“Di fronte alla vastità del patrimonio culturale detenuto dagli enti ecclesiastici, prevedere una sostanziale assenza di regole per la salvaguardia e l’alienazione per quelle opere, come faceva il Codice per il Paesaggio e i Beni Culturali, era un tragico errore che rischiava di mettere in discussione beni inestimabili. Con le modifiche alle quali abbiamo dato parere favorevole abbiamo detto basta a quel vulnus nella salvaguardia del patrimonio artistico nazionale”. Lo afferma la senatrice Maria Pellegatta, Vicepresidente della Commissione Cultura del Senato, commissione che ha dato parere favorevole al decreto che rivede il Codice del Paesaggio e dei Beni Culturali.
“Bisogna essere chiari e coerenti con la Costituzione, che prevede che la Repubblica tutela il patrimonio artistico della Nazione, anche quando questo sia di proprietà di privati o come in questo caso della Chiesa. Quelle opere sono, prima ancora che proprietà di qualcuno, patrimonio dell’umanità, e lo Stato ha l’obbligo di difendere dall’incuria e dalla protervia mercantile il nostro inestimabile tesoro artistico e culturale” conclude la senatrice Pellegatta.
Comunicato stampa pervenuto al sito UAAR
Puo’ anche starmi bene, ma nel momento in cui lo Stato restaura un bene artistico, questo non puo continuare ad essere di uso esclusivo di un proprietario.
Se io ad esempio possedessi un castello di grande valore artistico e lo stato ne finanziasse la ristrutturazione, ne dovrebbe chiedere anche la fruizione per tutti i cittadini e non solo per visite turistiche-culturali, ma anche per concerti, riunioni, meeting, convegni, ecc.
Se si rimette a nuovo una chiesa che e’ anche bene artistico nazionale ma di proprieta’ di una parrocchia, il comune o lo stato che interviene dovrebbe esigere come minimo che quel luogo sia luogo di culto per tante religioni, che a turno si organizzano e fanno i loro culti. Imporre cioe’ una convenzione d’uso per quel luogo. Potrebbe diventare anche spazio per matrimoni civili, per chi volesse svolgerli in quello che per alcuni e’ un luogo sacro ma per altri puo’ essere una bene artistico e basta.
Invece i comuni finanziano la costruzione o la ristrutturazione di edifici di culto senza valore artistico e destinati ad essere vuoti per il 90% del tempo, perche’ riservati ad una sola religione (cattolica romana, valdese, aventista, musulmana, ecc.). Vedi la campagna oneri uaar.
Roberto Grendene
C’è anche da dire che qualsiasi crosta diventa bene artistico, purché ritragga una madonna…
io sarei dell’idea che se la chiesa non è in grado di mantenere un bene culturale, il bene in questione andrebbe espropriato, sistemato e restaurato dalla cosa pubblica, e reso fruibile a tutti.
@N2RT
infatti sono diverse le chiese, nelle città italiane, che sono state sconsacrate e destinate ad uso diverso, ma quasi sempre edifici di scarso valore artistico.
Nella mia città tre chiese sono diventate, una centro di accoglienza immigrati e le altre oratorio e/o sala riunioni di quartiere. Da precisare che le ultime due hanno chiuso solo perchè ne erano state edificate due nuove più grandi in sostituzione.
Ce n’è una quarta, protestante, che chiusa è diventata un ristorante-pizzeria con l’ovvio nome “la chiesina”. Questa sì veramente di pregio e finemente restaurata da un pizzaiolo di buon gusto.
Buon appetito a tutti.
Un conoscente si occupa di polizia di confine, ovvero controlla le macchine al passaggio con la Svizzera. Ebbene, mi raccontava tempo fa che ogni settimana, con il silenzio imposto dalle autorità italiche, una macchina vaticana diplomatica passa il confine carica di opere d’arte che sbucano dai sedili e si vedono benissimo visto che nemmeno si scomodano a nasconderle…
Ai mercatini d’antiquariato di tutta Italia si vedono banchi di oggetti religiosi di sette-otto-primo novecento: sculture in legno, ostensori, candelabri, addirittura tabernacoli che preti opportunisti si vendono sottobanco con la complicità dei mercanti…
Ma sa di cosa parla questa senatrice o dobbiamo riderle in faccia?
Il vecchio prete del mio paese si era venduto i marmi di un altare del ‘700.
P.S. Lo stesso aveva un’amante da quarant’anni e insieme avevano avuto due figli e una villa in collina…