Non solo clericalate. Seppur spesso impercettibilmente, qualcosa si muove. Con cadenza mensile vogliamo darvi anche qualche notizia positiva: che mostri come, impegnandosi concretamente, sia possibile cambiare in meglio questo Paese.
La Cassazione ha stabilito che anche i non credenti hanno il diritto di esprimere le proprie convinzioni e che questo diritto va tutelato quanto quello della libertà di espressione delle religioni. Il caso riguarda i manifesti Uaar della campagna “Senza D”, censurati dal Comune di Verona perché ritenuti offensivi verso la religione. Censura avallata anche dalla Corte d’Appello di Roma, ma ribaltata dalla Cassazione che ha annullato questa sentenza. Non si tratta di una vittoria solo della nostra associazione ma per le libertà civili del nostro paese.
L’annoso problema dei costi della Chiesa è ancora più evidente ai tempi dell’emergenza coronavirus. Il deputato Riccardo Magi (+Europa) ha presentato un ordine del giorno al decreto Cura Italia, approvato, che impegna il governo a valutare la possibilità di destinare l’8×1000 inoptato e quello destinato allo Stato alla ricerca scientifica e al servizio sanitario nazionale. L’iniziativa è simile a quanto proposto dall’Uaar con una petizione al governo, in cui si chiede di destinare tutto l’8×1000 destinato alle confessioni religiose a favore di sanità e ricerca: si parla di circa 1,2 miliardi di euro all’anno.
Il consigliere regionale dell’Abruzzo Domenico Pettinari (M5S) ha contestato la stipula da parte della Regione di un contratto con una struttura religiosa a Montesilvano (PE) per ospitare i pazienti affetti da Covid-19, che prevede lo stanziamento di 45mila euro per 60 giorni di utilizzo escluse altre spese relative a servizi come pulizia, sanificazione e mensa. Pettinari ha fatto notare che si poteva destinare la cifra in modi più convenienti.
Persino l’epidemia di Covid-19 diventa pretesto per esercitare invadenza confessionale, arginata però per fortuna dalla politica. Il governo Conte, nonostante i malumori di qualche esponente e l’attacco senza precedenti della Conferenza episcopale, ha mantenuto le misure precauzionali per sospendere le celebrazioni religiose alla presenza di fedeli. In questo modo l’esecutivo ha preferito far rispettare le indicazioni fornite dal comitato tecnico-scientifico per l’emergenza coronavirus, che aveva evidenziato delle “criticità ineliminabili” nello svolgimento delle messe, in particolare per i ravvicinati contatti tra fedeli (molti dei quali nella fascia di età critica) e la somministrazione dell’eucaristia, e consigliato di riaprire i riti al pubblico verso la fine di maggio.
Nuovi pronunciamenti consolidano i diritti delle persone lgbt. La Corte di giustizia dell’Unione europea ha stabilito che le dichiarazioni omofobe possono configurarsi come forma di discriminazione sul lavoro se sono pronunciate da chi ha un’influenza sulle assunzioni. Il caso riguardava affermazioni fatte dall’avvocato Carlo Taormina durante il programma radiofonico La Zanzara, contestate in giudizio dall’Avvocatura per i diritti Lgbti: il tribunale del lavoro di Bergamo aveva ordinato un risarcimento di 10mila euro a carico di Taormina e riconosciuto che l’associazione fosse legittimata ad agire per conto di una minoranza potenzialmente discriminata.
L’emergenza coronavirus ha imposto limitazioni anche alle celebrazioni religiose, come in qualsiasi ambito sociale e lavorativo. Non di meno però sono tantissimi i casi di violazioni delle disposizioni sanitarie da parte di parroci e fedeli, con altrettanti interventi da parte delle forze dell’ordine nel sanzionare comportamenti a rischio. A Rocca Imperiale (CS) i carabinieri hanno sanzionato con una multa di 400 euro un parroco che, nonostante le diffide del sindaco, aveva percorso una processione solitaria. A Roma, in zona Tor de Schiavi, un prete si è affacciato per dire messa dal campanile della parrocchia, con tanto di altoparlante, radunando decine di fedeli. La polizia locale è intervenuta per disperdere l’assembramento. A Frascati (RM) un sacerdote ha aperto la messa della domenica delle palme nella cattedrale, cosa che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine. A Filadelfia (VV) il sindaco Maurizio De Nisi ha chiesto provvedimenti per un rito celebrato nonostante i divieti. La sindaca di Marsciano (PG) Francesca Mele ha imposto la quarantena ai partecipanti di una messa celebrata nella frazione di Ammeto in barba alle limitazioni. La prefettura ha negato al Comune di Alatri (FR) il sorvolo della reliquia del santo patrono, nonostante le insistenze. Il procuratore capo di Foggia Ludovico Vaccaro ha annunciato un’inchiesta per l’assembramento di fedeli a San Marco in Lamis (FG), che ha visto almeno cento persone sul sagrato della chiesa in occasione del venerdì santo. A Roma il partito di estrema destra confessionalista di Forza Nuova ha tentato di organizzare una marcia a Roma, diretta a san Pietro, in occasione della Pasqua per rivendicare la libertà di culto nonostante le limitazioni richieste dall’emergenza coronavirus: alcuni militanti sono stati fermati dalle forze dell’ordine. I carabinieri hanno interrotto una via crucis davanti una chiesa a Palermo, con decine di persone, dotata persino di un sistema di amplificazione. A Supersano (LE) gli agenti sono intervenuti al termine di una funzione religiosa trasmessa in streaming su Facebook alla quale erano presenti una dozzina di persone, compresi il sindaco e alcuni amministratori, che hanno ricevuto una multa. Un parroco di Gallignano (CR) è stato multato per una funzione religiosa in cui erano presenti fedeli. La polizia è intervenuta per una celebrazione in una chiesa di Borgotrebbia, frazione di Piacenza. Diversi casi hanno riguardato anche la comunità ortodossa, ad esempio a Barete (AQ) e Trieste. A Cinisello Balsamo (MI) una quarantina di persone sono state identificate e multate per la presenza durante una messa all’interno di una chiesa stavolta copta. C’è persino un caso legato a pretese religiose islamiche: i vigili di Civitanova Marche (MC) hanno multato un trentenne italiano di origini marocchine e religione musulmana che era partito da Osimo (AN) per raggiungere una macelleria halal, percorrendo ben 40 chilometri, sebbene avrebbe potuto cibarsi di altro vista l’emergenza.
Il periodo di emergenza rischia di limitare anche l’accesso delle donne all’interruzione di gravidanza negli ospedali. Per questo diverse associazioni pro-choice hanno inviato una lettera al presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte e al ministro della Salute Roberto Speranza per sensibilizzarli sulla questione, avviando inoltre una petizione.
La redazione