Non vinse le elezioni politiche grazie a questo argomento. Anzi, ne parlò relativamente poco. Ma una volta giunto al potere, Mariano Rajoy e il governo popolare da lui guidato lanciarono immediatamente una crociata contro la (recente, del 2010) legge sull’aborto, tentando di renderla assai più restrittiva: possibilità di ricorrere all’interruzione di gravidanza soltanto in caso di stupro o pericolo per la sorte della madre, drastica riduzione delle stesse in presenza di un feto malformato. Una vera e propria controriforma, un tentativo di tornare agli anni più bui per i diritti delle donne. Salutato ovviamente con entusiasmo dalla conferenza episcopale iberica.
Sono passati solo nove mesi, ma Rajoy ha già fatto marcia indietro. La controriforma è stata ritirata dal governo e Alberto Ruiz-Gallardon, il clericalissimo ministro della giustizia che l’aveva proposta e difesa col coltello tra i denti, ne ha tratto le doverose conseguenze: si è dimesso. Rajoy pensa ora “di aver preso la decisione più ragionevole”, in quanto ritiene di non potersi permettere una legge “che sarà modificata appena arriverà un altro governo”. L’unico intervento sulla normativa zapateriana sarà dunque rappresentato dal consenso dei genitori per le minori di 16 anni. Le associazioni cattoliche contrarie alla libertà di scelta delle donne non l’hanno ovviamente presa bene: Hazte Oir, la più importante di esse, ha già gridato al “tradimento” nel corso dell’ennesima marcia antiabortista a tinte forti.
Come si è arrivato a questo? Semplice: le associazioni femminili e laiche hanno ingaggiato una resistenza fortissima, l’opposizione ha fatto l’opposizione e una parte del Partito Popolare ha cominciato a valutare i costi e i benefici di una guerra ai diritti delle donne. Costi elevati: i sondaggi d’opinione mostravano che la popolazione spagnola non vedeva affatto di buon occhio questa autentica guerra di religione. In Spagna, la sinistra ha fatto la sinistra e la destra ha fatto la destra: la prima ha approvato una legge civile e la seconda ha ritenuto — ragionevolmente, per dirla con Rajoy — che essere di destra non significa condurre battaglie di retroguardia, specialmente in periodi di crisi.
Da noi, in un contesto sociale molto simile, la destra approva invece leggi incivili (come per esempio la legge 40) e formazioni che si dichiarano di sinistra hanno una paura boia ad archiviarle e ad attuare un’agenda laica, anche quando ci sarebbero i numeri in parlamento e, secondo i sondaggi, ce ne sarebbero ancora di più nella popolazione. Siamo ormai una realtà a se stante e quasi incomprensibile, dove aspirare a vivere in un normale paese europeo è ormai un pensiero rivoluzionario.
La redazione
Al di la delle Alpi esistono popoli mentre al di sotto sono secoli che si susseguono civiltà comunali prima e signorie dopo, in lotta tra loro senza sosta.
In Spagna i movimenti per i diritti civili sono scesi inpiazza uniti, qua ogni entità laica guarda all’altra con occhio sospetto.
L’Italia è questa e credo che per molti, anzi, moltissimi anni a venire non cambierà nulla.
Ieri sera leggevo sul Corriere l’articolo sulel dimissioni del ministro che ammette di non essere stato in grado di scrivere una legge accettabile mentre Mentana commentava per il secondo giorno in modo entusiastico l’azione del papa col vescovo pedofilo (data in modo felpato in rai)
Forse
@Grassino
ipotizza una nostra diversità antropologica? Sull’entisiasmo esagerato per il papa http://liberelaiche.wordpress.com/2014/09/24/entrata-nella-normalita/
Apprendo che ha anche rimosso uno che copriva, cosa farà con san Giovanni Paolo II?
Tiziana quando c’è da parlare male degli italiani risponde subito all’appello.
@ Tino
Personalmente diffendo sempre l’ Italia e gli italiani quando sono all’ estero ( se non mi chiederebbero, giustamente, perchè sono andato ad annidinarmi da queste parte ) . Rimane il fatto che sono estremamente critico quando parlo con italiani : non una critica distruttiva perchè stupida e, in fondo, razzista, ma che cerco di renderla positiva, dando esempio come certi problemi vengono affrontati in paesi dove ho vissuto : Francia, Germania, UK….!
Ma certe volte è duro . Due giorni fa mi sono incavolato come una iena con una dipendente del comune che mi aveva dichiarato che la prossima festa della castagna è in realta una festa religiosa cattolica ed è giusto che ci siano benedizioni, messe, vendita di castagne benedette etc etc ( il comune è PD doc da tanti anni…! ) .
Vivi in un altra realta è ovviamente non puoi renderti conto quanto questo sia deprimante…
castagne…. benedette? maddàiiiiii! 😆
Ma Gérard, ha ragione l’impiegato del comune, sai le volte che la gente uscendo da messa ha pensato cheduemarroni, da qui l’associazione tra castagne e religione.
Credo che oltralpe non ci sia la terra promessa, alcuni paesi, circa 4 stanno bene dal punto di vista laico, ma hanno problemi di altra natura. Dobbiamo rimboccarci le maniche qui invece di demoralizzarsi a dire quanto son bravi gli altri.
Bravo Francesco s.
Oltralpe ci sono problemi di altro tipo e un’avanzata degli integralismi dal basso che per certi aspetti è più inquietante di quando viene dall’alto. E poi insultare il proprio paese non serve a nulla se lo si vuole cambiare.
Qua non si tratta di parlar maale ma di prendere atoo di quella che è la realtà.
O volete forse dirmi che i movimenti laici in Spagna, assieme all’opposizione in parlamento, non si sono fatti sentire?
@Grassino
Purtroppo fare gli interessi del Vaticano o di un gruppo religioso vuol dire non amare l’Italia
Anche la simpatica pagina clericalate potrebeb chiamarsi atti contro l’Italia
“Da noi…. la destra approva invece leggi incivili … e formazioni che si dichiarano di sinistra hanno una paura boia ad archiviarle e ad attuare un’agenda laica, anche quando ci sarebbero i numeri in parlamento e, secondo i sondaggi, ce ne sarebbero ancora di più nella popolazione…”
Non so se in parlamento la percentuale di “laicità” è più alta che in passato, sicuramente se lo è non si manifesta in nessun modo.
Inoltre, viste le nuove regole proposte o attuate per le elezioni di senato, camera, province, sono assolutamente certo che le cose non potranno che peggiorare.
Teniamo presente che i vertici attuali di TUTTI i partiti oscillano fra l’integralismo cattolico e il filovaticanesimo.
Unica eccezione M5S, che comunque non si è mai espressa chiaramente sull’argomento (a parte qualche uscita isolata che non fa testo).
Appunto secondo me in parlamento i numeri non ci sono.
Le donne in foto ridono, un inno alla libertà della donna contro le pastoie della religione, ridono contro i retrogradi che vogliono decidere per loro, ridono contro l’ipocrisia dei governi clericali, ridono perché sono persone vere, ridono perché le loro madri non avevano le loro stesse idee.
Molte non avevano le loro stesse idee ma molte non potevano, riconosciamoglielo……..
Avete ragione, mi avete fatto sorridere…
Per me personalmente, non sono ne felice ne dispiaciuto di non essere stato abortito . E se i miei genitori genitori l’ avrebbero fatto, che cosa avrebbe cambiato per me ? Assolumentamente niente ! Non essendo esistito, non avrei sofferto perchè inconsciente del mio non essere .
E cosi anche dopo la morte : che ricordo avrò della mia breve esistenza ? Niente ! Non essendo cosciente del mio non-essere, non avrò nessun rimpianto e non soffriro .
perfettamente d’accordo con Gérard.
a voi risulta che esita la SINISTRA in italia? quella parlamentare? sarebbe il pd? 😀 😀 😀 ogni popolo ha il governo che merita.
Il pd non si è mai preteso un partito di sinistra, la sinistra peraltro non ha mai governato da sola in Italia. Cmq non ti stare a credere anche a una sinistra che fa leggi laiche si farà il processo di essere lontana dalle classi popolari. Dopotutto Zapatero in economia era liberista.
@Bruno Gualerzi. Probabilmente certe scelte di impostazione della propria vita si fanno in eta’ molto piu’ precoce di quanto non si creda: magari anche a nove, dieci anni. Cosi’ per le scelta “In caso di difficolta’ non ho problemi a raccontare qualchr balla.” vs “Voglio sempre dire la verita’, costi quel che costi… mentire mi fa orrore.” Oppure: “Intendo pensare prima di tutto a me stesso. Gli interessi degli altri vengono in subordine, e se necessario non mi pesa fregarli se la mia convenienza lo richiede.” vs “Voglio essere il piu’possibile amabile e fare al massimo grado il mio dovere nei confronti degli altri, aiutandoli anche se la cosa mi costa molto.” Oppure ancora:”Voglio essere una persona corretta e pretendo lo stesso dagli altri; pero’ non mi si chieda niente di piu’; ciascuno se la sbrighi da solo. Sono io forse il custode di mio fratello? ( Caino soft o ricco epulone ).
Queste scelte possono dipendere da una predisposizione psicosomatica ( ad esempio una personalita’ fragile trova piu’ facile ricorrere alla bugia, mentre un tipo sanguigno, diciamo da battaglia, preferisce affrontare le difficolta’a viso aperto.”. Mi chiedo se i suoi insegnanti salesiani abbiano contrastato qualche sua scelta di vita gia’ presa, oppure la abbiano “disincantato” rispetto all’immagine ideale del sacerdote ( ad es. autoritari, punitivi, maneschi, intellettualmente disonesti, incapaci di rispondere adeguatamente alle domande difficili sulla religione ).
Ovviamente lei ha tutto il diritto di non rispondermi: non sono ne’ il suo confessore ne’ il suo psicoanalista. Per quanto riguarda me, posso dire invece che ho visto in san Domenico Savio un modello di importanza fondamentale. Non nego che dietro all’impegno solenne “La morte, ma non il peccato” stesse e stia per chi lo assume il binomio “sublimita’ della beatudine del Paradiso, terrore dell’Inferno”. E’ vero che don Bosco ci marciava parecchio con il discorso dell’ Inferno ( eloquenti a questo proposito i suoi “sogni” ), per cui si potrebbe avanzare i’ipotesi dell’induzione di una specie di “sindrome di Stoccolma”; sta di fatto pero’ che a me ha fornito il modello di insegnante che comanda ma fa in modo da non gravare sugli alunni, anzi se poseibile li fa divertire secondo il principio “la massima punizione deve essere la perdita dell’affetto del maestro”.( Don Bosco era un uomo serio, ma non disdegnava di esibirsi come giocoliere ed acrobata da ragazzo, come prestigiatore da prete ). Questo per quanto riguarda il regime di vita scolastico ordinario. Certo bisognerebbe ragionare e discutere sul sistema a “doccia scozzese” del Cattolicesimo tradizionale, fra terrorismo evocante l’Inferno
( magari temperato nel “santo timor di Dio – timore piuttosto che terrore ) e gusto per la bonta’ e la mitezza, nel senso che costretti a essere buoni e miti, ci si accorge di quanto sia bello comportarsi cosi’ sistematicamente.
La discussione sarebbe utile in ordine al problema di come favorire l”introiezione dei valori” e la formazione della coscienza morale in un contesto in cui si afferma che il “bullismo” giovanile sta dilagando.
@ Florenskij
Io da un sacerdote mi aspettavo, come da qualsiasi educatore, che mi aiutasse a crescere mentalmente e psicologicamente.. e questo non è una sorta di idealizzazione né del sacerdote né dell’educatore fatta inseguito, da adulto consapevole: a quell’età agivo, come tutti gli adolescenti, più che altro istintivamente, ma di sicuro mi aspettavo dalla scuola ciò che mi aveva promesso. Certamente in relazione alla mia storia personale (per me, povero campagnolo sbeffeggiato anche perché la sua lingua madre era il dialetto, la scuola ha rappresentato da subito uno strumento di emancipazione anche sociale)… ma qualche buon risultato in questo senso l’avevo conseguito e me lo tenevo caro. Ebbene, tutto ciò l’ho visto compromesso da quanto ho trovato in quel collegio (con uno sacrificio non da poco, i miei genitori mi ci avevano mandato proprio perché fossi seguito negli studi come a loro era impossibile fare, non tanto per motivi religiosi, quanto perché allora era l’unica possibilità concreta): là ho esperimentato solo pratiche religiose ripetitive al limite dello stordimento, una disciplina da caserma (questo l’avrei capito dopo) che di educativo produceva solo la ricerca del modo più efficace per eluderla, una trasmissione del sapere che cozzava brutalmente con quanto le prime letture ‘autonome’ reclamavano (ho letto interamente più di una volta i Promessi Sposi, pensa un pò! Perché non c’era molto altro, ma Manzoni resta ancora per me un narratore straordinario). La mia reazione istintiva (ero sempre ‘in castigo’) ha comportato l’espulsione: una liberazione, ma con un rapporto con la scuola recuperato nel suo vero ruolo solo molto dopo tramite incontri più fortunati.
Conclusione? Scusa se ricorro a questo linguaggio truculento, dettato per altro dall’occasione di questo scambio: non sono stato violentato fisicamente, ma di sicuro si è cercato di violentarmi mentalmente. E qualche trauma è rimasto. Questo non mi ha portato certamente, in seguito, a considerare tutti i sacerdoti alla stregua di quelli conosciuti allora… ma nemmeno a ritenere che, in quanto sacerdoti, possano educare meglio degli altri. Anche al di là, se possibile, dell’indottrinamento cui sono chiamati ‘per statuto’. Penso a don Milani.
Precisazione. ‘Penso a don Milani’ nel senso che… contrariamente a quanto può sembrare in questo contesto per colpa mia… pur essendo un sacerdote sapeva cosa vuol dire insegnare.
@ Io sono quello che sono, o forse vorrei essere, magari anche perche’ non ho mai frequentato i preti quotidianamente e a distanza ravvicinata. Da qui una tendenza idealizzante? Lei pero’ e’ stato alunno dei Salesiani; per cui mi chiedo se l’abbiano deluso, oppresso, angariato, schifato o che altro. Viceversa io sono stato spinto all’insegnamento ( alle medie e al tecnico ) proprio dalla figura di don Bosco, fondatore dei Salesiani.
@Bruno Gualerzi. Mi riferivo a lui.
@ Florenskij
“Lei pero’ e’ stato alunno dei Salesiani; per cui mi chiedo se l’abbiano deluso, oppresso, angariato, schifato o che altro?
Generalizzare è sempre sbagliato, quindi ciò che è successo a me non fa testo… ma deluso e schifato da quei bravi educatori lo fui senz’altro. In seguito non ho mai incontrato persone così frustrate e frustranti, e con loro ho imparato qual è il contrario di ciò che contrabbandavano per ‘spiritualità… e per fortuna mi hanno espulso.
In quanto a Don Bosco… sarà anche stato una brava persona, almeno per quei tempi (c’è chi non è d’accordo nemmeno su questo), ma come educatore non lo prenderei certo come modello, e proprio a giudicare da quello che i suoi seguaci dicevano di lui cercando di imitarlo. E quel Domenico Savio continuamente portato a modello con il suo “la morte ma non peccato”! Erano i primi anni ’50 e sicuramente da allora le cose saranno cambiate… ma così per me andarono.
Al di là delle esperienze personali… non ne posso più di sentir continuamente dire che dopo tutto i preti sono uomini, quindi peccatori, ecc., cioè che sono come tutti gli altri. Appunto… ma allora cosa hanno da insegnare più degli altri? Perché loro posseggono la verità? No grazie.
Don Bosco, un intollerante che si opponeva alla rimozione delle persecuzioni contro i protestanti e che bruciava in piazza i libri (addirittura la Bibbia) dei protestanti.
Un bell’esempio …….
Gualerzi
“… non ne posso più di sentir continuamente dire che dopo tutto i preti sono uomini, quindi peccatori, ecc., cioè che sono come tutti gli altri. Appunto… ma allora cosa hanno da insegnare più degli altri? ”
E’ una considerazione che ho fatto anch’io di fronte alle giustificazioni che anche gli altri lo fanno, giustificazione sentita troppo spesso davanti ai vari casi di pedofilia o di criminalità
Ma allora dove è il valore aggiunto?
Per esempio il prete Paraguaiano appena dimesso (o spostato di diocesi, non si capisce bene. Se fosse così ci si entusiasmerebbe per quello che ha sempre fatto la chiesa, cioè di spostare altrove le persone scomode per tranquillizzare le acque, proprio una delle cose criticate) aveva appena partecipato alla marcia per la vita ed aveva tuonato contro un altro prete di cui chiedeva la rimozione perchè lo accusava di omosessualità.
Un mio bisnonno austriaco diceva che non avrebbe avuto niente contro i preti se questi avessero considerato il loro un semplice lavoro. Ci guadagnano per vivere ed hanno dei clienti. Chi vuole servirsene se ne serve. ed ovviamente ci sono quelli che lavorano bene e quelli che lavorano male, i truffatori, gli evasori ed i criminali.
Purtroppo l’associazione li tutela tutti e pretende un posto particolare e di privilegio nella società.
” il prestigio della chiesa è salvo in quanto papa Francesco non lava i panni sporchi in casa, ma di fronte al mondo intero.”
Bruno, non è salvo per niente. Bergoglio si è comportato come un capo di Stato, (e non uno Stato qualsiasi), che non permette ai propri soldati di essere processati nel paese dove hanno commesso crimini: uno Stato potente, ci vogliono certe leve, gli Stati uniti possono (l’Italia no).
Quando ha ricevuto le informazioni dal vescovo locale su Wesolowski, avrebbe potuto (dovuto magari?) trasmetterle alla polizia locale, e togliere il passaporto diplomatico all’arcivescovo. E a quel punto sì, che i panni sarebbero stati lavati in pubblico. Bisogna poi vedere a quanti ha fatto comodo aggrapparsi all’immunità diplomatica: magari alla polizia locale – che avrà pure i suoi informatori e conosce vizi e viziati – e in generale a un certo ambiente “altolocato”. Idem per la Polonia, dovesse mai venire fuori che il papa polacco sapeva del connazionale, è tutto un castello di carte, con annessi e connessi, a crollare. Ma appunto, Bergoglio né più ne meno degli altri ha fatto delle considerazioni di opportunismo politico, e si è comportato di conseguenza.
Un capo sa, ed è tenuto a sapere, quello che i suoi uomini fanno. Quindi il marcio che viene fuori è un marcio noto da tempo. Oppure gli alti prelati della Chiesa sono degli incompetenti totali. In un modo o nell’altro non possono dare più lezioni di moralità.
@ Sandra
Scusa Sandra, ma mi sembrava evidente che quanto affermato riguardava l’interpretazione dell’accaduto data dalla stragrande maggioranza dell’opinione pubblica italiana, ‘orientata’ – quale che fosse la loro collocazione politica, e più in generale culturale e religiosa – dai vari media… non certo perchè consideri la ‘mossa’ del papa niente più che un espediente…
sia per consolidare la sua fama di ‘rivoluzionario’,
sia perché – ma sempre allo stesso scopo – per prendere un provvedimento non più dilazionabile.
Bruno,
avevo capito, ma la mia opinione è che questi “colpi di scena” colpiscano soprattutto quelli che difendevano ancora la Chiesa contro il “chiacchiericcio”. Che quindi non era affatto chiacchiericcio…. E questi provvedimenti sono tardivi (vd. prete argentino già espulso dal seminario in Argentina negli anni 80 e responsabile di un orfanotrofio in Paraguay!) e molto molto parziali, per poter parlare di pulizia.
Un capo sa, ed è tenuto a sapere, quello che i suoi uomini fanno. Quindi il marcio che viene fuori è un marcio noto da tempo. Oppure gli alti prelati della Chiesa sono degli incompetenti totali. In un modo o nell’altro non possono dare più lezioni di moralità.
Pienamente d’accordo con te Sandra. Il punto è però un altro: per un 20% di persone (cifra ottimista) che capisce, esiste un 80% di persone che, di quello che scrivi, non se ne rende assolutamente conto. Il popolino è abituato alle parvenze e non alla sostanza; purtoppo vota dalle politiche fino ai consigli di classe.
Convincimenti che crollano: 1) pensavo che l’ italiano e lo spagnolo fossero quasi uguali, invece in spagnolo esistono ancora i verbi “dimettersi” ed “essere coerenti”; 2) deduco che nella redazione UAAR fumino roba pesante: hanno avuto
un’ allucinazione in cui in Italia esistevano “destra” e “sinistra”.
@ ALESSIO DI MICHELE. Che ci vuol fare? Si riducono le speranze del Paradiso in cielo e cosi’, forse simmetricamente, quelle del Paradiso in terra ( con le iniziali doverosamente maiuscole ). Gli unici che credono veramente nel Paradiso, con tante Uri’ da
gli occhi neri, sono i Talebani e quelli dell’ISIS. I comunisti possono farsi cascare le braccia di fronte a testimonianze sul “comunismo reale” come nel film “Le vite degli altri” sull’Inquisizione comunista, ambientato nela Germania cosiddetta democratica, e i cattolici semitradizionalisti ( i tradizionalisti veri sono rari e quasi da riserva faunistica ), i cui genitori e nonni erano agitati dall’incubo dei cosacchi che avrebbero abbeverato i cavalli alle fontane di piazza San Pietro, oggi si ritrovamo a spingere i carrelli nei Megastore e all’Ikea assieme ai figli e nipoti di quelli che aspettavano i cavalli e carri armati con la stella rossa ( ma anche, togliattianamente, un infittirsi nelle schede infilate nelle urne di falci e martelli con sopra le croci ).
@Florenskij
“Gli unici che credono veramente nel Paradiso, con tante Uri’ da
gli occhi neri, sono i Talebani e quelli dell’ISIS.”
Ma questi benedetti paradiso e inferno, sia pure in versione cristiana, esistono o non esistono come luoghi reali? Dobbiamo credere… come sostiene Scalfari che ha un rapporto privilegiato con papa Francesco… che prima o poi verranno aboliti, come il purgatorio, oppure resteranno come deterrente (il ‘bastone e la carota’) per ‘i poveri di spirito’, mentre per gli altri ci penseranno i teologi a imbrogliare le carte, parlando di metafore, di dimensioni puramente spirituali, e cose del genere?
Comunque – anche se lo dici ironicamente – è verissimo che riducendo le speranze del paradiso in cielo, simmetricamente si ridurranno le speranze del paradiso in terra… ma perché di simmetrico non c’è il paradiso in cielo e in terra, ma il paradiso (che sta solo in cielo, e che si può solo immaginare) e il suo necessario risvolto, cioè l’inferno (che invece si sa benissimo com’è, potendolo sperimentare quotidianamente in terra). Perché in terra, quando si vuole eliminare l’inferno, si prende come modello il paradiso, scimiottando le istituzioni che ne detengono le chiavi, cioè le istituzioni religiose. Magari, alcuni, dicendo di volerle eliminare e provando a farlo… di fatto però strutturandosi, in tutto e per tutto, come teocrazie. Insomma, un riedizione della lotta per le investiture, tra impero e papato, tra guelfi e ghibellini, contrapponendosi ma comportandosi specularmente.
Se invece si eliminasse per davvero la speranza nel paradiso in cielo, si riporterebbe questa speranza nel luogo dove è possibile realmente, se non eliminare almeno attenuare, l’inferno: cioè in terra.
” Se invece si eliminasse per davvero la speranza nel paradiso in cielo, si riporterebbe questa speranza nel luogo dove è possibilmente realmente, se non eliminare almeno attenuare, l’ inferno : cioè in terra ”
E quello che, da ateo, ho cercato da tanti anni di realizzare con quelli che il caso mi ha fatto incontrare per la mia strada…
@ Buno Gualerzi. Finalmente un laicista che apprezza al piu’ alto grado Manzoni. Forse perche’ si rende conto della presenza in lui, accanto all’elemento cattolico, di un robustissimo filone illuministico, come nelle analisi delle disfunzioni sociali, con una competenza da psicologo – sociologo e da economista ( nipote di Beccaria e probabilmente figlio di un Verri ! ). Manzoni oltretutto ha fornito ai laicisti come armi non certo inutili le figure di don Abbondio e della Monaca di Monza. Per questo don Bosco lo giudicava molto negativamente.
Ritengo significativo che lei, in un dialogo-confronto che, come mi sembra, non e’ uno scontro riveli di essere stato mandato alla scuola dei salesiani perche’ era una ritenuta piu’ che altro “una buona scuola”, mezzo di elevazione sociale. Dovrebbe voler dire ( mi scusi per l’analisi-vivisezione ) che lei non nell’infanzia non ha avuto un “imprinting” religioso forte come me ( molto piu’ “occasionato” che imposto dai genitori, in realta’ da me voluto per attrazione spontanea fin dalla primissima eta’ ). Aggiungo che la qualita’ di critico musicale di suo cugino Giorgio Gualerzi comprova l’ apertura culturale della famiglia, pur nella limitata disponibilita’ economica. Se lei e’ stato uno studente-lavoratore sara’ dipeso da questa situazione ( e qui ripenso con riprovazione a quel bruttissimo articolo su UCCR ).
Suppongo che i metodi e i modi usati dai Salesiani da lei incontrati siano non tanto scusabili, quanto inquadrabili in questa situazione:
– Ragazzi per lo piu’di origine ultrapopolare, percio’ nativamente riottosi, ben diversi dal tipo “san Domenico Savio” o “pastorelli di Fatima”, cresciuti nel contesto di zone “bianche”, mentre il Mantovano, se non ho equivocato su certe letture, non e’ mai stata una terra di “devoti” ( anche il riottoso Benito Mussolini fu a scuola dai Salesiani e ne venne espulso ).
– “Educatori” salesiani anch’essi di origine popolare, quindi acculturati in modo sommario e senza la “politesse” e la sensibilita’ psicologica che e’ trasmessa come eredita’ nelle famiglie aristocratiche e borghesi acculturate da generazioni. A questo proposito vien da pensare a certi maestri di Dickens ed epigoni, come l’autore di “Com’era verde la mia valle”, ambientato in un villagio minerario del Galles, con la scena, resa in un film, dell’alunno bastonato dal maestro sadico e poi vendicato a pugni davanti alla scolaresca: poveracci con una preparazione approssimativa e malissimo pagati, quindi frustrati e vendicativi, oltre che ignoranti.
– Quando si ha a che fare con ragazzi “riottosi”, o si usa la bacchetta (e un tempo si poteva farlo senza conseguenze ) oppure usare quello che io definisco l'”effetto Hamelin” o del “pifferaio magico”, ovvero attrarre e se possibile “incantare” gli alunni con performances narrative, spiegazioni divertenti, perfino giochi a quiz, incanalando piu’ che coartando la loro vitalita’… ma per usare questo metodo ci vogliono sensibilita’ e cultura. Nessuno nasce “imparato” e, come lei ben sa, un insegnante serio deve preparare, provare e selezionare il proprio “repertorio” con un lavoro indefesso ( fors’ anche da fesso, data la retribuzione ). Questo vuol dire letture vastissime, audizione di musica, conoscenza dell’arte e via dicendo; per questo ci vogliono tempo e anche denaro ( libri e dischi ).
– Suppongo che molti dei Salesiani da lei incontrati fossero poco acculturati per origini familiari, con vocazioni non sempre nitide ( un tempo avere un figlio prete rappresentava un’elevazione sociale ) e una preparazione successiva abbastanza fragile. Per cui era piu’ facile per loro adottare uno stile piu’ da caserma che da salotto.
– Le tematiche religiosi, in epoca di secolarizzazione, richiedono una cultura apologetica
raffinata ( ad esempio nel campo filosofico e di “storia delle religioni” ); quello che mancava ai suoi insegnanti ( suppongo ) per le ragioni sopra dette. Non e’ certo facile parlare all’anima quando si e’ spiritualmente mediocri e poco acculturati. Suppongo che quei preti, come moltissimi anche oggi, non fossero all’altezza delle cime verso cui avrebbero dovuto guidarvi.
Concludo con osservazioni che forse le torneranno sgradite, come provenienti da qualcuno che s’ impanca a…
– Non riesco a capire i motivi della sua rigorosita’ e inflessibilita’ ateistico-negatoria. Per me la posizione piu’ ovvia per un acculturato e’ l’agnosticismo, non l’ateismo ( e nemmeno la fede religiosa, che richiede o una “folgorazione” o un cammino m olto lungo, nel genere sant’Agostino ). Agnostici0
smo perche’ anche per un non credente ci sono enigmi e aporie irrisolte, come: “Perche’ c’e’ qualcosa invece di niente?” “Perche’ in questo mondo si desidera il bene e si incontra il male, con il suo predominare spaventoso?””Perche’ gli esseri viventi sono da un lato costretti dalla legge “mors tua, vita mea”, e dall’altro invocano continuamente il diritto e la giustizia ?” “Perche’ gli esseri viventi sono programmati per invecchiare e morire, ma continuano a desiderare l’immortalita’ e a considerare la morte come un’ingiustizia?”.
– Ho la sensazione che lei sia piuttosto disimformato in materia di fenomeni religiosi e che si rifiuti di ricercare agostinianamente piu’a fondo e piu’in largo, come chi considera chiusa la questione. Pensa che io mi metterei a fare l'”avvocato d’uffcio” della religione in sede UAAR se non avessi letto tutto il possibile e l’immaginabile ad esempio su Lourdes, Fatima, miracoli, fenomeni mistici-paranormali e preternaturali, filosofie ateistiche e filosofia-teologia medievale? Crede che io sia disponibile a bermele tanto facilmente?
PS1 Quanto a don Milani, credo che, a prescindere dalla sincerita’ e buona volonta’ della persona, il suo mito sia stato alimentato ad arte, oltre che per diffusione spontanea. Proveniente da famiglia molto ricca, nipote di un grande filologo, Domenico Comparetti, fu studente del “Berchet”, uno dei licei della Milano-bene ( in cui sono passati tutti i i ragazzi Pisapia) ma con risultati mediocrissimi ( diciamo voti sul 5 e mezzo ). Scelse il sacerdozio cattolico dopo aver tentato la strada della pittura, ma vi porto’ uno spirito aspro e aioso che io personalmente considero pochissimo cattolico, semmai da profeta ebreo ( ben diverso per la sua dolcezza don Primo Mazzolari, suo conterraneo di Bozzolo ). Da piu’ parti si vocifera che usasse il bastone con i suoi ragazzi.
PS2. Certamente nei discorsi dei preti, d’oggi si glissa molto sulle realta’ ultraterrene.Non e’ certo il caso di chiedere la mappa catastale di Inferno, Purgatorio e Paradiso, come fece Dante, ma dire che si tratta solo di evanescenti luoghi dell’anima e’ sbagliato. Esistono come esistono personaggi, luoghi, musiche, parole, scritti sulla Rete informatica; una realta’ reale e insieme virtuale come in tutto il mondo dell’Informazione ( che dovrebbe richiamare un filosofo come lei al tema platonico-agostiniano-scolastico delle Forme e di Dio come supremo “dator formarum”). Cio’anche inrelazione al fatto accertato che il fenomeno “vita” e’ legato all’informazione ( DNA ).
Il “cielo” della religione, in cui Gesu’ascende e la Vergine Maria viene assunta non e’ direttamente quello della comune astronomia. Vederli apparire e sparire non e’ in fondo molto diverso ne’ piu’ favolistico rispetto a quello che accade in un tubo catodico.
E adesso mi si dira’ che… non capisco un tubo.
Dimnticavo. Il Paradiso e l’Inferno rappresentano in immagine l’estremo del Bene e del Male, con tendenza all’infinito; hanno una realta’antropologica-archetipica, peŕ cui emergono in culture staccate e molto diverse per una specie di necessita’. Oggi non si fa piu’ la processione del Corpus Domini, non si canta Palestrina (imitazione dei cori angelici ) ma sifesteggia Halloween e si celebrano messe nere.
“Dimnticavo. Il Paradiso e l’Inferno rappresentano in immagine l’estremo del Bene e del Male, con tendenza all’infinito; hanno una realta’antropologica-archetipica, peŕ cui emergono in culture staccate e molto diverse per una specie di necessita’. ”
Ecco, e adesso immagina il prete che durante la messa parla in questo modo del paradiso e dell’inferno… e non dico davanti ad un uditorio di fedeli semianalfabeti ma a persone di media cultura. Secondo me si chiederanno. “Ma insomma, paradiso e inferno esistono o non esistono? il papa cosa dice in proposito? Per la verità non l’ho mai sentito parlare in pubblico in questo modo. Non dico Bertoglio, che si fa capire da tutti, ma nemmeno Ratzinger, il papa teologo. Mistero della fede, evidentemente”.
E magari avranno ancora più paura di un inferno così inquietante 🙂
@Bruno Gualerzi. Evidentemente la cultura cattolica e’ in crisi, se neppure i Sommi Pontefici si sentono di parlare se non sporadicamente e in modo “soft” delle realta’ supreme ( ovviamente realta’ per il Cattolicesimo tradizionale ). Don Bosco parlava dell’Inferno, eccome, e lo stesso i mistici come Padre Pio. L’ultima grande “uscita” sul tema risale al 1972, quando Paolo VI disse che da qualche fessura il fumo di Satana, realta’ sussistente, non simbolo o favola, era entrato nella Chiesa, suscitando scalpore e derisioni, ma anche offrendo uno spunto importante ai tradizionalisti.
@Flo
No, semplicemente, inferno e paradiso, oggi non fanno più presa come un tempo e i Sommi Pontefici lo sanno. E a parlare di inferno farebbero venire dubbi sulla destinazione di certi elementi della Chiesa. Parlarne troppo è diventato nocivo per la Chiesa stessa. Lo rispolverano di tanto in tanto, fra una valigia per i documenti e una papa mobile old school.
@Flo
No, semplicemente, inferno e paradiso, oggi, non fanno più presa come un tempo e i Sommi Pontefici lo sanno. E a parlare di inferno farebbero venire dubbi sulla destinazione di certi elementi della Chiesa. Semplicemente, parlarne troppo è diventato nocivo per la Chiesa stessa. Lo rispolverano di tanto in tanto, fra una valigia per i documenti e una papa mobile old school.