La legge 186/2003 sta per compiere dieci anni. In pochi la conoscono. Eppure è assai importante e paragdimatica di quanto il supremo principio costituzionale di laicità sia stato vilipeso negli ultimi tempi. Con quella legge, gli insegnanti di religione sono entrati in ruolo. Scelti dai vescovi, ma pagati dallo Stato. Cioè da tutti voi. Bene, nei prossimi tempi potreste pagare ancora di più.
Questa norma prevede che gli insegnanti di religione cattolica siano parificati di fatto, per il trattamento economico, agli altri docenti. Per gli insegnanti di Irc è prevista una dotazione organica pari al “70% dei posti d’insegnamento complessivamente funzionanti”. L’accesso a ruolo avviene dopo il superamento di un concorso, cui si può partecipare se si ha il riconoscimento di idoneità “rilasciato dall’ordinario diocesano competente per il territorio”. La lista degli insegnanti di Irc che passano il concorso viene vagliata dalla diocesi e tra i motivi di risoluzione del rapporto lavorativo c’è anche la revoca dell’idoneità rilasciata dal vescovo; la loro mobilità è sempre subordinata all’idoneità concessa dalla Chiesa e se viene tolta – quando sono ormai in organico a tempo indeterminato – si prevede che siano ricollocati con altra funzione. Per il primo concorso rivolto agli insegnanti di religione sono stati stanziati nel 2003 ben 261mila euro e per attuare la legge si parla di altri 7,4 milioni di euro nel 2003 e 19,2 milioni di euro nel 2004.
Nell’inchiesta sui costi della Chiesa abbiamo quantificato a 1 miliardo e 250 milioni euro circa l’anno la spesa per gli insegnanti di religione per lo Stato, comprese anche le convenzioni sottoscritte da amministrazioni comunali per le scuole dell’infanzia. Soprattutto in questo periodo di tagli e considerando che cala la frequenza all’ora di Irc, gli insegnanti di religione risultano privilegiati rispetto ai loro colleghi. Hanno retribuzioni mediamente più alte e canali preferenziali per entrare a ruolo, specie per l’interessamento dell’ex ministro Maria Stella Gelmini.
Ma a loro giudizio non basta ancora. Tant’è che il sindacato di riferimento, lo Snadir, ha presentato varie richieste al nuovo governo. Gli insegnanti di religione si stanno mobilitando e vogliono, tra le altre cose: più risorse, un nuovo concorso riservato e la possibilità di esprimere una valutazione agli studenti come per le altre discipline scolastiche. Queste richieste saranno accolte? Ricordiamo che al ministero dell’istruzione ora siede una ex docente del Campus Biomedico dell’Opus Dei, Maria Chiara Carrozza, che recentemente per il referendum di Bologna si è anche espressa contro il taglio dei finanziamenti pubblici a favore delle scuole private. E come sottosegretario all’Istruzione ora c’è pure il clericale Gabriele Toccafondi.
La lezione che si può trarre, ma che dovrebbero trarre soprattutto i nostri politici, è che i clericali sono come Pantagruel: la loro fame è senza limiti. E ad avere fame sono in tanti: c’è tutto un sottobosco di decine di migliaia di organismi che campa grazie a loro, e che in attesa di rendere merito a Dio rende merito alle gerarchie ecclesiastiche che assicurano loro il pane quotidiano, e non solo quello. Avere insegnanti scelti da pochi ma pagati da tutti per insegnare l’ideologia di quei pochi è un’assurdità logica, in un paese che si pretende laico, democratico e plurale. Tutto ciò che ne deriva a cascata non può certo essere migliore.
La redazione
la colpa non è delle istituzioni (religiose o laiche che siano), la colpa è della società che crede nelle istituzioni, perché da esse la società ha ricevuto il catechismo della perpetuazione del sistema, e non sa pensarsi al di fuori di queste logiche autoritarie. Inutile indignarsi per gli effetti (perché anche la legge è un effetto che produce altri effetti), bisogna sradicare i mali alla radice, che è il sistema (stato-chiesa). Curare gli effetti non ha mai eliminato la causa.
Dunque, vediamo. Ipotizzando, una spesa media di 1000 euro a pezzo (spesa esagerata viste le quantità in gioco), con 1 miliardo e 250 milioni ci si possono comprare 1milione e 250mila pc per le scuole. Considerando un numero di studenti di circa 7 milioni e mezzo (dovrebbero essere questi tra scuole elementari e superiori) abbiamo 1 pc ogni 6 studenti. Praticamente più di uno a testa considerando che mica fanno tutti contemporaneamente l’ora di informatica. Niente male vero? E pensate che per i pc sarebbe una spesa una tantum (con il massimo del pessimismo diciamo da ripetere in media ogni 5 anni) mentre gli insegnanti di religione li paghiamo ogni anno! Negli altri 4 anni (tra un ipotetico rinnovo pc e l’altro) che ci si fa? Allora:
– Laboratori specifici per ogni scuola superiore (scienze allo scientifico, audio-visivi al linguistico ecc);
– Aumentare di qualche euro gli stipendi dei professori (e facciamo anche girare un po’ l’economia);
– Convenzioni con i musei che in Italia latitano (le convenzioni non i musei);
– Mettiamo mano all’edilizia scolastica (e anche qui facciamo girare l’economia):
– Finanziamo i viaggi d’istruzione così anche chi ha difficoltà se li può permettere;
Chi continua? Ma soprattutto: ma quanti danni fa la CCAR in Italia? Meditate gente, meditate!
1) Prima opinione: l’embrione, specie se a poca distanza dal concepimento, è un grumo di cellule, per cui lo si può eliminare senza farsi troppi problemi.
2 ) Seconda opinione: l’embrione ha già dignità di persona ( potrebbe venirne fuori anche un grand’uomo. artista o scienziato o qualcos’altro di grande e nobile ) per cui eliminarlo è un omicidio o un sacrilegio o tutt’e due le cose insieme.
Chi ha ragione? Non è possibile dare una risposta interamente scientifica, perché si tratta di una “opzione di valore”.
Conclusione: assumere come ostetrici solo medici non obiettori, oppure obbligare tutti a praticare l’aborto come parte inderogabile dei doveri professionali significa affermare che nello stato c’è una “ideologia prevalente” che gode della piena legittimità; le altre, pur non escluse, sono da considerare minoritarie e come tali solo “tollerate”. Idem per un certo modo di considerare l'”omofobia” ( se è un reato far conoscere in una sede pubblica le opinioni di San Paolo sul comportamento omosessuale; lo si può fare solo in privato ). Con ciò appare chiaro che lo stato laico non può essere uno stato interamente neutrale; anche il laicismo è in larga misura una ideologia di parte, pur se condivisa dalla maggior parte.
Parlare di “dittatura del relativismo” per il momento è troppo; diciamo che ci si avvia a una “egemonia legalizzata” del laicismo, che non distrugge, ma intacca l’idea della assoluta libertà di pensiero; insomma in qualche misura uno “stato etico” analogamente a quelli imperniati su una religione. Il “politicamente corretto” del radicalismo come etica pubblica.
Delle due l’una:
– Dalla difficoltà a rispondere al commento giusto sei passato a quella a rispondere all’ultimissima giusta. In tal caso siamo davanti ad una chiara degenerazione quindi per il tuo bene comincerei a contattare un neurologo;
– Lo fai apposta per buttarla in caciara visto che l’ultimissima potrebbe tirare fuori argomenti “scomodi”
Il neurologo, lo psicologo e lo psichiatra, per questo signore, sono inutili. Ci sarebbe invero un altra soluzione ma su questo sito come su altri che sono civili, non si può dire.
In effetti anche io condivido questa scelta, anche se la soluzione da me pensata, sarebbe pietosa ed insostituibile.
Florenskji
Premesso che uno può avere tutte le opinioni che vuole, e ci mancherebbe, una persona acquisisce i diritti umani alla nascita. Fine della storia.
E’ come se lei dicesse:
1) Prima opinione: prendere qualcosa appartenente ad un’altra persona senza il suo permesso è eticamente giusto
2) Seconda opinione: prendere qualcosa appartenente ad un’altra persona senza il suo permesso è eticamente sbagliato.
Appropriarsi di una cosa altrui senza permesso si chiama rubare. E’ un reato. Fine della storia.
A parte che un embrione abortito può diventare anche Hitler o Stalin.
@ Florenskij
1) Prima opinione: fare il soldato è eticamente corretto.
2) Seconda opinione: fare il soldato non è corretto.
Chi ha ragione? Non è possibile dare una risposta interamente scientifica, perché si tratta di una “opzione di valore”.
Conclusione: assumere come soldati solo militari non obiettori, oppure obbligare tutti a fare il militare significa affermare che nello stato c’è una “ideologia prevalente” che gode della piena legittimità; le altre, pur non escluse, sono da considerare minoritarie e come tali solo “tollerate”.
questa argomentazione suona meglio se invece di “fare il militare” usi “usare armi” o “uccidere sconosciuti perchè te lo ordina un superiore” o “contribuire all’invasione di un altro paese perchè il tuo ha dichiarato guerra ad esso”.
che chi non vuole fare il militare non possa fare il militare è ovvio. che a chi semplicmenete non vuole sparare ad altri venga negata questa possibilità di carriera, quando ai ginecologi non viene negatra la possibilità di scegliersi quali aspetti del proprio lavoro fare e quali no, un po’ meno.
@ Florenskij
1) Prima opinione: il sacerdozio femminile è concepibile.
2) Seconda opinione: il sacerdozio femminile non è concepibile.
Chi ha ragione? Non è possibile dare una risposta interamente scientifica, perché si tratta di una “opzione di valore”.
Conclusione: ordinare come sacerdoti solo uomini significa affermare che nella Chiesa c’è una “ideologia prevalente” che gode della piena legittimità; le altre, pur non escluse, sono da considerare minoritarie e come tali solo “tollerate”.
Dai Stefano, almeno quando sbaglia ultimissima evitiamo di alimentare la sua mania di protagonismo. Se non altro per evitare di intasare la discussione.
@ faber
Questo non sbaglia ultimissima, sbaglia mondo….
@ Florenskij
Se la chiesa ha un’ideologia “prevalente” in merito al sacerdozio femminile, se il ministro per le pari opportunità dovesse far notare che c’è qualche problemino sulla base del principio di uguale accesso ad una posizione la Chiesa probabilmente gracchierebbe come un corvo spennato lamentando l’intervento a gamba tesa in un campo che non compete allo Stato. O no, Florenski?
E allora, se una legge dello stato prevede che a certe condizioni si possa abortire il servizio deve essere prestato, quindi ogni ospedale deve avere qualcuno che lo faccia.
Anche se la Chiesa, pure in questo caso, gracchia come un corvo spennato.
O lei pensa sia possibile una forza armata composta da obiettori di coscienza?
1) Prima opinione: l’embrione, specie se a poca distanza dal concepimento, è un grumo di cellule, per cui lo si può eliminare senza farsi troppi problemi.
2 ) Seconda opinione: l’embrione ha già dignità di persona ( potrebbe venirne fuori anche un grand’uomo. artista o scienziato o qualcos’altro di grande e nobile [un dittatore, un serial killer o qualcos’altro di meschino ed ignobile] ) per cui eliminarlo è un omicidio o un sacrilegio o tutt’e due le cose insieme.
Chi ha ragione? Non è possibile dare una risposta interamente scientifica, perché si tratta di una “opzione di valore”.
Conclusione : ad ogni donna che condivida la prima opinione dev’essere garantita la libertà di interrompere una gravidanza non voluta mentre a nessuna donna che condivida la seconda opinione potrà mai essere imposto farlo.
Si chiama LIBERTA’.
Se non se ne fosse accorto, esimio professore, è della libertà della DONNA che si tratta.
Il ginecologo che impedisce l’aborto non rivendica la propria libertà, nega la libertà altrui!
@ Ferrer
Ben detto!!!!
Da applausi….
Che diamine….
@ Ferrer. L’embrione ha in sé l’eredità genetica ricevuta non solo della madre, ma anche del padre. Poniamo che il marito o il compagno di una donna che ha concepito con lui voglia che il figlio viva, mentre lei vuole abortire ( per motivi suoi: magari perché dopo un burrascoso litigio ha deciso di troncare la relazione ). E’ così forsennata l’idea che il “padre” abbia qualche diritto, dunque un a qualche voce in capitolo sulla scelta?
L’embrione è proprio SOLO della donna, che lo può eliminare così come ci si taglia un’unghia, fa SOLO parte del suo corpo? Lei parla di libertà individuale. Certo, è un valore, ma c’è anche un complesso di valori che rientra nell’ambito del “sacro”: un’stanza di fatto riconosciuta anche dai laicisti ( in ambiti diversi rispetto ai credenti in qualche religione ). Per questo a proposito di aborto ho distinto il concetto di sacrilegio da quello di omicidio, pur senza separarli del tutto.
Un piccolo esempio ( ahimè assai sgradevole ) di un sacrilegio che un ateo non ammetterebbe. Se lei vede qualcuno sputare su una lapide che ricorda un gruppo di caduti per una nobile causa ( che so io, dei partigiani ) o sul monumento di Giordano Bruno a Roma, Campo Dei Fiori, lei lascerebbe fare perché tanto si tratta di un pezzo di marmo nel primo caso, di bronzo nel secondo? E a sputare sulla foto di una persona che male si fa? Solo materia: cartoncino e inchiostro? Oppure c’è un qualche “valore” che va oltre il “grumo di cellulosa”?
@ Florenskij
“Poniamo che il marito o il compagno di una donna che ha concepito con lui voglia che il figlio viva, mentre lei vuole abortire ( per motivi suoi: magari perché dopo un burrascoso litigio ha deciso di troncare la relazione ). E’ così forsennata l’idea che il “padre” abbia qualche diritto, dunque un a qualche voce in capitolo sulla scelta?”
Facciamo 51 a 49 visto che partorisce la donna?
PS Come ha già fatto notare faber questo è il thread sull’ora di religione, non quello sulla laicità.
@Florenskij
I nove mesi di gravidanza e il parto sono tutti della donna.
Quanto al sacrilegio, te lo potevi risparmiare, non c’è nulla di sacro. Certo che sei ammorbante con questa storia.
Il paragone in chiusura è uno dei più stupidi che io abbia mai letto.
@ Flo
“L’embrione è proprio SOLO della donna, fa SOLO parte del suo corpo?”
Sì, visto che l’utero mi risulta sia della donna.
Quanto allo sputo su lapidi, monumenti o foto: se si tratta di un monumento pubblico è un atto di vandalismo meritevole di un’ammenda ma più che di “sacrilegio” parlerei semplicemente di “ignoranza” e “maleducazione”, se invece uno fotografa il monumento a Giordano Bruno (o ai partigiani, ecc…) la stampa e ci sputa sopra è liberissimo di farlo, al limite gli consiglierei di trovarsi un bravo psichiatra…
“E’ così forsennata l’idea che il “padre” abbia qualche diritto, dunque un a qualche voce in capitolo sulla scelta?”
Sì, e chi non capisce non basta una sbor***a per poter disporre del corpo di un altro essere umano, vivo, vegeto e vigile, è semplicemente un demente o un fascista. Stringato proprio.
3) Terza opinione: la dignità di una donna, come persona, è infinitamente superiore alla dignità di un embrione, che persona non è.
Ma che ho fatto di male per incocciare di continuo le fumose esternazioni del povero Flo? Io non
bestemmio mai perche trovo incoerente prendersela con entità inesistenti, ma Flo esiste e non
ha nessun riguardo per i miei e gli altrui zebedei e li mortacci sua sono pure esistiti, colpevoli
di aver generato un essere così inconsistente, eppure così tronfio e così molesto.
Quo usque tandem abutere, Flagellina, patientia nostra?
“un essere così inconsistente”
Lui non se ne rende conto, non se ne rende conto…
La CCAR e i suoi insegnanti è al servizio del potere, dalla sua fondazione, ossia dal I concilio di Nicea indetto da Costantino, al fine di mantenere unito l’Impero romano in disgregazione; la CCAR è al servizio di qualsiasi potere costituito: stato, principato, regno, impero, repubblica, eccetera.
Quindi lo stato italiano, prendendo esempio dai paesi più sviluppati e civili, dovrebbe modificare la sua carta costituzionale per impedire alla CCAR di continuare a fare il bello e cattivo tempo, indottrinando i sudditi per il potere costituito a sua discrezione.
Alcuni stati e paesi più sviluppati ce l’hanno fatta, l’Italia ancora no.
Se invece ci fosse come materia alternativa “storia delle religioni” sarebbe molto meglio e persino utile, infatti anche per criticare qualcosa bisogna prima conoscerla.
Concordo ma fatta da uno storico imparziale e non da un prete.
Certo, altrimenti sarebbe come mettere un astrologo a insegnare astronomia.
La storia delle religioni è di per sé una critica alla religione. Mostrare il fondamento storico di una dottrina religiosa e raccontarne l’evoluzione ne demolisce ipso facto il presunto carattere universale, eterno e trascendentale e la connatura all’uomo ed alle sue “basse” vicende. Non a caso uno dei punti più critici di tutte le religioni è spiegare come fosse possibile l’azione salvifica del rispettivo dio prima della sua comparsa storica. Non a caso la Bibbia comincia con la favola di Adamo ed Eva e non a caso Gesù fu fatto scendere negl’inferi per redimere i suoi predecessori.
Ma dirò di più. Un effetto ancor più dirompente di un corso di storia delle religioni l’avrebbe la lettura diretta e non mediata del testo (nel nostro caso della Bibbia). La forza del cristianesimo nei paesi occidentali risiede nel fatto che il 99% dei cristiani d’occidente non ha mai letto integralmente la Bibbia. La chiave della sconfitta della superstizione religiosa sta là dove nessuno la cercherebbe mai: nel suo fondamento testuale.
Assurdo, brutale, gretto e semplicemente irricevibile dalla cultura e dalla sensibilità del ventunesimo secolo.
Giustissimo ciò che dici a proposito dell’effetto devastante del calare la religione nel proprio contesto storico. Aggiungo che il fatto stesso di trattare la storia “delle religioni”, al plurale, demolisce il fondamento principale di tutte le credenze “rivelate”: la LORO verità assoluta.
Da piccolo io, come tutti i bambini del paese, frequentavo la chiesa, la messa domenicale, il catechismo, e servivo pure messa. Ovviamente non si può dire che “credessi” vista l’età (parliamo di scuole medie), semmai era un modo per stare con gli altri. Mi scoprii ateo fondamentalmente in seguito a due riflessioni spontanee, senza che avessi mai letto nulla a riguardo:
– Ai tempi delle scuole elementari avevo la passione per i dinosauri. Conoscevo a memoria la tassonomia, le specie, la classificazione temporale ecc. Più di una volta feci ai miei la stessa domanda: “Perchè Gesù ha fatto estinguere i dinosauri?”. Nello spontaneo manicheismo preadolescenziale, per me Gesù e i dinosauri erano dalla stessa parte, erano i “buoni”. Questo piccolo aneddoto spiega senza troppi giri di parole perchè le religioni detestano l’evoluzionismo.
– Qualche anno dopo, parliamo dei primi anni delle scuole medie, cominciai a conoscere le altre culture. Mi appassionai alla mitologia classica, non mi perdevo una sola trasmissione televisiva (Quark e affini) che parlasse delle usanze e delle credenze dei vari popoli. Fu allora che cominciai a chiedermi che “progetti” avesse dio per queste “sfortunate” persone che vivevano fuori (non in senso metaforico ma proprio geografico 🙂 ) dalla sua grazia. Pensai che era veramente ingiusto che, per esempio, un arabo dovesse andare all’inferno solo perchè era nato lì.
Ovviamente maturando e scrollandomi di dosso il condizionamento infantile, fu abbastanza semplice dare a queste domande (e a molte altre) la risposta più palese: “Non c’è nessun dio”!
@faber
Eheh. La prima volta che provai orrore per la dottrina cattolica fu alle elementari, quando il prete disse che gli animali non vanno in paradiso. Pensai: ma che schifo di posto è il paradiso se non ci sono gli animali?
La riflessione che fate è interessante, diciamo che mi riferivo più che altro alle vicende storiche legate alle religioni (ad esempio le crociate contro i catari), anche se effettivamente queste vicende si studiano già nella storia.
Piuttosto che storia delle religioni bisognerebbe casomai insegnare storia della scienza.
Comunque, poichè sia storia delle religioni che storia della scienza dovrebbero essere già inserite in storia della filosofia, essendo la filosofia madre delle due, allora l’ora alternativa dovrebbe essere qualcosa di completamente differente, tipo educazione civica (piuttosto carente negli italiani, a partire dall’educazione anche non civica).
Concordo. Più che altro, se proprio non se ne può fare a meno, l’ora alternativa dovrebbe essere quella di storia delle religioni.
Che dire di una materia alternativa sotto l’illuminante etichetta di “etologia delle storia”? Considerando che anche la religione è storia, anche la religione sarebbe inclusa. Invece, a differenza della storia, l’etologia è una scienza e permetterebbe di osservare sia la storia (che è spesso essa stessa trattata come una religione, ovvero insegnata, appresa e vissuta in modo acritico, fideistico) sia la religione con forma di sano distacco. Osservare le cose da fuori è sempre più efficace, in termini critici, che non osservarle dall’interno — dall’interno si è troppo in genere coinvolti per poter essere oggettivi.
,,,e, soprattutto, di certe cose non è costruttivo parlare ai bambini, perché parlare ai bambini di materie che coinvolgano un’opinione, quali che siano quelle materie, costituisce sempre un pesante rischio di indottrinamento (non necessariamente religioso). Si attenda l’adolescenza, ovvero la scuola secondaria di II grado, quando comincia a svilupparsi un senso critico degno di questo nome.
Fuori dalle palle l’ora di religione e che si lasci spazio a materie più importanti, come la scienza, l’informativa e le lingue straniere. Chi non è d’accordo che se ne vada a fare in culo in un altro paese!
Credevo che la metafora dei cavoli a merenda fosse superata, invece viene servita ancora oggi! Complimenti per la stringente attualità.
Questa legge è la cosa più vergognosa che c’è nel Paese. E invece di sprecare le nostre fiacche energie per discettare su ore alternative (ridicole e spendaccione) così come piace alla Cei e qualche altro ingenuo egoista familista, o a vedere come può essere sostituita (l’ora facoltativa) impegniamoci ad espungerla dagli edifici scolastici dove stonam se possibile, ancora di più del crocefisso appeso al muro.
Anche perché ormai in Italia ci sono parecchi credenti di altre religioni. O la religione va fuori dalla scuola, o devono entrare tutte… Quanti altri insegnanti si troverà a dover pagare lo stato? E scelti da chi?
Questa è esattamente la via che ha scelto la cattolica Austria da una quarantina di anni, da quando è stato tolto il monopolio alla religione cattolica e ormai sono parecchie le differenti ore di religione riconosciute: ormai solo circa la metà degli studenti sceglie l’ora di religione cattolica.
Ma l’Austria è una delle nazioni più ricche d’Europa.
cosa serve insegnare religione? serve agli studenti per ripassare.. ma allora perchè gli insegnanti vogliono di più? si sentono discriminati? Non c’è veramente differenza tra insegnare matematica e pretendere che delle persone credano agli asini volanti?
effettivamente, la prof di religione che avevo alle superiori non guadagnava neanche quel che serviva per fare una ceretta ai baffi…
mi è sempre spiaciuto tanto per lei, tre euro glieli avrei dati volentieri, se non fosse stata una vomitevole omofoba. probabilmente invidiosa della felicità altrui.