Il cammino di Darinka e le “credenziali del pellegrino”

Darinka si è messa in testa qualcosa d’altri tempi: viaggiare a piedi dalla Sicilia al Piemonte, senza soldi, chiedendo ospitalità lungo la via. Un cammino che le permette giorno dopo giorno di immergersi nella bellezza della natura, di stare a contatto con gente generosa e solare, che è anche ricerca interiore. È partita a marzo, racconta le sue esperienze e riflessioni sul blog Walkabout Italia.

Non è cattolica, non è atea, ha un approccio spirituale lontano dalle religioni e descrive questa esperienza anche come una sorta di “pellegrinaggio”. Dopo aver percorso 2000 km, per arrivare a casa prima dell’inverno e perché affascinata prende la via Francigena, battuta dai pellegrini cattolici per raggiungere Roma dal Nord Europa. Inizia quindi a contattare le strutture religiose lungo quel percorso. Proprio qui iniziano — ci racconta — i primi problemi di tutto il viaggio. Tante la accolgono senza problemi mostrando una grande generosità che lei ricambia con gratitudine, ma almeno una non si mostra così ospitale adducendo proprio motivazioni religiose: l’associazione Familarca della zona di Vetralla (VT).

La responsabile risponde a Darinka che la loro “mission è diversa”: l’ospitalità non è solo “fine a se stessa”, ma rivolta “alle persone che stanno facendo un ‘cammino’ serio, anche di riflessione sulla loro vita”, “anche di revisione critica del passato e di ri-collegamento a Dio Padre misericordioso”. Quindi l’associazione richiede la cosiddetta “credenziale del pellegrino”, unica documentazione che può “dimostrare la veridicità del loro cammino”. Non solo Familarca rifiuta di ospitare Darinka, ma si premura di allertare l’Associazione europea delle vie Francigene nel caso arrivassero richieste simili. Con lo scopo, sorge il fondato sospetto, di boicottare il cammino alternativo della giovane e in modo che altri neghino ospitalità.

francigena

Particolarmente antipatica risulta la pretesa di giudicare una certa iniziativa come quella di Darinka come poco seria e profonda, soltanto perché non ha il bollino cattolico. Soprattutto verso una giovane che si è, per così dire, guadagnata sul campo le “credenziali” mostrando passione e ostinazione: ha macinato in diversi mesi più di 2 mila chilometri a piedi, cosa che difficilmente possono vantare il credente (o il non credente) medio.

Certo, una struttura ha tutto il diritto di non fornire alloggio gratuito, anche se è poco educato. Ma un rifiuto per motivazioni religiose è francamente imbarazzante. Familarca si dichiara associazione di promozione sociale: non potrebbe esercitare alcuna forma di discriminazione per l’iscrizione di soci, se questi ne condividessero i principi (legge 7 dicembre 2000, n. 383). Non sarebbe nemmeno obbligata però a fornire servizi a chi non fosse d’accordo con gli scopi sociali, come Darinka: quindi potrebbe lasciare fuori dalla porta chi non è cattolico.

Pure una parrocchia ha richiesto a Darinka le “credenziali del pellegrino” per poterla accogliere (“anche se hai i calli sotto i piedi”, sic!). Oltre a un’offerta, “poiché le strutture devono essere mantenute altrimenti andando avanti così saremo costretti a chiudere”. Non importa se la Chiesa già incassa più di un miliardo di euro l’anno grazie all’8×1000. Forse la Cei, o la diocesi, non sono di manica larga con certe chiese, specie in provincia, poi costrette a fare economia e a pretendere l’obolo dagli avventori. Non si contano però le parrocchie e gli oratori che figurano come associazioni senza scopo di lucro e che accedono anche al 5×1000.

Scopriamo un particolare interessante: per essere pellegrini “doc” bisogna avere le cosiddette “credenziali del pellegrino“: un documento di viaggio rilasciato da enti religiosi che serve non solo ad attestare l’identità, ma a “distinguere un vero pellegrino da ogni altro viaggiatore”. È indispensabile per ricevere ospitalità da tutte le strutture convenzionate lungo le vie dei pellegrinaggi: cioè quasi le sole a dare alloggio gratis, a prezzi scontati o su offerta. Inoltre, servono per dimostrare all’autorità religiosa che si è fatto il pellegrinaggio, tramite timbri apposti da ordini religiosi, strutture e persino da pubblici ufficiali. Per avere le credenziali si consiglia di versare una donazione.

Tra i percorsi coperti, il cammino per Santiago de Compostela, verso Roma, Gerusalemme, Monte Sant’Angelo, Loreto. Migliaia di chilometri, spesso valorizzati e tenuti meglio di tante altre aree naturalistiche “profane” e su cui le istituzioni investono in maniera preferenziale milioni di euro. Qualche settimana fa abbiamo parlato dei quasi 3 milioni che la Regione Veneto ha destinato ai cosiddetti “cammini della fede”, garantendo messa in sicurezza, segnaletica, installazioni illustrative.

Non ci risulta però che questi percorsi, cui viene garantito un trattamento di favore perché attirano il turismo confessionale, siano di proprietà della Chiesa. A dare alloggio poi non sono solo conventi, parrocchie, monasteri che fanno direttamente capo a enti religiosi: figurano negli elenchi ostelli e centri gestiti da comuni, associazioni di volontariato e persino alberghi. È la cosiddetta “accoglienza povera”: spulciando le liste c’è l’indicazione di tariffe agevolate (a onor del vero basse, ma in linea col tipo di servizio essenziale che viene offerto) o una offerta. I dubbi restano sugli aspetti economici, su eventuali esenzioni godute (si pensi all’Imu) nonostante ci sia un introito e sul fatto che la credenziale limiti persino l’accesso su base religiosa. Cosa più importante, c’è da chiedersi se vengono erogati fondi pubblici per foraggiare queste realtà e le infrastrutture circostanti.

Anche in questo caso tali strutture godono di privilegi e possono esercitare una forma di esclusione per chi non fa parte del “club”. I laici devono quindi stare attenti, se vogliono fare questa esperienza alternativa. Un’associazione confessionale o una parrocchia possono lasciare all’addiaccio il viaggiatore “infedele” che non ha la tessera sconto. Formalmente è un loro diritto, che stride però con la tanto diffusa retorica dell’accoglienza e della misericordia cristiane. Intanto Darinka continua il suo cammino: le auguriamo di concluderlo nel miglior modo possibile, nonostante la presenza sul tracciato di qualche bigotto che mostra scarsa sensibilità e a cui bisogna esibire un certificato.

La redazione

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39 commenti

gmd85

Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi. Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito? E quando ti abbiamo visto ammalato o in carcere e siamo venuti a visitarti? Rispondendo, il re dirà loro: In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me.

Troppo scontato? Perché, altrimenti, mi viene in mente un certo samaritano che non si è fatto troppi problemi a sapere chi fosse il poveraccio che ha soccorso. ma orse è troppo scontato anche questo.

LaBusta

E chissene?
Articolo inutile, per favore siate seri.
Siamo gente che non vuole che qualcuno imponga una morale e scriviamo un articolo in cui imponiamo la nostra morale ad altri.
Sconforto

diana

se le credenziali del pellegrino le hanno date a Odifreddi, quando ha fatto il cammino di Compostela con Cardini (mitico, Cardini), credo che Darinka non avrebbe avuto problemi a richiederle e a ottenerle.
Se ci vuole la tessera, facciamoci ‘sta tessera – come facciamo in altri casi per avere in cambio servizi.
Oppure paghiamoci un ostello o un posto letto.

diana

oppure facciamo un po’ come ci pare, lasciando ad altri la possibilità di fare lo stesso. (Una filosofia che credo che Darinka sposerebbe)

Molto bello il blog di Walkabout, comunque.

gmd85

Ma ti pare che per fare un viaggio “di ricerca” si debba essere tesserati? Che fine ha fatto la carità cristiana?

LaBusta

Ma Ricerca de che?
Un viaggio di ricerca, ma per favore, e qui dovremmo essere razionalisti.
Una ragazza si è fatta una lunga passeggiata per ammirare dei paesaggi, contava sull’aiuto di alcuni (che non era dovuto) e le hanno negato questo aiuto.
Che ci sta a fare una notizia del genere qua non si sa.
Tutto questo papiro per sottolineare che alcuni cristiani si sono dimostrati incoerenti rispetto all’insegnamento di cristo su una sciocchezza tale.
Sai che novità, fossero queste le incoerenze preoccupanti dei cristiani.
Ma poi viaggio di ricerca…
Sul sito dei razionalisti queste derive spirituali. Il mio 5 per mille non lo avrete più, se vi consegno soldi per scrivere queste scemenze allora è meglio che me li tenga io.

bruno gualerzi

Scusate l’ignoranza… ma questo pellegrinaggio lungo la via francigena è o non è per tradizione un pellegrinaggio religioso? Ciò non toglie naturalmente che lo percorra anche un laico, o un ateo vero e proprio… ma in base a cosa dovrebbe usufruire di un qualche sostegno ‘laico’? Non dovrebbe essere compito delle istituzioni religiose garantirne l’agibilità? E in ogni caso è così rilevante il rifiuto di questa Familarca di fronte alle altre strutture religiose che “le accolgono senza problemi mostrando una grande generosità che lei ricambia con gratitudine”?
(Chiedo scusa se non ho colto bene la situazione… ma questo ho dedotto dalla lettura)

gmd85

No, probabilmente non è rilevante, vista la disponibilità delle altre strutture. Ma lascia un po’ di amaro in bocca, almeno a chi si aspetta una certa impostazione.

gmd85

@bruno

Non penso che nessuno voglia imporre morale, sarebbe un controsenso. Viene solo messo in luce un predicare bene e razzolare male. Certo, nel caso specifico non è un atteggiamento estendibile alla generalità, ma alla fine è proprio quell’imposizione morale a essere criticata.

bruno gualerzi

Scusa gmd, ma con tutto ciò che passa nella chiesa – come altri hanno sottolineato – non mi sembra così ‘drammatico’, quanto successo a Darinka. A quanto pare camminatrice indefessa (non ne sapevo niente, per colpa mia, e mi rimetto a quanto leggo qui)… e che lo faccia ‘per ha un approccio spirituale lontano dalle religioni’ o per che altro, francamente non i sembra così rilevante in chiave laica (non dico atea).

gmd85

@bruno

Certo, questo non un caso eccessivo, ci mancherebbe. Il problema non è con che spirito Darinka intraprende i suoi viaggi, ma quale reazione ha qualcuno a questo spirito. Se parolaio, più giù, parla di fratellanza e scambio reciproco, scusa, ma la struttura in questione ha le idee poco chiare. Sempre che amore e fratellanza non debbano essere solo in ottica cattolica. A saperlo ci si prepara prima.

gmd85

@bruno

Detto questo, è evidente che il singolo caso, seppur non lodevole, non rappresenti un problema generale, già l’ho detto.

parolaio

Ho fatto il Cammino di Santiago lo scorso anno, e sono membro della Confraternita Compostelliana di Perugia, che appunto rilascia le credenziali in tutta Italia. Le rilascio anche io.
Per rilasciare la credenziale non viene richiesta alcuna professione di fede, sappiamo perfettamente, perché li incontriamo sui vari cammini di Europa, che molti pellegrini non sono cattolici. La credenziale è un documento che serve alla struttura ricettiva per sapere che chi arriva è un pellegrino, e magari non un turista alla ricerca di un alloggio gratis, ma si può essere atei o di altre religioni, non ha importanza. A chi interessa è necessario per richiedere la ‘compostella’, cioè il documento che attesta il completamento del pellegrinaggio.
I timbri vengono apposti dalle strutture più varie, anche dal baracchino che vende frutta al lato del sentiero. I pellegrini i timbri li collezionano!
Il pellegrino è sempre rispettato come tale, nessuno fa mai domande sulle convinzioni religiose. Gli albergue possono essere privati (B&B ad esempio), comunali come la maggior parte in Spagna, oppure gratuiti come molti di quelli tenuti da parrocchie o altri gruppi/associazioni di ispirazione religiosa. Di solito chi fa l’ospitalero lo fa per passione, perché è stato pelegrino e sa quanto sia importante l’accoglienza alla fine di una faticosa giornata di cammino. L’episodio che avete citato è praticamente unico, qualche scemo c’è sempre, ma davvero è la prima volta che sento una cosa del genere. Altra cosa strana è che Darinka non si sia procurata la credenziale prima di mettersi in viaggio, lo fanno tutti, forse è questo che ha scombussolato l’ospitalero.
Normalmente, ma sarebbe più giusto dire sempre, i pellegrinaggi sono momenti in cui le persone si affratellano a prescindere dai loro convincimenti religiosi, un’esperienza che arricchisce e che mi sento di consigliare a tutti.

diana

Altra cosa strana è che Darinka non si sia procurata la credenziale prima di mettersi in viaggio, lo fanno tutti…

è la prima cosa che ho notato anch’io.

D’altra parte, non credo che Darinka stia facendo un cammino spirituale o religioso. Sta facendo un viaggio a piedi, da un capo all’altro dell’Italia, con la sua macchina fotografica. E’ una viaggiatrice nata, e ha girato il mondo, dal Laos alla Finlandia, in ricchezza e in povertà, dagli alberghi a cinque stelle ai ripari di fortuna. Non è che tutti i viaggiatori siano pellegrini.

L’articolo della redazione la usa come spunto per una critica all’ipocrisia religiosa. Che però sembra – almeno in questo caso – pretestuosa e fuori luogo.

gmd85

@parolaio

Normalmente, ma sarebbe più giusto dire sempre, i pellegrinaggi sono momenti in cui le persone si affratellano a prescindere dai loro convincimenti religiosi, un’esperienza che arricchisce e che mi sento di consigliare a tutti.

E serve una credenziale per farlo?

Poi, le motivazioni del rifiuto non mi sembrano solo tecniche, eh…

@diana

Stessa domanda, a questo punto. La credenziale sarà anche un espediente tecnico, ma ti pare che qualcuno possa dire chi è pellegrino o no?

parolaio

Non ho detto questo. Ho la sensazione che dietro la parole ‘credenziale’ qualcuno ci legga una sorta di verifica preliminare. No, nessuna verifica. Se pensi di alloggiare presso le strutture che accolgono i pellegrini decidi di farti riconoscere come tale e quindi ti procuri la credenziale.
Se decidi di andare nelle strutture per i pellegrini senza qualificarti come tale non so quello che succede. Nessuno lo fa di solito. Io se fossi un ospitalero non avrei problemi sapendo che l’albergue ha posti disponibili, direi di no sapendo che di li a poco si riempie.

gmd85

@parolaio

E che caratteristiche dovrebbe avere un pellegrino per farsi riconoscere come tale?

RobertoV

Anche il Club Alpino Italiano prende il 5 per mille e sovvenzioni di comuni, regioni e provincie per mantenere sentieri, alte vie e percorsi storici. I soci hanno una tessera che dà delle agevolazioni nei rifugi, ma i rifugi accolgono tutti, soci e non.
Chi fa le alte vie o percorsi particolari può avere timbri ed attestati dei percorsi, ma nessuno sindaca sulle motivazioni o se si è fatto l’intero percorso.
Anche per gli ostelli la tessera serve solo per avere degli sconti, non per escludere.

Quindi nel caso specifico dei percorsi di pellegrinaggio visto che il patrimonio storico è di tutti la tessera dovrebbe servire solo per chi fa il pellegrinaggio, ma non può essere escludente.

Anni fa sono stato in un albergo di Vienna gestito da suore e niente mi è stato chiesto, lo stesso in un monastero-albergo tra toscana e liguria.

gioacolp

Come dice parolaio bastava procurarsi le credenziali prima di mettersi in viaggio.
Tanto clamore per così poco?

bruno gualerzi

Devo correggermi… almeno su un punto. In effetti la via francigena, anche se ha un’origine (e ancora ha) religiosa, ha una dimensione storica che la trascende come tale (sarebbe come non visitare una cattedrale perché è un luogo di culto!), e quindi non bisogna certo essere credenti per sentire il desiderio di ripercorrerla… e magari anche perché di fronte ad un’impresa del genere durante l’arduo cammino ci si può sentire tutti fratelli! 🙂
Per il resto confesso la mia ignoranza in merito a tessere e credenziali varie… ma nello steso tempo – da quanto ho capito – continuo a ritenere la notizia ben poco rilevante.

francesco s.

Mah. Per fare il pellegrinaggio e ospitare gratis o a prezzi sociali servono le credenziali? Sì? Queste credenziali le danno a prescindere dalla fede? Parolaio dice di sì. Per dare le credenziali bisogna essere cattolici? Diciamo di sì, e allora? Sono associazioni private, non esiste alcun obbligo di ospitare chiunque e non è neanche maleducato. Semplicemente non è in linea con la carità cristiana. Ma a noi in quanto atei che ci frega se delle associazioni cristiane non si comportano da buon cristiani. Ha ragione la busta siamo seri. Senza nulla togliere al viaggio di Darinka – dal cui nome non capisco se è uomo o donna – che potrebbe essere anche interessante.

Poi sinceramente con i pazzi che ci si trova in giro se fossi un albergatore aderente a queste iniziative io ospiterei solo i soci con tanto di tessera dell’associazione con cui fossi convenzionato, è comunque una garanzia in più di non ospitare un maniaco.

diana

in linea generale mi sembra un po’ un argomento ad Bertinottem
siccome lui gira in cashmere, tutta la baracca (istituzionale, politica, economica e ideologica) non sta in piedi. Non ceh stia in piedi, ma per altre ragioni.

nathan

Francamente l’articolo mi sembra un po pretestuoso. Non c’era niente di meglio per attaccare l’invadenza e la prepotenza clericale in questo paese? In generale mi sembra che l’UAAR stia vivacchiando sulle quisquilie e pinzillacchere, dopo il colpo durissimo subito con l’elezione di papa Francesco e le le sperticate lodi che questo papa raccoglie dai più notori laiconi e anticlericali storici d’Italia. Mi ricordo qualche anno fa i moltissimi sarcastici auguri di lunga vita per il papa bavarese, alla fine degli attacchi alla sua politica e alle sue posizioni reazionarie.Quanto avevano ragione! ma nessuno aveva pensato alle dimissioni…

diana

@Nathan
concordo.
Finiti Berlusconi e Ratzinger, tocca campare… e vedere tutti i “laiconi” fare a gara per avere udienza e ottenere un blurb papale per le loro prossime uscite editoriali

diana

p.s. Ratzinger
Eppure, ci aveva provato di più e per primo Ratzinger, ad affrontare il problema degli abusi, mettendosi anche contro l’allora Papa Wojtyla.
Però non aveva il physique du role per diventare beniamino di Repubblica, come il subcomandante Francesco.

RobertoV

Veramente Ratzinger si era trovato nell’occhio del ciclone dopo gli scandali in USA sotto il precedente pontificato, prima con gli scandali in Irlanda, dei legionari di Cristo e poi quelli pesanti in Germania, la sua patria, in Austria, Belgio, Olanda, Svizzera, Malta, ecc. Qualcosa doveva pur dire e fare di fronte a tante migliaia di denunce e richieste.

E dimostra che le accuse di copertura erano vere e che non aveva fatto molto se adesso ci si esalta per quello che sta facendo questo papa bravo e furbo propagandista che ci si dimentica di dire che è sotto pressione: erano accusati di aver sottratto alla giustizia dominicana il vescovo l’anno scorso e hanno ricevuto forti pressioni, soprattutto quest’estate, dalla repubblica Dominicana, dai fedeli di là per processarlo e la richiesta di estradizione dalla Polonia, oltre alle pressioni dell’ONU. Magari questo Repubblica poteva ricordarlo anziché fare da cassa di risonanza alla propaganda vaticana. Così come poteva raccontare dei recenti scandali in Polonia ed Australia.

E che dire del cardinale australiano Pell appena nominato proprio da questo papa a luglio responsabile economico del Vaticano e supervisore dello IOR, noto per aver protetto dei preti pedofili e che proprio il mese scorso è dovuto comparire in Australia per le sue coperture.

Riguardo a Wesolowski ci sono pure i filmati della TV dominicana di lui che entra in un bordello con ragazzini ed è accusato con altri tre preti almeno e pagava fino a 135 dollari la prestazione.

Ma queste notizie le si leggono all’estero, qui adorazione per il nuovo corso del papa (strano qualche anno fa si parlava del nuovo corso di B XVI, tra qualche anno si parlerà del nuovo corso di un altro papa).

diana

… finché Wesolowski non lo rispediscono a Santo Domingo e lo processano lì, meglio non cantare vittoria.

Oggi la Scaraffia parlava come se l’estradizione fosse cosa già fatta, ma non credo che lo vedrò uscire dal Vaticano tanto presto…

Ho seguito da vicino – all’epoca – il caso dei Legionari, e in particolare la vicenda umana di una delle vittime, José Barba-Martin. Tra i primi a denunciare gli abusi negli anni novanta. Ricordo che fino all’ultimo il dossier presentato da Ratzinger contro Maciel fu respinto da Woytjla, suo strenuo difensore.

RobertoV

diana
Ma infatti io non trovo che ci sia molto da entusiasmarsi, è solo un piccolissimo passo, ma resta la sostanza grave che è stato portato in Vaticano sottraendolo alla giustizia dominicana e polacca.
E deve ancora essere processato, finora è stato solo ridotto allo stato laicale e agli arresti domicilari, non mi sembra una grande punizione e verrà processato in casa limitando i danni e le informazioni.
Io ieri avevo letto che l’estradizione verso la Polonia era stata rifiutata quindi non capisco perchè oggi si parli di possibilità di estradarlo.

Comunque mi sembra che Repubblica anche col papa precedente fosse molto deferente. E di notizie scomode per la chiesa ne sono anche allora passate poche sulla stampa “laica” contrariamente a quanto veniva riportato all’estero.

diana

@RobertoV
concordo

Interessante anche che, ieri , negli articoli dei giornali italiani che riportavano la notizia dell’arresto non si trovava NESSUNA informazione sui reati contestati (e documentati)
Solo sul Post ho letto un articolo che entrava un po’ più in dettaglio.

Giorgio Pozzo

A quanto pare, se è vero che la tessera la danno a tutti, e se è vero che Darinka non aveva la tessera, allora siamo di fronte a un falso problema.

Non si tratta di una credenziale cattolica e non esiste discriminazione.

bruno gualerzi

Questo boom del pellegrinaggio fa sorgere un sospetto inquietante: non è che sotto sotto c’è nostalgia di medioevo? Però allora almeno si incameravano indulgenze… 🙂

parolaio

Dietro i pellegrinaggi ci sono tante motivazioni.
Ho incontrato tanti che avevano in un modo o nell’altro perso il lavoro, persone affette da dipendenze, persone colpite negli affetti, alla ricerca di un periodo di riflessione personale o che si erano messe in viaggio semplicemente per fare del trekking.
Io sono partito per motivazioni religiose non meglio precisate, nemmeno a me stesso. Come ho letto nell’ospedale di San Nicolas, la differenza fra il filosofo ed il pellegrino è che il filosofo sa cosa sta ricercando, il pellegrino di solito no. Il medioevo c’entra poco, o almeno c’entra nella misura in cui l’essenza umana è la solita.

bruno gualerzi

@ parolaio
“(…) il filosofo sa cosa sta ricercando, il pellegrino di solito no.”

@ parolaio
Se per pellegrino intendi mettersi in viaggio con la mente per cercare ciò che non si conosce ma si desidera conoscere… direi che è più facile che a cercare veramente sia il filosofo, in quanto disposto (se è autentico filosofo) a trovare qualsiasi cosa gli consentirà di trovare l’esercizio della ragione, mentre il pellegrino ‘religioso’, in quanto religioso, in genere sa benissimo cosa va cercando: dio o comunque qualcosa che ne svolga la stessa funzione. Che la trovi oppure no.
Il che non esclude – per quanto mi riguarda – che poi il sedicente filosofo si comporti da ‘religioso’ e viceversa: ma in quel caso si tratterà solo di un… disguido linguistico.:)

In quanto al ‘medioevo’, la mia – anche se non proprio innocente 🙂 – era solo una battuta. In ogni caso mi pare che anche questo pellegrinaggio religioso, come altri, sia uno dei tanti abituali nel medioevo.

La mia – anche se non proprio innocente 🙂 – era una battuta. In ogni caso mi pare che anche questo pellegrinaggio, come tanti

parolaio

@Bruno
non siamo d’accordo, gli studi hanno sempre una direzione tracciata, i punti di partenza (ipotesi), spesso anche quelli di arrivo (tesi). Ci si può riuscire o no, ma quello che si vuole è predefinito.
Anche questo ribadire sull’ispirazione religiosa del pellegrinaggio denota uno schema mentale, in questo caso, scusami, rigido. Avevo appena finito di scrivere che i pellegrinaggi non nascono solo dalla religiosità.
Siamo esseri materiali, invece di peregrinare solo con la mente, vai a farti una bella camminata di un mese. Come minimo ti diverti, e magari potrai accedere a punti di vista che dal tuo studio o da un’aula scolastica non sono fruibili.
La frase che ti ho citata l’ho letta, ma l’ho anche verificata con l’esperienza. Possiamo elucubrare quanto si vuole, ma la verifica sperimentale serve sempre.

bruno gualerzi

@ parolaio
“(…) non siamo d’accordo, gli studi hanno sempre una direzione tracciata, i punti di partenza (ipotesi), spesso anche quelli di arrivo (tesi).”

I pellegrinaggi, quelli che comportano un viaggio a piedi per raggiungere un determinato luogo di culto, sono pellegrinaggi ‘originariamente’ religiosi. Che poi qualcuno li abbia ‘rilanciati’ con altri scopi (diciamo economico-turistici ?) non cambia la loro origine… e in ogni caso per molti la via francigena è percorsa – come nel tuo caso – per motivazioni religiose. Naturalmente non posso che rispettare tali motivazioni, e posso considerare questa esperienza espressione di una ricerca reale.
Ma di cosa, nel tuo caso? Affermando che ‘gli studi’ hanno sempre una direzione tracciata, affermi proprio ciò che ho sostenuto: avere una ‘direzione tracciata’ cosa significa se non sapere dove si vuol arrivare? E se è questo ciò che ti ha posto in cammino, non puoi dire che non sapevi ciò che stavi cercando. Non lo conoscevi, e per questo ti sei messo in cammino, ma… come il tuo riferimento al metodo scientifico applicato agli ‘studi’ lascia intendere… sapevi cosa volevi trovare: come, appunto fa lo scienziato, le cui ricerche ha un oggetto ben definito. Perché – e qui entra in ballo la filosofia – se la tua fosse comunque una ricerca esistenziale (come in fondo io credo che sia)… non è che viaggiare con i piedi o con la mente faccia molta differenza. Personalmente poi mi considero integralmente materialista e ‘viaggiare con la mente’ per me significa viaggiare con tutto il corpo e viceversa (e a proposito di schemi mentali ‘rigidi’, come la mettiamo con questo vedere il filosofo come un individuo che ‘peregrina solo con la mente’? Non è male come luogo comune 🙂
Il fatto è che (e qui – se vuoi – entra in ballo la psicanalisi) è proprio quando è ‘predefinito’ ciò che si vuol trovare che poi si trova… ciò che vuol trovare. La vera ricerca esistenziale comporta che non sia affatto chiaro ciò che si vuol trovare, ma solo che si vuol trovare qualcosa.

Gérard

Diversi anni fa ho visto un film francese ( sulla rete franco-tedesca Arte ) che potrebbe entrare nell’ ottica data da Parolaio . Il film ( 2005 – regista Coline Serreau ) si chiama
St Jacques-La Mecque ( Santiago-La Mecca ) che raconta le vicende di 9 persone che vanno a fare il cammino di Santiago ( Per amore o per forza : 2 fratelli e una sorella nemici e che odiano camminare, ai quali la madre nel testamento a posto come condizioni il pellegrinaggio a Santiago… a piedi, un franco-arabo che segue una pellegrina che ama segretamente e che a racontato al suo fratello assieme a lui che vanno a Mecca, etc…) Alla fine tutti quanti arriverano trasformati ( non si tratta di conversioni ) a destino….
Non so se questo film è uscito in Italia ma è molto carino e merita di essere visto….

RobertoV

Sarei cauto sulla questione boom dei pellegrinaggi sbandierata dai media.

E’ vero che quest’anno il fatturato del turismo religioso ha superato in crescita i 5 miliardi di € (era stato superato col Giubileo del 2000), ma c’è stata la canonizzazione dei due papi quest’anno a Roma, un evento particolare.

Comunque il fatturato del turismo italiano è attorno ai 150 miliardi di €, quindi il turismo religioso, rappresenta poco più del 3% del totale ed i pellegrinaggi ne rappresentano solo una parte.
Inoltre la via Francigena non è una via esclusivamente spirituale, ma è anche un itinerario storico/turistico pubblicizzato, così come visitare Roma non vuol dire fare un pellegrinaggio.

E negli ultimi anni c’è stata una promozione turistica notevole, con anche feste e sagre, dei nostri vari paesi medioevali, non certo con finalità spirituali (il 25% degli italiani ed il 30% degli stranieri visita l’Italia prevalentemente per le città d’arte).

Ho visto che la Coldiretti propone anche lo zaino del pellegrino con vari prodotti di gastronomia locale. Business is business.

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