A proposito della filosofia di Topolino

Giulio Giorello ha scritto, con Ilaria Cozzaglia, un libro intitolato La filosofia di Topolino (ed. Guanda, pp. 252, 17 euro), che sta riscontrando un certo successo. Sulle Ultimissime ospitiamo le riflessioni che Stefano Marullo ne ha tratto.

Nelle mirabolanti peripezie dell’allegra galleria dei personaggi disneyiani, protagonisti della saga delle vicende di Topolinia e Paperopoli, la figura di Topolino si erge a gigante forse fin troppo scontata, lineare e senza alcuna incrinatura che ne possa ledere la reputazione di eccellente e finissima mente pensante e incorruttibile collaboratore di una polizia spesso alle prese con investigatori dilettanti e imbranati. Quest’immagine eccessivamente levigata rischia finanche di inficiare il mito laddove, di contro, lo sfortunato Paperino non finisce di conquistare simpatia in ragione proprio delle sue avversità. L’aura del topo sagace e vincente, quasi prevedibile, non rende però giustizia della vera natura del Nostro.

Due filosofi, Giulio Giorello e Ilaria Cozzaglio, con inedito interesse, attraverso questo libro provano per la prima volta a indagare su Topolino e la sua weltanschauung, trattandolo alla stregua di un illustre collega. Ne viene fuori un ritratto sorprendente e controcorrente rispetto a quello consegnato dal mito. Gli appassionati del fumetto più famoso del mondo si diletteranno a leggere queste pagine rivivendo un amarcord fatto di episodi epici ed avvincenti. Gli autori tracciano così il quadro di un Topolino filosofo refrattario a ogni metafisica, che si lascia guidare sempre dal dubbio, un combattente infaticabile che oltre che contro nemici in carne ed ossa deve sfidare il Potere in tutte le sue molteplici forme e, impresa non meno improba, l’ovvietà disarmante delle persone più care attorno a lui come la briosa ottusaggine dell’inseparabile Pippo o l’affettata ingenuità della fidanzata Minni.

Un genio laico, insomma, umanissimo e spesso in preda a interiori combattimenti rispetto alla complessità di un mondo circostante in cui si intrecciano cattiveria e lealtà, il peggio e il meglio di “uomini e topi”. Talvolta il nostro eroe imbraccia anche l’arma terapeutica e dissacrante dell’ironia di fronte agli intrighi più misteriosi nei riguardi dei quali, in toto, i suoi interlocutori non esitano a chiamare in causa spiegazioni astruse e paranormali. Illuminanti gli episodi che trattano di case infestate da presenze spettrali che si rivelano, puntualmente, abitate da manigoldi travestiti. Al fantasma che schiva la pallottola e rimprovera al Topo di “avere giocato pesante”, Topolino ribatte con arguzia: “Non volevo farvi arrabbiare! Sapevo che il proiettile non vi avrebbe fatto nulla, perché siete immateriale”. Quando poi si scopre che i fantasmi erano una banda di ladri che si travestiva solo per tenere lontano da sguardi indiscreti la loro refurtiva nascosta, ancora una volta la la filosofica saggezza di Topolino prorompe: “Soldi! Sempre soldi! Ecco il guaio degli umani! Non avresti bisogno di soldi se fossi un fantasma!”.

Un Topolino, dunque, antesignano di ogni buon razionalista critico, alfiere del buon senso, paziente tessitore del metodo induttivo per scrutare il mondo. Si legge efficacemente nel prologo di questo delizioso libro, che i grandi dovrebbero leggere per insegnare ai piccoli ad approcciarsi meglio alle qualità del Topo che pensa: “Il Novecento — epoca di alcune delle più audaci e terribili scoperte della scienza, dalla relatività di Einstein alla doppia elica del Dna — ha trovato il suo genio perturbatore in un Topo che, per spregiudicatezza nel mettere in discussione la costellazione degli stereotipi, non ha nulla da invidiare a Bertrand Russell, a Claude Lévi-Strauss o a Paul K. Feyerabend”.

Topolino presidente onorario dell’Uaar? Come abbiamo fatto a non pensarci prima?

Stefano Marullo

Archiviato in: Generale, Opinioni

102 commenti

gmd85

Beh, si, il pragmatismo di Topolino è evidente. Diciamo che ogni personaggio è espressione di un modus vivendi reale.

Dite che arriverà una mirabolante disamina da parte di qualcuno che tenterà di collegare Topolino ad altro o che disquisirà sul passato di Disney? 😆

Bertrand Russell2

Ora e sempre Paperino!

W
P.P.P.

Paolino Paperino Paperopolese!

Alle prossime elezioni vota Paperino!
Tanto non potrà fare più danni degli altri!

Bertrand Russell2

Poi mandiamo Zio Paperone all’economia a tagliare gli sprechi, chi ha letto le prime storie classiche di Carl Barks ha già immaginato tutto.

Poi l’uomo ragno ai lavori pubblici cosi invece del cemento costruiamo con la tela di ragno.

Superman all’Alitalia, cosi sposta gli aerei senza farci spendere per la benzina!

ecc ecc

gmd85

Hulk alle infrastrutture, Wolverine alla giustizia e Xavier all’Istruzione 😆

DucaLamberti74

Ma aggiungo anche:

Nonna Papera all’agricoltura
Archimede alla Ricerca Scientifica
Basettoni agli Interni

All’Europarlamento Bruce Banner (alias Hulk)…e vediamo chi lo farebbe incazzare

E Thor a riscrivere i patti lateranensi…
Voglio vedere il papoccio e tutti i suoi porporati come reagirebbero di fronte ad un vero dio…

Il vostro dio NON ha fatto un c@@@o è stato li si è fatto immolare sulla croce..
Io, invece, Thor figlio di Odino, ho preso a martellate tutti i giganti dei ghiacci..

SE NON era per me, Thor, voi subivate una glaciazione perenne.

DucaLamberti74

Bertrand Russell2

Ultime notizie la Lega vuole Daitarn 3 all’immigrazione e berlusca vuole Valentina, quella di Manara, come assistente personale.

Il movimento 7 stelle di Hokuto vuole Raoul alla presidenza, Toki alla sanità e Kenshiro alla difesa.

Contro questa proposta si sono levate molte proteste per l’accusa di nepotismo contro un presidente che nomina due suoi fratelli ministri.

DucaLamberti74

@Russell2:

Giusto perchè i fumetti li mastico…Valentina è di Crepax.

Direi quindi di aggiungere (due personaggi non citati)

– Corto Maltese alla marina mercantile
– Ispettore Bloch agli interni con sottosegretari Dylan Dog, Groucho…e Jenkinnsss … bastaaa ai Trasporti a dirigere il traffico 🙂

DucaLamberti74

Bertrand Russell2

DUCA

Cavolo credevo fosse di Manara che figura del cavolo! 🙁
Pazienza ho sbagliato!

MASSIMO

Veramente a me Topolino è sempre stato sulle palle. Troppo bravo e troppo perfetto.
Molto meglio il mondo dei paperi che è più umano.

Stefano Grassino

Condivido ed aggiungo rivolgendomi a tutti i soci: l’UAAR dovrebbe avere come presidente onorario Paperino visti tutti i guai e la sfortuna che lo perseguita.
Inoltre la sua fidanzata ci ricorda la famosa canzone, a noi più vicina:
“lo sai che i papaveri son alti alti alti, e tu sei piccolina, sei nata paperina”. 🙂 🙂 🙂

fab

Lasciatelo dire da un lettore pluridecennale della rivista: Topolino ha preso un bel po’ di granchi anche lui.

Ferrer

D’accordissimo anch’io, fin dabambino: molto meglio i paperi dei topi!

Tra l’altro, riguardando con occhio adulto quei fumetti mi pare emerga una differenza lampante: mentre in Topolino la realtà è semplicistica e manichea spaccata tra un “bene”(Topolino, Basettoni…) ed un “male” (Gambadilegno, Macchia Nera…) assoluti, dove basta rispettare la legge e le regole e tutto filerà liscio; nel mondo di Paperino i personaggi e la società sono rappresentati più complessi: ad esempio Paperone (forse il personaggio migliore) è buono o cattivo? Ha caratteristiche negative (avaro) ma anche positive (infaticabile lavoratore, coraggioso, non ricerca il lusso), inoltre tra Paperone e Paperino abbiamo una (seppur semplificata e giocosa) “lotta di classe” la quale viene interpretata, a seconda delle storie, sia in modo “capitalista” (Paperino lavoratore scansafatiche, Paperone abile imprenditore) sia in senso “proletario” (Paperino ingiustamente sfruttato, Paperone avido sfruttatore). E che dire del “cattivo” Rockerduck? A differenza di Gambadilegno, Rockerduck è un “cattivo” perfettamente integrato nella società, il suo conflitto con Paperone è quello tra il capitalismo moderno lussuoso e spregiudicato (Rockerduck) e quello pionieristico, basato sul duro lavoro e il risparmio per accumulare capitale (Paperone).
Per quanto mi riguarda, quindi: Barks batte Disney 10 a 1!

bruno gualerzi

“Topolino presidente onorario dell’Uaar? Come abbiamo fatto a non pensarci prima?”

Caro Stefano, perdona la mia ignoranza, ma non ho capito bene in che modo si debba intendere questa conclusione della tua riflessione (ironica, non ironica?)… evidentemente perché mi è sfuggito il vero senso di quanto viene prima.
Topolino o non Topolino, questo fumetto non mi è mai piaciuto, come in genere non mi è mai piaciuta la produzione disneyana… e così la tua riflessione sul libro di Giorello e Cozzaglia mi ha fatto sorgere un dubbio: non mi è piaciuto perché non mi piaceva la sua ‘filosofia’, oppure perché non l’ho mai capita? Ovviamente lo dico col seno di poi perché ad un bambino un fumetto può piacere o non piacere e basta…

gmd85

Si, beh, il fumetto in genere o piace o non piace, indipendentemente dai vari generi. negli anni, poi, le storie si sono evolute. Magari, quelle che leggevi tu, sono diverse da quelle di oggi, anche se le caratteristiche qui descritte io le ricordo già in numeri di vent’anni addietro. Poi, ovviamente, de gustibus 🙂

stefano marullo

@ Bruno Gualerzi

La comprensione preambolo del piacere? O viceversa, il piacere propedeutico alla comprensione? Mi suggerisce una confusione tra il giudizio etico e quello estestico seppur una certa interdipendenza va riconosciuta. F,orse dovremmo essere meno cerebrali. Le cose piacciono, semplicemente, perchè ci rispecchiamo in esse. Posso comprendere una dottrina filosofica fino al midollo e decidere che non mi piace perchè non mi ci rispecchio, per sensibilità, esperienze di vita.
Topolino presidente onorario dell’UAAR? Naturalmente si tratta di una provocazione. Perchè? Perchè Topolino cerca sempre verità contingenti, non è un mercante di speranza (le speranze rendono infelici e attendisti, sono un’istigazione all’inerzia, aveva ragione Pasolini), il suo è il realismo del disincanto; sa di non potere cambiare gli uomini, ne conosce i vizi e cerca di combatterli ma senza moralismo ma con indignazione operosa. Trovo tutto questo molto “laico” come atteggiamento di fondo.

bruno gualerzi

@ Stefano Marullo
Ma guarda che io non ho capito davvero il senso di questa operazione degli estensori di quel testo, e semplicemente esprimevo ciò che ho sempre pensato io di Topolino e soci. Il giudizio ‘negativo’ sulla sua ‘filosofia’ (v. intervento successivo) è certamente venuto in seguito… ma ti garantisco che non c’è niente di cerebrale (avrei dovuto andarmelo a rileggere), solo una traduzione in linguaggio approssimativamente sociologico della reazione istintiva che gli album di Topolino mi avevano sempre procurato. Il tutto assolutamente soggettivo. D’altra parte il giudizio di un bambino, per quanto poco sveglio, conterà pur qualcosa visto che la ‘filosofia’ di Topolino dovrebbe avere una funzione pedagogica.
Comunque, ne convengo, per dare un giudizio motivato, o fare dell’ironia, avrei dovuto andarmi a rileggere il fumetto… che tra l’altro, leggo qui, ha subito nel tempo delle trasformazioni non solo grafiche. Però, ripeto, niente di cerebrale.

bruno gualerzi

Per onestà devo aggiungere che la critica alla ‘filosofia’ di Topolino nei termini in cui l’ho fatta molto probabilmente è stata influenza da certe letture fatte ‘da grande’ (che so, la Scuola di Francoforte per esempio)… ma, ho sempre trovato il topo disneyano e le sue storie poco attraenti. E gli preferivo sempre altri fumetti.

fab

Ricordo anche che in “Topolino” non appare mai una croce, perfino quando le storie sono ambientate in cattedrali o nella storia europea, e che le famiglie disneyane sono piuttosto diverse da ciò che piacerebbe ai Volonté e ai Giovanardi.

Kaworu

Con Silvia Ziche e disegnatori affini tra l’altro, secondo me sono molto migliorati. anche Casty non è male.

Florenskij

@ fab. Nelle storie di Topolino, come credo in tutti i fumetti d’intrattenimento per bambini-ragazzini, la croce non può e non deve esserci perché il genere è inserito in una “zona” depurata degli elementi più impegnativi della vita umana: la morte, la tragedia, il dramma, il sesso fisico ( in quanto correlativo e “riparativo” della morte ) il lavoro continuativo per sottrarre se stessi e la famiglia alla fame con tutte le sue durezze., la famiglia organizzata a maglie strette, la passione amorosa-tormentosa. L’opposizione bene – male c’è, ma è blanda quasi come nel gioco degli scacchi: il massimo della criminalità è costituito da Pietro Gambadilegno; il massimo del male è qualche guaio più o meno conico o qualche mediocre difficoltà da superare.
Alla stessa stregua lei potrebbe inneggiare ” ateisticamente” al fatto che non ci sono croci nelle storie di Silvestro e Titti ( un mondo di gomma, in cui non ci si fa mai veramente male e i bernoccoli si sgonfiano all’istante ); o che non ci siano in Jacovitti, accanto a vermini col cappello e salami tagliati: e Jacovitti si affermò alla fine degli anni ’40 sulle pagine de “Il Vittorioso”, giornaletto dell’Azione Cattolica.
La croce ha a che vedere con il rapporto VITA – MORTE.

fab

La croce ha a che vedere col rapporto “dentro il mio gruppo – fuori dal mio gruppo” e poche storie.

Quanto al resto, sarà anche vero che croci, violenza, sesso e morte sono banditi con lo scopo principale di separare il fantastico dal reale, ma l’effetto è che i lettori di “Topolino” (e certamente anche di molti altri fumetti, per fortuna) riescono almeno per una volta a sperimentare un modello di mondo laico; anzi di più: di un mondo bello e sereno. In una società soffocantemente clericale, cupa e spesso masochista come questa non è poco.

Diocleziano

Flo,
per coerenza con quello che hai appena detto, non ti pare che sarebbe
allora il caso di togliere i crocifissi dalle aule delle scuole? Non è per niente
consono all’età dei bambini che frequentano quei locali il vedere un
cadavere appeso a un patibolo.
Oggi vi è una maggiore attenzione ai contenuti delle pubblicazioni che
sono dirette ai bambini; le favole originali di Perrault o dei Grimm spesso
sono di una violenza spropositata. Forse la moderazione è più dettata
dalla convenienza commerciale che da una reale sensibilità. Ho avuto
per le mani la cosiddetta ”bibbia Disney”: è un librone, ad uso interno,
che definisce tutti i particolari che caratterizzano i singoli personaggi,
mi aveva colpito, alla pagina dedicata al ”Piccolo Hiawatha” una nota
ben rimarcata che vietava che il personaggio puntasse il suo arco
verso esseri viventi. Quindi nessuna meraviglia che non appaiano croci:
è tutto predisposto.

gmd85

Commenti in mod.

@Flo

Non so quanti topolino tu abbia letto, ma ci puoi trovare un’analisi della società che non ha bisogno di mettere in mezzo l’argomento religioso, zona depurata o no.

Florenskij

@fab. Il fatto è che il mondo è bello e sereno e / o brutto e angoscioso, a seconda dei casi e delle situazioni ( vedasi la vicenda di Anna Frank, ragazzina borghese colta e piena di sogni ). Questo anche in un mondo perfettamente ateizzato, e nessuno deve considerarsi al sicuro dai rovesci della sorte, che può essere drammatica e talora anche terribile. Angoscia e orrore c’erano prima dell’apparizione della croce come realtà patibolare e come icona, e ci sarebbero anche se la croce sparisse dal mondo figurativo della società insieme col Cristianesimo.
A parte questo, violenza, sesso corporale e morte non sono elementi fantastici, ma fanno parte del reale in tutto e per tutto. Semplicemente il mondo di Topolino li presenta MOLTO scremati e depurati, diciamo a dose blandissima per evitare al bambino-ragazzino un contatto troppo duro con il “vero” della condizione dei viventi sulla terra ( nel senso leopardiano del termine ). E’ una prosecuzione del modus operandi nei confronti dei bimbi, a cui si presenta un mondo di animali di peluche su sfondo moquette, una specie di giardino dell’Eden laicizzato in cui gli animali non sono veramente feroci come nella “realtà effettuale”. Lei insisterebbe nel far capire a un bimbo di quattro anni come agiscono veramente microbi, squali e serpenti velenosi ( configurati dall’Evoluzione ), cosa succede alla gente durante eruzioni vulcaniche e tsunami, così da abituarlo subito al “sano realismo”?

Mi sembra di incominciare a capire che la ripugnanza per la croce deriva dal fatto che dietro di essa non si coglie la prospettiva della risurrezione o “gloria” che dir si voglia. Quanto mai riduttivo vedere nella croce solo l’icona identitaria di un gruppo; sostituirla con un’altra icona non cristiana ( forca, ghigliottina, falce, martello, scure e ceppo… ) oppure non sostituirla non toglierebbe dal mondo l’elemento del “terribile” di cui a un certo punto dello sviluppo psicologico bisogna prender coscienza, “elaborandolo” come si fa con un lutto grave.

@gmd85. In “Topolino” un’analisi della società che non ha bisogno di mettere in mezzo l’elemento religioso ( magari per rifiutarlo, come fa Ivan Karamazov ) perché è un’analisi selettiva, che esclude elementi fondamentali; diciamo un sereno, fanciullesco ottimismo nel genere dei film di Frank Capra ( “La vita è meravigliosa”, “Mister Smith va a Whashington” ) o di “Happy days”.
Colgo l’occasione per farle presente che ho letto da un pezzo quanto de lei suggerito: Rudolf Otto ( “IL sacro” ), Durkheim, Mauss. Evidentemente sono un asino dalle orecchie lunghe e non li ho capiti.

gmd85

@Flo

Partiamo dalla fine.

Colgo l’occasione per farle presente che ho letto da un pezzo quanto de lei suggerito: Rudolf Otto ( “IL sacro” ), Durkheim, Mauss. Evidentemente sono un asino dalle orecchie lunghe e non li ho capiti.

Capita. Non vergognartene. Te le annodi al dito, eh.

Topolino: ma l’hai mai letto? No, perché nella sua semplicità sa essere anche educativo, senza appunto infilarci il sacro.

Riprendendo la tua risposta a fab, mi viene spontaneo domandarmi come mai la religione ai bambini nelle scuole la si insegna così com’è.

Mi sembra di incominciare a capire che la ripugnanza per la croce deriva dal fatto che dietro di essa non si coglie la prospettiva della risurrezione

E capisci male. Ciò che è importante per te non è automaticamente per tutti.

Quanto mai riduttivo vedere nella croce solo l’icona identitaria di un gruppo

Ma è proprio quello che è. Non ci si affannerebbe tanto a tenerlo appeso altrimenti.

elemento del “terribile” di cui a un certo punto dello sviluppo psicologico bisogna prender coscienza, “elaborandolo” come si fa con un lutto grave.

Continui ad estendere le tue necessità a tutti. Un po’ come con i gladiatori che, secondo te, non avevano speranza. Se non si elabora come faresti tu, non va bene, eh.

fab

Florenskij, interessante il fatto che sesso e violenza sono blandamente rappresentati, mentre la religione non è rappresentata nemmeno blandamente.

Quanto alla “ripugnanza” per la croce, il problema vero dei crocifissi è la loro imposizione. Chiaro il concetto? Non ESposizione, ma IMposizione. Prova a toglierne uno da un luogo pubblico e guarda quello che succede.Non so più come scriverlo, davvero.
Ed è ovvio che quando una cosa è imposta, è simbolo di potere. Ed è altrettanto ovvio che se è imposta non da una persona, ma da un gruppo, allora è un simbolo identitario di potere. Questo non può che essere vero per chiunque, cattolico o no, mentre la resurrezione e la gloria sono creduti soltanto da qualcuno che ama credere nell’incredibile.

Francesco S.

I reati seppur virtuali (in questo caso mica tanto, visto che ne approfittavano per lucrare) vanno puniti.

Paul Manoni

Topolino non so, non saprei…
Ma mi chiedo seriamente come mai non si sia ancora contattato Giulio Giorello, per proporgli la presidenza onoraria della nostra associazione. Chi in Italia oggi, meglio di lui? 😉

Francesco S.

Devo essere sincero Topolino non l’ho mai digerito, troppo eroe, furbo e bello, ho sempre preferito Paperino molto più “umano” con i suoi difetti e le sue sfortune.

bruno gualerzi

Credo anch’io che Topolino – filosofo o non filosofo – sia stato per tanti piccoli lettori (per me lo è stato di sicuro) un noioso topino benpensante. Per i più grandi (in ogni caso per me), più che altro il modello dell’americano medio… sostenitore di stereotipi invece che loro dissacratore.
Ma se Giorello e Cozzaglia, filosofi patentati (almeno Giorello, l’altra non so), hanno intravisto tutt’altro… tutti in pellegrinaggio a Disneyland!

DucaLamberti74

@bruno_gualerzi:

Si parla del Topolino “italianizzato” della scuola disney.

Ormai, quasi tutte le nuove storie a partire da inizio degli anni ’70 sono una revisione all’italiana dei paperi di Barks (anni ’50) ed il topolino avventuroso (anni ’30).

Le storie “disney” pubblicate sul Topolino sono ormai italianizzate al 100%.

E cosa avrebbe mai Topolino di noioso e benpensante ?

A me risulta invece quanto segue:
– Fa volontariato sociale (aiuta Pippo nel suo vivere quotidiano).
– Ha adottato Tip e Tap.
– E’ sempre pronto a lanciarsi all’avventura (dai viaggi nel tempo, alla caccia al ladro, al trovare per la fidanzata Minni il regalo di compleanno).
– Potrebbe avere a disposizione tutte le topoline che vuole ed invece è fedele a Minni (se fosse un benpensante sarebbe un ipocrita “poligamo” alla italiota).
– Se Basettoni chiama, Topolino arriva (è evidente che le fatture che emette al commissariato sono eque e NON esagerate…in sostanza le consulenze che il comune di Topolinia riconosce sono soldi pubblici spesi bene)

Forse che forse…Topolino ha un approccio vincente alla vita:
– NON si lamenta mai
– Cerca di risolvere i problemi (senza dare colpa alla società borghese)
– Ascolta ogni possibile idea (in primis quella dall’opposto suo – il creativo, spilungone, e irrazionale Pippo)

Ed allora è per questo che può essere classificato come noioso e benpensante ?

– Noioso perchè ricorda che il cambiamento vero comincia da noi stessi ?
– Benpensante perchè sa usare bene il cervello ?

N.B.: Parlo del Topolino personaggio dei fumetti italiani e NON dell’impero commerciale della multinazionale americana Walt-Disney (su cui ci può essere molto da discutere e da dire).

DucaLamberti74

Diocleziano

Duca,
sarebbe troppo facile fare la battuta, ma non lo è:
”Topolino non è buono, è che lo disegnano così”.
Semplicemente perché tutti i personaggi della letteratura vivono
una vita a ritroso nel tempo: qualcuno la pensa e la fa andare come vuole.
Per Topolino deve andare sempre bene. Così è deciso.

DucaLamberti74

@Diocleziano:

Ma io mi riferivo al Topolino come viene narrato.

Volevo chiedere al professore 🙂 Bruno Gualerzi come mai riteneva Topolino reazionario, benpensante…ed aggiungerei anche (seppur non lo dice) … piccolo borghese…tutto qui.

Gli ho citato dei dati di fatto oggettivi ed attendevo sue risposte.

DucaLamberti74

bruno gualerzi

@ Duca
La mia risposta a tutta questa questione dei topolini filosofi l’ho data – sia pure indirettamente e con relativa autocritica (hai presente il concetto?) rispetto ai miei commenti precedenti – ieri 20 maggio ora 8.51.
In quanto al ‘piccolo borghese’ non ho paura a dirlo nel contesto in cui l’ho in sostanza detta… anche se naturalmente tu ne trarrai le conclusioni che la tua scontata – e, permettimi, stucchevole – polemica contro gli ‘italioti sinistroidi’ ne trarrà ulteriore alimento.
Cercherò di farmene una ragione.

bruno gualerzi

Ops. La carica polemica – che normalmente cerco di evitare – mi ha fatto scrivere un’ultima frase non impeccabile sintatticamente. Chiedo scusa.

Ferrer

@ Bruno Gualerzi

Se ti interessa l’argomento, anche sulle differenze “ideologiche” tra Disney e Barks ti consiglio (se riesci a recuperarlo da qualche parte) l’interessante libro di Marovelli, Paolini, Saccomanno, “Introduzione a Paperino. La fenomenologia sociale nei fumetti di Carl Barks”, ed. Sansoni, 1974.

DucaLamberti74

@bruno_gualerzi:

gli italioti sono sia di destra che di sinistra…

Ognuno con i suoi TANTI difetti e ZERO pregi…

L’unico pregio che dovrebbero avere i popolani italioti sarebbe quello di NON andare a votare..ma purtroppo sono italioti e vanno a votare (mandando di conseguenza in parlamento i politici italioti).

Il NON andare a votare lo esercitano ai referendum…del resto li c’è un potere diretto (seppur minimo) …molto meglio mugugnare e stare a casa dire..tanto non cambia nulla.

Ripeto…gli italioti sono di destra e di sinistra.

Non volevo essere polemico ma difendere Topolino da eventuali stereotipi che possono arrivare dalla cultura istituzionale.

DucaLamberti74

bruno gualerzi

@ Duca
Noto adesso la faccina ridente (non ricordo il nome tecnico) messa vicino al ‘professore’… evidentemente ritenendo questa mia professione quanto meno abusiva. In effetti mi è stato consentito esercitarla quando in Italia al potere c’erano i ‘sinistroidi’.
Bei tempi quelli… anche se – sarà colpa delle obsolescenze senili – ora come ora non ricordo più con precisione quando è stato…

DucaLamberti74

@bruno_gualerzi:

Ho avuto modo di conoscere ( ed anche come dire…molto bene…se di sesso femminile 🙂 ) professori validi al di fuori della scuola.

Devo ringraziare invece i fumetti per avermi iniziato al piacere della lettura e della scoperta e della curiosità intellettuale…i professori che ho avuto erano “purtroppo per me” la quintessenza dello statalismo italiota.

Giusto per catalogare che campionario antropologico ho trovato:

– Le lezioni si apriva il libro e si leggeva a turno (come dei bambocci def@@@nti).
– Il sessantottino di immagina l’immaginazione al potere…e NON si è imparato nulla…e si arrivava alla “maturità” digiuni di quali possibili problemi aspettarsi.
– Pigrizia e ignoranza completa e attesa spasmodica della campanella che suona peggio che gli studenti delle elementari.
– Assenza completa di passione per la propria materia.
– Pregiudizi e tristezza emotiva per la propria condizione esistenziale di mancati professori universitari.
– Ecc. ecc. ecc….e mi fermo 🙂

Se lei come professore NON è stato nemmeno uno dei punti sopra posso comunicarle la mia stima (lo so … NON ci si compra nulla 🙂 ) e dirle che come lei (come vede sono passato al dovuto e rispettoso lei) ce ne sono ben pochi.

Se invece si identifica in ognuno dei punti di cui sopra ti dico che da gente come te nulla c’è da imparare anzi c’è da disimparare.

Un quadrimestre con un professore italiota NON ha nemmeno il valore aggiunto di un quarto d’ora a leggere una storia a fumetti ambientata a Paperopoli e/o Topolinia.

DucaLamberti74

bruno gualerzi

@ Duca
“Se lei come professore NON è stato nemmeno uno dei punti sopra posso comunicarle la mia stima (lo so … NON ci si compra nulla 🙂 ) e dirle che come lei (come vede sono passato al dovuto e rispettoso lei) ce ne sono ben pochi.”

Cosa dovrei risponderti, che Non sono stato uno di quei tuoi insegnanti? Troppo facile, amico!
Perciò ecco: io sono qui con nome e cognome veri, ho insegnato storia e filosofia per molti anni presso il liceo scientifico Lazzaro Spallanzani di Reggio Emilia, per cui se vuoi informarti su che tipo di professore sono stato puoi rivolgerti a quella sede. Naturalmente i veri giudici sono gli studenti, dei quali non posso darti gli indirizzi anche se sono ancora in ottimi rapporto con loro.
In quanto a te… non credo tu sia un ‘duca’.

(Chiedo scusa agli amici del blog se leggeranno questo sfogo per una questione del tutto personale, ma, come ho scritto nell’altro post, uno dei limiti di questi commenti è l’anonimato… e quando c’è in ballo la mia reputazione di insegnante con queste allusioni furbastre … )

DucaLamberti74

@bruno_gualerzi:

Ne deduco dalla risposta che il suo stipendio di professore se lo è guadagnato ed in questo caso quindi sarebbe in debito con lo stato.

Un professore che sa fare il suo lavoro, potenzia le menti dei giovani, fornisce valore aggiunto alla società.

Non volevo mettere in dubbio la sua reputazione di professore ci mancherebbe.

Sul blog si scambiano opinioni e idee in modo costruttivo e collaborativo.

Certo che non sono un duca … io sono frutto della fervida immaginazione del mio creatore umano…che ha ispirato il mio nome a questo altro personaggio:
http://it.wikipedia.org/wiki/Duca_Lamberti

Ideato da un grande scrittore:
http://it.wikipedia.org/wiki/Giorgio_Scerbanenco

Cordiali Saluti, DucaLamberti74

stefano marullo

Paperino è un combattente, ma non impara mai dai suoi guai e si affida sempre all’istinto. Topolino si affida sempre all’esperienza e alla ragione. E’ uno che vince le battaglie ma sa che la guerra da vincere, lungi dall’essere vicina alla vittoria, è contro il male in tutte le sue declinazioni: servilismo, pregiudizio, ignoranza, cinismo.

Francesco S.

Sicuramente, ma Topolino è un eroe, Paperino è un antieroe e gli antieroi sono più simpatici perchè non sempre vincono, anzi.

Federix

“Infelice quella terra che ha bisogno di eroi.”
(Bertolt Bert Brecht)

Federix

Penso che Paperinik e Superman siano soltanto sogni ad occhi aperti di coloro che si trovano in condizioni sociali mediocri, in cui non sono soddisfatti del loro ruolo sociale e in cui non possono esprimere quello che ritengono essere il loro valore personale… e allora si sognano in un ruolo “super”…

Ermete

Beh, Superman si prende ed è preso nel fumetto terribilmente sul serio, Paperinik è una sorta di parodia.
La rappresentazione artistica cosciente dell’alienazione spesso è una catarsi dell’alienazione stessa, e credo che l’alter ego superereoe dello sfigato per eccellenza sia un’idea geniale, e che rappresenta molto bene il sogno segreto dello sfigato stesso.
Che i Superman siano solo sogni ad occhi aperti credo che sia evidente, ma credo che chi ha inventato Paperinik lo sapesse molto bene e proprio da qui è partito nella costruzione del personaggio.

Federix

@ Ermete
Certo.
Ah, e non dimentichiamo che c’è anche super-Pippo, ma NON c’è super-Topolino: Topolino è “già” “Super” di per sè? 😯

Bee

@Ermete

Se non ricordo male, in effetti, Paperinik era originariamente nato col preciso scopo di rappresentare la rivalsa morale e materiale di un Paperino ormai stufo della realtà che lo circonda, del tutto colma di sfiducia nei suoi confronti e che ha contribuito alla sua immagine pubblica di inetto e scansafatiche, tanto che le gesta iniziali del personaggio difficilmente si inquadrano in una cornice supereroistica, e quando ciò accade è soltanto se Paperino ne ricava qualche vantaggio personale. Solo in seguito PK si configurerà come supereroe “classico”, con storie dal carattere perlopiù umoristico, in cui il papero, tra l’altro, difficilmente riesce a scrollarsi di dosso la sua celeberrima sfortuna anche una volta indossata la mascherina.

Ermete

@ Bee
Hai ragione, ho fatto una breve ricerca.
Peraltro -e questo mi suonava strano- il nome ricalca Diabolik essendo Paperinik un personaggio della sola Disney Italia, e, come dicevi tu, all’inizio riscattava i soli danni subiti da Paperino.
Mentre il Super Pippo esisteva già in Usa.

@Federix.
Bella idea. Topolino è già l’eroe positivo (e per questo poco attraente per me): se inventassero un suo alter ego cattivo, una sorta di Mister Hide, potrebbe diventare una cosa interessante! 😉

gmd85

@Ermete
@Federix

Non ho modo di controllare approfonditamente ora, ma so che il primo Mickey Mouse era tutto meno che lodevole. Anzi, era antipatico e dedito ai dispetti.

faber

Pippo forever! Un mondo di Pippi sarebbe sicuramente confusionario ma quella sana ingenuità e soprattutto la bontà disinteressata lo renderebbero un mondo migliore. In questo senso penso sia il personaggio più “utopico” tra quelli Disney

Federix

Però Pippo crede nei “portafortuna” (se vuoi ti racconto la storia di Pippo e la sua “zampa di coniglio”), anche se poi non crede nella “magia” della “strega” Nocciola 😉
E dai “portafortuna” agli “idoli” e agli “dei”… 😯

faber

Si ma la superstizione pippesca al massimo porterebbe ad una sorta di animismo panteista. Se tutto il mondo fosse gestito dal pippismo non ci sarebbe nessuna organizzazione gerarchica della credenza. Ce lo vedi un papa che tra una frase e l’altra dell’angelus se ne esce con uno “Yuk”? O un fondamentalista che prima di farsi esplodere lancia il suo grido di battaglia: YAAAAH-HOO-HOO-HOO-HOOEY! 😀

Federix

@ faber
Ok, va bene. Ma ce lo vedi uno come il simpaticissimo Pippo a trovare cure per le malattie, a organizzare un soccorso dopo una calamità naturale, a risolvere il problema dei “rifiuti”?
Una volta ho letto una storia in cui Pippo mostrava a Topolino e Basettoni il metodo del suo pro-pro-zio Pipponio per “smaltire” le immondizie domestiche: Pippo scavava un buco nel giardino e ce le seppelliva dentro; ma Topolino e Basettoni gli hanno obiettato: “Uhm, è un buon metodo… però ti rimane un mucchio di terra: e il prolema di quella come lo risolvi?”, e Pippo: “Non vedete? Allo stesso modo: scavo un buco e ce la seppellisco”. E Basettoni e Topolino, con le mani tra i capelli: “Ah, ah, ah!”… [fine]

Ermete

Il Pippo migliore rimane quello di Andrea Pazienza: ‘Sapete perchè Pippo sembra uno sballato ? ‘

Federix

@ Ermete
Non conosco il Pippo di Andrea Pazienza “Sapete perchè Pippo sembra uno sballato ?”… Puoi raccontare qualche dettaglio?

Ermete

@ Federix

Te lo faccio leggere direttamente in questo link; aggiungi tu http e il resto sennò non me lo passa.
Ci sono un po’ di tavole ma scorrendo sotto il fumetto arriva subito!

it.scribd.com/doc/9553085/Andrea-Pazienza-Perche-Pippo-Sembra-Uno-Sballato-e-Altre-Storie

Ermete

Col link non mi passa proprio il commento.

Scrivi su google andrea pazienza perchè pippo sembra uno sballato download e potrai leggerlo direttamente!

Federix

@ Ermete
Grazie! 🙂 Ho apprezzato 🙂 Molto “illuminante”, fa pensare… 🙂

Lorenzo Galoppini

Francamente mi sembra un po’ esagerato voler vedere determinati significati “filosofici” anche in Topolino. Sì, forse c’è del razionalismo nelle storie più poliziesche, nelle indagini del protagonista. Ma nel complesso si tratta pur sempre di fantasy. La storia in cui i fantasmi erano in realtà dei banditi è un caso, il soprannaturale è spesso (anche se non sempre) presente nelle storie disneyane.
Così come mi pare eccessivo vederlo come un “custode” di certi valori cosiddetti tradizionali. E se si trattasse solo di intrattenimento e nient’altro?

Bertrand Russell2

Quoto!
Quoto! Quoto! Quoto!
Quoto! Lorenzo prendiamoli solo come intrattenimento per bambini e per adulti che hanno voglia di ricordare l’infanzia per una mezz’oretta ogni tanto!

Marco Tullio

Grazie, mille volte grazie, d’avermi segnalato questo interessantissimo libro. Comunque è chiaro che Topolino, come ogni altro personaggio prodotto dall’arte, o dall’artigianato culturale, esprime in realtà la “filosofia” dei “lavoratori della mente” che lo hanno fabbricato. Topolino esprime quella di un gran numero di artigiani culturali del ‘900 (qualcuno lo ho conosciuto di persona), e la sua “filosofia” pragmatica, razionalista, secolarizzata (che di soprannaturale semplicemente non parla, anche se per caso colui che scrive personalmente vi crede) è, per l’appunto, quella del ceto intellettuale novecentesco.

gmd85

Solo che Topolino continua a essere stampato, ceto intellettuale novecentesco o no.

Ah, non leggerlo, nessuno ti costringe, eh. 😉

Marco Tullio

Non ho mai avuto nulla contro la produzione disneyana, anche se a Topolino preferisco Paperino. Del resto non ho nulla nemmeno contro il ceto intellettuale novecentesco (tanto meno contro la manovalanza dell’industria culturale). La mia era una semplice analisi che cercava di spiegare perché il simpatico topo piaccia all’ UAAR, il che non comporta automaticamente che faccia schifo al sottoscritto. Anche sugli spaghetti col sugo di pomodoro credo che si potrebbero trovare significative convergenze.

gcr

ciao don marco tullio
rispondo alla tua pedanteria, scusa per gli errori ma vedo che sono in tanti a farli ma per fortuna non tutti sono pignoli come te, sembri un prete o forse lo sei davvero o sicuramente sei uno di quei cristiani perfetti sempre pronti a criticare gli altri. ti classifichi da solo quando dici che il vino della tua zona è migliore dimostrando di essere molto limitato, non riconoscendo che ci possoo essere vini migliori, comportameto tipico dei credenti, non esiste altro dio oltre al mio, quando dicevo quante coppie resteranno incinta, intendevo dire che se anche naturalmente è la donna a restare incinta il problema è della coppia, ma questo tu da bravo cattolico non puoi capirlo, sei subito pronto a dare la colpa solo alla donna, è lei che ha sbagliato, ma naturalmente per fortuna si può abortire, l’importante è che non si sappia in giro, io lavoro in un ospedale dove si pratica l’aborto, non immagini quante brave ragazze vengono ad abortire preoccupate non per il feto, ma solo che non si sappia in giro perchè, frequentano la chiesa, l’oratorio, se i loro genitori o amici venissero a saperlo sarebbe uno scandalo, vieni giu dal pulpito guarda meno la punteggiatura e rifletti sulle cose importanti ciao

Marco Tullio

Nel caso dei tuoi scritti “guardare la punteggiatura” è materialmente impossibile.

Francesco

Papa (ufficiale): Para mì, quando pienso alla filosofia, più che a los Topolinos me vengono in miente le Pippes.
Segretario: Sua Santita, ma insomma……

Francesco

Papa (ufficiale): No, no, quando pienso a Pippos non pienso alla Pippas, pienso alle Pippes quando siento parlar de filosofia, porque non ci ho mai entendito una mazzas….
Segretario: La vuole finire!!!

Ermete

Io preferisco i Paperi, ma non Paperino e basta, tutto l’universo immaginario dei Paperi.
Zio Paperone che fa il bagno nelle monete (la numero 1), Gastone il fortunello, Nonna Papera e la sua fattoria, Pippo il semplicione, filosofie pragmatico-laiche a parte, credo che siano dei personaggi esplosivi, e che dietro ci sia una delicata e intelligente ironia sociale.
L’universo ordinato di Topolinia, in cui Topolino è sostanzialmente il detective astuto che tiene l’ordine, non mi piace.
A quel punto gli preferisco i Bassotti, almeno stanno dalla parte dei ‘cattivi’…ma forse sotto sotto erano più simpatici anche al vecchio Disney.

bruno gualerzi

@ Stefano Marullo
Leggendo i vari commenti mi rendo conto che il ‘mio’ Topolino, quello che mi si proponeva tanti anni fa, forse – anzi sicuramente – non è quello al quale qui più o meno tutti (e immagino gli autori del libro citato) fanno riferimento. Del resto sicuramente diverso è – rispetto ai miei tempi – il modo di accostarsi ai fumetti in genere… per cui mi scuso con te per certe annotazioni critiche fuori luogo.
Tra l’altro, in tema di fumetto dissacrante, ho presente un cartone animato come i Simpson senza considerare che questo prodotto è indirizzato a tutti fuorché ai bambini, come invece ho sempre considerato Topolino, che ai miei tempi era il fumetto per antonomasia. Così… ‘americano’!
Come, nonostante tutto, mi sembra pur sempre tale (molto americano nel senso di molto ideologico) anche il Topolino ‘filosofo’ qui tratteggiato. Ma questo potrebbe essere a mia volta – come dicevo – ideologico…

stefano marullo

Le tue annotazioni critiche non sono mai fuori luoghi ma sempre ben motivate. Né dobbiamo temere l’iconoclastia; anche di Topolino non bisogna fare un totem.
Dai commenti emerge piuttosto una “filosofia” (o la necessità di una filosofia) di Paperino, cioè dei perdenti. L’autoironia è un vero balsamo della vita per tutti (titani e sfigati). C’è una trasmissione a RadioDue (610) che da anni riesce proprio a fare una parodia del perdente in modo brillante e con geniale umorismo. Sono un fan sfegatato di Lillo & Greg, funzionano molto meglio dell’omeopatia…

Federix

@ stefano marullo
Anche il rag. Fantozzi avrebbe quel ruolo, più o meno… Solo che Fantozzi è non un ritratto dello “sfigato” con cui identificarsi, ma è di più e di peggio: è addirittura la caricatura dello “sfigato”, in modo che lo “sfigato spettatore reale” rida di lui e dica a sè stesso “Beh, io non sono proprio come lui, sono molto meglio!”.
O no? 😯

Ermete

La questione-Fantozzi è anche più elaborata, e se si sentono le interviste di Villaggio dei tempi, ce lo spiega bene.
Villaggio sosteneva che il vero proletario moderno, perchè vittima della maggiore alienazione e frustrazione, in quanto mescolata al servilismo dei rapporti umani, non era più l’operaio ma l’impiegato, e di qui la rappresentazione grottesca e tragicomica degli aspetti alienanti del vivere.

Bee

Vero, ma credo incarni anche l’italiano medio costretto a subire angherie ed ingiustizie ma che, nonostante tutto, riesce ad alzarsi al mattino, rimboccarsi le maniche e sopportare le pressioni di una società che sembra fare di tutto per annullare la sua identità, così che il servilismo, pur portato a livelli estremi, non si traduce necessariamente nella sua trasformazione in un puro strumento da catena di montaggio. Questo è particolarmente evidente alla fine del terzo episodio.

« …Io, Pina, ho una caratteristica: loro non lo sanno, ma io sono indistruttibile, e sai perché? Perché sono il più grande “perditore” di tutti i tempi. Ho perso sempre tutto: due guerre mondiali, un impero coloniale, otto – dico otto! – campionati mondiali di calcio consecutivi, capacità d’acquisto della lira, fiducia in chi mi governa… e la testa, per un mostro e per una donna come te. »

Giorgio Pozzo

In effetti, anche a me sembra esagerato affibbiare ad un personaggio dei fumetti un ruolo filosofico, o anche ideologico.

Topolino, come tutti i personaggi che animano le storie disneyane, e non solo, risente fortemente dell’impostazione fornita dallo sceneggiatore e/o disegnatore del momento. Il Topolino di oggi è un personaggio dalle caratteristiche completamente differenti da quelle del Topolino che leggevo io, il quale a sua volta aveva altre caratteristiche rispetto al suo “alter ego” degli anni 30.

Esistono molti diversi Topolini.

Per esempio, riguardo al fatto di essere difensore vincente del razionalismo, avrei qualche serio dubbio. Almeno per quanto riguarda il “Topolino” che conosco io. In una frazione di secondo, ancora più velocemente di quanto io riesca a scrivere, mi vengono in mente addirittura tre esempi, tutti relativi a storie, o saghe, che ritengo tra le migliori in assoluto. Parlo delle storie che hanno visto nascere i personaggi di Eta Beta, Atomino Bip Bip, e del fantasma di Barbanera. Bene, chi eventualmente abbia letto queste storie, e conosca i tre (fantastici) personaggi “spalla”, saprà che il razionalismo del nostro Topo è stato non solo messo a dura prova, ma addirittura ha dovuto soccombere! Ammirevole e coerente fino a metà della storia, da un certo punto in poi (e qui sta tutta la potentissima comicità della cosa) il razionalismo di Topolino si è dovuto sottomettere e piegare, rispettivamente, alle dimensioni planetarie delle tasche di Eta Beta (e agli starnuti del suo gangarone Flip), ai mesoni di Atomino che trasformano la neve in zucchero filato, e agli sfortunati poteri da spettro fallito (con tanto di naso rotto nel tentativo di passare attraverso i muri) del fantasma di Barbanera.

Certo, quello che, per quanto ne so io, manca totalmente nelle storie di Topolino è la componente soprannaturale (per fortuna), ma le risate sono garantite proprio dallo scontro –perdente, attenzione- del suo razionalismo con la fantasmagorica comicità di una certa componente paranormale che si mescola al quotidiano.

Neanche Topolino riesce a vincere sempre.

cartman666

Io ho sempre detestato Topolino, adoravo Paperone (sarò povero, ma sono taccagno come lui)
in quanto Topolino per me era l’effige dei moralisti e benpensanti, sempre pronto a farti il fervorino moralista.
Infatti ai tempi notavo che Paperino e Paperone avevano molto piu’ successo.
Se guardate South Park, il personaggio di Topolino, capo della disney, viene rappresentato come un nazistoide violentissimo e sclarato.

DucaLamberti74

Se permettete io farei affrontare a Topolino due pericoloso avversari:

– Piuccio (padre pio fumettato)
– Lolek (papa giovanni paolo II fumettato)

NON ci credete…leggete qui:

Padre Pio e Giovanni Paolo II diventano fumetti
fonte: http://www.sangiovannirotondonet.it/?p=1725

DucaLamberti74

P.S.: A quando un vero fumetto della CCAR dal titolo:

– Padre pio e Karol Wojtila contro i preti pedofili

DucaLamberti74

TexWiller rappresenta il modo in cui la sinistra (dai centri sociali fino anche alle fasce più a sinistra…ma ormai…saranno a sinistra ? 🙂 … del piddì)

DEVE affrontare la società multiculturale.

Ecco signori comunistoidi, leggetevi qualche episodio di Tex Willer io ricordo una battuta.

Tex Willer entra con i suoi pard in un bar di mormoni:

Subito il barista … sorpreso dice…ehi ma voi…voi siete dei gentili..

E Tex risponde…
certo che siamo gentili, noi lo siamo sempre con chi è gentile con noi.

DucaLamberti74

P.S.: E poi ci sono sempre alcuni ancora a dire nel 2010 che Tex Willer è di destra..mavaff… 🙂 🙂 🙂

Ermete

Io sono trent’anni che non lo sento più dire.
Non è che è un parto della tua fantasia come le case del popolo con Marx ed Engels nell’altro thread?

DucaLamberti74

@Ermete:

Che dire … può essere che nel mio cervello ci siano particelle tachioniche … ed avolte vedo cose di un altro tempo 🙂

Ma penso che un Tex Willer, con il suo atteggiamento da NON guardare in faccia a nessuno sulla sua razza e colore della pelle, sia per difenderlo da un torto subito sia che per punirlo…alla Tex Willer…sarebbe sgradito ai comunistoidi.

Cosa pensi che direbbe un Tex Willer di fronte a:
– mutilazioni genitali.
– vitelli sgozzati in mezzo alla strada.
– matrimoni combinati.
– donne prese a botte (senza lasciar segni come dicono alcuni imam barbuti e barbitti).

Beh penso si incaz@@@@bbe ….
tutt’altra pasta ed altro atteggiamento invece da parte dei comunistoidi.

DucaLamberti74

Ermete

Ma a me tu pari un po’ fuori di cotenna.
Innanzitutto, a parte alcuni casi, non mi pare che in Italia si dia il problema inglese o francese di flirt tra la sinistra politica e l’islam radicale. Io almeno questa saldatura la vedo poco.
Poi fissarsi anche su Tex quando ti sei inventato -come le case del popolo come Marx- che qualcuno a sinistra lo bolla per fascista e alla mia domanda mi tiri fuori i musulmani e la poligamia nel rapporto con Tex?
A me, detta di cuore, pare più materia da psicoanalisi che da dibattito sociale sul fumetto.

Ermete

Io invece sui mormoni ricordo un passaggio fantastico del film Lo chiamavano Trinità con Bud Spencer e Terence Hill.
Quando li vedono arrivare, i mormoni esclamano: ‘Benvenuti fratelli!’
E Bimbo (Bud Spencer) chiede a Trinità (Terence Hill) : ‘Ma glielo hai detto tu che siamo fratelli?’
E, quando alla fine, Trinità decide di cambiar vita sposando la mormona ed entrando nella comunità, al sentire i doveri di fatica e di vita matrimoniale di un buon mormone…scappa sull’altare!
Grande!

Sui Bonelli…a me piace Tex, ma è sempre piaciuto un sacco Zagor, non fosse altro che per il contorno eccezionale di personaggi minori spesso simpaticissimi o assai caratteristici. Non sarà un fumetto di stile 100% razionalista in temi e personaggi, per carità…ma, alla fin fine giacchè si parla di opere di fantasia, poi così importante che il protagonista di un fumetto sia un razionalista?!

Bee

“Bambino” 😉

Senza dimenticare…

Tobia: È il Signore che vi manda da noi.
Bambino: No, passavamo di qui per caso.

… oltre alla mangiata a base di fagioli, pagnotta e bicchierone (misteriosamente senza fondo) di vino che è un classico.

Ermete

Grazie del refresh di memoria, Bee! 😉
Ti rispondo anche su Fantozzi, nel senso che hai ragione: dato di eroismo nella sfiga e dato sociale sono forse il connubio che ha reso i primi quei capolavori che sono.

Commenti chiusi.