Uno dei cavalli di battaglia degli integralisti, nei confronti dei non credenti che rivendicano la loro condizione, è che prima o poi anche loro crederanno. Magari, come nella peggiore apologetica anti-illuminista, si pentiranno proprio in punto di morte. In realtà alcune ricerche confermano che non è proprio così.
Tra le ultime, consideriamo quella diretta dallo psicologo Kenneth Vail III dell’Università del Missouri, pubblicata sul Personality and Social Psychology Bulletin. A 26 cristiani, 28 atei, 40 islamici e 28 agnostici, tutti studenti di college (tranne i musulmani) è stato chiesto di scrivere un testo su come si sentirebbero e cosa penserebbero se stessero per morire. Poi, di compilare dei questionari riguardanti anche il loro rapporto con figure religiose come Dio, Gesù, Buddha o Allah.
Da questa ricerca è emerso che in certe situazioni pensando alla morte i credenti tendono ad irrigidirsi sulle proprie credenze personali, rigettando le altre. Mentre per gli atei non si registrano “conversioni”. Per gli agnostici invece c’è la tendenza a credere di più in una qualche figura divina, ma in maniera indifferente: che sia Allah, Buddha o il Dio cristiano, è uguale. Interessante notare, a smentire stereotipi tuttora molto diffusi, come i non credenti possano gestire certe situazioni dolorose e angoscianti anche senza ricorrere alla ‘stampella’ della religione, certamente utile per chi ci crede.
Papa: Si sono dimenticaten gli ebrei.
Segretario: Secondo lei a cosa pensano gli ebrei quando pensano alla morte.
Papa: Ai campi di concentramento.
Segretario: Sua Santita’!
E se pensassero con odio ai palestinesi ancora vivi?
Io mi riferivo piu’ a cosa pensi il papa degli ebrei che a cosa pensino veramente gli ebrei. 😆
« Esigere l’immortalità dell’individuo, significa voler perpetuare un errore all’infinito » (Arthur Schopenhauer)
E, dal mio piccolo, significa anche essere fuori di testa….
Non mi pentirei di essere ateo manco morto!!! 😉
Chissà perché i credenti ai funerali dei loro cari sono così tristi, non dovrebbero gioire per l’ascesa al cielo dell’anima dei loro caro defunto? E invece piangono e si rattristano come se la morte fosse la fine di ogni cosa. Forse basta questo a capire come la religione non sia il migliore strumento per prepararsi ad affrontare l’ineluttabile, piuttosto trattandosi di una favola in cui è comodo trovare rifugio (anziché una plausibile spiegazione) impedisce al credente di affrontare la realtà della morte quando è il momento.
Sono tristi perchè il reverendo magari si è fatto pagare le spese di celebrazione in anticipo, e con le botte che capitano… Scherzi a parte, questo aspetto della morte è caratteristico della nostra coltura. In altre popolazioni lo stato d’animo è diverso: dopo il funerale, per esempio, i conoscenti festeggiano lo scomparso con un abbondante pranzo. Mi racconta la mia convivente che al suo paese due volte all’anno la gente si ritrova in cimitero dove si portano abbondanti e prelibate vettovaglie, che si consumano ai bordi dei sepolcri a ricordo dei trapassati. Altri modi di affrontare questo comune ed eterno problema…
Be, perchè non ricordare i festeggiamenti, con pasti, libagioni, canti e gare di atletica, che erano in uso presso gli antichi Greci perlomeno ai tempi descritti nell’Iliade?
Era un modo per salutare il morto con umano affetto e serenità, dopo i primi momenti di sconforto per la scomparsa 🙂
che io sappia, anche nella tradizione anglosassone i rinfreschi al funerale son cosa normale
@ Kaworu
Non ne so molto: sono rinfreschi vissuti in modo triste o sereno?
Mi pare che i funerali anglosassoni sono talvolta ancor più tristi di quelli cattolici… Ne sai di più?
la mia conoscenza non è diretta, principalmente riferita da conoscenti che hanno a che fare col mondo anglosassone (inclusi USA) o sono anglosassoni.
teoricamente sono “malinconici”, nel senso che si chiaramente son tristi per la perdita, ma sono anche un modo per ricordare le cose belle relative al defunto.
poi non ho mai avuto modo di vedere di persona, comunque.
ma non mi sembra male l’idea di ritrovarsi “alla salute” del caro estinto.
grazie 🙂
@Io ad un anno dalla morte ho offerto un rinfresco. Perchè per chi non crede è importante la memoria di quella persona. Ho anche fatto una generosissima offerta alla onlus per terminali e sapere che c’è un progetto col suo nome mi sembra un bel modo per ricordare.
Però non sarei così banale nei commenti sulla questione La morte di una persona cara è terribile, e poco ne parliamo. Come in genere del dolore che pare si debba vivere da soli.
@tiziana
vero. non vedo perchè non parlare del proprio dolore, dell’affetto per la persona morta… personalmente non ci vedo nulla di male nel rinfresco, anzi. è un modo per ricordare
Effettivamente, uno dei problemi delle relazioni interpersonali, problema che poi ha conseguenze negative anche sul soggetto, è la poca capacità di parlare agli altri, di esprimere sentimenti i quali quindi rimangono come un “groppo in gola”, il quale può portare ad una depressione che rischia di cronicizzare; l’espressione dei propri sentimenti, in questo caso del proprio dolore, può aiutare l’ “elaborazione del lutto” e rendere più serena la vita in seguito.
Dalle parte mie si fa un grande pranzo dopo le funeraglie dove sono invitati amici e parentella stretta e quelli venuti da lontano .
Oggi lo si fa per lo piu in un ristorante di tipo familiale e se il gestore è una persona delicata, chiude il suo stabilimento quel giorno per gli altri clienti …
( Cosi è andato per la mia madre… il mio padre il pranzo ci fu in casa… ) .
In famiglia si mantiene il culto dei morti ( è anche un fatto tipico dalla mia regione.. )
Io e le mie sorelle, le quale sono ateii come me pensano che le persone sono ancora vive finchè esiste una persona che si ricorda di loro e ne parlano…
Caro Gérard,
oltre ad esprimere la mia ammirazione per le vostre usanze, approfitto per raccontare che una delle teorie sulla “genesi delle religioni” si basa sul fatto che gli antichi “sognavano i loro morti” e questo faceva loro pensare che i morti ancora “esistessero da qualche parte e venissero a trovarli” (gli antichi non consideravano i sogni come li consideriamo noi: li consideravano facenti parti della realtà). Ovviamente, non credo che voi abbiate questo rischio.
Dipende dalla Fede, non tutte le religioni credono che dopo la morte il fedele defunto abbia l’ascensione diretta al cielo; questo è parte delle credenze degli islamici e, in ambito cristiano, dei luterani o dei protestanti in genere. Ma la Chiesa Cattolica e quelle ortodosse sono di diverso avviso: il Paradiso è meritato dallo stato di Grazia in cui si versa al momento della morte.
Personalmente quando mi chiedono cosa mi aspetto dopo la morte, da cattolico, rispondo il Giudizio; a differenza di quello che rispondono alcuni: il Paradiso (dimostrando così di ignorare I quattro novissimi).
quella storia dove il tuo cuore viene messo sulla bilancia assieme alla piuma…?
O quella dove devi attraversare un ponte senza corrimano nel bel mezzo di un burrone fiammeggiante?
(n.b.: per chi non fosse tanto nerd da capirla, è una copia sputata del Mazdeismo)
Otto anni fa ho vissuto cancro e chemioterapia, con serenità (talvolta mi chiedo se con incoscienza) e il pensiero di riavvicinarmi a dio non mi ha mai sfiorato.
Adesso sto rivivendo lo stesso percorso per una recidiva e spero mi possa andare bene ancora per anni, pur con la consapevolezza che la guarigione perfetta e definitiva non esiste. Sono grato per quello che la medicina ha saputo e saprà fare;
mi ascrivo il merito, di fronte a sintomi inquietanti, di non aver chiuso gli occhi ed aver fatto tempestivamente i controlli del caso.
In tutto questo a dio, la madonna, padrepio etc. non ascrivo alcuna parte.
Certamente prima o poi morirò, come tutti, e se un prete o un devoto vorranno convincersi e convincere gli altri che hanno visto inequivocabili segni di ravvedimento in me non sarò in grado di contraddirli.
Di fatto il pensiero della morte non mi turbava quando ero più giovane e sano, convinto che fosse comunque un problema per ottantenni e oltre.
Ora so che ragionevolmente può arrivare molto prima, che forse il tramonto è già cominciato, ma ciò non cambia sostanzialmente il mio rapporto con la vita e con gli altri.
mario
@ Mario 47
Hai tutta la mia approvazione.
Detto di passaggio, mi dà un fastidio estremo quando – p. es. ai tg – dicono, di qualcuno che è stato molto male ed è stato salvato dai medici, che “è vivo per miracolo” o “grazie a Dio”, dimenticando – fetentemente – sia che senza i medici la persona in questione sarebbe morta, sia che nessun “Dio” aveva in precedenza impedito che la persona in questione si ammalasse!
E ricordiamoci che dio – a differenza della sanità – gode di vantaggi spropositati:
– nessun problema per la diagnosi tempestiva (onniscienza)
– nessun problema per limitatezza di risorse e tecnologie (onnipotenza)
Inoltre – essendo infinitamente buono ed amandoci tutti nella stessa maniera, dovrebbe essere istituzionalmente tenuto a mantenerci tutti in perfetta salute; solo che noi siamo cattivi e non abbiamo abbastanza fede in lui. (La stessa scusa la adducono anche stregoni e maghi).
NB
Te lo immagini un medico che ti dica: non ti curo perchè:
– ti sei rivolto a me troppo tardi
– non sei chiaro nel descrivermi i sintomi
– non segui adeguatamente le regole di prevenzione e cura?
mario
“Dio”(?):
https://lh6.googleusercontent.com/-7UDQ2KYtAJw/S52XrEuMOFI/AAAAAAAAA7A/4vjjSXqM5lc/s604/2634_1121933011455_1320962393_342714_608674_n.jpg
Mi spiegate in che modo un ateo potrebbe diventare “piu’ devoto”?
Naturalmente un ateo (e glielo auguro di cuore) puo’ divenare devoto di qualche religione (cosi’, come, disgraziatamente, puo accadere il contrario), ma se il punto di partenza e’ zero (di devozione per quanto riguarda l’ateo e d’ateismo per quanto riguarda il devoto) il “piu'” ci sta come i cavoli a merenda.
Saluti.
0+1=1, 1>0
Io auguro a tutti gli atei di non perdere mai la testa al punto di diventare devoti di una qualsiasi religione, e auguro a tutti i “credenti” o “quasi credenti” di acquistare l’uso della ragione almeno negli ultimi momenti di vita e rendersi conto di non aver capito prima qualcosa di fondamentale nella vita.
E a te ricordo l’aritmetica:
0 + 1 = 1 > 0 ;
ma anche:
0 + 0,1 = 0,1 > 0.
Ops: mentre scrivevo, Roby GOD è stato più sintetico e veloce di me! 🙂
Io ai credenti “non invasivi”, quelli che hanno creduto senza rompere le scatole agli altri con la loro superstizione auguro di non scoprirlo all’ultimo momento. Sarebbe troppo tardi e crudele non aver il tempo di poter rimediare, ad esempio, concedendosi il gusto di un “peccato” senza colpa. L’unico vantagio sarebbe quello di non lasciare altri regali ai religiosi che gli hanno perdere una buona parte della propria vita.
hanno fatto perdere
@ whichgod
Hai capito perfettamente:
http://www.diocesi.brescia.it/diocesi/uffici_servizi_di_curia/u_osservatorio/articoli_relazioni/documenti/testamento_a_favore_della_parrocchia.doc
Che poi non si è mai capito… in paradiso ci si va subito (tipo il buon ladrone) … oppure si resta “disattivati” fino alla fine del mondo?
E se non è così, perché un dio dovrebbe sbattersi per tornare sulla Terra e giudicare i vivi e i morti se sono già tutti “catalogati” sulla lavagna dei buoni e dei cattivi???
E comunque, il Sole prima o poi smette di bruciare, quindi come la mettiamo con la storia della vita eterna?
“è una metafora!”
@vime
Dipende, se sei uno gnostico… il problema non si pone: ti reincarni e il giudizio finale finale (diciamo, un anno platonico; 2/15.000 anni c.a., vedi le parole di Celso in merito appaiate alle dichiarazioni di Seneca su Berosso nelle Naturales Questiones e appaiale alla versione più sibillina dell’Apocalisse giovannea 16:1).
Poi, non so: immagino se si è cattolici valga solo il giudizio finale così alla buona…
Oh, altra curiosità, la lista da te descritta trova riscontro in Enoc e Baruc oltre che nei testi degli Ofiti (WTF?!) e si riferisce molto probabilmente alla stessa volta del cielo, o almeno io in merito seguo l’interpretazione di Santillana. 😉
N.B.: se non sai che è un anno platonico, leggiti anche il Timeo 😉 😉
Il grande successo della Chiesa è consistito nell’avere venduto per secoli la vita eterna! Se togliete questo elemento non resterebbe molto del fervore religioso. E’ stato un colpo di genio e anche l’occasione di un business di entità spaventosa. Con una consistente donazione alla chiesa venivano perdonati tutti i peccati e si spalancavano le porte del paradiso.
si ma il gioco funzionava quando la vita “qui” era detestabile.
ora che la gente sta meglio (per lo meno in occidente), il giochino rischia di rompersi.
per questo vogliono sovrappopolazione, persone insoddisfatte, represse, miseria e via discorrendo.
non per niente fanno di tutto per renderla di nuovo detestabile!
appunto, è quel che ho detto 😉
Ok , ma non avete risposto alla mia domanda: In paradiso ci si va prima o dopo il giudizio universale? Se no facciamo come il film “immaturi” in cui bisogna rifare gli esami. 🙂
un papa (citato anche ne “il nome della rosa”) ha provato ad affermare che i defuinti non entrano nè in paradiso nè in inferno fino al giudizio universale. l’ha affermato ex-chatedra, ma l’ha fatto prima che inventassero il dogma dell'”infallibilità papale” (ma il dogma, in teoria, non dovrebbe avere effetto retroattivo? infondo, se i papi sono infallibili quando parlano ex-chatedra di verità di fede, dovrebberlo esserlo tutti, anche prima di “scoprire” che le cose stanno così), così il successore ha riportato le cose come prima ed ora, per il cattolicesimo, si va in inferno e paradiso PRIMA del giudizio universale (che riguarderà solo i viventi di quell’epoca, e, come ci ricorda dante nella divina commedia, renderà più potenti e piacevoli/spiacevoli le ricompense/punizioni, visto che da qul momento anche le anime morte riavranno il loro corpo, con cui avranno quindi percezioni del dolore/piacere potenziati).
Secondo i cattolici, tutti quelli che non meritano l’inferno, tranne i principi della Chiesa (quanti di quelli?… ) e i martiri, vanno in purgatorio. Poi da lì in paradiso solo dopo un tempo che però la stessa Chiesa non ha voluto quantificare. Alcuni teologi dicono fino al Giudizio comunque (quindi in paradiso ci sarebbero ora solo martiri, papi, cardinali e vescovi? 😕 ), altri fino a quando l’espiazione delle colpe terrene (e a che ci-a-zeta-zeta-o serve allora la confessione?) è compiuta e l’anima purificata.
Ci rinuncio a capirli… 🙄
per i cattolici, non necessariamente vanno in purgatorio tutti coloro che non finiscono all’inferno tranne pochi. in effetti, i cattolici non fanno alcuna affermazione sulla severità con cui si decide se uno deve andare ad inferno, paradiso o purgatorio, tranne per poche eccezioni (chi muore di martirio va in paradiso, chi muore in peccato mortale va all’inferno senza scampo, e mi pare che lo stesso succeda per gli scomunicati, ma non ne sono sicuro. tutti gli altri casi non danno alcuna certezza). di solito ritengono che chi si è pentito dei propri peccati solo nei pressi della morte vada nel purgatorio, ma non è una verità di fede, solo un pensiero comune.
Sono incredibili le risultanze di questo studio. Ora addirittura i credenti crederebbero alle proprie credenze personali, rigettando le altre, mentre gli atei, per non sbagliare, le rigettano tutte, forse anche le proprie convinzioni personali…..almeno in punto di morte. Questo punto non è chiaro, ovvero se tutte queste persone siano decedute subito dopo aver compilato il test.
Cmq è strano che una ricerca psicologica non riesca a convertire nessuno.
@ Antonio
Sono incredibili le risultanze di questo studio
Sei l’ultimo che possa permettersi di giudicare una cosa incredibile, non avendo i criteri per farlo. Questo a prescindere dallo studio.
Sicuramente una ricerca psicologica non converte chi ha deciso di credere le proprie credenze incredibili.
Stefano
E quali sarebbero questi criteri personali per giudicare qualcosa o qualcuno correttamente? Qualora esistessero e venissero applicati da tutti il voto democratico diverrebbe pressochè inutile, e quindi anche la democrazia. Ed è ovvio che le proprie credenze personali non possano essere ritenute incredibili per il soggetto che vi crede. Vale anche per gli atei.
@ Antonio
Antonio tu, affermando come vere le proposizioni che una vergine possa partorire, l’acqua possa essere tramutata in vino e il vino in sangue non puoi formalmente fornire criteri condivisi sulla credibilità di studi. Che ti piaccia o no.
In realtà lo fai ma in modo schizofrenico, usando criteri ragionevoli per ritenere incredibili alcune cose che diventano non adatti per giudicarne incredibili altre.
La ragione non può essere usata a senso alternato.
Spiace tu non ti accorga di questo ma gli altri se ne rendono perfettamente conto.
Ogni giudizio di incredibilità di chi crede a cose incredibili è di per sé viziato. Insomma, da che pulpito!
Da ciò ne deduco che ritieni di avere sempre ragione, in quanto, secondo te, i tuoi ragionamenti funzionano a corrente continua.
Ma se credi di avere sempre ragione diventa inutile qualsiasi discussione o dibattito. La tua è un’evidente posizione pregiudizievole, dato che giudichi un mio commento, non entrando nel merito del contenuto, ma limitandoti a squalificarne l’autore, a prescindere. Se affermi che la mia ragione funziona a corrente alternata, e visto che non ho affatto parlato di vergini che partoriscono o cose del genere, allora dovresti replicare adeguatamente caso per caso, attenendoti al contenuto. Se non lo fai ti dimostri irragionevole, e quindi di funzionare anche te a corrente alternata.
@Antonio
In realtà avrebbe squalificato il tuo metodo, non te. E in base a un’estensione di questo più che legittima, trattando appunto di cose “incredibili”.
Ma se preferisci battere i piedini sul pavimento…
@ Antonio
1) Hai credenze che violano in modo palese conoscenze più che attendibili?
Si
No
2) Sei disposto a riconoscere a credenze (diverse dalle tue) che violano conoscenze più che attendibili pari grado di verità rispetto a quelle del punto 1)(es. volo di Maometto)?
Si
No
3) Applichi il medesimo criterio nel decidere tra 1 e 2?
Si
No
4) Chi riguardo a credenze incredibili diverse applica criteri differenti è congruente?
Si
No
5) Chi riguardo a credenzeincredibili applica criteri differenti ne usa di condivisi e condivisibili (presupposto per un dialogo)
Si
No
Rispondi alle domande e scopri come ogni tuo intervento qui è inutile.
Scoprirai anche come non è possibile un dialogo con chi mantenendo credenze incredibili e usando criteri non condivisibili su quell’argomento ha solo pretese, che si estendono come corollari e presupposti in tutti gli argomenti che direttamente o indirettamente riguardano le sue credenze incredibili.
Dunque, accusare altri di non voler dialogare sulla base di pretese indiscutibili è chiaramente pretestuoso.
Se qualche punto non dovesse risultarti chiaro passo ai disegni.
@ Antonio
Aggiungo, opinione personale espressa da molto tempo, che la presenza tua e di Florenskij (per esempio) in questo sito non è e non può essere volta al dialogo – sulla base di quanto ho già rilevato – piuttosto a tentare una difesa delle vostre posizioni, soprattutto nei confronti di vostri correligionari che dovessero passare di qui.
Ripeto, opinione personale.
I dialoghi interreligiosi tra portatori di credenze irrazionali hanno portato a niente, come non potrebbe essere altrimenti. Da tempo ve lo diciamo, di fronte alle pretese non si discute, qualcuno obbedisce.
@Stefano
Se la pensi così, puoi sempre non replicarmi ovvero ignorarmi, visto che se i miei commenti sono per te inutili, a maggior ragione lo sono le repliche ai miei commenti.
O in alternativa puoi esercitare qualche pressione sulla redazione UAAR per indurla a bannarmi , se pensi che la cosa sia compatibile con le tue convinzioni e/o opinioni personali.
PS
Tra l’altro le domande 4) e 5) non sono compatibili con le risposte. Si chiede “chi” e si risponde “si” o “no”.
@ Antonio
Chiedere di bannarti? Ma non ci penso lontanamente! E perché mai? Anche fosse come penso è cosa assolutamente legittima! Per chi ci hai presi, per siti cattolici?
🙂
Riguardo a 4 e 5 rileggi, vanno benissimo.
Forse sarebbe stato meglio:
4) Chi – riguardo a credenze incredibili diverse – applica criteri differenti è congruente o no?
Si (è congruente)
No (non è congruente)
5) Chi – riguardo a credenze incredibili diverse – applica criteri differenti, ne applica di condivisi e condivisibili?
Si (applica criteri condivisi e condivisibili)
No (non applica criteri condivisi e condivisibili)
PS E perché mai non dovrei replicare?
E’ come dire che si dovrebbero applicare gli stessi criteri a risolvere un’equazione matematica e a degustare una portata di pesce al ristorante, a votare un partito politico, a leggere un libro di letteratura, a scegliersi il compagno di lavoro o la compagna per la vita, ecc…
Semplicemente per me la logica non esaurisce l’intera esistenza di un uomo; sempre che esista una logica sola.
Sulla matematica e la scienza possiamo applicare criteri condivisibili, su questioni di fede e su molto altro, evidentemente no.
E allora? Ciò dovrebbe significare che non abbia le carte in regola per discutere su nulla? Se veramente lo credi per coerenza non dovresti intraprendere un dialogo con me che ritieni impossibile. Io dialogo, difendendo le mie posizioni, esattamente come fanno tutti, come fai anche tu. Potrei affermare che sono io a considerare certe tue posizioni incredibili, come la casualità della vita e dell’origine dell’universo o l’inesistenza del libero arbitrio, l’epifenomeno della mente, ed altri. O sei così arrogante da pretendere il monopolio della credibilità? Tra l’altro la tua prima replica era totalmente OT, come lo sono tutte le successive. A quale logica ti sei ispirato a rispondermi con le vergini che partoriscono al mio commento su questa ricerca psicologica sulla morte, se non solo a quella di screditare direttamente me, o il mio metodo, fa lo stesso in un blog, facendo di tutto un bel minestrone. Ho capito come la pensi, anzi abbiamo capito, se vuoi e se la cosa ti esalta e non ti annoia, puoi continuare a ribadire le stesse critiche nei miei confronti. Ma non sperare che questa volta caschi nel tuo tranello OT.
@Antonio
A onor del vero non è Antonio qui quello a sostenere che le “questioni di fede” poi debbano essere conformi alla ragione (e qui ci vedo attenenza con la replica sul tuo metro di giudizio) facendo apologia spiccia nei siti dei non-credenti.
Giusto per ribadire l’ovvio.
@ Antonio
Capisco tu ti trovi in seria difficoltà, ma qui i criteri messi a confronto non sono quelli per risolvere un’equazione vs degustare pesce al ristorante ma quelli per decidere come possa essere ritenuta credibile la resurrezione o l’ascensione vs il volo di Maometto nell’aldilà. E quali i criteri per ritenere ragionevoli le prime e irragionevole la seconda. Aspetto, di grazia.
PS. Non mi pare di aver fondato alcuna religione dall’ignoranza.
Se qualcuno ne fondasse una che ritenesse come dogma infallibile ciascuna delle migliori conoscenze scientifiche del momento, questa religione sarebbe incompatibile con la scienza, disposta domani stesso a rivedere ciascuna affermazione di fronte all’evidenza. Aspetto i criteri per la revisione della tua, quelli per ritenerla compatibile con la scienza e la ragione.
Buona fortuna.
Non c’è bisogno che tu “cada nel mio OT”, non sei semplicemente in grado di difendere una posizione indifendibile. Ne prendo atto, passa pure oltre.
@Stefano
Ti ho già risposto. La religione non è scienza e l’uso della ragione non è limitata nell’ambito scientifico, come sappiamo da circa 2500 anni di storia della filosofia. Non c’è nessuna revisione per la fede, o credi o non credi, oppure in alternativa cominci a credere o smetti di credere. Questo per ragioni complessive che attengono all’esistenza dell’uomo e che non si limitano alle sue sole funzioni corporali biologiche. Lo so che qualcuno vorrebbe limitare l’uomo ad una sorta di funzionamento meccanico revisionabile in serie. Ma purtroppo per lui, e fortunatamente per me, ciò non è possibile.
@ Antonio
“Potrei affermare che sono io a considerare certe tue posizioni incredibili, come la casualità della vita e dell’origine dell’universo o l’inesistenza del libero arbitrio, l’epifenomeno della mente, ed altri. O sei così arrogante da pretendere il monopolio della credibilità?”
Dimenticavo…
“la casualità della vita e dell’origine dell’universo” invece?
“l’inesistenza del libero arbitrio” invece?
ed altri quali?
Non vorrei che come soluzione alle mie cose incredibili tu proponessi come VERITA’ le TUE cose incredibili.
Io NON sono un relativista, quindi indovina chi sarebbe l’arrogante?
@Stefano
Che domande, ne ho parlato tante di quelle volte.
Disegno Intelligente e libero arbitrio.
Quindi se propongo queste due alternative sarei arrogante? E perchè? Ne dovrei dedurre allora che valga lo stesso anche per le tue proposte. Per me sono verità, e allora? Hai qualche problema che creda in queste verità, quando tu credi nelle verità opposte o addirittura in nessuna verità? Ti assicuro che il problema è solo tuo.
@ Antonio
Prendo atto che ritieni vere cose che non possono essere falsificate, cioè PRETENDI lo siano, quindi ti ARROGHI il diritto di ritenerle tali.
CVD.
Antonio se non sai ragionare capisco tu veda limiti nella ragione e ti rifugi nelle scemenze. Non è una tua fortuna: è un tuo limite.
“Questo per ragioni complessive che attengono all’esistenza dell’uomo e che non si limitano alle sue sole funzioni corporali biologiche”
Perchè secondo te chi non crede beve e fa pipì e basta? Ragiona pure sai? E a quanto pare molto meglio di te.
“Hai qualche problema che creda in queste verità, quando tu credi nelle verità opposte o addirittura in nessuna verità? ”
A quanto pare oltre a non saper ragionare hai forti lacune nella lettura e nella comprensione; forse, dico forse la ripetizione giova:
Io NON sono un relativista, quindi indovina chi sarebbe l’arrogante?
Con enfasi su NON. Capisci le implicazioni? Mi sa che come ho scritto sopra è ora di passare ai disegni.
@Antonio
Poiché ormai dispero delle tue capacità di comprensione, affermare che gesù è risorto e non provarlo e affermare che Maometto non è volato nell’aldilà e non provarlo significa ARROGARSI il diritto di decidere cosa sia vero e cosa falso. Arrogarsi significa essere ARROGANTI Antonio, per ogni uso corretto della parola.
Chiedere che ogni affermazione di verità sia provata utilizzando criteri condivisi (e ragionevoli) significa non ARROGARSI il diritto di decidere cosa lo sia, ovvero non essere ARROGANTI, secondo ogni uso corretto della parola.
Passa pure oltre se il sonno ti prende, come ormai è provato il non voler comprendere genera MOSTRI.
@ Antonio
Bene ora tutti sanno che sei un fautore del Disegno Intelligente.
PS Spiegami una cosa, dopo aver disegnato “intelligentemente” il leone e la gazzella, dio per chi parteggia?
E con chi se l’è presa perché gli ha sciupato il disegno intelligente dei dinosauri?
grazie per aver dato, oltre alla tua personale definizione di “referendum”, anche la tua personale definizione di ricerca 🙂
fa sempre bene farsi quattro risate
E quale sarebbe questa mia personale definizione?
Siamo arrivati al punto che Stefano mi propone un questionario sapendo in anticipo tutte le mie risposte e traendo delle conclusioni che ha usato come premesse per redigere il questionario (fece lo stesso l’ISTAT in un’indagine controversa, scoprendo che in pratica tutte le donne italiane, o quasi, sono state molestate, picchiate e violentate dagli uomini), mentre tu ti fai quattro risate per una definizione che non mi pare di aver mai dato.
Cmq fai bene a farti quattro risate, il riso è salutare. Sempre meglio che essere musoni incattiviti.
Infine ribadisco la stessa cosa che ho detto a Stefano. Se consideri tutti i miei commenti delle scempiaggini basta non replicarmi, o replicarmi sempre asserendo che il mio commento è una scempiaggine (anche se apparirebbe una cosa ripetitiva oltre che poco elegante). Se viceversa vuoi argomentare in replica ai miei commenti che consideri sciempiaggini, allora anche la tua argomentazione non potrà essere che una scempiaggine.
PS
Quest’ultimo commento era in risposta a gmd85 e non a Kaworu.
Antonio72
Linka la famosa indagine istat sulle donne italiane di cui continua a parlare e di cui io non ho trovato traccia (o meglio ho trovato cose non corrispondenti).
Così si può valutare quanto è in grado di capire ed analizzare una statistica (e se l’ha letta dato che parla di 102 pagine) visto che le rifiuta quando sono scomode o se come al solito ne ha distorto il significato (o ripete interpretazioni giornalistiche?)
@ Antonio
Siamo arrivati al punto che Stefano mi propone un questionario sapendo in anticipo tutte le mie risposte e traendo delle conclusioni che ha usato come premesse per redigere il questionario
Quale punto e perché non va bene?
Tra l’altro non hai risposto a NESSUNA delle domande, quindi non posso conoscere TUTTE le tue risposte. E non dovrei replicare a questi interventi?
Odio le stupidaggini Antonio e questa è grossa.
Anzi, direi che è distillato di malafede.
@ Antonio
Se viceversa vuoi argomentare in replica ai miei commenti che consideri sciempiaggini, allora anche la tua argomentazione non potrà essere che una scempiaggine.
Su quale regola della logica si baserebbe questa affermazione (scempiaggine)?
@ Antonio
E quale sarebbe questa mia personale definizione?
Beh, definizione non ne hai data, piuttosto direi che è assolutamente fuori posto la nota che una ricerca dovrebbe convertire qualcuno….
Da quando avrebbe questa peculiare funzione?
referendum secondo antonio:
si = vai a votare
no = non vai a votare
definizione di ricerca secondo antonio = qualcosa che deve convertire.
avanti così 😆
comunque questo è un altro flo, senza il deficit del quote e un po’ meno prolisso 😉
@Kaworu
E’ evidente che non hai letto la mia replica, perchè ho espressamente detto che, per quanto mi riguarda, io vado sempre a votare.
In ogni caso di referendum ne ho visti diversi ed in quasi tutti la campagna del “no” coincide con una campagna astensionista. E’ proprio il quorum che frega molto spesso i promotori referendari, e la bella stagione.
Per quanto riguarda la ricerca, non lo affermo io, ma l’articolo stesso, quando dice che per gli atei non si registrano conversioni. E chi avrebbe dovuto convertirli, forse solo un pensiero remoto della morte? O le stesse domande del questionario? O lo psicologo? E’ evidente che si parla di una cosa, la conversione, di cui non si conosce nulla.
@Antonio
E’ evidente che si parla di una cosa, la conversione, di cui non si conosce nulla.
Illuminaci ordunque…
io ho letto il concetto che hai espresso 😉
ovvero che chi non è andato a votare lo ha fatto per dire no.
quindi, per te evidentemente non andare a un referendum è “no” e non “me ne strabatto a mach 5”.
quindi hai un concetto piuttosto personale dei referendum.
così come lo hai delle ricerche. dato che tu hai detto che la ricerca non ha convertito. impara a usare l’italiano, magari (quella roba qui sotto l’hai scritta te)
Antonio72 scrive:
25 giugno 2012 alle 0:06
cutcutcut
Cmq è strano che una ricerca psicologica non riesca a convertire nessuno.
@ Kaworu
comunque questo è un altro flo, senza il deficit del quote e un po’ meno prolisso
Non è un caso se sopra li ho appaiati 😉
@FSMosconi
Secondo me la conversione è il risultato di un cammino esistenziale, ed è quindi consapevole e personale, ovvero non replicabile in serie. Se qualcuno veramente si convertisse solo dopo un test attitudinale non sarebbe credibile.
@RobertoV
Sono confuso…afferma di non aver trovato traccia dell’indagine telefonica ISTAT, e poi dice che di aver trovato il questionario di 102 pagine (se non mi ricordo male sono 112). Se ha trovato il questionario, deve aver trovato anche l’indagine. Allora le risultanze può postarle lei, ed eventualmente analizzarle a suo piacimento.
@Antonio 72
Ma vedi che ti tiri la zappa sui piedi da solo? Hai creato un’implicazione logica che non esiste. Le scempiaggini non hanno bisogno di altre scempiaggini per essere replicate. Si temnta di far capire a chi la scempiaggine la scrive dove ha sbagliato. Che a te sembrino scempiaggini non mi stupisce.
@ gmd85
Quando fai rilevare ad Antonio che ha detto una scempiaggine dice che stava facendo ironia e tu non sei capace di comprendere le sue sfumature.
Onestamente a me le sue uscite più che ironiche paiono comiche.
@gmd85
Ma tu hai sostenuto qualcosa di molto diverso, ovvero che in pratica nei miei commenti ci trovi solo scempiaggini. Ora, il fatto di replicare sempre a qualcuno che si ritiene la “bocca della scempiaggine”, secondo me, è ancora una scempiaggine. Pressapoco come voler sostenere un dialogo razionale con un malato psichico. In definitiva, se vuoi alzarti di livello gira al largo. Come vedi lo dico per il tuo bene…
@Stefano
Scusami mi correggo, non è che non comprendi le sfumature ironiche è che non sai nemmeno cosa sia l’ironia.
@ Antonio
Ora, il fatto di replicare sempre a qualcuno che si ritiene la “bocca della scempiaggine”, secondo me, è ancora una scempiaggine
RIPETO: Su quale regola della logica si baserebbe questa affermazione (scempiaggine)?
Riguardo all’ironia non ti preoccupare, so benissimo cos’è e so altrettanto bene distinguerla da una scusa.
La tua (presunta) non fa sorridere e non c’è peggior cosa: si diventa patetici Antonio.
@ Antonio
“Sono confuso…afferma di non aver trovato traccia dell’indagine telefonica ISTAT, e poi dice che di aver trovato il questionario di 102 pagine (se non mi ricordo male sono 112). Se ha trovato il questionario, deve aver trovato anche l’indagine. Allora le risultanze può postarle lei, ed eventualmente analizzarle a suo piacimento”
Che tu sia confuso è un punto fermo e irrinunciabile.
Questa è una SCUSA e si vede chiaramente che bluffi.
Antonio il tuo pubblico qui non è quello della tua parrocchia.
RobertoV ha scritto di aver trovato un questionario ISTAT che pur riguardando un oggetto plausibilmente vicino quello che agiti senza citare non ha alcuna attinenza con quelche dici.
Non che quanto tu scriva abbia mai attinenza con quel che pensi, per carità!
Men che meno che tu riesca a comprendere cosa leggi, ormai è legge di natura.
Non capisco questa perversione di voler continuare con repliche che peggiorano la tua situazione, quando un religioso silenzio ti farebbe fare una migliore figura.
tranquillo stefano, la tattica di flo (“scappo quando mi fanno troppe domande a cui non so rispondere e quando non riesco a confonderli con fiumi di chiacchiere, per poi tornare dopo qualche giorno sperando che tutti abbiano dimenticato la mia figura di mer da”) fa scuola tra loro, evidentemente.
@Antonio
ovvero non replicabile in serie
Ergo non ha nulla a che vedere con questo caso. Il che implica anche che il motivo per cui l’hai tirato in ballo per salvare capre e cavoli semplicemente non esiste,
Han ragione: ti stai tirando la zappa sui piedi da solo.
@ Kaworu
Che vuoi dire di uno che dopo aver letto e non compreso quel che si è scritto se ne esce (ancora) con:
“Se qualcuno veramente si convertisse solo dopo un test attitudinale non sarebbe credibile” ?
che non comprende quel che legge? (come flo, che combinazione!)
Antonio 72
Evidentemente lei non capisce quello che legge (e le succede spesso) o è talmente abituato a distorcere quello che gli altri dicono.
E’ lei che per denigrare tutte le indagini continua a parlare di questa fantomatica ricerca dell’Istat sulle donne dove “quasi tutte, sono state molestate, picchiate e violentate dagli uomini” ed è lei che ha detto che avesse 102 pagine (o 112 adesso, probabilmente per far credere che esistesse e che lei l’avesse letta). Io l’ho cercata e non l’ho trovata, o meglio ho visto che ci sono parecchie indagini, ma nessuna corrisponde a quella da lei menzionata. Quindi ero curioso di esaminare quella da lei citata per vedere, se esiste, cosa ci fosse realmente scritto perchè le interpretazioni dei giornalisti di un lavoro scientifico possono essere piuttosto “bizzarre”.
Il fatto che lei svicoli mi conferma nei sospetti che lei non l’ha mai vista e che riporta solo interpretazioni molto in malafede delle sue “fonti”.
Perchè il suo modo di fare direi essere abbastanza chiaro: non è in grado di fare un’analisi e non è certo il tipo da leggersi 100 pagine di indagini e tabelle perchè non la interessano. Non riesce a fare neanche le critiche “giuste” a certe indagini e alle relative interpretazioni.
@Antonio 72
Quindi, se tu scrivessi 2+2=5 e io ti correggessi, spiegandoti che 2+2=4, avrei detto una scempiaggine solo perché ho cercato di correggere quella che tu hai detto prima di me, indipendentemente dal fatto che la mia affermazione sia corretta? Ah, bene. Se per te questa è logica, non spreco neanche più tempo a discutere.
@Stefano
Eh, ma comicità e idiozia, a volte, vanno a braccetto.
@ gmd85
Già, il bello è che costui pontifica di verità, arroganza, indagini e incredibilità pensando di dire qualcosa di significativo.
Crede nel disegno intelligente dimostrando con ogni intervento che il disegnatore è il primo ad essere in difficoltà.
Dice di voler andare oltre la logica e la ragione e certo non è da biasimare: per lui sono perfette sconosciute.
Nell’illogica e nell’irrazionalità si trova invece perfettamente a suo agio.
@Antonio 72
Quel “they became firmer” significa, diventano più convinti. Di fronte al timore della morte e alla sperenza di una salvezza successiva, si attaccano strenuamente alla loro credenza, considerando non valide quelle proposte da religioni come Islame Buddhismo.
Non è che si rigetta tutto per sbagliare. Semplicemente, gli apporcci religiosi alla morte appaiono poco convincenti e il mito della conversione in punto di morte è una boiata.
Basta leggere con attenzione e si evita di dire scempiaggini. Quanto al giudicare dal nome prima che dai contenuti… beh, se queste scempiaggini si ritrovano nel 99,9% dei commenti, è naturale e il pregiudizio non c’è.
Allora mi sono spiegato male. Secondo me è proprio questa ricerca ad essere una scempiaggine. Quindi è naturale che questa mio opinione possa apparire una scempiaggine a colui il quale considera questa ricerca psicologica una cosa seria.
@ Antonio
“Questo punto non è chiaro, ovvero se tutte queste persone siano decedute subito dopo aver compilato il test”
Da questa ricerca è emerso che (…) PENSANDO alla morte
“Ora addirittura i credenti crederebbero alle proprie credenze personali, rigettando le altre”
Cosa c’è che non va per un credente in questa frase, forse che PENSANDO alla morte i credenti NON dovrebbero pù credere alle proprie credenze e DOVREBBERO accettarne di altre? Illuminaci o sommo Antonio!
“mentre gli atei, per non sbagliare, le rigettano tutte, forse anche le proprie convinzioni personali”
Questa si deduce da?
Quindi, riassumendo, Antonio decide che lo studio è una scempiaggine da un’affermazione che è del tutto cogruente e da una che deduce da niente.
Ottima performance!
Facevi più bella figura a dire che lo studio non ti piace perché no!
@Stefano
1) Mi riferisco al presunto cavallo di battaglia integralista di cui si dice all’inizio
2) Evidentemente l’ironia non è cosa da tutti; appunto perchè è cosa congruente è del tutto inutile rimarcarla. Resto credente sia quando penso alla morte sia quando penso alla pizza di stasera che a qualsiasi altra cosa.
3) Hai dimenticato…”almeno in punta di morte”. Altra ironia, che si riferisce ad una ricerca da cui si vuole dedurre ciò che non può dimostrare.
PS
E’ molto più divertente e ironica Kaworu. Mi dispiace dirlo Stefano, ma sei troppo bilioso per poter comprendere certe sfumature ironiche.. Dovresti rilassarti.
@ Antonio
“sei troppo bilioso per poter comprendere certe sfumature ironiche.. Dovresti rilassarti”
Bilioso io? Mi diverto da matti!
So dove pizzicarvi e mi diverto a giocare con voi!
Ammetto di avercela in modo particolare con le affermazioni stupide e di trovarne a piene mani nei vostri interventi. Al massimo siamo in due ad avere difetti e io non ho quello maggiore.
PS Ammesso fossi bilioso questo non incide minimamente sulla bontà o meno di quel che dico. Non mi pare di essere io quello che deve difendere idee inconciliabili.
“E’ molto più divertente e ironica Kaworu”
Kaworu trova ogni mio apprezzamento, riguardo a te, dimmi, nel leggere i tuoi interventi dovrei sbellicarmi dalle risate? Dimmelo perché allento ogni remora….
@ Antonio
Resto credente sia quando penso alla morte sia quando penso alla pizza di stasera che a qualsiasi altra cosa
Mi sfugge l’inerenza dei presupposti della tua fede rispetto alla pizza e alla morte.
A meno che la pizza non possa essere transustanziata, ovvio…
@ Antonio
“Evidentemente l’ironia non è cosa da tutti;”
In effetti l’ironia DEI tuoi interventi è imbattibile e poi non ti buttar giù, non sono proprio “SFUMATURE”.
@Stefano
Semplice, la morte non è un presupposto della mia fede, al contrario lo è la vita.
Non so come faccia a divertirti visto che mi viene sonno ogni volta che leggo le tue repliche. Se ti diverti non lo dai a vedere.
@ Antonio
la morte non è un presupposto della mia fede
Confermo che non comprendi quel che leggi:
mi sfugge l’inerenza dei presupposti della tua fede rispetto alla pizza e alla morte
Ora se la tua fede non ha a che vedere con la morte la resurrezione è una bischerata, cosa che sosteniamo da tempo e che finalmente ti trova inconsapevolmente d’accordo.
“mi viene sonno ogni volta che leggo le tue repliche. Se ti diverti non lo dai a vedere”
Il sonno non l’hai solo nel leggere le mie repliche, ben prima: quando scrivi gli interventi.
Il fatto che tu non ti accorga che mi diverto fa il paio con la tua ironia che fa piangere.
“è stato chiesto di scrivere un testo su come si sentirebbero e cosa penserebbero se stessero per morire”
diciamo che un ventenne che si immagina come si sentirebbe a vivere un’esperienza che è quanto di più lontanto ci sia a quell’età è LEGGERMENTE diverso da qualcuno che sta per morire davvero eh….
(ovviamente non sto ASSOLUTAMENTE dicendo che con un campione più qualificato ci sarebbero conversioni di massa, ma solo che non è un campione rappresentativo di ciò che si vuol studiare)
Stessa cosa che ho pensato anche io. Come si può, da una “ipotesi” capire cose si comporterebbe una persona quando veramente accadrà?
Eppure… c’è un dato particolare… mentre gli atei non hanno difficoltà ad immaginare la propria morte, i credenti si irrigidiscono e si “bloccano” quando si parla di morte…
C’è l’esempio dei terroristi suicidi per il mito delle 72 vergini.
Esempio osceno ma qualcuno ha cercato di esorcizzarlo: ricordo di aver visto una vignetta, che mostra l’arrivo di un terrorista suicidia in paradiso accolto da 72… suore! Un modo elegante per prendere per i fondelli barbuti e sottanoni insieme. Non so chi sia l’Autore (forse un israeliano? so che riescono a non piangersi addosso).
“Come si può, da una “ipotesi” capire” Beh, si potrebbe dire che è lo scopo della psicologia, capire la malattia (psichica) dai sintomi (comportamentali) è simile a capire come reagirai in una certa situazione ponendo le domande opportune e studiando le risposte.
“i credenti si irrigidiscono e si “bloccano” quando si parla di morte” Se sei stato allevato a credere che c’è la vita eterna la morte (eterna) fa immensamente paura… e siccome qualche dubbietto, di fatto, ce l’hanno….
Che poi: 72 son gli anni perché si compia uno spostamento di 1 grado nella fascia zodiacale. Ora, calcolando che una costellazione ha in media 30 gradi di estensione ti puoi godere quelle sventole per circa… 1260 anni. Sempre che il caro Mohammed non preferisca il computo lungo persiano (anzi: è la sua fonte primaria, anche se non al livello del cristianesimo), nel qual caso la pacchia sarebbe durata dai 6.000* ai 12.000* fino allo stremo del quasi-anno-platonico di 26.280** o peggio-meglio ancora: 4.320.000***.
Ok, non avete bisogno di dirlo: sono nerd, sigh 🙁 😉
*Pari rispettivamente alla durata di mezzo e completo scontro trai gemelli Ormazd e Hariman, come riferisce Plutarco n.b.
**25.920 secondo i calcoli odierni, 15.000 secondo Macrobio
*** Uno Yuga, una sorta di precessione nella precessione
Gli assiomi predefiniti della religione sono semplici e dirette risposte a domande che la scienza non può dare, per ora o per il futuro prossimo e remoto. Non credo infatti che la scienza arriverà mai a spiegare cosa c’era prima del Big Bang. E’ una cosa insondabile, a mio modo di vedere. Tra l’altro, mica tutti sono interessati alle risposte scientifiche o vogliono fare sforzi mentali per capirne i concetti, di solito affatto semplici.
La religione sopperisce fornendo le risposte semplici che costoro chiedono, senza sforzo. Il popolino chiede cibo premasticato? La religione glielo da.
Ha “spiegato” per secoli da dove arriviamo e dove andiamo. “Spiega” perchè c’è (c’era) un Re nominato dal Papa (ovviamente) attorniato da una Corte di servi e lecchini per i quali era cosa buona e giusta che il popolo analfabeta si spaccasse la schiena e morisse nelle loro guerre. “Spiega” perchè chi nasce schiavo di solito muore schiavo, e perchè il ricco se la gode e gli sputa in testa. “Spiega” perchè il popolino deve sgobbare e stare zitto, chè non è bene si ribelli ai suoi “illuminati” Capi in diretta comunicazione con dio, e per questo beneficati di ogni ricchezza qui e ora (e non certo nel fantomatico aldilà).
La religione è la maniera più spiccia per giustificare e mantenere in piedi la piramide gerarchica del formicaio chiamato umanità: operaie che sgobbano – soldati che controllano e bastonano – corte reale che lecchina e se la gode – regina che impèra e governa.
Ha funzionato per millenni da noi e sta tuttora funzionando nei Paesi teocratici di tutta la Terra.
Bravo Southsun. E’ quello che ho sempre sostenuto io.
Si dai tempi dell’antico Egitto la religione serve per comandare il popolo bue.
Allo schiavo che si spezzava la schiena per costruire la piramide gli si diceva che lo faceva per il faraone, che era il figlio del Dio RA. E lui ubbidiva.
Se invece gli schiavi avessero saputo che il faraone era un fesso come loro si sarebbero ribellati.
Ma l’antico egitto è passato da 3.000 eppure ancora oggi queste fandonie funzionano. E funzionano nonostante tutta la cultura e l’informazione che esiste a tutt’oggi.
Si vede che nel DNA dell’essere umano ci sono i anche geni della pecora oltre che quelli della scimmia.
« Si vede che nel DNA dell’essere umano ci sono i anche geni della pecora oltre che quelli della scimmia. »
@Massimo :
La differenza consiste che ne la pecora ne le scimmie (escluse noi della specie umana), si comportano in modo irrazionale o assurdo ! Da qui nascono tutti (o quasi) i nostri problemi…
NB La semplice prospettiva di sofferenza e di morte (angoscia irrazionale) disturba il processo omeostatico (con delle conseguenze tutt’altro che anodine) di colui che ne è partecipe. Solo una mente serena, esente da dogmi e false simmetrie, puo’ riuscire a contrastare ma anche inibire ! La persona colta sa che se non esiste l’immortalità, non è di certo per necessità biologica, ma solo perché biologicamente inutile, non è stata selezionata dall’evoluzione ; e questo il credente è difficile che possa immaginarlo !
tipo il film,PRIEST,molto visto da forzisti di forza nuova e militi cristhi
E’ NORMALE. Pensare alla morte significa (praticamente) fare una scelta, e il religioso dovrebbe averla fatta – come anche l’ateo.
clap eh..
Ritengo che la morte è nulla. Solo l’idea in sè puo,’ in certi casi, essere triste…
Eddie Barclay, proprietario della famosa « Maison de disques Barclay », chiese con insistenza ai suoi amici e conoscenti, che alla sua morte venissero agli ossequi vestiti in BIANCO, e che festeggiassero questo avvenimento, poiché considerato naturale ! Infatti mi ricordo di aver visto centinaia di persone vestite in bianco, senza occhiali neri, e nessuna lacrima….Ecco un personaggio atipico che seppe minimizzare o « sdrammatizzare » la morte ! Da meditare……
Seneca scrisse che la morte non porta nessun disagio, poichè per subire un qualsiasi disagio bisogna comunque vivere….
Inoltre per uno che soffre, la morte potrebbe significare un piacere perché la soppressione del dolore, tramite la morte, puo’ essere equivalente al piacere.
NB Certe etnie festeggiano tradizionalmente i loro defunti. Molto sinceramente, non mi sarebbe dispiaciuto essere nato in un contesto simile…..
E….Buona vita a voi tutti !
Bah.., Eddie Barclay se l’è goduta la vita… Porca miseria !
Mi fai tornare alla mente l’ultima frase prima di morire dell’ indimenticabile Maurice Chevalier, che impersonificava nei films di Hollywood il dandy parigino :
” Merci la Vie ! “
Per poter parlare della morte con cognizione di causa bisognerebbe averla sperimentata.
In genere possiamo solo parlare di cosa proviamo quando muore qualcun altro.
Usare l’argomento della morte per sostenere posizioni ideologiche mi sembra nel migliore dei casi un atteggiamento sterile e nel peggiore solo un espediente per perpetuare vecchie contrapposizioni.
@ francesco
Siccome non è possibile quel che dici, è ovvio che la ricerca riguarda l’idea della morte, che poi è quella a cui tutti, in un modo o nell’altro, pensano.
A me sembra un po’ una ricerca del menga.
Tra l’immaginare su come ci si comporterebbe e il trovarsi davvero in una certa situazione ce ne passa.
Lo stesso HItchens mise le mani avanti nel momento in cui fu consapevole di avere un tumore, sostenendo che, se fosse arrivata la notizia di una sua conversione sul letto di morte, la stessa sarebbe stata da attribuire allo stato d’animo e ad una vulnerabilità in un momento estremamente difficile, ma non ad una vera e propria conversione. La cosa poi non si verificò, ma il ragionamento non fa una grinza.
Ora saremmo in tantissimi a dichiararci coerenti fino alla fine, ma al “momento della verità” sarebbe difficile mantenere la lucidità e continuare a seguire la stessa strada.
Sarebbe più interessante sapere cosa pensano i credenti, gli atei e gli agnostici dopo esser morti. A quando la pubblicazione di una ricerca in tal senso?
quando i cattolici si degneranno di dimostrare l’esistenza di inferno/purgatorio/paradiso 😉
il limbo l’hanno già abolito.
naturalmente tutti sappiamo che l’esistenza di Inferno/Paradiso/purgatorio è indimostrabile…certo che se quando uno si svegliasse di là e vedesse che non c’è nulla (ammesso che fosse possibile svegliarsi e vedere il nulla) beh pazienza…pari siamo…ma se invece si accorgesse che c’è veramente un dopo (cosa possibile visto che comunque non si può neanche dimostrare che Dio non esiste) allora le cose cambierebbero….
@ Gianni
“se invece si accorgesse che c’è veramente un dopo (cosa possibile visto che comunque non si può neanche dimostrare che Dio non esiste) allora le cose cambierebbero….”
Spero che dio (dovesse esistere) abbia argomenti migliori di quelli portati qui dai credenti, altrimenti il giorno del giudizio dovrebbe temerlo lui.
cosa ci sarà dopo lo sapremo dopo..naturalmente…..sarei curioso di vedere l’esito di questa ricerca se fosse stata fatta a gente di 70/80 anni, e non fra gli studenti (gente di 20 anni o giù di lì) .