono esporsi di più per tutelare i loro interessi (ci sono delle ricchezze e dei privilegi da difendere). D’altronde anche Berlusconi è dovuto entrare direttamente in politica quando ha perso i suoi riferimenti politici.
“Avevo letto che quando furono fondati i vari partiti popolari-democristiani la chiesa non era così contenta, preferiva gestire direttamente il potere, ma le regole della democrazia le hanno imposto di doversi servire di intermediari laici (che presentano il rischio di voler fare talvolta di testa loro), ma ha sempre richiamato il fatto che questi laici devono allinearsi al volere della chiesa.”
In effetti gli ‘intermediari laici’ – almeno fino a un certo periodo – risultarono relativamente più autonomi rispetto al vaticano… al punto che oggi, proprio a sinistra, si rimpiange la DC di De Gasperi, che su certe questioni seppe dire di no alla chiesa. Ma si era nell’immediato dopoguerra, e qualcosa dell’unità delle forze antifasciste (comunisti, socialisti, cattolici, liberali ecc.) era rimasto, anche perché c’era da ricostruire un paese semidistrutto e occorreva l’apporto di tutti.
Poi pian piano… con la parentesi della legalizzazione di divorzio e aborto, ultima vittoria laica significativa… la ‘politica politicante’ prese il sopravvento. Non sto qui a richiamare tutti i passaggi che portarono alla situazione attuale (discorso complesso), ma il rapporto tra degrado politico-culturale della società italiana e – specularmente – ruolo sempre più invadente della chiesa, si accentuò sempre più… e tutto ciò nonostante la chiesa, in fatto di corruzione (speculazioni finanziarie e pedofilia, solo per citare gli scandali più appariscenti) non fosse certo da meno.
Io sono sempre del parere (ne ho discusso anche con te) che in periodo di crisi… crisi economica e crisi culturale (crisi delle ideologie in intese come carica ideale), che si alimentano a vicenda in un micidiale circolo vizioso… il ruolo di un’istituzione anche religiosa, come la ccar, quale che sia il livello di questa religiosità, riacquista la sua capacità di presa. La società è corrotta, la chiesa pure, la gente va poco a messa… ma basta che si presenti sulla scena un personaggio che si richiama (dire strumentalmente è dire poco) ad un qualche ‘valore’ evangelico, vagamente di sinistra, e tutti rimettono in lui le speranze. Pendono dalle sua labbra… convinti magari, ingenuamente, di servirsene.
La crisi fa paura, e la paura (quella irrazionale, non quella esistenziale) è uno dei carburanti che alimenta le religioni, basate sostanzialmente sulla superstizione. E dove non provvede la ccar, come in Italia, una qualche altra forma di religione, storica o di nuovo conio, provvederà.
Ultima performance di Bergoglio. Dai giornali:
“Il papa ‘avverte’ (sottolineatura mia) la politica:
disuguaglianza e povertà minacciano la democrazia”
E così quel modello di democrazia che è il governo vaticano… ci impartisce la lazione. Perché, nonostante la solenne banalità della affermazione, come tale viene presentata. Cosa aspettiamo ad imparare?
Gualerzi
E’ sull’interpretazione di questa “capacità di presa” che le nostre analisi si distinguono.
Io continuo a pensare che questa presa ci sia più a livello politico, istituzionale ed economico e di Media, che hanno una effettiva crisi di credibilità, che personale e mi confortano anche i dati sugli Austritt in Germania ed Austria che continuano ad essere elevati, ma anche di ciò che si vede nell’analisi sulla secolarizzazione in Italia. Proprio oggi leggevo a riguardo, su questa separazione, un articolo su critica liberale.
Non molto tempo fa ho scoperto che il primo stato cristiano è stato l’Armenia, già nel 301 ed anche qui il classico meccanismo ripetuto nei secoli: il re si converte ed impone per legge la conversione ai suoi sudditi. Mi sembra che la chiesa cattolica approfittando della debolezza politica ed economica del nostro stato (e non solo) stia approfittando di tale situazione, ma partendo dall’alto per un tentativo di rievangelizzazione (vedi propaganda sui media e anche su giornali come Repubblica). E che i politici e le istituzioni screditate in mancanza di idee cerchino ancora una legittimazione, un “instrumentum regni” nelle religioni e nella potente multinazionale chiesa cattolica.
Per fare un esempio anche in Germania dove il 40% della popolazione non appartiene a nessuna religione e continuano a perdere lo 0.6% di fedeli ogni anno, nella SPD solo il 14% dei delegati non appartiene ad una religione (singolare per un partito di sinistra) e tutti i ministri del governo Merkel sono credenti e professano apertamente la loro appartenenza religiosa, con la Merkel figlia di un pastore protestante ed il presidente Gauck un teologo protestante. Lo stesso presidente del parlamento europeo Schulz ha invitato a novembre il papa (a dir la verità ha invitato qualche settimana prima anche Conchita Wurst, ma sarà difficile che in Italia ricordino la cosa).
Qui in Italia invece abbiamo il papa e Bagnasco che dicono quotidianamente cosa i politici debbano fare (e come fai notare tu è singolare che parli di democrazia il papa imperatore a capo di uno stato non democratico che ha detto pochi mesi fa che la chiesa cattolica non sarà mai democratica: potremmo ascoltare che cosa ha da dire sulla democrazia il re dell’Arabia Saudita), coi media che fanno da cassa di risonanza. D’altronde il papa parla di famiglia e decide su di essa come se fosse un esperto.
Già in passato comunque una parte della sinistra era stata attratta dal personaggio Gesù visto come il primo socialista, bevendosi la propaganda cristiana. Adesso una certa sinistra, orfana di idee e di personaggi e non più rappresentativa, sembra invaghita del suo vicario in terra: mi sconcerta da parte di Repubblica la propaganda acritica e a suo favore per affermazioni banali e populiste (mentre Scalfari è stato sgradevole coi protestanti) e come possa sposare anche il suo revisionismo storico (ieri pubblicizzavano il libro di Don Vincenzo: “Ama i poveri come te stesso”).
Ormai siamo alla situazione che contano più le affermazioni, gli annunci dei fatti, anzi gli annunci, le affermazioni e la propaganda diventano fatti . Spero che come successo per Obama alla fine non si può andare avanti per anni senza fatti concreti.
La stessa cosa mi aspetto per Renzi, alla fine il suo bluff si vedrà, così come si è visto quello di Berlusconi. e’ stato furbo a sfruttare a suo favore i voti che erano stati dati per le europee, non per lui. Leggo oggi che il Pd ha perso 400 mila iscritti, non mi pare che Renzi sia in crescita come popolarità.
Ecco l’articolo sulla laicità di critica liberale:
http://www.criticaliberale.it/news/232388