Un nuovo contributo è stato pubblicato nella sezione Contributi del sito UAAR. Il testo si intitola Laicità ed ateismo (PDF), di Donatella Loprieno.
L’autrice insegna Istituzioni di diritto pubblico all’università della Calabria. Tra le sue pubblicazioni Profili di diritto costituzionale e comunitario in materia di libertà religiosa, Periferia, Cosenza, 2005; Il supremo principio di laicità dello Stato e la sua difficile esistenza, in S. Gambino, G. D’ignazio (a cura di), La revisione costituzionale e i suoi limiti. Tra teoria costituzionale, diritto interno, esperienze straniere, Milano, Giuffrè, 2007.
La redazione
“Uno dei vizi di fondo di queste ricostruzioni (che ho banalizzato ma che
spesso sono così sofisticate da essere, almeno per chi scrive, incomprensibili” (p.4)…. almeno è onesta.
per il resto vorrei capire in cosa consiste lo specifico contributo giuridico dell’autrice (docente di diritto) alla questione e relativa blbiografia. Parla di tutto tranne di quello di cui potrebbe essere (anche) competente: ad una lettura superficiale come la mia (lo confesso) sembrerebbe che non vi sia un problema giuridico per il riconocimento dei diritti di un ateo, sembrerebbe non essere un problema in senso assoluto per il nostro ordinamento. o al contrario non ho capito a detta dell’autrice se e in cosa il nostro ordinamento sarebbe discriminante per la figura dell’ateo.
Comunqnue ho letto rapidamente il contributo. Mi sarà sfuggito l’essenziale. Magari qualche utente più attento e interessato lo metterà in evidenza
Per teologo.
“Comunqnue ho letto rapidamente il contributo. Mi sarà sfuggito l’essenziale.”
E’ normale per un cattolico leggere con superficialita’, perche’ se leggesse con attenzione i suoi testi sacri smetterebbe di essere cattolico. 🙄
Gentile Teologo Cattolico,
forse una lettura più attenta le potrà restituire l’essenziale (per usare una sua espressione) del mio contributo. Crede davvero che cattolici ed atei godano della stessa misura di libertà?
Beh, in effetti certi passi del nostro ordinamento qualche problema a chi si dichiara non credente l’hanno creato:
http://www.uaar.it/laicita/ateismo_e_legislazione/
Costituzione giapponese – Art. 20.
La libertà di religione è garantita a tutti. Nessuna organizzazione religiosa riceverà qualsiasi privilegio dallo Stato, né eserciterà qualsiasi potere politico.
Nessuna persona sarà obbligata a partecipare a qualsiasi atto, celebrazione, rito o pratica religiosa.
Lo Stato ed i suoi organi si asterranno dall’istruzione religiosa o da qualsiasi altra attività religiosa.
che bello il giappone….
Un paese civile
Da residente in Giappone, confermo.
Ti serve uno sguattero? ^___^
@Alfonso
Primo emendamento della Costituzione degli Stati Uniti d’America
“Il Congresso non promulgherà leggi che favoriscano qualsiasi religione, o che ne proibiscano la libera professione, o che limitino la libertà di parola, o di stampa; o il diritto delle persone di riunirsi pacificamente in assemblea, e di fare petizioni al governo per riparazione di torti”
😉
@Paul Manoni
Sì e poi alla cerimonia di insediamento il presidente giura sulla Bibbia. bella presa per il c….o!!
@Alfonso
Guarda che Obama e’ un gran furbacchione… 😉
Negli USA, il 20% dell’elettorato Repubblicano, e’ convinto che lui sia mussulmano!!
Citare un brano della bibbia, e’ stato un ottimo stratagemma politico, per fugare ogni dubbio!
Dopotutto, l’animale politico, di qualcunque parte, deve pur vendersi in qualche modo, visto che quello e’ il suo lavoro principale!! 😉
Il problema dell’alfa privativo risolto dal termine “umanista”.
Chi non è ateo è teo, cioè colui di cui si pensa che fondi la propria concezione del mondo sul fatto che tutto dipenda da un’entità sovrannaturale (?) chiamata dio.
Chi è umanista, secondo questa particolare accezione, pensa che sull’indeterminabile sia inutile arrovellarsi e che il determinabile possa dipendere esclusivamente dall’uomo; in sostanza egli potrebbe altrimenti dirsi ateo, ma, dicendosi umanista, usa un termine designato appositamente per la definizione della propria categoria e non un termine derivato per privazione dalla definizione della categoria opposta.
Teista: crede in dio.
Umanista: crede nell’uomo.
Umanista non deriva per alfa privativo dal nome della categoria contraria.
Inoltre il teista potrà essere definito aumanista; e siamo pari!
Pure il termine aumanista, al pari della confessionalità, si crede soffra di solitudine e, per alleviarne la intrinseca tristezza, lo si accompagna con gli aggettivi più svariati: buono, cattivo, militante, forte, debole, negativo, positivo, pratico, teoretico e persino dissacrante a voler designare un fenomeno tutto italico: intellettuali sedicenti “tei” che, per realismo politico e per preservare una minacciata identità, nei periodi di egemonia umanista, difendono a spada tratta le idee e le posizioni di rendita dello Stato laico. ;-))