Dove trovare 2,3 miliardi per il bonus alle pensioni minime? O 4 miliardi per il post-terremoto?
Con l’hashtag #Chiedilialoro — che risponde alla pubblicità 8 per mille della Chiesa cattolica, “Chiedilo a loro” — l’Uaar lancia oggi, sui propri canali e social network, una mini-campagna di informazione sui costi sostenuti dallo Stato a favore della Chiesa cattolica.
«In questo periodo di discussione sulla legge di stabilità, in cui tanta fatica si fa per far quadrare i conti, ci sembra utile richiamare l’attenzione dei cittadini su quei 6 miliardi di euro che ogni anno escono dalle casse dello Stato per finire in quelle della Chiesa cattolica», spiega Stefano Incani, segretario dell’Uaar.
«Non tutti infatti sanno che ogni anno attraverso il meccanismo dell’8 per mille circa un miliardo di euro finisce nelle casse della Chiesa o che altrettanto costa l’Irc-Insegnamento della religione cattolica, i cui docenti, scelti dalla Curia, sono pagati dallo Stato. O, ancora, che ammontano a circa 600 milioni di euro le mancate entrate derivanti dalle esenzioni Imu (Ici, Tares, Tasi). Senza contare — prosegue Incani — che destinare oltre 6 miliardi di euro ogni anno alla Chiesa cattolica significa, per un Paese indebitato, pagare anche interessi su tale somma. Poiché il costo medio del debito italiano nel 2014 è stato dell’1,35%, gli interessi pagati per far fronte ai costi pubblici della Chiesa ammontano a circa 87,5 milioni».
«Per questo abbiamo avviato la mini-campagna #Chiedilialoro che si avvale di una serie di immagini da condividere sui social network con slogan semplici e diretti: “4 miliardi di danni per il terremoto in Centro Italia, dove trovarli? La Chiesa costa allo Stato italiano più di 6 miliardi di euro l’anno: #Chiedilialoro”; “2,3 miliardi all’anno per il bonus alle pensioni minime, dove trovarli? #Chiedilialoro”».
«Invece di impegnarsi in un braccio di ferro con l’Unione europea sul passaggio del deficit dal 2,2% al 2,3%, il governo Renzi avrebbe potuto molto più facilmente rivedere le tante elargizioni a favore della Chiesa che dissanguano le nostre casse a livello statale, regionale e comunale. Da sempre l’Uaar si batte affinché la Chiesa cattolica e le altre confessioni non incidano sulle finanze dello Stato: lo consideriamo un impegno doveroso, tanto più in una fase di crisi come quella che stiamo vivendo. Un impegno – conclude il segretario dell’Uaar — che questo governo dovrebbe assumersi».
#Francescohadettochecelida “come vorrei una Chiesa povera e per i poveri!” marzo 2013
Il concetto di ‘povertà’ del Banale è godere delle ricchezze
pensando di poterne fare a meno… Mica sono avidi, loro.
Non si possono pubblicare su un giornale nazionale?
«… gli interessi pagati per far fronte ai costi pubblici della Chiesa ammontano
a circa 87,5 milioni»… »
Più di quanto si risparmierebbe con il dimezzamento dello stipendio dei politici.
Messaggi chiari e diretti, molto bene. Spero che siano alla portata dei credenti.
Emperor non credo, ho paura che ai credenti vada bene così, preferirebbero abbassarsi la pensione. A parole, ovviamente, ma il miraggio delle “opere di bene” riscuote ancora molto consenso, a patto che non si tratti di opere laiche, lì, chissà perché, non si fida più nessuno…
Mafalda, griderebbero al Gombloddoh! laicista & ateista che vuole rubare tutto ai poveri preti di campagna tanto buoni & cari & che fanno tanta carità pelosa per sostenere la lobby gay e ateocomunista che vuole imporre l’aborto & il giender e la fornicazione in luogo pubblico, soprattutto davanti alle chiese!
Anzi:!!!!!!!!!!!!
Per la cronaca. In questi istanti, giovedì 27 ottobre 2016, ore 16 e 5… , sto guardando le news sul terremoto in centro Italia, e, per enfatizzare la percezione dei danni, Sky news 24 sta mostrando edifici crollati, con comparazione di prima e dopo, ma soprattutto di CHIESE. Un suggerimento, neanche tanto velato, per stimolare e indirizzare i fondi pubblici da parte del governo (italiano)?
Togli pure il punto interrogativo finale.
È la solita deformazione genetica indotta da condizionamento cattolico, che fa sì che tutto quello che attiene alla chiesa è prioritario.
Come volevasi…
E’ scorretto calcolare come onere aggiuntivo gli interessi su una spesa affrontata in debito e nello stesso tempo chiedere che tale spesa permanga, sebbene indirizzata ad altri fini.
E’ingenuo (supposta la buona fede) immaginare che la congerie di spese e mancate entrate elencata nel vostro studio possa trasformarsi senz’altro in un corrispondente vantaggio per lo Stato.
Molti servizi resi da organizzazioni cattoliche dovrebbbero essere comunque erogati a spese dello Stato o degli enti locali. Ad esempio, nel settore della scuola materna le strutture statali in molti luoghi semplicemente non vi sono: lo Stato (o l’ente locale) dovrebbe non sltanto assumere il personale, ma anche costruire gli edfifici; idem per quanto riguarda le mense della Caritas e molte altre realtà assistenziali; le ore d’insegnamento dell’IRC andrebbero sostituite con altre; coloro che perderebbero reddito in seguito alla “rivoluzione laicista” andrebbero – in un Paese civilizzato – in qualche modo sostenuti … o pensate che sparirebbero? Non mi riferisco ai preti: penso a rutti quei laici – dall’insegnante d’ IRC o al giornalista fino al sacrestano.
Quanto al mancato gettito fiscale, ricordo che molte esenzioni imputate al Mondo Cattolico sono fruite anche da altre organizzazioni, che molte attività oggi agevolate, se soggette aila fiscalità ordinaria semplicemente sparirebbero, che le benficenze in esenzione fiscale (che non sono tutte rivolte ad Enti ecclesiastici), se non fruissero più di tale beneficio probabilmente diminuirebbero d’un importo corrispondente (e, siccome per lo più sono davvero interventi socialmente necessari … Pantalone dovrebbe rimediare), che i cittadini accetterebbero l’abolizione dell’8 e del 5 per mille soltanto se quei soldi restassero nelle loro tasche, mentre giudicherebbero un’angheria che l’Erario fagocitasse anche quelli.
Quanto agli edifici di culto e monastici e al patrimonio artistico, è ovvio che l’auspicata “chiesa povera” non potrebbe mantenerlo.
Quindi, cari amici, se le vostre considerazioni hanno una motivazione ideologica anticattolica … pazienza: quot capita, tot sententiae … Ma se pretendono di fondarsi su una logica economica … proprio non ci siamo.
«… le ore d’insegnamento dell’IRC andrebbero sostituite con altre… »
Siccome gli insegnanti di irc sono pagati dallo Stato, dal punto di vista economico non cambierebbe proprio nulla, ma cambierebbe moltissimo dal punto di vista culturale eliminando un insegnamento inutile e sostituirlo con materie serie.
E questo vale per tutti i punti che hai elencato: in un sistema chiuso non ha importanza chi fa un certo lavoro se il denaro viene prelevato dalla cittadinanza.
A meno che tu creda che il denaro, una volta passato nelle mani dei preti, possa moltiplicarsi come le tinche. A proposito di motivazioni ideologiche…
Mi piace l’incipit basato su un principio di correttezza. Nel senso che mi fa ridere.
A partire, ad esempio, dalla correttezza del meccanismo del (f)otto per mille, giù a cascata per tutte le correttezze di cui si rendono protagonisti preti & vescovi & clericalisti vari fino ad arrivare a copertura di pedofilia, traffico di reliquie, statue abominevoli oltre che molto “utili”, indulgenze, inserimento praticamente ovunque di insegnanti di fuffa pagati da tutti, inserimento praticamente ovunque di obiettori a vario titolo per boicottare le leggi dello stato ospite & elargitore di fondi virtualmente illimitati, proclamazione a santità di criminali conclamati, e compagnia rivoltante annessa. Proprio un bel parlare di correttezza, guarda un po’, potete proprio venircela a insegnare… un po’ di non dico vergogna, ma almeno pudore, ogni tanto, no, eh?
le ore d’insegnamento dell’IRC andrebbero sostituite con altre; coloro che perderebbero reddito in seguito alla “rivoluzione laicista” andrebbero – in un Paese civilizzato – in qualche modo sostenuti …
Basterebbe fare come nella cristianissima Svizzera, dove gli insegnanti di religione sono pagati dalla Curia (e infatti le classi vengono accorpate, perché i preti i conti li sanno fare bene e dove devono pagare loro sono capaci di economia, non approfittando invece come fanno in Italia: non hai niente da dire sulla vergogna di ore di religione con meno di una decina di alunni, mentre non ci solo soldi per gli altri o per il sostegno?).
e dove ogni parrocchia invia il bollettino agli abitanti del comune per riscuotere la tassa come versamento volontario suggerendo l’imponibile come base su cui calcolare l’offerta.
Pensare che la Chiesa Cattolica sia brutta e cattiva è un’ opinione che rispetto, pur avendone una assolutamente contraria. Però dovreste rispndere a queste semplici domande banalmente tecniche:
1 – Se i famosi “sei miliardi” si spostassero da certe spese ad altre, essendo comunque finanziati in debito, non comporterebbero esattamente lo stesso onere per interessi che ne comporta l’uso attuale?
2 – Le cose che si fanno con quei “sei miliardi + interessi” sono tutte azzerabili da un momento all’altro, oppure dovrebbero essere, almeno in gran parte, ancora fatte e perciò finanziate? E in tali casi dove sarebbe il risparmio?
3 – Se le cose che si fann nell’ambito cattolico in regime fiscale agevolato fossero più vigorosamente tassate, non è forse probabile che molte cesserebbero? E in tali casi dove sarebbe il maggor gettito per l’Erario?
4 – Coi beni immobili (e mobili strmentali) come la mettiamo? Molte delle cose che si fanno con i famosi “sei miliardi + interessi” (e che in un modo o in un altro si dovrebbero ancora fare) sono fatte in immobili (e con l’uso di beni mobili strumentali) di PROPRIETA’ di Enti riconducibli alla Chiesa: per sostituire “laicamente” tali attività, lo Stato o gli Enti territoriali, nel quadro giuridico vigente, dovrebbero anche dotarsi di nuovi edifici e attrezzature, oppure ricomprare quelli della Chiesa … e allora … altro che “sei miliardi” … I soli a cascare ritti sarebbero proprio i preti, liberati dall’uso “socialmente utile” degli immobili (scuole, ospizi, mense, ecc.) …
4 – E i beni culturali? Dall’azzeramento dei famosi “sei miliardi + interessi” non deriverebbe forse la cessazione di ogni obbligo nei confronti di tutti gli edifici storici, opere d’arte, collezioni librarie che la Chiesa ritenesse di non ptersi più permettere? E da ciò non nascerebbero altri oneri per lo Stato o per gli Enti territoriali?
5 – La gente gradirebbe l’eleminazione della possibilità di destinare una parte delle propie tasse all’Ente che preferisce anziché all’Erario? E se questa possibilità si lasciasse (oppure si lasciassero quei denari al contribuente) … dove sarebbe il risparmio?